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sabato 12 dicembre 2020

Microimprese di Vittoria: la situazione è critica. La CNA comunale scrive alla deputazione iblea.



Il coordinamento comunale della CNA di Vittoria ha inviato una lettera aperta ai deputati regionali dell'area iblea avente ad oggetto la grave situazione che riguarda la gestione delle microimprese presenti nel territorio cittadino e l'invito a un confronto pubblico, su piattaforma telematica naturalmente, per parlare delle eventuali soluzioni da adottare. Qui di seguito, il testo della lettera aperta firmata dal coordinamento comunale CNA Vittoria.




All’on. Giorgio Assenza

All’on. Stefania Campo

All’on. Nello Dipasquale

All’on. Orazio Ragusa


Per un mese esatto Vittoria è stata zona rossa, con tutte le attività artigianali e commerciali chiuse o parzialmente operanti. Per far capire di cosa stiamo parlando ci affidiamo ai numeri: Le imprese attive a Vittoria sono circa 7300, quasi 2500 sono attività agricole. Tutto il resto, 4800 circa, sono microimprese artigianali, commerciali e piccola industria, cioè il 66% della nostra economia. Queste attività o non hanno lavorato oppure erano aperte ma poteva esercitare limitatamente la loro attività; bisognava, giustamente salvaguardare la nostra salute. Ristoratori, titolari di bar e di pub, pasticcerie, alberghi, b&b, agenzie di viaggi, acconciatori, estetiste, autoriparatori, buona parte del comparto costruzioni; tutti fermi o parzialmente attivi. Secondo una prima stima, tra il confinamento (lockdown) di marzo-aprile-maggio e la zona rossa di novembre, il calo di fatturato medio di molte di queste attività si aggira intorno al 50%. Come ristoro hanno ricevuto le 1.200 euro dell’INPS, il contributo a fondo perduto dell’Agenzia delle Entrate (1.000 euro per le ditte individuali, che sono oltre il 60%, e 2000 per le società), una piccola parte ha percepito il secondo contributo previsto dal “ristori bis” e poi c’è stato anche il “famigerato” Bonus Sicilia. Facendo una media, ogni attività ha percepito circa 4000 euro. Ma le scadenze INPS, IVA, INAIL (16 maggio, 20 agosto, 16 novembre), la dichiarazione dei redditi, oltre alle normali spese di gestione sono state bene o male rispettate, perché le tasse, le bollette energetiche, i mutui non sono come i contributi, che prima o poi quando arrivano. No! Le tasse, le bollette e i mutui hanno scadenze precise, o le paghi o si trasformano in ruoli esattoriali, sanzioni e pignoramenti. Quindi questi “ristori” così come sono arrivati sono nuovamente rientrati nelle casse dello Stato. In parole povere si è tratta di una partita di giro. Tante di queste attività, per onorare scadenze fiscali e previdenziali, si sono anche indebitate, perché hanno utilizzando i fondi delle loro scoperture bancarie.

Come CNA pensiamo che sia venuto il momento di venire incontro seriamente a queste imprese soprattutto per evitare che molte di queste possano chiudere definitivamente. Non vogliamo che si scopra il valore economico e sociale di tante microimprese quando queste non ci saranno più. E’ necessario porsi il problema di come difenderle e tutelarle. Queste attività oltre a creare occupazione, reddito e risparmio per i titolari, producono posti di lavoro, quindi altro reddito e risparmio. Un posto di lavoro è o no prezioso, specie nel momento in cui si rischia di perderlo definitivamente? Se è cosi - ed è così - allora servono atti concreti e incentivi veri. Comprendiamo e rispettiamo le misure adottate dalla Regione Siciliana per frenare il contagio, ma ora, vi diciamo che bisogna essere accorti e solerti nell’individuare e sollecitare misure che possano dare indennizzi veri all'economia sana del nostro territorio. Questi però, per essere tali, non devono essere legati ai codici Ateco delle attività, ma alla perdita dei fatturati. I fondi ci sono, vorremmo capire se c'è la volontà politica di utilizzarli per le nostre attività e quindi sapere se siete interessati a partecipare ad un confronto pubblico da tenersi naturalmente su una piattaforma telematica. E’ su questi temi che si misura la sensibilità e l’autorevolezza di una classe dirigente.


Infine, invitiamo il sistema bancario, soprattutto quello locale, ad abbassare solo per l’anno 2020, i costi di gestione dei conti correnti e gli interessi dei conti con scoperture. Sarebbe un gesto di vera attenzione verso i propri clienti.


Il Coordinamento Comunale



mercoledì 9 dicembre 2020

Decreto Semplificazioni: La CNA chiede di rinnovare l’elenco delle imprese di fiducia del Comune



Per ripartire, le microimprese di Vittoria hanno bisogno di interventi tempestivi e vigorosi. Le misure di contenimento del Covid hanno provocato ferite ampie e profonde nel corpo economico della città. Per rimettere in cammino le microimprese, c’è bisogno quindi di una condizione fatta di fiducia e collaborazione tra istituzioni e imprese, ma per fare questo serve chiarezza sin da subito. E’ quanto affermano il presidente comunale Cna Rocco Candiano e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio, in uno al presidente territoriale Cna Ragusa Giuseppe Santocono. “Per esempio – è spiegato – se prendiamo il settore delle Costruzioni, e in particolarequella parte del comparto che lavora molto con la Pubblica amministrazione, nell’ultimo periodo è stato penalizzato dalle nuove regole introdotte dal Decreto Semplificazioni (n.76/2020). Questa norma prevede, per i lavori pubblici, affidamento diretto per servizi e forniture fino a 150mila euro e la procedura negoziata per i lavori superiori a 150mila euro. Cosa significa? Nel primo caso, cioècon l’affidamento diretto, la Stazione appaltante affida direttamente ad un’impresa, cioè senza gara, la fornitura di beni o servizi. Nel secondo caso, cioè la procedura negoziata, la Stazione appaltante consulta un numero limitato di operatori economici con cui negozia le condizioni dell’appalto che viene aggiudicato all’impresa che ha offerto le condizioni più vantaggiose in base al criterio di aggiudicazione scelto (minor prezzo, minor costo o miglior rapporto qualità/prezzo). Tutto questo avviene senza pubblicazione di bandi, ma con lettera d’invito per lavori che hanno importi che vanno dai 150 ai 350mila euro. Sia nel primo che nel secondo caso, l’ente seleziona le attività da un elenco costituito e aggiornato dalla Stazione appaltante; è evidente che se questo elenco non viene ciclicamente rinnovato saranno scelte o invitate sempre le solite imprese”. “Sicuramente – sottolinea ancora la Cna – la norma semplifica le procedure burocratiche, ma non essendoci un bando - perché l’appalto verrà concesso in modo diretto a un'impresa (affidamento diretto) o per lettera inviata a poche imprese (procedura negoziata) - si può dire che vengono meno alcuni principi di trasparenza? Tutto questo per lavori fino a 350 mila euro. La Cna ha già chiesto alla Commissione straordinaria il rinnovo dell’elenco delle imprese di fiducia del Comune perché molte attività registrate hanno cambiato ragione sociale oppure si sono cancellate dalla Camera di Commercio. Quindi, attualmente, l’albo vede la presenza di pochissime attività. In questo caso verrebbe meno il criterio di rotazione degli inviti sia diretti che negoziati. Secondo la nostra organizzazione, è opportuno aggiornare direttamente oppure prevedere un nuovo bando che rinnovi complessivamente l’albo. Infine, si vuole sottolineare come il Decreto semplificazioni preveda troppa discrezionalità da parte degli enti appaltanti. Questo potrebbe causare una conseguente assenza di controlli e limitare la libera di concorrenza. Tutto ciò, oltre a vanificare la norma, rischierebbe di tenere lontane tante microimprese del settore interessate a lavorare con gli enti pubblici”.

lunedì 14 settembre 2020

PASSAGGI A LIVELLO: VITTORIA VITTIMA DELLA RIPROGRAMMAZIONE?


 

La vicenda dei passaggi a livello  pare, come tutte le cose siciliane,  un balletto infinito con i suoi passi regolamentari e previsti: passo della seduzione, valzer della passione, passo di addio, il tutto senza lasciare mai un’ impronta definitiva.

Nel dicembre scorso il governatore Musumeci annunciava (passo della seduzione) che venivano trovate le risorse per eliminare 20 passaggi a livello sulle linee ferroviarie siciliane e “rendere così più fluidi e veloci i collegamenti all’interno della Sicilia”. Tra i passaggi a livello da sopprimere c’era anche quello di Vittoria. Tutto questo trovava “attuazione” (valzer della passione) attraverso un protocollo d’intesa tra la  Regione e Rete Ferroviaria Italiana.  Infatti, “grazie” ad una “riprogrammazione” dei fondi comunitari PO FERS Sicilia 2014/2020, Azione  7.3.1, la Regione metteva a disposizione 53 milioni di euro e RFI altri 14 milioni. Tutto sembrava fatto. Sembrava!  In Sicilia, quando si tratta di migliorare la qualità della vita  di cittadini e imprese il condizionale si impone imperativamente.  Spulciando le note del dipartimento regionale alla programmazione.  allegate alla delibera  n. 310 del 23.07.2020 (documento dal titolo quanto mai significativo: “Riprogrammazione PO FESR Sicilia 2014/2020 e POC 2014/2020 per effetto della pandemia da COVID-19”) si scopre che le somme  individuate nell’Azione 7.3.1 sono “potenzialmente riprogrammabili” (passo di addio), Cioè è in atto una nuova, eventuale, riprogrammazione della riprogrammazione effettuata a dicembre. Per essere chiari: ci sono buone possibilità che le somme individuate per eliminare i 20 passaggi a livello, e in particolare quello di Vittoria, vengono rimossi da questo capitolo per essere utilizzati da qualche altra parte per l’emergenza Covid-19. E’ vero anche che nella nota si legge che il finanziamento verrà proposto “a cavallo” con la prossima programmazione 2021/2027, ma la strada delle promesse e delle buone intenzioni è sempre stata ricca di ostacoli Ci troviamo di fronte ad una farsa tragicomica. Facendo i dovuti scongiuri non ci ammaleremo di Covid-19, ma sicuramente moriremo di riprogrammazione cronica. Sarebbe auspicabile che deputati regionali del nostro territorio, il sindaco di Comiso e i Commissari straordinari di Vittoria  verificassero direttamente e facessero sentire la loro voce. La CNA non starà comunque a guardare.  Le imprese, i cittadini e soprattutto le ambulanze che collegano le strutture sanitarie di Vittoria e Comiso non possono continuare ad assistere a questi balletti.

martedì 1 settembre 2020

Procedure di utilizzo dei fondi ex Insicem, la Cna di Vittoria a confronto con la Commissione straordinaria a palazzo Iacono


E’ stato un utile confronto quello che si è tenuto ieri a Palazzo Iacono tra la Commissione straordinaria del Comune di Vittoria, rappresentata dal dott. Gaetano D’Erba, e la dirigenza locale della Cna, rappresentata dal presidente Rocco Candiano e dal responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio, oltre che dal presidente territoriale Giuseppe Santocono. Sul tavolo l’utilizzo, tramite avviso pubblico, dei fondi ex Insicem previsti dall’azione strategica n.5 che prevede finanziamenti alle imprese a seguito dell’emergenza Covid-19. All’inizio della riunione il dirigente dell’ufficio sviluppo economico, Alessandro Basile, ha illustrato una bozza di bando per la presentazione delle istanze di finanziamento finalizzate in particolare alla capitalizzazione, rispetto alla quale sono stati stanziati 224.454,98 euro, e agli interventi in conto interessi, con uno stanziamento pari a 174.085,09 euro. La Cna, nel condividere positivamente il metodo concertativo scelto dal commissario D’Erba, ha fatto notare come le linee guida deliberate dal soggetto attuatore - vale a dire il Libero Consorzio di Ragusa – non abbiano tenuto assolutamente conto delle caratteristiche peculiari delle forme giuridiche presenti tra imprese attive nel territorio ragusano, e in particolare in quello vittoriese. Infatti, a Vittoria attualmente operano 7.291 imprese: 1.653, pari al 22%, sono imprese di capitale; 720 sono imprese di persone, pari al 10%; 4.479, pari al 61%, sono ditte individuali (percentuali molto simili si riscontrano se si riporta il tutto a livello provinciale). E’ stato quindi ribadito che in quest’ultima fetta, molto consistente, opera il maggior numero di microimprese messe in forte difficoltà dall’emergenza Covid-19. In questa fase chi si trova in una situazione economicamente difficile non bada alla capitalizzazione ma pensa piuttosto a come rimettere in carreggiata la propria attività. La Cna ha chiesto altresì che il bando possa avere una modalità di presentazione delle domande in modo classico e non a sportello. Infine, è stato chiesto di verificare se esiste la possibilità di allargare i settori economici da aiutare tramite una riconsiderazione dei codici Ateco. Queste riflessioni sono state condivise anche dal commissario D'Erba il quale, in merito alle forme giuridiche da sostenere, ha affermato di voler verificare se ci sono i margini per rivedere alcuni punti insieme al Libero consorzio, venendo così incontro alle esigenze reali delle microimprese da sostenere.



giovedì 23 luglio 2020

PROPOSTE AI CANDIDATI A SINDACO PER UNA VITTORIA DELL’IMPRESA, DEL LAVORO, DELL’AMBIENTE, DEL PROGRESSO E LIBERA DALLE ECONOMIE MAFIOSE




Il 4 ottobre prossimo Vittoria tornerà al voto per scegliere Consiglio comunale e Sindaco. A questi spetterà il compito di amministrare il territorio, supportando in primo luogo le tante attività produttive sopravvissute ad una crisi economica, sociale e morale che ha umiliato la città fino a piegarla in due. Leggiamo da più parti “che quando tutto finirà, nulla sarà più come prima; noi aggiungiamo: “guai se tutto tornasse ad essere come primaLEnte, dopo il lungo commissariamento, dovrà essere riorganizzato politicamente e amministrativamente, il tutto dovrà essere finalizzato a sostenere lavoro, ambiente e, non per ultima, la legalità. La nuova Amministrazione, su questi temi, sarà chiamata ad impegnarsi in modo chiaro e netto. Dai candidati, per ora, abbiamo solo ascoltato doverose, rispettabili e legittime dichiarazioni d’amore verso la città ma di programmi realistici, pratici e quindi attuabili ne sono emersi pochini. Mai come ora Vittoria, con le sue tante economie sane, ha bisogno di concretezza per ripartire. La CNA non vuole lanciare ai candidati appelli sommari, ma vuole provare a fornire temi e proposte su settori strategici per il futuro della città, in particolare su tre temi, a nostro avviso importanti: agroalimentare, pianificazione del territorio, turismo e servizi. Tre direttive su cui rilanciare l’immagine della città - oggi, purtroppo, screditata e offesa - con operazione di marketing territoriale, cioè con un insieme di attività che hanno una specifica finalità: la definizione di progetti, programmi e strategie volte a garantire il progresso e lo sviluppo del nostro territorio nel lungo periodo. Per fare questo serve la collaborazione di professionalità specifiche che si sono formate studiando, valorizzando e avviando attività che raccontano le tante cose positive che questa terra offre ma che pochissimi, a livello locale, riescono ad apprezzare.

Agroalimentare. Un settore strategico per questo territorio. Quando parliamo di questo pezzo di economia non facciamo riferimento esclusivamente all’orto-serricoltura. Il nostro è il territorio di due vini Doc (Frappato e Nero d’Avola), di un vino Docg (Cerasuolo), dell’olio Dop e anche dell’ortofrutta di qualità che viene trasformata in prodotti di eccellenza. Il recente riconoscimento del Distretto ortofrutticolo e prima ancora del Distretto del cibo conferma ampiamente la nostra tesi. Questo significa che l’agro di Vittoria non è, come individuato nell’attuale PSR (Piano di Sviluppo Rurale), esclusivamente un’area ad agricoltura intensiva. Infatti, la serricoltura è ubicata in larghissima parte lungo la fascia costiera, il resto del territorio è caratterizzato da un contesto rurale classico (vigneti, uliveti, frutteti ...) molto meno intensivo, ed è qui che si producono i vini e l’olio di qualità. La Regione, omogeneizzando tutto l’agro di Vittoria come area ad agricoltura intensiva, ha danneggiato le tante imprese di qualità che operano nelle zone intermedie. In questo modo sono state escluse da alcune linee di finanziamenti comunitari legati sia alla riqualificazione del territorio che ad interventi riguardanti agriturismi, b&b, fattorie didattiche. Nei fatti sono state penalizzate produzioni e sviluppo turistico di un’area vasta e paesaggisticamente tipica .
La prossima amministrazione ha il dovere di intervenire nella riprogrammazione del nuovo PSR affinché si faccia questa differenziazione all’interno dell’agro vittoriese e ipparino più in generale. Inoltre, la futura amministrazione dovrà lavorare (in collaborazione con altri enti locali e organizzazioni di categoria) per far istituire dalla regione, nell’area della fascia trasformata, il parco serricolo e il catasto ortofrutticolo. Quest’ultimo strumento è fondamentale per conoscere annualmente l’estensione e la mappatura di ciò che viene coltivato determinandone le possibili quantità prodotte. Il catasto, quindi, oltre ad essere uno strumento utile per la programmazione economica è anche efficace per contrastare fenomeni di dumping o di taroccamento dei nostri prodotti freschi e trasformati. E’ evidente come l’agroalimentare non può più essere solo produzione ma è sempre più un settore ampio e articolato che per crescere ha bisogno di compenetrarsi con altri settori secondo una logica di rete. Se è vero che l’agroalimentare è il comparto che tenderà a svilupparsi di più nei prossimi anni è anche vero che accanto ad esso sta germogliando un turismo che guarda alle specificità del territorio. Entrambi senza una logistica specializzata e dei servizi specifici rischiano, sin da subito, di diventare settori carenti e incompleti. In questo territorio ci sono strutture, per ora abbandonate e vandalizzate, che potrebbero diventare un trampolino per l’agroalimentare e in particolare per i tanti prodotti trasformati di questa terra. Strutture che hanno locali, magazzini, uffici. Pensiamo all’autoporto o al centro di ricerca di Contrada Perciata. Opere sfigurate dal tempo, dall’incuria e dai vandali. Se non ci autodeterminiamo, il rischio concreto è che queste opere restino per sempre quelle che sono già ora: cattedrali nel deserto; o peggio, possono diventare opere a servizio di altre economie riducendo le nostre a mera comparsa. I segnali su questo versante non mancano.

La Pianificazione territoriale è l’altro settore su cui puntare l’attenzione. Vittoria va ordinata sia da un punto di vista urbanistico e sia da un punto di vista ambientale.

  • Urbanistica. Alla luce della lunga e travagliate revisione del PRG (da oltre 15 anni siamo fermi allo schema di massima) per la CNA vanno fatte scelta chiare: puntare al consumo zero di nuovo territorio indirizzando la domanda di crescita verso il patrimonio edilizio non utilizzato o da riconvertire che è tantissimo. Non siamo pregiudizialmente contro le nuove costruzioni, ma pensiamo che l'ulteriore crescita della città sia poco sostenibile economicamente e socialmente. E' già difficile governare l'esistente (rifiuti, acqua e servizi vari). La CNA da tempo propone modelli di costruzione e manutenzione sempre più orientati a immobili serviti da fonti energetiche rinnovabili, di maggiore sicurezza sismica e di bioedilizia, prevedendo una serie di regolamenti e agevolazioni che più volte e a più amministrazioni abbiamo già proposto (si vedano le nostre diverse richieste di riduzione degli oneri d’urbanizzazione per lavori di riqualificazione energetica degli edifici). Questo passaggio è oltremodo strategico in un contesto imprenditoriale come il nostro in cui le imprese e le professioni del settore costruzioni rappresentano una fetta importante delle attività vittoriesi, che vanno coinvolte nel progetto di valorizzazione e riqualificazione urbana dei quartieri (rifacimento prospetti e pareti esterne, piano colore, manutenzione delle strade,  manutenzione e ristrutturazione degli impianti idrici e fognari, creazione di aree a verde pubblico, piazze ….).soprattutto quelli periferici. E in merito a questi ultimi, non è più sottovalutabile lo stato di degrado dellenostre periferie. Negli anni sono diventate le zone dove la qualità della vita si è abbassata tantissimo perché non si è investito né tempo né denaro per la loro cura e manutenzione.
    Bisogna concedere la doppia destinazione d’uso (industriale - agricola) ai terreni o ai capannoni delletante attività artigianali che sono nate e si sono sviluppate nel corso degli anni lungo la Strada per Alcerito, portandole fuori dal limbo urbanistico in cuisono state cacciate. Ad oggi questi immobili non hanno ancora una giusta destinazione d'uso. Questo ha impedito e impedisce ai titolari di queste imprese di poter accedere a contributi comunitari, finanziamenti, agevolazioni varie e regolarizzazione delle normative ambientali.
    - Urbanistica significa anche attenzione alla mobilità.A Vittoria mettere in comunicazione persone e merci è un fattore di forte difficoltà. In un raggio di pochi chilometri, a parole, si sta progettando e realizzando di tutto: strade , autostrade, porti, ect. La realtà ci dice che entrare ed uscire da Vittoria e da Scoglitti è un problema. Blocco ferroviario, strade di collegamento poco adeguate, ingressi poco funzionali, viabilità interna scadente. Appare evidente la necessità che la pubblica amministrazione debba programmare e realizzare molto su questo.
    - Una citazione a parte va fatta per la pianificazione e la riqualificazione funzionale della zona portuale di Scoglitti e delle aree ad essa collegate. Si è sempreparlato tanto di questa struttura ma non si è mai capito il ruolo che la stessa debba avere. Una cosa è certa: è fortemente incompleta e priva di quei servizi essenziali che la rendono, agli occhi dei pescatori e soprattutto dei turisti-diportisti poco fruibile e quindipoco interessante.
  • Ambiente. Le condizioni ambientali del territorio sono ad un passo dell’emergenza sanitaria. Negarlo è da ciechi.La raccolta differenziata, così come attualmente viene svolta, anche se si è raggiunto il 60% dei rifiuti differenziati, ha determinato una serie problemi che non vengono affrontati. Sacchi di umido, plastica, carta e cartone, metalli vengono esposti dinnanzi ai portoni, sui marciapiedi o di fronte le diverse attività imprenditorialideterminando una maggiore presenza di ratti e insetti. In alcuni quartieri e soprattutto nell'estrema periferia del territorio prosperano rigogliosi agglomerati di spazzatura. Il territorio è precipitato in una crisi ambientale e igienico sanitaria che si aggrava di giorno in giorno. Tutto questo oltre ad essere causato dall’inciviltà di alcuni cittadini, irrispettosi delle regole, è anche dovuto da un servizioche avrebbe bisogno di alcune sostanziali correzioni. Ne avanziamo alcune:
    - Perché fino ad oggi nelle campagne, dove abitano diverse famiglie, non sono state previste delle isole ecologiche? Magari proprio nei luoghi dove si formano le attuali discariche abusive.
    - Pechè non consegnare delle compostiere ad alcune imprese agricole pilota e invitare le stesse a produrre compost alleggerendo in questo modo il carico dei rifiuti da conferire?
    - Come mai non si fanno accordi con la grande distribuzione presente in zona, installando postazioni di raccolta automatica di carta, plastica, vetro e alluminio, a cui accedere liberamente e dalle quali ottenere degli sconti o dei buoni da utilizzare per la propria spesa? In molte realtà questo sistema si sta affermando.
    - Cosa serve per mettere in funzione il nostro centro di compostaggio? Parliamo di una struttura costata oltre 3 milioni di euro, in cui si possono mettere a deposito circa 5 mila tonnellate di rifiuto umido e fornire del compost (concime naturale) per i nostri territori ad alta vocazione agricola.
    - Perché non rimettere in sesto l’ufficio ecologia per monitorare al meglio il servizio?
    - Perché non pensare di gestire in house la raccolta dei rifiuti? Una proposta in sintonia con le linee della Regione e che trova riscontro in molti comuni della Sicilia (Palermo e Messina e a breve anche Catania) dove viene garantito ai cittadini un servizio più efficiente e più adatto alle caratteristiche del territorio, con una conseguente e reale riduzione dei costi e delle tariffe sinora troppo elevati a fronte di un servizio, che per varie ragioni, da troppo tempo non è adeguato alle esigenze della città.Facciamo notare che l'affidamento in house ha natura ordinaria e non eccezionale. Lo stabilisce la sentenza del  Consiglio di Stato n.3554 del 18/07/2017. Un commento alla sentenza chiarisce che Nel caso di affidamento in house o di gestione mediante azienda speciale, il provvedimento di scelta dà specificamente conto delle ragioni del mancato ricorso al mercato e, in particolare, del fatto che tale scelta non sia comparativamente più svantaggiosa per i cittadini, anche in relazione ai costi standard di cui al comma 2 dell’articolo 15, nonché dei benefici per la collettività della forma di gestione prescelta, anche con riferimento agli obiettivi di universalità e socialità, di efficienza, di economicità e di qualità del servizio, nonché di ottimale impiego delle risorse pubbliche.”

Per arginare l’emergenza ambientale, che è l’humus su cui prosperano le criminalità economiche, la CNA ritiene che bisogna cominciare a pensare, facendo tutte le valutazioni possibili, alla realizzazione di un impianto pubblico sia di biodigestione che di depolimerizzazione termo-catalitica. Un modo come smaltire i rifiuti riducendo costi di smaltimento e contemporaneamente creano energia termica ed elettrica. L’impianto di biodigestione è una struttura in cui vengono trattati - attraverso un processo di compostaggio che avviene per via anaerobica (cioè in assenza di ossigeno) - i rifiuti organici domestici e gli scarti agricoli. Da questi tipo di impianto si genera un biogas che può essere trasformato in energia termica oppure in energia elettrica se immesso in motori azionanti gruppi elettrogeni. L’impianto di depolimerizzazione invece è un sistema di trasformazione dei materiali plastici, come ad es. quelli provenienti dalla dismissione dei film di polietilene che coprono le serre, in olio combustibile utilizzato per creare energia termica o elettrica.


La tutela e la salvaguardia dell’ambiente, oltre a migliorare la qualità del territorio, rende lo stesso impermeabile ai tanti interessi illegali della criminalità organizzata. In oltre determinano le condizioni per lo sviluppo del turismo e delle tante imprese di servizi (artigianato, commercio) che possono operare in modo libero e quindi capaci di creare progresso.
Turismo e Servizi significa capacità di saper valorizzare ed esaltare le risorse che il territorio offre, siano esse ambientali che culturali (questo in buona parte è stato affrontato nei punti relativi all’agroalimentare e alla pianificazione del territorio), ma anche e soprattutto saper individuare i canali che facciano arrivare i turisti nelle nostre zone e poi organizzare il modo di ospitarli in senso lato. Gli sforzi e gli investimenti di molti giovani che in questi anni hanno promosso con successo, ma tra mille difficoltà, le peculiarità culturali, paesaggistiche ed enogastronomiche di questa terra non possono essere vanificati. Attualmente nella nostra area oltre ad una profonda riqualificazione ambientale serve un rilancio e una ristrutturazione dei beni storici e culturali e con essa anche il miglioramento e il rafforzamento delle strutture delegate all’ospitalità. A Vittoria vi sono pochissime strutture alberghiere, di contro, invece, abbiamo una buona offerta extralberghiera (B&B, case vancanze, ect.). Noi pensiamo, pur trovandoci nel pieno di una emergenza generata dal Covid-19, che bisogna guardare con attenzione a quest’ultimo modello è puntare al suo miglioramento e al suo sviluppo. Servono misure che considerino l'ampliamento delle strutture attuali. Va incentivato chi vuole investire nell'acquisto di immobili da ristrutturare e adibire in attività turistiche, soprattutto nel centro storico e a Scoglitti. Ma va precisato come ospitalità non è indicativo solo di posti letto ma significa, prima di tutto, individuare i canali per far arrivare turisti e creando servizi che possono far rimanere più a lungo e soprattutto farli ritornare. mettere a sistema i vari settori economici presenti nel territorio (agroalimentare, edilizia, commercio, autoriparazione, trasposto persone (taxi ed ncc), estetica, acconciatura, ect) rendendo il tutto un unicum efficiente, professionale, competitivo nei prezzi e quindi accogliente.
E’ chiaro che per portare avanti queste proposte servono fondi che non possono essere determinati esclusivamente dalle tasse e dai tributi comunali. Facciamo notare come negli ultimi 5 anni la tassazione complessiva TARSU/TARI, IMUCanone Idrico e fognario e cresciuta di oltre il 100% a fronte di servizi che sono sempre peggiori. Il bilancio del comune è appiattito sulla spesa storica, cioè sulla ripartizione delle risorse disponibili in base al quale ciascun assessore ha il diritto di spendere ogni anno almeno quanto ha speso l’anno precedente. Il diritto ad avere risorse sulla base della spesa induce più a spendere che a progettare e, soprattutto, impedisce di avere una visione complessiva e dinamica delle esigenze della città. Questovecchio modo di amministrare permette il nulla. Serve un bilancio basato sulle esigenze reali della città che sappia individuare i finanziamenti, siano essi regionali, nazionali e/o comunitari senza continuare a vessare cittadini e imprese.

In conclusione, la politica è un costo quando suona melodie grette e banali, quando non ha la capacità di ascoltare e di trovare percorsi che portino ad evolvere la città. Viceversa diventa una grande risorsa. Se c'è un settore su cui la politica deve puntare le sue attenzioni e quello delle microimprese. A questo universo di realtà produttive Vittoria deve tutto. Oltre il 60% degli addetti è impiegato in piccole attività artigianali, commerciali e agricole. E' da li che viene il reddito, i salari, gli investimenti, il consumo e il risparmio. Piaccia o no il futuro di Vittoria dipende dalla microimprese, perché queste svolgono tre compiti essenziali: assicurano una discreta coesione sociale, danno un senso di appartenenza e di identità, sono l'unico antidoto alla depressione economica causata da questa crisi. Ma questo modello d'impresa cresce e si sviluppa se in un territorio si creano politiche che puntino ad una maggiore sicurezza e al miglioramento della qualità della vita. Questi due fattori non vanno intesi come titoli ma vanno applicati e praticati nella loro valenza funzionale. Legalità, coesione sociale, ordinata quotidianità, adeguati servizi, tutela, sicurezza e salvaguardia del territorio, sono i fattori che creano il progresso di una zona. Senza questi elementi vince e si afferma il disordine e il sottosviluppo.

giovedì 18 giugno 2020

Istituite le Zone economiche speciali in provincia di Ragusa: Adesso l’obiettivo è attrarre investimenti rilanciando il territorio.



È stato firmato finalmente il decreto che istituisce due Zone economiche speciali in Sicilia, una nella parte occidentale dell’isola e l’altra nella parte orientale. “Come al solito – sottolinea il presidente della Cna territoriale di Ragusa, Giuseppe Santocono – si tratta di un provvedimento che in Sicilia arriva in ritardo grazie alla pachidermica lentezza della Regione. Le Zes riconosciute sono ampie fasce del territorio siciliano nelle quali, sulla base di un Decreto risalente a gennaio 2018, scattano alcuni incentivi fiscali e crediti d'imposta per gli investimenti fino a 50 milioni di euro. A tutto ciò va aggiunto un consistente regime di semplificazioni”. Le aree della provincia di Ragusa che sono rientrate in questa misura sono: il porto di Pozzallo e la zona retroportuale, l’aeroporto di Comiso, la zona artigianale di Ragusa, l’area del mercato ortofrutticolo e l’area artigianale di Vittoria. “Anche la Cna – continua Santocono – ha avuto un ruolo attivo nel riconoscimento delle Zes, sollecitando le varie istituzioni affinché il territorio e le sue infrastrutture più importanti non venissero ulteriormente marginalizzate. Particolarmente importante è stato il ruolo della confederazione a Vittoria dove, “tra meri errori materiali” e dimenticanze varie da parte degli uffici regionali, le due aree individuate dell’ambito ipparino rischiavano di perdere il riconoscimento”.
Si apre, adesso – sottolinea, dal canto suo, il segretario territoriale della Cna di Ragusa, Giovanni Brancati – una grande opportunità per il territorio ibleo che non può essere bruciata o diventare una misura per pochi. L'obiettivo deve essere, oltre a quello di attrarre investimenti (in particolar modo nell'ambito dell’economia portuale e nei settori come la logistica, i trasporti e il commercio), anche quello di accompagnare il mutamento degli insediamenti produttivi in chiave ambientale ed ecosostenibile attraverso una drastica semplificazione amministrativa, accedendo a forti sgravi fiscali. La Cna, insieme ad altri soggetti istituzionali e non, ha vinto una prima sfida: adesso bisogna recuperare i troppi ritardi che si verificano sul territorio. Ci sono meno alibi e qualche risorsa in più che va utilizzata bene per rilanciare ad esempio uno dei settori che in questa fase ha maggiormente sofferto: l’agroalimentare ed i servizi ad esso legati. Riteniamo che la Regione non debba perdere altro tempo, facendo la propria parte per rendere il più possibile concreta questa opportunità”.

venerdì 12 giugno 2020

Rinvio scadenza acconto Imu: accolta la nostra richiesta, ma le aliquote, per ora, sono aumentate.


Immagine tratta da Google


E’ previsto un rinvio della scadenza dell’acconto Imu? Leggendo la deliberazione n.27 del 28 maggio scorso da parte della Commissione straordinaria, adottata con i poteri del Consiglio comunale, sembra di sì. Infatti, è scritto nel testo, “in ragione della grave crisi economica determinata dalla pandemia Covid-19 e al fine di tutelare il tessuto economico, la scadenza viene rinviata al primo settembre 2020 previa comunicazione su modello predisposto dal Comune”. Il modello non è stato però ancora predisposto ma sembra che a breve sarà pubblicato nel sito del Comune (www.comunevittoria.gov.it)”. Così il presidente della Cna comunale di Vittoria, Rocco Candiano, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio, i quali evidenziano come, in questo modo, risulti essere stata accolta una proposta specifica che era stata indicata nella lettera aperta che la Cna territoriale di Ragusa aveva inviato alle 12 amministrazioni comunali della provincia iblea. “Vogliamo comunque sottolineare un fatto – evidenziano Candiano e Stracquadanio – e cioè che, rispetto allo scorso anno, l’aliquota ordinaria è aumentata dello 0,8 per mille. Infatti, nel 2019 l’aliquota era del 9,8 per mille, quest’anno invece è del 10,60 per mille. Dal Comune ci assicurano che tale aumento è legato alle ultime normative nazionali e, comunque, si attende una risoluzione del ministero delle Finanze che riveda a ribasso l’aliquota ordinaria. Come Cna continueremo a sollecitare positivamente l’amministrazione affinché possa venire incontro alle esigenze e alle difficoltà delle microimprese presenti sul nostro territorio”.

martedì 9 giugno 2020

CNA di Vittoria: la stagione estiva avanza, la pulizia del territorio resta al palo.



La Cna comunale di Vittoria, il 29 gennaio scorso, dopo un confronto con alcuni esponenti del settore turistico locale, aveva inviato alla Commissione straordinaria un documento in cui si evidenziavano alcuni punti, a detta dell’associazione di categoria indispensabili, per riqualificare e rilanciare da un punto di vista turistico il territorio vittoriese. Al documento era seguito anche un incontro in cui la Cna ribadì l’importanza degli interventi di pulizia delle vie di accesso alla città e del lungomare di Scoglitti. “L’emergenza Covid-19 – dicono il presidente comunale Cna, Rocco Candiano, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio – ha sicuramente fatto passare in secondo piano questa azione, ma la stagione estiva avanza e le condizioni di pulizia del territorio non sono per nulla ottimali, non lo rendono attraente. La strada che costeggia il litorale, in molti tratti, sembra una pista desertica, gli ingressi della città sono ricchi di vegetazione spontanea e in molte aree i rifiuti abbandonati dai soliti incivili la fanno da padrone. Non è nel nostro stile polemizzare, ma è più che evidente che serve un’azione di pulizia straordinaria. E’ un fatto non più rinviabile. Alle difficoltà economiche create dal coronavirus al settore turistico alberghiero e alla ristorazione, non possiamo e non dobbiamo aggiungere l’ostilità igienico-ambientale in cui versa il territorio”.

venerdì 8 maggio 2020

Furti con spaccata a Vittoria e nei Comuni limitrofi. Le preoccupazioni della CNA.



Furti con spaccata a raffica come se le piccole imprese fossero vacche da mungere, sempre e a prescindere, anche abusivamente. Non bastava che il decreto aprile diventasse il decreto maggio (e comunque non si vede ancora nulla all’orizzonte); non bastava che i crediti promessi arrivassero (quando arrivano) a singhiozzo e tra mille intoppi burocratici; non bastava la beffa amara della cassa integrazione, con le imprese che stanno sostenendo le famiglie dei propri dipendenti; al danno sanitario ed economico creato dal virus e dall’inefficienza delle istituzioni, si associa pure l’accanimento di certa criminalità che senza contrasto scorrazza creando guasti insopportabili”.
A dirlo è il presidente della Cna territoriale di Ragusa, Giuseppe Santocono, che fa riferimento agli ultimi episodi verificatisi tra Comiso, Pedalino e, soprattutto, Vittoria. La Cna esprime forte preoccupazione per quanto è avvenuto nelle scorse notti e per quello che potrebbe ancora avvenire. “Le numerose piccole imprese di questa terra – aggiunge Santocono – si sentono abbandonate dalle istituzioni. Qui c’è il rischio concreto di andare così indietro da avere l’impressione di non essere mai andati avanti. Se la politica tutta è tentata dall’assistenzialismo e non dallo stimolare il sistema delle nostre microimprese, tutelandole anche dall’assalto delle varie forme di criminalità, non ci rimane che sospettare come la stessa non abbia ancora capito in quale stato si trova il territorio”.
Il presidente della Cna comunale di Vittoria, Rocco Candiano, fa appello al prefetto di Ragusa affinché intervenga immediatamente “sia nel tutelare la sicurezza di chi fa impresa onestamente, sia nel sollecitare i governi regionale e nazionale nel determinare le misure economiche annunciate”. “Un pezzo della città di Vittoria, purtroppo – aggiunge il responsabile organizzativo della Cna comunale, Giorgio Stracquadanio – si sta risvegliando molto più povera e questo rischia di attivare turbolenze sociali dagli esiti non scontati. Serve intervenire con la massima urgenza

lunedì 9 marzo 2020

Coronavirus, in quarantena l’economia della provincia di Ragusa. Il presidente della Cna Santocono: "occorre agire subito per salvare il salvabile"



La psicosi collettiva da coronavirus rischia di mettere in quarantena la nostra economia”. Ad affermarlo il presidente territoriale Cna Ragusa, Giuseppe Santocono, il quale afferma che “l’epidemia ha da subito colpito il settore turistico alberghiero: hotel, b&b, case vacanze, affittacamere, ristoranti, attività commerciali, taxi, Ncc e agenzie viaggi. Ora si sta diramando su tutti i comparti economici della nostra provincia. La situazione è realmente critica e rischia di azzoppare ulteriormente l’economia iblea già indebolita dalla crisi dell’ultimo decennio. Potrà pure servire fare un tavolo di crisi presso il Libero consorzio, o da qualsiasi altra parte, ma le parole servono a poco. Ci vogliono i fatti e subito. Per chi ha già patito danni economici e per chi li avrà sono necessari interventi economici e fiscali da avviare immediatamente”. Quali? Il presidente Santocono li elenca. 
  • “Blocco per almeno sei mesi, da parte di Riscossione Sicilia – dice – di tutte le cartelle esattoriali notificate, da notificare e interruzione di tutti i pagamenti rateali in corso. 
  • Il sistema bancario, pur ampiamente sostenuto dalla Banca centrale europea, in questi anni ha creato diverse difficoltà alle piccole attività; ora lo stesso sistema, considerata la crisi di liquidità che si sta via via determinando, è chiamato ad aiutare l’economia locale concedendo moratorie su ogni tipo di finanziamento in corso (mutui, credito d’esercizio, leasing, ecc.). 
  • Non dimentichiamo che le microimprese hanno tanti costi fissi da sostenere e tra questi le imposte comunali. Pertanto, le amministrazioni locali devono sospendere per sei mesi la riscossione di Tari, Tasi, Imu, Cosap e canone idrico.
  • Rafforzamento dei fondi di rotazione Crias, Irfis e Ircac per velocizzare l’erogazione dei loro finanziamenti e per agevolare l’accesso al credito sia d’esercizio che d’investimento. 
  • Inps, Inail ed enti bilaterali devono concedere delle moratorie che permettano il rilascio del Durc. 
Sono queste le proposte che stiamo facendo pervenire alla deputazione regionale siciliana e ai sindaci della nostra provincia. A questo va aggiunto ciò che la Cna nazionale ha già proposto al Governo. Tutte istanze che mirano a fornire sostegno alle piccole e medie imprese del territorio in un momento estremamente delicato per il futuro dell’economia locale”.