Cinquecento
imprese edili fallite, 80mila lavoratori licenziati, 6 miliardi di
fondi comunitari fermi, quattro miliardi di pagamenti alle imprese
bloccati. E’ il quadro drammatico in cui versa il settore delle
costruzioni in Sicilia. Quadro drammatico che si ripercuote anche in
provincia di Ragusa dove gli artigiani e le piccole e medie imprese
edili e i loro operai sono quelli che stanno pagando pesantemente i
costi di questa tragedia di enorme proporzioni di cui non si vede la
fine.
E’ questo
il senso della denuncia che la Cna costruzioni dell’area iblea fa
con riferimento al fallimento di una Regione che, in questi decenni
passati, non ha mai lavorato per creare uno sviluppo economico e
produttivo e un’occupazione stabile ma ha dilapidato le consistenti
risorse finanziarie in spese improduttive, clientelismo, inefficienza
burocratica e corruzione. “Ecco perché Cna costruzioni chiede,
anche in provincia di Ragusa – dice il presidente provinciale,
Bartolo Alecci – una svolta radicale e scelte immediate a sostegno
degli artigiani e delle piccole e medie imprese. Intanto sul fronte
del lavoro rispetto a cui è necessario sbloccare i fondi comunitari,
destinando una quota di almeno 200 dei 600 milioni arrivati dal
Governo nazionale per il cofinanziamento. Serve, poi, attivare quelle
misure del Por Sicilia che permettano di avviare immediatamente,
negli enti locali, centinaia di progetti esecutivi di piccole opere
immediatamente cantierabili. E’ necessario, altresì, rendere più
flessibile il patto di stabilità per le infrastrutture finanziate
con i fondi europei”.
La Cna
costruzioni chiede all’assessorato regionale alle Attività
produttive di pubblicare immediatamente il bando che finanzia i
consorzi artigiani che si insediano nelle aree attrezzate, dato che i
soldi sono disponibili. “Inoltre – prosegue il responsabile
provinciale Vittorio Schininà – viene chiesto di accelerare al
massimo tutte le procedure per lavori che risultano già finanziati
con finanziamenti regionali o nazionali, o per opere bloccate per
questioni burocratiche. Evidenziamo, però, che al dramma della
mancanza di lavoro si è aggiunta la tragedia delle imprese che hanno
fatto i lavori, pagato i salari, versato i contributi previdenziali e
assistenziali, le tasse e le imposte, con le banche che stanno col
fiato sul collo, le quali imprese non vengono pagate dalle Pubbliche
amministrazioni e rischiano di fallire o falliscono con ripercussioni
personali e familiari pesantissime. Gli enti locali non ritardino e
non blocchino i pagamenti anche quando non esistono motivi ostativi;
oppure non impongano alle imprese l’inizio dei lavori se non hanno
la certezza della copertura finanziaria per i pagamenti”.
E’
necessario, per la Cna, che il Governo regionale e nazionale
intervengano con urgenza attivando tutte le misure necessarie per
obbligare le pubbliche amministrazioni a pagare il dovuto alle
imprese. Rispetto a questa situazione che la Cna costruzioni denuncia
da molto tempo, anche con manifestazioni unitarie pubbliche di tutto
il settore, o c’è un intervento adeguato delle istituzioni
regionali e nazionali perché possa essere avviato un processo di
svolta e di cambiamento per lo sviluppo produttivo della Sicilia o il
rischio della frantumazione della coesione sociale diventa sempre più
un pericolo reale.
Il
responsabile provinciale
dott.
Vittorio Schininà
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