Il
4 ottobre prossimo Vittoria tornerà al voto per scegliere Consiglio
comunale e Sindaco. A
questi spetterà il compito di amministrare il territorio,
supportando in primo luogo le tante attività produttive sopravvissute
ad una crisi
economica, sociale e morale che ha umiliato la
città fino a
piegarla in
due. Leggiamo da più parti “che
quando tutto finirà,
nulla sarà più come prima”; noi
aggiungiamo: “guai
se tutto tornasse ad
essere come prima”. L’Ente,
dopo il lungo
commissariamento, dovrà essere riorganizzato politicamente e
amministrativamente, il tutto dovrà essere
finalizzato a sostenere lavoro,
ambiente e, non per ultima, la legalità. La
nuova Amministrazione, su questi temi, sarà chiamata
ad impegnarsi in
modo chiaro e netto. Dai candidati, per ora, abbiamo
solo ascoltato doverose,
rispettabili e legittime dichiarazioni d’amore verso la
città ma di programmi realistici,
pratici e quindi attuabili ne sono emersi pochini. Mai
come ora Vittoria, con le
sue tante economie sane, ha
bisogno di concretezza per
ripartire. La
CNA non vuole lanciare ai
candidati appelli sommari, ma vuole provare
a fornire temi e proposte su
settori strategici per il futuro della città, in particolare
su tre temi, a
nostro avviso importanti: agroalimentare, pianificazione del
territorio, turismo e servizi. Tre direttive su cui
rilanciare l’immagine della città - oggi, purtroppo, screditata e
offesa - con operazione di marketing
territoriale, cioè
con un insieme di attività che hanno una specifica finalità: la
definizione di progetti, programmi e strategie volte a garantire il
progresso e lo sviluppo del nostro territorio nel lungo periodo. Per
fare questo serve la collaborazione di professionalità specifiche
che si sono formate studiando, valorizzando e avviando attività che
raccontano le tante cose positive che questa terra offre ma che
pochissimi, a livello locale, riescono ad apprezzare.
Agroalimentare. Un
settore strategico per questo territorio. Quando parliamo di
questo pezzo di economia non facciamo riferimento
esclusivamente all’orto-serricoltura. Il nostro è il territorio di
due vini Doc (Frappato e Nero d’Avola), di un vino Docg
(Cerasuolo), dell’olio Dop e anche dell’ortofrutta
di qualità che viene trasformata in prodotti di
eccellenza. Il recente riconoscimento
del Distretto ortofrutticolo e prima ancora del Distretto
del cibo conferma ampiamente la nostra tesi. Questo
significa che l’agro di Vittoria non è, come
individuato nell’attuale PSR (Piano di Sviluppo Rurale),
esclusivamente un’area ad agricoltura intensiva. Infatti, la
serricoltura è ubicata in larghissima parte lungo la
fascia costiera, il resto del territorio è caratterizzato da un
contesto rurale classico (vigneti, uliveti, frutteti
...) molto meno intensivo, ed è qui che si producono i vini e
l’olio di qualità. La Regione, omogeneizzando tutto l’agro
di Vittoria come area ad agricoltura intensiva,
ha danneggiato le tante imprese di qualità che
operano nelle zone intermedie. In questo
modo sono state escluse da alcune linee di
finanziamenti comunitari legati sia alla
riqualificazione del territorio che ad interventi
riguardanti agriturismi, b&b, fattorie didattiche. Nei fatti
sono state penalizzate produzioni e sviluppo turistico di un’area
vasta e paesaggisticamente tipica .
La
prossima amministrazione ha il dovere di intervenire nella
riprogrammazione del nuovo PSR affinché si faccia questa
differenziazione all’interno dell’agro
vittoriese e ipparino più in generale. Inoltre, la
futura amministrazione dovrà lavorare (in collaborazione con altri
enti locali e organizzazioni di categoria) per far istituire dalla
regione, nell’area della fascia trasformata, il parco serricolo e
il catasto ortofrutticolo. Quest’ultimo strumento è
fondamentale per conoscere annualmente l’estensione e la mappatura
di ciò che viene coltivato determinandone le possibili quantità
prodotte. Il catasto, quindi, oltre ad essere uno strumento utile per
la programmazione economica è anche efficace per contrastare
fenomeni di dumping o di taroccamento dei nostri prodotti freschi e
trasformati. E’ evidente come l’agroalimentare non può più
essere solo produzione ma è sempre più un settore ampio e
articolato che per crescere ha bisogno di compenetrarsi con altri
settori secondo una logica di rete. Se è vero che l’agroalimentare
è il comparto che tenderà a svilupparsi di più nei prossimi anni è
anche vero che accanto ad esso sta germogliando un turismo che guarda
alle specificità del territorio. Entrambi senza una logistica
specializzata e dei servizi specifici rischiano, sin da subito, di
diventare settori carenti e incompleti. In questo territorio ci sono
strutture, per ora abbandonate e vandalizzate, che potrebbero
diventare un trampolino per l’agroalimentare e in particolare per i
tanti prodotti trasformati di questa terra. Strutture che hanno
locali, magazzini, uffici. Pensiamo all’autoporto o al centro di
ricerca di Contrada Perciata. Opere sfigurate dal tempo, dall’incuria
e dai vandali. Se non ci autodeterminiamo, il rischio concreto è che
queste opere restino per sempre quelle che sono già ora: cattedrali
nel deserto; o peggio, possono diventare opere a servizio di altre
economie riducendo le nostre a mera comparsa. I segnali su questo
versante non mancano.
La Pianificazione
territoriale è l’altro settore su cui
puntare l’attenzione. Vittoria va ordinata sia da un
punto di vista urbanistico e sia da un punto di
vista ambientale.
Urbanistica. Alla
luce della lunga e travagliate revisione del PRG (da oltre 15
anni siamo fermi allo schema di massima) per
la CNA vanno fatte scelta chiare: puntare
al consumo zero di nuovo territorio indirizzando la domanda di
crescita verso il patrimonio edilizio non utilizzato o da
riconvertire che è tantissimo. Non
siamo pregiudizialmente contro
le nuove costruzioni, ma pensiamo che l'ulteriore crescita della
città sia poco sostenibile economicamente e socialmente. E' già
difficile governare l'esistente (rifiuti, acqua e servizi
vari). La
CNA da tempo propone modelli di
costruzione e manutenzione sempre
più orientati a
immobili serviti da fonti energetiche rinnovabili, di maggiore
sicurezza sismica e di bioedilizia, prevedendo una serie di
regolamenti e agevolazioni che più volte e a più
amministrazioni abbiamo già proposto (si
vedano le nostre diverse richieste di riduzione degli oneri
d’urbanizzazione per lavori di riqualificazione energetica degli
edifici). Questo
passaggio è oltremodo strategico in un contesto imprenditoriale
come il nostro in cui le imprese e le professioni del settore
costruzioni rappresentano una fetta importante delle attività
vittoriesi, che vanno coinvolte nel progetto di valorizzazione e
riqualificazione urbana dei quartieri (rifacimento prospetti e
pareti esterne, piano colore, manutenzione delle strade,
manutenzione e ristrutturazione degli
impianti idrici e fognari, creazione di aree a verde pubblico,
piazze ….).soprattutto quelli periferici. E
in merito a questi ultimi, non è più
sottovalutabile lo
stato di degrado dellenostre periferie. Negli
anni sono diventate le
zone dove la qualità della vita si è abbassata tantissimo perché
non si è investito
né tempo né denaro per la loro cura e manutenzione.
- Bisogna
concedere la doppia destinazione d’uso (industriale -
agricola) ai terreni o ai capannoni delletante attività
artigianali che sono nate e si sono sviluppate nel corso degli anni
lungo la Strada per Alcerito, portandole fuori
dal limbo urbanistico in
cuisono state cacciate. Ad
oggi questi immobili non hanno ancora una giusta destinazione d'uso.
Questo ha impedito e impedisce ai titolari di queste imprese di
poter accedere a contributi comunitari, finanziamenti, agevolazioni
varie e regolarizzazione delle normative ambientali.
-
Urbanistica significa anche attenzione alla mobilità.A
Vittoria mettere in comunicazione persone e merci è un fattore di
forte difficoltà. In un raggio di pochi chilometri, a parole, si
sta progettando e realizzando di tutto: strade , autostrade, porti,
ect. La realtà ci dice che entrare ed uscire da Vittoria e da
Scoglitti è un problema. Blocco ferroviario, strade di
collegamento poco adeguate, ingressi poco funzionali, viabilità
interna scadente. Appare evidente la necessità che la pubblica
amministrazione debba programmare e
realizzare molto su questo.
-
Una citazione a parte va fatta per la pianificazione
e la riqualificazione
funzionale della zona portuale di Scoglitti e delle aree ad essa
collegate. Si è sempreparlato tanto di questa
struttura ma non si è mai capito il
ruolo che la stessa debba avere. Una
cosa è certa: è
fortemente incompleta e priva di quei servizi essenziali che la
rendono, agli occhi dei pescatori e soprattutto
dei turisti-diportisti poco fruibile
e quindipoco interessante.
Ambiente. Le
condizioni ambientali del territorio sono ad un passo dell’emergenza
sanitaria. Negarlo è da ciechi.La raccolta differenziata,
così come attualmente viene svolta, anche se si
è raggiunto il
60% dei rifiuti differenziati, ha
determinato una serie problemi che non vengono affrontati. Sacchi di
umido, plastica, carta e cartone, metalli vengono esposti
dinnanzi ai portoni, sui marciapiedi o di fronte le diverse
attività imprenditorialideterminando una maggiore presenza di
ratti e insetti. In alcuni quartieri e soprattutto nell'estrema
periferia del territorio prosperano rigogliosi agglomerati di
spazzatura. Il territorio è precipitato in una crisi ambientale e
igienico sanitaria che si
aggrava di giorno in giorno. Tutto questo oltre ad essere
causato dall’inciviltà di alcuni cittadini, irrispettosi delle
regole, è anche dovuto da un servizioche avrebbe bisogno di
alcune sostanziali correzioni. Ne
avanziamo alcune:
-
Perché fino ad oggi nelle campagne, dove abitano diverse famiglie,
non sono state previste delle isole ecologiche? Magari proprio nei
luoghi dove si formano le attuali discariche abusive.
-
Pechè non consegnare delle compostiere ad alcune imprese agricole
pilota e invitare le stesse a produrre compost alleggerendo in
questo modo il carico dei rifiuti da conferire?
-
Come mai non si fanno accordi con la grande distribuzione presente
in zona, installando postazioni di raccolta automatica di carta,
plastica, vetro e alluminio, a cui accedere liberamente e dalle
quali ottenere degli sconti o dei buoni da utilizzare per la propria
spesa? In molte realtà questo sistema si sta affermando.
-
Cosa serve per
mettere in funzione il nostro centro di compostaggio? Parliamo di
una struttura costata oltre 3 milioni di euro, in cui si possono
mettere a deposito circa 5 mila tonnellate di rifiuto umido e
fornire del compost (concime naturale) per i nostri territori ad
alta vocazione agricola.
- Perché
non rimettere in sesto l’ufficio ecologia
per monitorare al meglio il servizio?
-
Perché non
pensare di gestire in house la
raccolta dei rifiuti? Una proposta in sintonia con le
linee della Regione e che trova riscontro in molti comuni della
Sicilia (Palermo e Messina e a breve anche Catania) dove
viene garantito ai
cittadini un servizio più efficiente e più adatto alle
caratteristiche del territorio, con una conseguente e
reale riduzione
dei costi e delle tariffe sinora
troppo elevati a fronte di un servizio, che per varie ragioni, da
troppo tempo non è adeguato alle esigenze della
città.Facciamo notare
che l'affidamento in house ha
natura ordinaria e non eccezionale. Lo stabilisce la sentenza del
Consiglio di Stato n.3554 del 18/07/2017. Un commento alla sentenza
chiarisce che “Nel
caso di affidamento
in house o
di gestione mediante azienda speciale, il provvedimento di scelta dà
specificamente conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato e,
in particolare, del fatto che tale scelta non sia comparativamente
più svantaggiosa per i cittadini, anche in relazione ai costi
standard di cui al comma 2 dell’articolo 15, nonché dei benefici
per la collettività della forma di gestione prescelta, anche con
riferimento agli obiettivi di universalità e socialità, di
efficienza, di economicità e di qualità del servizio, nonché di
ottimale impiego delle risorse pubbliche.”
Per
arginare l’emergenza ambientale, che è l’humus su cui
prosperano le criminalità economiche, la CNA ritiene che
bisogna cominciare a pensare, facendo tutte le valutazioni
possibili, alla
realizzazione di un impianto pubblico sia di
biodigestione che di
depolimerizzazione termo-catalitica. Un
modo come smaltire i
rifiuti riducendo costi di smaltimento e
contemporaneamente creano energia termica ed elettrica. L’impianto
di biodigestione è
una struttura in
cui vengono trattati - attraverso un processo di compostaggio che
avviene per via anaerobica (cioè in assenza di ossigeno) - i rifiuti
organici domestici e gli scarti agricoli. Da questi tipo
di impianto
si genera un biogas
che può essere trasformato
in energia termica oppure in energia elettrica se immesso in motori
azionanti gruppi elettrogeni. L’impianto
di depolimerizzazione invece
è un sistema di trasformazione dei materiali plastici, come ad
es. quelli provenienti
dalla dismissione dei film di polietilene che coprono le serre, in
olio combustibile utilizzato per creare energia termica o elettrica.
La
tutela e la salvaguardia dell’ambiente, oltre
a migliorare la qualità del territorio, rende lo
stesso impermeabile
ai tanti interessi illegali della criminalità organizzata. In
oltre determinano le condizioni per
lo sviluppo del turismo e delle tante
imprese di servizi (artigianato,
commercio) che possono operare in
modo libero e quindi capaci
di creare progresso.
Turismo
e Servizi significa capacità
di saper valorizzare ed esaltare le risorse che il territorio
offre, siano esse ambientali che culturali (questo
in buona parte è stato affrontato nei punti
relativi all’agroalimentare
e alla pianificazione
del territorio), ma anche e soprattutto saper
individuare i canali che facciano arrivare i turisti nelle nostre
zone e poi organizzare il modo di ospitarli in
senso lato. Gli sforzi e
gli investimenti di molti giovani che in questi anni hanno
promosso con successo, ma tra mille difficoltà, le
peculiarità culturali, paesaggistiche
ed enogastronomiche
di questa terra non possono essere vanificati. Attualmente
nella nostra area oltre ad una profonda riqualificazione
ambientale serve un rilancio e una ristrutturazione dei
beni storici e culturali e con essa anche il miglioramento e il
rafforzamento delle strutture delegate all’ospitalità. A
Vittoria vi sono pochissime strutture alberghiere, di contro,
invece, abbiamo una buona offerta extralberghiera (B&B, case
vancanze, ect.). Noi pensiamo, pur trovandoci nel pieno di una
emergenza generata dal Covid-19, che
bisogna guardare con attenzione a quest’ultimo modello
è puntare al suo miglioramento e al suo sviluppo. Servono misure
che considerino l'ampliamento
delle strutture attuali. Va incentivato chi vuole investire
nell'acquisto di immobili da ristrutturare e adibire in attività
turistiche, soprattutto nel centro storico e a
Scoglitti. Ma va precisato come ospitalità
non è indicativo solo di posti letto ma significa, prima di
tutto, individuare i canali per far arrivare turisti e creando
servizi che possono far rimanere più a lungo e soprattutto farli
ritornare. mettere a
sistema i vari settori economici presenti nel territorio
(agroalimentare, edilizia, commercio, autoriparazione,
trasposto persone (taxi ed ncc), estetica, acconciatura, ect)
rendendo il tutto un
unicum efficiente, professionale, competitivo
nei prezzi e quindi accogliente.
E’ chiaro
che per portare avanti queste proposte servono fondi
che non possono essere determinati esclusivamente dalle tasse e
dai tributi comunali. Facciamo
notare come negli
ultimi 5 anni la tassazione complessiva TARSU/TARI, IMU, Canone
Idrico e
fognario e cresciuta di oltre il 100% a
fronte di servizi che sono sempre peggiori. Il
bilancio del comune è appiattito sulla spesa storica, cioè sulla
ripartizione delle risorse disponibili in base al quale ciascun
assessore ha il diritto di spendere ogni anno almeno quanto ha speso
l’anno precedente. Il diritto ad avere risorse sulla base della
spesa induce più a spendere che a progettare e, soprattutto,
impedisce di avere una visione complessiva e dinamica delle esigenze
della città. Questovecchio modo di amministrare permette
il nulla. Serve un bilancio
basato sulle esigenze reali della città che sappia individuare i
finanziamenti, siano essi regionali, nazionali e/o comunitari senza
continuare a vessare cittadini e imprese.
In
conclusione, la politica è un costo quando suona melodie
grette e banali, quando non ha la capacità di ascoltare
e di trovare percorsi che portino ad evolvere la
città. Viceversa diventa una grande risorsa. Se c'è
un settore su cui la politica deve puntare le
sue attenzioni e quello delle
microimprese. A questo universo di realtà produttive Vittoria deve
tutto. Oltre il 60% degli addetti è impiegato in piccole attività
artigianali, commerciali e agricole. E' da li che viene il reddito, i
salari, gli investimenti, il consumo e il risparmio. Piaccia o
no il futuro di Vittoria dipende dalla microimprese, perché queste
svolgono tre compiti essenziali: assicurano una discreta coesione
sociale, danno un senso di appartenenza e di identità, sono l'unico
antidoto alla depressione economica causata da questa crisi. Ma
questo modello d'impresa cresce e si sviluppa se in un territorio si
creano politiche che puntino ad una maggiore sicurezza e
al miglioramento della qualità della vita. Questi
due fattori non vanno intesi come
titoli ma vanno applicati e praticati nella
loro valenza funzionale. Legalità, coesione sociale,
ordinata quotidianità, adeguati servizi, tutela, sicurezza e
salvaguardia del territorio, sono i fattori che
creano il progresso di una zona. Senza
questi elementi vince e si afferma il disordine e il
sottosviluppo.