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giovedì 31 gennaio 2013

CANONE IDRICO: SERVE URGENTEMENTE UN CONFRONTO


Assemblea sentita, voluta e partecipata quella che si è tenuta ieri sera (30/01/2013) presso la sede della CNA di Vittoria. Il tema dell'incontro: l'aumento eccessivo del del canone idrico. Un incontro organizzato in breve tempo. In poche ore molti titolari di attività, che a Vittoria operano nel settore acconciatura (parrucchieri e barbieri), hanno risposto positivamente all'invito che la CNA gli ha rivolto tramite facebook. E' emerso immediatamente dagli interventi come la volontà dell'amministrazione sia colpire le imprese che operano nella legalità e che stanno vivendo una difficoltà economica che non conosce precedenti. La crisi imporrebbe un calo delle tasse, qui invece si risponde aumentando l'imposizione. Questa scelta che gli amministratori hanno fatto all'unanimità (delibera di giunta 159 del 23/03/2012) evidenzia come i consumi idrici siano stati calcolati in modo presunto senza guardare la realtà. Come si può presumere che un acconciatore consumi 510 mc (510.000 litri) d'acqua l'anno? Sono volumi impressionanti. E' stato considerato che per almeno 130 giorni l'anno (52 domeniche, 52 lunedì, festivi, ferie estive) queste attività sono chiuse? Secondo gli amministratori un impresa di acconciatura consuma presumibilmente 2000 litri d'acqua al giorno? Secondo questa teoria, ipotizzando un utilizzo di 10 litri d'acqua per ogni cliente (e siamo un po larghi) ogni acconciatore fa circa 200 persone al giorno? E' evidente: chi amministra è distante anni luce dalla realtà che dovrebbe amministrare. Con i contatori tutto questo non sarebbe mai successo. Le imprese voglio pagare ma non possono accettare la vessazione o peggio essere considerate evasori. Serve immediatamente un tavolo di concertazione, tra l'amministrazione e le organizzazioni di categoria, che ponga rimedio ad un atto ingiusto che sta generando preoccupazione e indignazione. 

lunedì 28 gennaio 2013

CANONE IDRICO: AUMENTI FUORI MISURA


AUMENTO CANONE IDRICO


Mercoledì 30 gennaio ORE 19.30 

PRESSO LA SEDE DELLA CNA DI VITTORIA in via E. Nicosia 9

ASSEMBLEA ACCONCIATORI
 (PARRUCCHIERI UOMO E DONNA). 


CONSIDERATA L'IMPORTANZA DELL'ARGOMENTO SI PREGA DI ESSERE PRESENTI E PUNTUALI.

domenica 27 gennaio 2013

FAMIGLIE RAGUSANE IN ROSSO. DALL'AVVENTO DELL'EURO L'INDEBITAMENTO MEDIO E' AUMENTATO DEL 98,60%


 L’introduzione della moneta unica ha sicuramente contribuito a far impennare i debiti, non tanto per aver spinto all’insù il costo della vita, ma per aver contribuito a far scendere i tassi di interesse praticati dalle banche nella prima parte del decennio scorso a livelli mai toccati nella storia recente del nostro Paese. Infatti, se tra il 1991 ed il 2001 i tassi medi applicati dagli istituti di credito al settore privato si attestavano all’11,2%, tra il 2002 ed il 2012 sono scesi al 5,5%. Questa opportunità ha spinto moltissime famiglie ad indebitarsi attraverso l’ accensione di un mutuo per l’acquisto della prima o della seconda casa, almeno fino all’inizio della crisi. Se nel 2002 gli impieghi bancari per ciascuna famiglia italiana ammontavano mediamente a 8.312 euro, 10 anni dopo l’esposizione bancaria ha raggiunto la soglia dei 20.000 euro (precisamente 19.916 euro). In questo decennio la variazione percentuale è stata del +139,6%, mentre l’incremento in termini assoluti è stato pari a +11.604. Tra il 2002 ed il 2012 ll'inflazione è aumentata del +25,4%. Al 31 ottobre 2012, le famiglie della provincia di Ragusa, nella classifica stilata dalla CGIA di Mestre, sono risultate all'81° posizione, con un debito bancario medio pari a 14.190 euro (+98,60% rispetto a 10 anni prima).
Al di là dei risultati emersi da questa analisi la dimensione e l’andamento del debito privato è molto importante in economia. Per molti studiosi le oscillazioni dello spread risentono maggiormente della quantità e del trend del debito privato e di quello estero che non dall’andamento del debito pubblico.


articolo tratto da: http://www.cgiamestre.com/wpcontent/uploads/2013/01/famiglieinrosso.pdf

mercoledì 23 gennaio 2013

Ancora tasse comunali sulle piccole e medie imprese di Vittoria




L’Amministrazione comunale di Vittoria ha adottato un sistema fiscale che tiene nel mirino il lavoro regolare e le imprese che operano nella legalità. La crisi che stiamo vivendo impone, invece, la diminuzione della pressione fiscale su chi opera alla luce del sole e nella trasparenza”. E’ quanto afferma la Cna territoriale di Vittoria con un documento sottoscritto dal presidente Giuseppe Santocono, dal responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio e dal componente della presidenza provinciale di Cna Unione e Benessere, Orazio Floridoro.
L’evasione fiscale – prosegue il documento – riguarda esclusivamente le attività che operano in nero, che ufficialmente non esistono, ma che feriscono e insultano la concorrenza reale. Perché c’è tanta comprensione e tolleranza da parte dell’Amministrazione verso queste attività? Legalità e trasparenza sono parole che trovano applicazione su chi ha il coraggio di vivere allo scoperto e non su chi, vigliaccamente, vive nel sommerso. 
E così l’Imu ha colpito i capannoni, i laboratori e i negozi di chi fa impresa alla luce del sole, parificando questi immobili a seconde case. Eppure al sindaco, in un incontro, abbiamo spiegato che questi edifici non sono il risultato di un accumulo patrimoniale ma servono a creare sviluppo, posti di lavoro reale e ricchezza nel territorio, ma la riduzione dell’aliquota promessa a parole non è arrivata nei fatti”.
Ora – continua la Cna di Vittoria – il canone idrico 2012 sta colpendo le attività di bar, pasticcerie, pizzerie ma principalmente gli acconciatori (ex parrucchieri e barbieri). La delibera di Giunta giustifica questo aumento (va abbondantemente oltre il 100% rispetto all'anno precedente) ma non tiene conto della crisi, del fatto che le attività che operano nel settore proprio nel 2012 hanno avuto un calo effettivo. Non si fa nemmeno una distinzione tra chi opera nel settore maschile e chi nel settore femminile (nel maschile i consumi d'acqua sono notevolmente inferiori). Vengono caricati di punto in bianco 510 mc (corrispondenti a 2.000 litri al giorno di consumo) per 0,70 euro al mc (più canone e altri balzelli). 510.000 litri di consumo annuo per alcune attività ci sembrano un pochino esagerati. Chiediamo un incontro urgente per capire: perché non c’è stata una concertazione con le organizzazioni così come è stato in passato? Quali parametri, la Giunta, ha preso in considerazione per determinare questi consumi? Che fine ha fatto il progetto dei contatori? Questi prelievi sono studiati non per far migliorare l’economia ma per soffiare di più sulla crisi. Siamo per una collaborazione leale e reale con la Pubblica amministrazione ma certi comportamenti non aiutano. La misura è colma, le imprese della città sono in stato di mobilitazione. Verificheremo con le altre organizzazioni se questa è solo una nostra visione oppure se si tratta di una impressione condivisa”.

martedì 22 gennaio 2013

Nel 2012 ha chiuso un'impresa al minuto. Irrinunciabile per chi governerà ripartire dal tessuto produttivo"

Cento mila imprese 'scomparse' nel 2012 rispetto al 2011. Pressione fiscale che salirà a quota 56,1%. Consumi ancora in calo nel 2013 e reddito procapite pari a quello di 27 anni fa. Sono alcuni dei dati diffusi da Rete Imprese Italia, in occasione della conferenza stampa tenuta a Roma per presentare la Giornata di Mobilitazione Nazionale delle Pmi e dell'impresa diffusa del 28 gennaio. "L'obiettivo prioritario irrinunciabile di politica economica per chiunque governi deve essere l'impresa". E' l'appello rivolto dal presidente di turno di Rete, Carlo Sangalli, alle forze che si sfidano per il governo del Paese, avvertendo che l'organizzazione delle Pmi "non farà sconti" e che il 28 gennaio presenterà la propria agenda di impegni e proposte.

sabato 19 gennaio 2013

Casa. Crollati i permessi di costruzione nei primi sei mesi del 2012. -21,8% per le nuove abitazioni


casa
Nel primo semestre del 2012 i permessi per costruire relativi all'edilizia residenziale segnano un crollo su base annua, con una discesa del 21,8% per le nuove abitazioni e del 20,6% per la superficie utile abitabile. E' quanto rileva l'Istat. Il numero di abitazioni dei nuovi fabbricati residenziali risulta, spiega sempre l'Istat, in forte calo, presentando, nel primo trimestre, un ribasso tendenziale del -21,7% e nel secondo del -22,0%. Significative sono anche le contrazioni della superficie utile (-20,5% per il primo trimestre 2012 e -20,7% per il secondo, su base annua). Quanto ai permessi di costruire per l'edilizia non residenziale, l'Istituto di statistica registra per i primi sei del 2012 una diminuzione relativamente più contenuta (-10,0%).


TARES, DOPO L'IMU UN'ALTRA STANGATA PER LE LE MICROIMPRESE




Il primo gennaio 2013 è nata la Tares. Non è un nome di fantasia bensì si tratta della nuova tassa sui rifiuti e sui servizi che sostituirà la Tarsu. Un tributo che rischia di tramutarsi in una vera e propria stangata, soprattutto per le nostre microimprese”. E’ il senso dell’allarme lanciato dal presidente della Cna di Vittoria, Giuseppe Santocono, e dal responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. “Abbiamo fatto, approssimativamente, due conti – chiariscono i due vertici territoriali dell’associazione di categoria – e, rispetto al 2012, gli aumenti stimati per l’anno in corso saranno significativi. Un capannone di 500 mq pagherà in più circa 500 euro, in un negozio di 80 mq la nuova tassa sui rifiuti ammonterà ad oltre 100 euro in più, mentre per una abitazione civile di 100 mq la Tares comporterà un aumento pari a 70 euro. Una situazione veramente assurda. Le famiglie e le imprese, grazie alla crisi economica e al conseguente calo dei consumi, hanno prodotto meno rifiuti. Dovrebbero pagare meno. Invece con la Tares subiremo un aggravio della tassazione che si aggira intorno al 30% in più. Il gettito di questo nuovo tributo andrà direttamente a finanziare le entrate comunali. Il meccanismo di applicazione delle aliquote di imposte permetterà ai Comuni che non hanno raggiunto la copertura per la spesa sostenuta per la raccolta dei rifiuti di aumentare il prelievo richiesto ai cittadini in quanto varrà il principio che il costo del servizio per la raccolta dei rifiuti dovrà essere integralmente coperto dal gettito prodotto dalla Tares”. Spiegano Santocono e Stracquadanio: “Per intenderci e detta in parole povere, le inefficienze di chi gestisce i processi e i servizi di raccolta (Comune, Amiu o Ato), si ripercuoteranno direttamente sull’aumento della Tares richiesta. Questa nuova tassa (la prima rata è stata rinviata al 1° luglio) prevede inoltre una maggiorazione su tutti gli immobili pari a 0,3 euro al metro quadrato con la quale si andranno a finanziare i servizi indivisibili del Comune (illuminazione pubblica, pulizia e manutenzione delle strade, etc.). Il Comune potrà elevare questa maggiorazione sino a 0,4 euro al metro quadrato. Ci chiediamo: cosa succederà a Vittoria?”.

mercoledì 16 gennaio 2013

Inflazione. Istat. Nel 2012 il "carrello della spesa" è aumentato del 4,3%. Record dal 2008



Nella media del 2012 il rincaro del cosiddetto "carrello della spesa", i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza (da cibo a carburanti), è del 4,3%, un rialzo superiore a quanto segnato nel 2011 (3,5%). Lo rileva l'Istat diffondendo i dati definitivi. Si tratta del valore medio annuo più alto dal 2008. Se su base annua hanno fatto segnare il maggior rialzo dal 2008, nel mese di dicembre 2012 i prezzi dei prodotti acquistati con maggiore frequenza dai consumatori su base annua rincarano del 3,1%, un tasso di crescita che si mantiene superiore al tasso d'inflazione tendenziale (2,3%), ma che risulta in deciso rallentamento a confronto con il 3,5% di novembre.

martedì 15 gennaio 2013

Filiere territoriali logistiche a Vittoria e Pozzallo. Il sindaco Nicosia promuova il primo incontro


L’appello lanciato dalle sedi territoriali Cna di Vittoria e di Pozzallo, sulla necessità di dare vita ad un tavolo realmente operativo riguardante le Filiere territoriali logistiche (Ftl), ha avuto un primo riscontro. “Il sindaco di Vittoria, avv. Giuseppe Nicosia – dicono il presidente della Cna di Vittoria, Giuseppe Santocono, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio, e il presidente della Cna di Pozzallo, Angelo Modica, con il responsabile organizzativo Enzo Spatola – ha condiviso la nostra proposta. Nel ringraziarlo per l’attenzione, lo invitiamo ad essere conseguente facendosi promotore di un primo incontro che veda coinvolti il Comune di Pozzallo, la Provincia regionale e la deputazione regionale, oltre alla Cna. Bisogna capire, sin da subito, se esiste la volontà politica di mettere in collegamento le due infrastrutture, se esistono già progetti, a che stadio di progettazione sono, quali potrebbero essere i finanziamenti, a che punto è la Zona franca urbana. Insomma, agli studi e alle analisi dello Svimez va fornita la possibilità di trovare pratica”.

lunedì 14 gennaio 2013

Indagine Censis per la Cna. "Il 2013 sarà un anno di stagnazione



La tempesta continua. Il 2013 sarà un anno di stagnazione. La crisi ha messo in grande difficoltà le piccole e piccolissime imprese artigiane. La conferma arriva da un’indagine svolta dal Censis per conto della Cna su un campione di 450 imprese con meno di 50 addetti. Quasi la metà delle imprese (46,8%) si trova in una fase di “ridimensionamento” e il 45,3% di stagnazione.


I documenti dell'indagine si trovano nel seguente indirizzo
http://www.cna.it/Primo-Piano/Indagine-Censis-per-la-Cna.-Il-2013-sara-un-anno-di-stagnazione

venerdì 11 gennaio 2013

Autoporto di Vittoria e porto di Pozzallo, infrastrutture da valorizzare.


E’ giusto che la classe politica concentri l’attenzione sull'aeroporto di Comiso, infrastruttura strategica che qualifica una zona interprovinciale. Ma questo non può e non deve allentare l’interesse su due opere altrettanto importanti per lo sviluppo della nostra zona: autoporto di Vittoria e porto di Pozzallo. E’ quanto sottolineano le Cna territoriali di Vittoria, con il presidente Giuseppe Santocono e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio, e di Pozzallo, con il presidente Angelo Modica e il responsabile organizzativo Enzo Spatola. “Secondo uno studio dello Svimez (associazione per lo sviluppo dell’industria nel Mezzogiorno) – dicono i vertici delle due sezioni Cna – il futuro economico di molte aree del Sud passa dalla capacità di saper smistare traffico e merci lungo le direttrici Europa, Medio Oriente, Nord Africa. Nel Mezzogiorno sono state individuate sette zone che presentano questa potenzialità di sviluppo e sono state definite Filiere territoriali logistiche (Ftl). Sono aree che dispongono di porti anche minori e poco congestionati (porto di Pozzallo), di aree logistiche (costruendo autoporto di Vittoria), di filiere produttive di eccellenza orientate all’esportazione (prodotti ortofrutticoli, marmi, etc.) e possibilità di fruire di agevolazioni speciali ed incentivi per l’insediamento di nuove attività (Zone franche urbane). Guarda caso il nostro territorio presenta tutte queste caratteristiche e guarda caso l’area della Sicilia Sud orientale è una delle sette zone individuate dallo studio dello Svimez”.
Affinché tutto questo possa diventare realtà, permettendo al territorio di crescere e di uscire dalla crisi – dicono ancora i vertici Cna – servono politiche specifiche. Le due infrastrutture, autoporto e porto, devono essere collegate da una rete stradale per ora fortemente inadeguata. Il porto deve essere riqualificato perché negli ultimi anni (periodo 2007-2012), secondo i dati forniti dalla Capitaneria, lo scalo (fra imbarco e sbarco) ha registrato un calo di 450mila tonnellate in meno di merce. Addirittura, una banchina è stata sottratta agli operatori commerciali del mare a causa del fermo della «Fortuna II», la nave che, da fine novembre del 2008, staziona al porto grande. Il riconoscimento di Vittoria come Zona franca urbana, con le relative agevolazioni fiscali per la nascita e l’insediamento di imprese legate anche alla logistica, è solo un miraggio. Il territorio possiede le potenzialità e gli strumenti che ne permettono il rilancio, ma ha bisogno di una classe politica e dirigente capace, che sappia leggere, capire e studiare i suoi bisogni. La questione non è più rinviabile, serve fare squadra. Avanziamo la proposta di un tavolo, realmente operativo (che veda come attori la deputazione regionale, i Comuni di Pozzallo e Vittoria, la Provincia e la Cna) che sappia individuare percorsi, progetti e finanziamenti”.

giovedì 10 gennaio 2013

Crisi. La Commissione Europea lancia la "rivoluzione culturale dell'imprenditorialità"


Per tornare a crescita e occupazione bisogna rilanciare l'imprenditorialità e facilitarne le condizioni di sviluppo. E' la "rivoluzione culturale", come l'ha definita il vice presidente della Commissione Ue Antonio Tajani, che l'Ue ha avviato lanciando la prima strategia europea per l'imprenditorialità. Secondo Eurobarometro, con la crisi sono calati dal 45% al 37% gli europei disposti a fare impresa: "Vogliamo renderla una prospettiva attraente e accessibile", ha detto Tajani. Tre le aree su cui si concentra il piano Ue, ha illustrato Tajani: "educazione e formazione, facilitare la vita degli imprenditori, e stimolare la nascita di nuove imprese". Sin dalla scuola devono esserci ore di studio dedicate all'imprenditorialità e la possibilità di fare stage nelle imprese, perché nei paesi dove questo già avviene il 15-20% degli studenti fonda poi una propria impresa. Ma soprattutto si tratta di creare un ambiente fiscale e legale favorevole alla nascita e alla crescita di aziende. Bruxelles chiede che entro il 2015 ci voglia massimo un mese per ricevere tutte le autorizzazioni necessarie, mentre spingerà sugli stati membri perché venga accelerato il raggiungimento dell'obiettivo di creare un'impresa in tre giorni con massimo 100 euro di spesa, contro gli attuali 6,5 giorni per 397 euro. Dovranno inoltre essere agevolati i trasferimenti delle imprese e il ricorso alle nuove tecnologie, creato un sistema di tutoraggio per le giovani imprese in modo da evitarne la mortalità precoce e dare una seconda opportunità a chi invece fallisce. Un'attenzione particolare sarà poi dedicata a giovani, donne (appena il 34,4% imprenditrici), anziani e migranti.
"Lo stato non deve essere protagonista ma il cittadino imprenditore", ha spiegato il commissario Ue, ricordando che le pmi rappresentano la principale fonte di nuova occupazione in Europa con 4 milioni di nuovi posti di lavoro ogni anno.
TUTTO QUESTO E' UN SOGNO, PERO' PUO' REALIZZARSI

mercoledì 9 gennaio 2013

Istat. Le imprese non investono. -1,9% nel terzo trimestre 2012


Nel terzo trimestre del 2012 il tasso di investimento delle società non finanziarie (definito dal rapporto tra investimenti fissi lordi e valore aggiunto ai prezzi base) è stato pari al 20,3%, in diminuzione di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente e di 1,9 punti percentuali rispetto allo stesso periodo del 2011. Lo comunica l'Istat. Gli investimenti fissi lordi delle società non finanziarie hanno segnato una flessione dell’1,6% in termini congiunturali e dell’11,2% in termini tendenziali. Secondo l'istituto, inoltre, nel terzo trimestre del 2012 la quota di profitto delle società non finanziarie (misurata dal rapporto tra risultato lordo di gestione e valore aggiunto lordo ai prezzi base) è stata pari al 38,6%, con un aumento di 0,3 punti percentuali rispetto al trimestre precedente. Tale aumento è stato determinato da una crescita del risultato lordo di gestione (+0,8%) superiore a quella del valore aggiunto (+0,1%). In termini tendenziali, la quota di profitto è diminuita di 2,4 punti percentuali, rispetto al corrispondente trimestre del 2011, per effetto di una riduzione del risultato lordo di gestione molto più marcata di quella del valore aggiunto (rispettivamente -8,4% e - 2,8%).

Furti in cantiere anche a danno delle imprese edili di Ragusa



L’allarme lanciato nei giorni scorsi dalla Cna di Vittoria ripropone, purtroppo, quanto si sta verificando anche a Ragusa. Sono i tre co-presidenti della sezione del capoluogo, Salvatore Bellina, Massimiliano Di Maria e Graziella Migliorisi ad avere raccolto il grido d’aiuto lanciato dalle imprese edili della città capoluogo che, al pari delle attività similari del centro ipparino, fanno i conti con un incremento dei furti in cantiere senza precedenti. “Sono presi di mira – dicono i tre co-presidenti – soprattutto gli attrezzi edili, circostanza che procura un grave danno all’impresa che non solo deve fare i conti con il problema di carattere patrimoniale ma si trova alle prese con difficoltà oggettive per potere proseguire l’opera e quindi rispettare i tempi previsti di consegna. Accade, e questo lo diciamo con rammarico anche se siamo consapevoli delle esigenze delle piccole e medie imprese, che nella maggior parte dei casi non si proceda neppure con la denuncia alle forze dell’ordine perché si tratta di una procedura che rischia di fare perdere ulteriori giorni di lavoro alle imprese le quali, obtorto collo, si trovano costrette a riacquistare nuovamente tutto il materiale trafugato. Inutile dire che, non bastasse la crisi, ci si trova a dovere pagare un prezzo pesantissimo alla piccola criminalità, perché di questa si tratta, che così facendo impedisce la prosecuzione di ogni attività”. Sulla questione dice la sua anche la responsabile organizzativa della Cna di Ragusa. “Chiediamo alle forze dell’ordine – continua Antonella Caldarera – di monitorare questo fenomeno la cui insorgenza merita la dovuta attenzione avendo fatto finire sotto i riflettori le piccole e medie imprese artigianali che puntano solamente ad espletare al meglio la propria attività in questo difficile periodo. Lanciamo un appello affinché il suddetto allarme possa essere preso nella dovuta considerazione”.

martedì 8 gennaio 2013

REDDITOMETRO. ECCO LE 100 VOCI DI SPESA


Redditometro: il livello dei consumi delle famiglie italiane avverrà attraverso l’analisi di circa 100 voci di spesa organizzate in sette categorie:
  • Abitazione
  • Mezzi di trasportoterritorio
  • Assicurazioni e contributi previdenziali
  • Istruzione
  • Attività sportive-ricreative e cura della persona
  • Altre spese significative
  • Investimenti immobiliari e mobiliari netti
Tra le voci si segnalano anche l’acquisto di elettrodomestici, gli abbonamenti alla pay-tv, il gioco online e i preziosi. Il redditometro mapperà nel dettaglio anche i patrimoni, sia immobiliari sia mobiliari (obbligazioni, conferimenti, derivati, titoli di stato).

ECCO L’ELENCO DELLE 100 VOCI

- Automobili
- Minicar
- Caravan
- Moto
- Aeromobili
- Imbarcazioni
- Mezzi di trasporto in leasing o noleggio
- Responsabilità civile
- Incendio e furto
- Vita
- Danni
- Malattia
- Infortuni
- Altro
- Contributi obbligatori
- Contributi volontari
- Previdenza complementare
- Asili nido
- Scuola per l’infanzia
- Scuola primaria
- Scuola secondaria
- Soggiorni studio all’estero
- Corsi di lingue straniere
- Corsi universitari
- Corsi di prep. agli esami
- Scuole di specializzazione
- Master
- Canoni di locazione per studenti università
- Attività sportive
- Circoli culturali
- Circoli ricreativi
- Cavalli
- Giochi on-line
- Abbonamenti pay-tv
- Abbonamenti eventi
- Viaggi organizzati
- Alberghi
- Centri benessere
- Altri servizi per la cura della persona
- Veterinarie
- Donazioni effettuate
- Gioielli e preziosi
- Oggetti d’arte o antiquariato
- Donazioni in denaro in favore di onlus e simili
- Assegni periodici corrispondenti al coniuge
- Fabbricati
- Terreni
- Natanti ed imbarcazioni
- Autoveicoli
- Caravan
- Motoveicoli
- Minicar
- Aeromobili
- Obbligazioni
- Conferimenti
- Quote di partecipazione
- Fondi d’investimento
- Certificati di deposito
- Derivati
- Pronti contro termine
- Buoni postali fruttiferi
- Conti deposito vincolati
- Altri prodotti finanziari
- Valuta estera
- Oro
- Azioni
- Numismatica

sabato 5 gennaio 2013

Troppi furti nei cantieri edili di Vittoria. Non bastava la crisi. Ci si mette anche la criminalità a rendere tutto più pesante


Troppi furti nei cantieri di Vittoria. Non bastava la crisi, il carico fiscale. Adesso pure la criminalità”. E’ il grido d’allarme lanciato dalla Cna di Vittoria. “Riceviamo diverse segnalazioni da parte di imprese edili – sottolineano il presidente Giuseppe Santocono e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio – che, ciclicamente, trovano forzate le aperture dei loro cantieri e registrano l’ammanco di attrezzature e materiali. Rubano di tutto: cemento, mattoni, demolitori, cavi elettrici, utensili vari. In alcuni casi sono stati smontati anche i ponteggi. Una situazione diventata insopportabile che denunciamo pubblicamente affinché le istituzioni preposte facciano qualcosa in più rispetto al tanto che già fanno. La crisi, le difficoltà economiche, non possono e non devono far emergere comportamenti illegali. La Cna tutela gli interessi delle imprese sane e legali e rifiuta quel concetto subdolo che sa di accettazione: “Tutti devono campare e ognuno deve vivere la sua vita”. E’ una giustificazione assurda in grado di aprire le porte a strade pericolose che Vittoria ha già tristemente sperimentato. Tollerarla significa essere complici, colpevoli e rassegnati”.

venerdì 4 gennaio 2013

Il sistema bancario faccia la propria parte nel 2013


Il 2012 è stato un anno molto difficile per l'economia vittoriese. Le microimprese del nostro territorio, da modello di prosperità sociale, sono diventate l’anello debole della nostra economia”. Inizia così l’analisi degli ultimi dodici mesi fatta dalla Cna di Vittoria con riferimento alla realtà locale. Il presidente Giuseppe Santocono e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio analizzano con la massima attenzione quello che è accaduto. “Una spinta significativa verso il baratro – spiegano – è arrivata dalla politica dell’accesso al credito adottata da tutti gli istituti bancari. Hanno smesso di sostenere le imprese e le famiglie. Il credito, quella voce nata come fattore di sviluppo e di copertura in piena sintonia con l’economia reale, solo nel 2012 è diminuito drasticamente. Sono aumentati del 25% i casi di rifiuto delle richieste di finanziamento. Eppure le banche (anche quelle locali) sono state salvate dallo Stato, più di una volta, con fondi pubblici, hanno ricevuto prestiti a tassi bassissimi (1% e 0,75%) dalla Bce e hanno continuato a raccogliere risparmi. Tutta questa massa di denaro, in quota parte arrivata anche da noi, che fine ha fatto? Come mai non è stata reinvestita sul territorio? Quali sono i motivi di questa “esagerata cautela”? Di fatto è stata bloccata l'economia. L’edilizia, da sempre straordinario volano dello sviluppo locale, l'unico settore produttivo in grado di attivare un vasto e articolato indotto, vive una crisi che non dà segnali di rallentamento. Anzi si aggrava ogni giorno che passa, nonostante i continui e ricorrenti allarmi lanciati dalla nostra organizzazione”. "L'edilizia residenziale – continuano Santocono e Stracquadanio – che negli ultimi anni si è retta grazie ai mutui prima casa o per ristrutturazione, è al palo. I numeri parlano chiaro: l’ultimo dato Assofin disponibile, relativo al periodo gennaio-settembre, riporta un 57% di erogazione mutui nel 2012 rispetto ai valori dell’anno precedente. Le imprese di servizio all'agricoltura (autotrasporto, produzione imballaggi, impiantistica specializzata) sono state relegate nella stessa incertezza economica delle imprese agricole, così come i settori dell'autoriparazione (meccanici, elettrauto, carrozzieri e gommisti) e dei servizi alla persona (estetica e acconciatori) risentono la crisi economica delle famiglie. Grazie a questo atteggiamento, la garanzia dei consorzi fidi ha perso la propria spinta. Mentre prima agevolava l'accesso ai finanziamenti per investimenti (attrezzature, capannoni, gestione aziendale) ora ha un valore sempre più relativo. Malgrado ciò le microimprese locali resistono, rimangono in piedi, riescono a trovare lavoro, non c'è voglia di abbattersi o peggio di chiudere. Di fronte a questo, non si comprende l'eccessiva precauzione del sistema bancario nel concedere credito. Perché questo atteggiamento di chiusura riguarda solo l’economia reale e non chi ha promosso (anche in questo territorio) quelle speculazioni finanziarie che hanno creato questa crisi? Come mai? Forse gli istituti di credito (tutti) hanno precise responsabilità? La situazione è nota a tutti e bisogna uscire da questo vortice. Il 2013 non può essere in continuità con il 2012. Serve un atteggiamento diverso: gruppi bancari e banche locali devono ritrovare il loro ruolo originario sostenendo quell'economia, locale-legale, che crea lavoro vero, reddito e sviluppo. Il denaro è importante solo quando sostiene gli investimenti reali. I fondi, se non sono stati utilizzati per altre cose, ci sono. Questa sfida va affrontata con volontà, chiarezza e facendo sistema. Le imprese artigiane sono pronte. E le banche?”.

martedì 1 gennaio 2013

Da oggi la Pa deve pagare entro 30 giorni

FAREMO DI TUTTO PER FARE APPLICARE QUESTA NORMA. NON PERMETTEREMO PIU' DI UTILIZZARE LA LEGALITA' PER  CALPESTARLA.
da  www.sole24ore.com


Dal primo gennaio è partita una vera e propria rivoluzione per i pagamenti. Scattano infatti le nuove regole europee introdotte dal Dlgs 192/2012 su tutte le nuove transazioni commerciali concluse da inizio 2013. A essere chiamata in causa è innanzitutto la pubblica amministrazione che dovrà pagare i propri fornitori entro 30 giorni. O al più potrà arrivare a 60 sono in casi ben individuati. E lo stesso limite riguarderà anche le transazioni azienda-azienda, ma in questo caso il tetto potrà essere superato nel caso ci siano accordi tra le parti che comunque non dovranno essere inique per il creditore.
Pagamenti a 30-60 giorni
Le nuove regole valgono per le transazioni commerciali concluse dal 1° gennaio 2013 in poi e fissano a 30 giorni il termine ordinario che la Pa deve rispettare per pagare. Sono previste comunque delle deroghe: in particolare per asl, ospedali e imprese pubbliche che possono portare a 60 giorni il termine massimo. Ma anche tutte le altre Pa potranno accedere a questa deroga nel caso eccezionale in cui l'eventuale proroga sia giustificata «dalla natura o dall'oggetto del contratto» oppure dalle «circostanze esistenti al momento della sua conclusione». In ogni caso, il nuovo limite dovrà essere pattuito «in modo espresso». Per le imprese invece ci sarà maggiore libertà contrattuale: oltre a concordare l'entità degli interessi moratori potranno decidere, pattuendolo per iscritto, anche di superare la soglia massima dei 60 giorni per pagare
La sanzione degli interessi automatici
Per le amministrazioni pubbliche che non rispetteranno i tempi scatterà la "sanzione" degli interessi legali di mora. Che decorreranno automaticamente dal giorno successivo alla scadenza del termine del pagamento senza che sia necessaria la costituzione in mora (vale a dire la la richiesta scritta al debitore di adempiere all'obbligo). Gli «interessi legali di mora» si calcoleranno prevedendo una maggiorazione di 8 punti percentuali sul tasso fissato dalla Banca centrale europea: in sostanza si aggireranno intorno alla soglia del 10 per cento. Per le imprese invece ci sarà maggiore libertà contrattuale: oltre a concordare l'entità degli interessi moratori potranno decidere, pattuendolo per iscritto, anche di superare la soglia massima dei 60 giorni per pagare.
Il vincolo del patto di stabilità
Quella dei ritardi nei pagamenti è da sempre un'emergenza, soprattutto in questa fase in cui le imprese sono a corto di liquidità. In particolare, a essere penalizzate sono le piccole aziende, costrette ad aspettare in media circa 180-190 giorni per essere pagate dalle Pa (anche la Grecia fa meglio: 174 giorni), con punte record al Sud dove si superano anche i 1.500 giorni. Nonostante le nuove regole europee che prevedono sanzioni più certe rispetto al passato resta comunque intatto il rischio che a onorare la fattura entro due mesi al massimo siano solo in poche amministrazioni, come già accadeva per le regole sui tempi di pagamento del passato. L'ostacolo più importante continua a essere rappresentato dal Patto di stabilità, che è all'origine di molti dei ritardi accumulati soprattutto da Comuni e Province. Anche se la legge di stabilità ha previsto un allentamento per gli enti territoriali con 1,4 miliardi di risorse disponibili che dovrebbero sbloccare una quota equivalente di pagamenti in conto capitale.