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lunedì 23 ottobre 2017

L'USURA C'E' MA NON SI VEDE? LETTERA APERTA DI UN NOSTRO ARTIGIANO


Abbiamo ricevuto questa testimonianza da parte di un imprenditore vittoriese, che ci ha chiesto di far conoscere la sua storia.
Come associazioni di categoria e osservatorio delle criticità bancarie non possiamo che far nostro questo sfogo e rilanciare il contenuto del nostro precedente comunicato stampa del 6 ottobre. http://www.sportellobancariotributario.it/archives/408
Abbiamo inoltrato quindici giorni fa la pec con la richiesta di incontro a S.E. il Prefetto e siamo fiduciosi che al più presto si possa avviare un dialogo costruttivo con le istituzioni.
Il ruolo delle associazioni è quello di farsi portavoce del disagio del territorio e del suo tessuto sociale e provare a dare risposte concrete. 
CNA comunale di Vittoria
Sportello delle criticità bancarie e tributarie – Vittoria


Sono un piccolo artigiano-imprenditore di Vittoria e lavoro da sempre nel settore edile.
La crisi economica sommata alle difficoltà della serricoltura ha fatto rallentare molto il mio lavoro in questi anni.  Da diverso tempo i pochi lavori che riesco a prendere sono a prezzi troppo bassi, tanti imprenditori infatti hanno deciso di operare totalmente in "nero" e per noi superstiti del lavoro in regola è iniziata una guerra al ribasso.  Questo è stato il motivo principale per cui, in attesa di tempi migliori, ho dovuto mantenere la mia attività utilizzando le scoperture che la banca mi ha da tempo accordato.  Non molto tempo fa il direttore mi chiama al cellulare; non posso dimenticare il suo tono e il suo ordine "deve rientrare immediatamente". Rimango pietrificato.  Non ho quella disponibilità di denaro e devo pagare i fornitori e i miei dipendenti. Mi reco subito in banca per capire come risolvere la situazione.  Dopo una lunga anticamera vengo ricevuto dal direttore, il quale inizia a parlare di rating, valutazioni sullo stato della mia attività e dopo un lungo preambolo di paroloni mi riferisce che i vertici della Banca non mi ritengono più un soggetto affidabile.  Dopo decenni in cui la Banca ha continuato a spremermi trimestre per trimestre ora sono diventato inaffidabile.Io ribadisco con forza che non ho la disponibilità di quelle somme e il direttore, senza battere ciglio, mi propone un finanziamento. A garanzia dello stesso, però, pretende il rilascio di una cambiale in bianco, firmata da mia moglie e da tutti i miei figli e una rinuncia a qualsivoglia contestazione in sede giudiziaria nei loro confronti. 
Insospettito dall'insolita richiesta vado via dicendo che devo pensarci.
Esco dalla banca tramortito e mi reco subito alla CNA di Vittoria, la mia associazione di categoria, la quale, dopo aver ascoltato la mia storia, contatta subito lo Sportello delle Criticità Bancarie con cui la stessa associazione collabora prendendomi un appuntamento.
Sempre alla CNA di Vittoria mi dicono che devo procurarmi tutti gli estratti conto che la banca mi ha inviato negli anni per farli analizzare dai tecnici dello Sportello. Procuro la documentazione richiesta che verrà esaminata da un esperto contabile.  Dalle verifiche viene fuori che dal 2005 al 2016 i tassi d'interesse che mi venivano applicati sul fido, in quasi tutti i trimestri sforavano la soglia di usura.
Avevo pagato molti più soldi i rispetto a quanti oggi la banca me ne chiede indietro, addirittura è la Banca ad essere debitrice nei miei confronti.  Comprendo allora perché la Banca pretendesse una cambiale in bianco e una firma di rinuncia all'esercizio di ogni azione nei loro confronti, erano consapevoli che nei conti ci fossero degli errori.  A quel punto mi rimanevano due strade: accettare l'accordo propostomi dalla banca oppure contestare la richiesta, denunciare l'istituto di credito e avviare l'accesso per il fondo antiusura. Scelgo la seconda.  Seguito dai legali dello sportello presento la denuncia presso la Procura della Repubblica di Ragusa e alla stessa allego i conteggi dove si evidenzia l'usura e nel frattempo faccio richiesta di accesso al fondo antiusura presso la Prefettura di Ragusa. A seguito di ciò la Procura nomina un Consulente Tecnico D'Ufficio (CTU) il quale nella sua relazione evidenzia che effettivamente c'è usura, le somme sono inferiori rispetto al conteggio dello sportello ma l'usura c'è.
Difronte a questa evidenza, il PM richiede l'archiviazione della denuncia e mi risponde che posso far valere le mie doglianze in sede civile, il giudice per le indagini preliminari, nonostante la mia opposizione, cosa fa? DISPONE L'ARCHIVIAZIONE.
Resto pietrificato come quando ho ricevuto la chiamata del direttore di Banca che mi ordinava di rientrare.
Ho avuto la forza e il coraggio di reagire legalmente ad un sopruso subito, avevo voglia e necessità di giustizia di fronte ad un abuso evidente, ma tutto è stato  mortificato e dissolto da un'archiviazione.
La rabbia è tanta e tale che il pianto che ne scaturisce non ha nulla di liberatorio ma è il verdetto peggiore verso le istituzioni di questo paese. 
Non voglio fare generalizzazioni, ed è giusto dire che non tutte le Procure in Italia affrontano il problema nello stesso modo, ma esiste un problema e va affrontato a tutti i livelli.

Oggi la mia impresa è nella condizione peggiore che mi potesse capitare: sono segnalato alla centrale rischi finanziari (CRIF), non posso accedere ai fondi antiusura, pur essendo un usurato.Non sono più bancabile. Non ho liquidità. Non posso più lavorare. Mi sono rimasti accanto la mia associazione di categoria la CNA e lo Sportello delle criticità bancarie, a cui ho affidato la mia storia. Loro mi sono stati vicini sin dal primo momento e quotidianamento sono costretti ad affrontare decine di storie come la mia.

Ho solo interrogativi in testa..... come devo continuare a svolgere l'unica attività che riesco a fare? Chiudo tutto e opero in nero? Oppure devo chiedere “aiuto” ad un usuraio? Oppure mi metto accanto un socio occulto che ha capitali da riciclare?
Lo devo confessare, al momento, non riesco a trovare risposte.



venerdì 6 ottobre 2017

USURA, SERVE MAGGIORE ATTENZIONE


Siamo estremamente preoccupati per quello che accade presso il Tribunale di Ragusa.
Svariati imprenditori hanno denunciato presso la Procura della Repubblica di Ragusa per usura diversi istituti di credito, supportati da perizie di parte e fiduciosi nella giustizia hanno chiesto che venissero accertati i reati di cui si sentivano vittima.
Molto spesso abbiamo assistito agli appelli delle Istituzioni a denunciare i fenomeni estorsivi e usurai, di converso vediamo una risposta non adeguata delle stesse Istituzioni una volta che vengono chiamate in causa.
E’ di ieri l’ennesimo decreto di archiviazione, questa volta a firma del GIP Dott. Andrea Reale, in merito ad una denuncia di un imprenditore vittoriese contro due istituti di credito per usura bancaria.
Nonostante il CTU incaricato dalla Procura (un ex funzionario della Banca d'Italia - Dott. Scattone) abbia accertato rilevanti sforamenti del tasso soglia usura in due conti corrente ed in un mutuo ipotecario di 350.000,00 euro da parte di due noti istituti bancariall’imprenditore viene negata Giustizia.
Ed anzi, oltre al danno anche la beffa.

Questi istituti infatti hanno azzerato la bancabilità di questa impresa iscrivendola nelle centrali di allarme interbancario. Unico canale di finanziamento per l’impresa rimaneva l’accesso alle agevolazioni previste dalla normativa antiusura, cui aveva fatto richiesta.
Nel momento in cui la Procura e i GIP del Tribunale di Ragusa archiviano tutti i procedimenti penali viene impedito nei fatti agli imprenditori di accedere alle agevolazioni previste dalle normativa antiusura e salta l’ultimo canale legale di accesso al credito.
La CNA di Vittoria e lo Sportello delle Criticità Bancarie e Tributarie nei prossimi giorni chiederanno un incontro urgente con il Prefetto di Ragusa, con il Presidente del Tribunale di Ragusa e con il Procuratore della Repubblica di Ragusa.

Documento congiunto, CNA Vittoria e Sportello delle Criticità bancarie e tributarie  

lunedì 2 ottobre 2017

Reagire, denunciare e non piangersi addosso


Ad oltre dieci giorni delle operazioni "Survivors" ed "Exit Poll", coordinate dalla DDA di Catania, dopo lo scompiglio iniziale che queste cose quasi sempre creano, il direttivo della nostra organizzazione sente il dovere di intervenire.
Va subito detto che la magistratura e le forze dell'ordine da tempo sono attente a questa zona. E' dal 1992 che si susseguono operazioni che puntano ad azzerare la forza intimidatoria dei clan, il problema però è che le persone arrestate negli anni, quasi sempre le stesse, dopo poco tempo sono nuovamente libere e ritornano a controllare il territorio e ad imporre le loro regole. Questa sorta di impunità ha rafforzato nel tempo la capacità dei clan creando tra gli operatori economici una paura che per molti versi è anche comoda.
La situazione adesso si è fatta ancora più pesante, oltre all'economia di Vittoria anche le sue istituzioni rischiano di vedersi inciso l'etichetta della mafiosità. Le tante attività sane di questa città non accettano più, giustamente, il marchio che è stato impresso a questo territorio. E' una situazione troppo pesante da reggere e da cui è difficile divincolarsi. Ma non accettare rimanendo immobili non è più possibile. Non vale più essere persone oneste per non sentirsi colpevoli.

Bisogna partire dalle cose più piccole, cominciamo a contrastare l'abusivismo che in questa città è presente e imperversa nelle varie attività. Non si può più pensare che tutti devono campare e che ognuno deve vivere la propria vita. Chi rispetta le regole, chi fa impresa legittimamente deve rifiutare questa logica e deve pretendere tutela dalle istituzioni. Le norme, le tasse, non le deve rispettare e pagare solo chi fa impresa legalmente. L'abusivismo - che è illegalità - non può essere un ammortizzatore sociale, qualcosa da giustificare. Si tollera l'abusivo, poi si tollera lo spaccio sotto casa, poi la richiesta di pizzo, poi l'imposizione della fornitura … e a furia di sopportare in silenzio la città tutta si è abituata ad una realtà di degrado complessivo. Bisogna credere nelle istituzioni preposte al controllo ma le stesse devono essere più attente. Fino ad oggi hanno fatto verifiche e punito le attività regolari. Essere in regola non può continuare ad essere una colpa. E' da qui che deve ripartire la rinascita di questa città. Questo è quello che vogliamo e dobbiamo fare come CNA. In passato lo abbiamo detto con forza ora è il momento di essere conseguenti. Piangersi addosso rimanendo immobili non ci risolleverà.

Direttivo CNA sede Comunale di Vittoria