Visualizzazioni totali

sabato 24 giugno 2017

Schema di massima del PRG: La CNA propone la doppia destinazione d'uso per gli immobili delle attività economiche della zona Alcerito.


Doppia destinazione d'uso (industriale o agricola) per i terreni e gli immobili delle diverse attività artigianali e commerciali che si sono sviluppate nel corso degli anni lungo la Strada Alcerito. Questa la proposta che la CNA ha avanzato ai capigruppo in consiglio comunale presenti all'incontro voluto dalla nostra confederazione. Al presidente del Consiglio comunale , Andrea Nicosia, al capogruppo Alfredo Vinciguerra e Peppe Nicastro (Di Falco del Pd e Barrano di Riavvia Vittoria erano assenti per motivi personali, il resto non è pervenuto) è stato fatto notare che in una striscia di terreno agricolo lunga oltre 10 chilometri, che si estende dal mercato ortofrutticolo in poi, sin dagli anni '70,  accanto ad aziende serricole,  si sono impiantate diverse imprese che operano nel settore degli imballaggi, della logistica e dei servizi all'agricoltura. Ad oggi questi immobili non hanno ancora una giusta destinazione d'uso. Questo ha impedito e impedisce ai titolari di queste attività di poter accedere a contributi comunitari, finanziamenti e agevolazioni varie. Regolarizzare questa condizione, oramai anomala, è un atto quasi doveroso. Pare che finalmente ci sia la volontà politica di farlo. Infatti, l'osservazione della CNA è stata accolta positivamente dall'amministrazione e da tutte le forze politiche. Intanto lo schema di massima del nuovo prg  è stato approvato dalla commissione “assetto territoriale”, questo significa che a breve l'atto verrà portato in consiglio comunale. La CNA è già impegnata in una forte opera di sensibilizzazione tra le imprese di quella zona per portarle fuori dal limbo urbanistico in cui si sono e sono state cacciate. stiamo invitando i titolari di attività della zona Alcerito a sottoscrivere la nostra proposta che invieremo all'amministrazione e ai gruppi politici presenti in consiglio. Il rilancio dell'economia passa per atti e scelte politiche che rimettano ordine e creino nuove possibilità di sviluppo e di progresso per la città e per le sue imprese. 

martedì 13 giugno 2017

Schema di massima del Prg di Vittoria, imprese della zona Alcerito: quale destinazione?

“Ritorniamo a parlare dello schema di massima del Prg di Vittoria per sottoporre all'attenzione dell'Amministrazione comunale e delle forze politiche presenti in città altre considerazioni sullo strumento di pianificazione”. Lo dicono il presidente della Cna comunale di Vittoria, Giuseppe La Terra, e il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio, a proposito dello strumento concernente il Piano regolatore generale prossimo alla discussione in Consiglio comunale. “I terreni e gli immobili delle numerose attività artigianali, commerciali e industriali (tutte a supporto dell'agricoltura) nate e sviluppatesi negli anni ai lati dello stradale per Alcerito, che insistono su suolo agricolo – si chiedono i vertici dell’associazione di categoria – potranno finalmente avere la loro legittima finalità urbanistica? In una lingua di terra lunga circa 10 chilometri, dopo l'area naturale protetta individuata dal piano paesistico, sono stati realizzati, negli ultimi trent'anni, degli opifici su terreni agricoli che non hanno ad oggi una giusta destinazione d'uso. Questo ha impedito e impedisce ai titolari di queste imprese di poter accedere a contributi comunitari, finanziamenti e agevolazioni varie. Come Cna pensiamo che sia arrivato il momento di fare uscire dal limbo queste imprese. Abbiamo già avviato un confronto con alcuni titolari di attività che ricadono in quest'area ed è emersa l'esigenza di interloquire con l'Amministrazione e con le forze politiche presenti in Consiglio comunale per capire se esista la volontà politica di regolarizzare un'anomalia che ha penalizzato e rischia di continuare a penalizzare il nostro territorio”.

lunedì 12 giugno 2017

PRG schema di massima: riceviamo e pubblichiamo le considerazioni dell'arch. Rosario Cilia


Le nostre analisi e le nostre proposte sullo schema di massima del PRG, presentate il 6 giugno alla Commissione consiliare "Assetto Territoriale", hanno suscitato una certa attenzione da parte dei gruppi consiliari. Il tema è ovviamente stimolante, infatti, oltre alle nostre proposte, tra gli addetti ai lavori si sta avviano un dibattito interessante che è importante conoscere.  L'arch. Rosario Cilia ci ha inviato le sue riflessioni che ospitiamo nel nostro blog. Quanti sono interessati all'argomento possono inviarci i loro scritti. Il confronto è importante, è segno di maturità, è crescita personale, è crescita sociale. 

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/vita/frase-146752>
CHI CI SALVERÀ DALL’URBANISTICA PEREQUATA ?
Il processo di formazione di un Piano Regolatore inizia con la formulazione prima e l’approvazione poi, delle “direttive generali” da osservarsi nella stesura dello strumento urbanistico, ed a cui il progettista deve obbligatoriamente uniformarsi.
Tale atto viene definito ed approvato dal Consiglio Comunale, e dunque è per sua natura un documento innanzitutto politico. Anche l’adozione e l’approvazione del PRG avviene in Consiglio Comunale dopo che una maggioranza ne ha condiviso le finalità di politica urbanistica.
Dunque nella formazione di un piano regolatore, si deve fare riferimento non solo a questioni tecniche, ma soprattutto a quelle di natura politica, tanto è vero che gli obiettivi che vengono assunti dal piano fanno parte dell’insieme dei valori che una pubblica amministrazione intende tutelare e promuovere per la propria comunità.
A questo punto appare del tutto evidente che il piano urbanistico non può essere inteso solo come un elaborato tecnico che un Comune è tenuto a redigere per il rispetto di un obbligo di legge, né tantomeno può essere considerato uno strumento politicamente neutro.
Se dunque le cose stanno così, come è mai possibile che il PRG oggi in preparazione, pur essendo passato al vaglio di tre differenti amministrazioni, risulta sempre uguale a se stesso nell’impianto politico-culturale, negli obiettivi strategici, nelle finalità che intende perseguire, nell’idea di futuro che prefigura per la città?
Si può forse sostenere che l’amministrazione Aiello, che ha avviato questa nuova variante generale, fosse politicamente simile a quella Nicosia? Tutti ricorderanno i forti contrasti fra i due ex sindaci. Oppure si può dire che l’attuale amministrazione Moscato non differisca poi molto da quella Nicosia? Niente di più fuorviante.
Allora come spiegare questa uniformità di vedute se non costatando che tutte e tre le amministrazioni hanno delegato al coordinatore della progettazione del PRG sia il ruolo politico, che non gli compete, che quello tecnico? E ciò è accaduto nel momento in cui quasi tutti gli amministratori vittoriesi che si sono succeduti in questi anni hanno condiviso l’idea che l’urbanistica perequata, invece che una tecnica, fosse un principio disciplinare attorno al quale costruire l’intero impianto urbanistico del piano.
Senza voler stare qui a ricordare cosa si intende per urbanistica perequata, si vuole invece sottolineare che tale tecnica orienta i piani verso politiche di forte espansione edilizia piuttosto che di riqualificazione della città costruita, quale oggi è l’orientamento disciplinarmente più accreditato e condiviso.
Dunque nel nostro PRG è diventato fondamentale l’uso degli strumenti e degli apparati metodologici utili a stimare la futura popolazione insediabile nel comune nel periodo di validità del piano (5 anni). Ed è a partire da tali dati che nella relazione generale dello schema di massima della variante al PRG che si costruisce il suo dimensionamento. Infatti a pagina 91 così si legge: ”si ritiene pertanto, in prima approssimazione, di poter riconfermare il valore di 70.412 unità alla base del dimensionamento del nuovo Piano”. E considerato che nel 2016 la popolazione residente era di 63.630 abitanti è stato valutato che nei prossimi 5 anni la popolazione crescerà di circa 6800 abitanti.
Ma anche nella relazione generale dello schema di massima del 2014 a pag. 90 si legge: “si ritiene pertanto, in prima approssimazione, di poter riconfermare il valore di 70.412 unità alla base del dimensionamento del nuovo Piano”. E considerato che nel 2014 la popolazione residente era di 63.092 abitanti nei futuri 5 anni la popolazione sarebbe dunque dovuta crescere di 7.300 abitanti circa.
Ed ancora nelle direttive generali per la redazione della variante generale del PRG del 2008 a pag. 62 così si legge: ”si ritiene pertanto, in prima approssimazione, di poter riconfermare il valore di 70.412 unità alla base del dimensionamento del nuovo Piano”. E considerato che a fine 2007 la popolazione residente era di 61.750 abitanti nei successivi 5 anni la popolazione sarebbe dovuta aumentare di 8.660 abitanti circa.
A questo punto è del tutto evidente che le previsioni di popolazione proposte nelle varie edizioni della medesima relazione non sono per niente credibili, così come risultano stupefacenti le argomentazioni proposte a pag.123, sempre nella relazione del 2017, ed in cui si afferma che: “tenendo conto, inoltre, nella determinazione del numero di vani necessari, della necessità di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per esigenze igienico, funzionali e statiche e dell’introduzione dell’iter legislativo che prevede l’istituzione del cosiddetto “fascicolo del fabbricato”, si sono stimati in 52.100 gli abitanti insediabili nella struttura urbana consolidata (zona A e B) rispettivamente a Vittoria centro (circa 47.760 ab.) e a Scoglitti (circa 4.340 ab.). E’ possibile, pertanto, valutare in circa 18.000 gli abitanti da insediare (presenti e futuri) nelle aree di espansione che definiremo “aree risorsa” in applicazione del sistema perequativo posto a base del presente Piano”.
Insomma, con una sorta di gioco di prestigio, si è dunque passati dalla necessità di insediare a Vittoria nei prossimi 5 anni 6.800 abitanti a 18.000. In altre parole bisognerebbe trovare casa ad una popolazione di poco superiore a quella residente in tutto il comune di Ispica e di poco inferiore a quella del comune di Pozzallo.
Ma quanto territorio si prevede di impegnare per dare seguito alle previsioni dichiarate? La tabella a pag. 127 della relazione generale riassume i dati di superficie e di popolazione necessari, che ordinatamente sono pari a 4.670.340 mq (467 ettari circa) ed a 17.281 abitanti, con un taglio netto di circa 280.000 mq (28 ettari) e di 1.000 abitanti circa, rispetto alla medesima tabella della relazione generale del 2014 (giunta Nicosia). Di tale aggiustamento non si trova nella relazione alcun elemento giustificativo.
Ma l’impegno di 467 ettari di terreno, che è una risorsa non rinnovabile, è una quantità enorme considerato che oggi si ragiona per i PRG di un consumo di suolo pari quasi a zero. Tale principio risulta condiviso in Europa ma anche dalla recente legislazione nazionale (DDL già approvato dalla Camera dei Deputati) e dalle leggi regionali di Toscana e Lombardia, che concordemente si stanno muovendo per il raggiungimento di tale obiettivo in un futuro non lontano.
È poi sbagliata l’idea, del resto non nuova, di predisporre nei PRG aree, ad esempio, per l’insediamento di attività industriali in gran quantità, sicuri che questa scelta possa poi avviare importanti processi di industrializzazione, così come è altrettanto falsa l’asserzione che mettere a disposizione nelle aree costiere una smisurata disponibilità insediativa, possa sviluppare significativamente il turismo, che invece ha bisogno di qualità e bellezza.
Se si formulano previsioni di popolazione numericamente assai importanti, allora anche le aree per attrezzature, visto che sono funzione della popolazione, dovranno essere quantitativamente rilevanti, e per conseguenza anche quelle soggette ai processi perequativi.
Ma l’urbanistica perequata doveva essere, tra l’altro, uno strumento in mano ai Comuni utile, soprattutto, a compensare la carenza delle risorse economiche necessarie ad acquisire le aree per il soddisfacimento degli standard urbanistici. Doveva servire a contribuire ad eliminare il deficit di superfici per attrezzature e spazi collettivi rispetto alla popolazione già insediata, piuttosto che di quella futura, che normalmente è quantitativamente assai modesta.
Del resto nelle direttive generali deliberate nel 2008 così si stabiliva: “Si precisa pertanto che la tecnica di perequazione che si intende attuare nel nostro Comune non è quella che utilizza un meccanismo applicativo generalizzato esteso all’intera città, ..............ma quella che come sopra esplicitato, distingue gli ambiti di trasformazione nei quali il Comune prevede l’attuazione degli interventi ammessi mediante modalità perequative da quelli che non richiedono tali tecniche”. Perché il PRG non si è uniformato a questa direttiva?
A cosa può servire, allora, una così elevata previsione di aree di espansione se non a far crescere il mercato dei suoli ed a farne lievitare i prezzi, e contemporaneamente a liberare quote importanti di rendita fondiaria? E questa è da considerare una “risorsa” per tutti i cittadini vittoriesi, o solo per i proprietari dei suoli?
Assieme allo schema di massima del PRG sarebbe utile conoscere anche i risultati fino ad oggi conseguiti dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), considerato che è parte integrante dei processi di formazione del piano. Un tema questo di grande rilevanza poiché tale processo è finalizzato a valutare “in anticipo” le conseguenze ambientali connesse alle decisioni assunte dal PRG.
La VAS ha quindi la funzione di migliorare le scelte di piano attraverso una valutazione comparata di differenti soluzioni di intervento, al fine di verificare il complessivo impatto ambientale, e quindi la diretta incidenza sulla qualità dell’ambiente in cui i cittadini vivranno.
Per Vittoria non serve una politica urbanistica espansiva, ma piuttosto una che si faccia fortemente carico degli interessi collettivi, e tale risulta solo se difende il territorio dalle aggressioni speculative, se bandisce dal piano modalità insediative che comportano eccessivo consumo di suolo, se incentiva la rigenerazione urbana anche attraverso regimi fiscali di vantaggio, se si impegna a realizzare l’edilizia sociale (case popolari), se cura e valorizza i segni che la storia ha tracciato sul territorio, se tutela i sistemi naturali, se favorisce l’edilizia di qualità (per consumo energetico e materiali utilizzati), insomma se persegue l’obiettivo di una pianificazione sostenibile, anche come atto di responsabilità per le generazioni future.
                                                                                                       arch. Rosario Cilia

06-06-2017.

mercoledì 7 giugno 2017

Prg: la Cna comunale ha consegnato un documento alla commissione Territorio e Ambiente


Il Piano Regolatore Generale di un territorio, così come definito dalle norme urbanistiche, è lo strumento di pianificazione che regolamenta l'uso del suolo secondo i principi di razionalità urbanistica. Il fatto che l'amministrazione abbia scelto di avviare un confronto sullo schema di massima della variante del PRG è un atto di democrazia diretta che non può essere sprecato o reso vano. La CNA di Vittoria intende partecipare attivamente a questo confronto dando il suo contributo, provando a coniugare istanze delle imprese e sviluppo armonico del territorio.


La lettura della relazione che accompagna le tavole del nuovo schema di massima (valutato positivamente dalla giunta comunale il 13/04/2017) ha spinto il gruppo di valutazione attivato dalla nostra organizzazione verso alcune considerazioni.
  • Dal rapporto redatto dai tecnici incaricati si evince, in prima battuta, una volontà di recupero del territorio e del costruito esistente. Infatti, nel capitolo delle stime del fabbisogno residenziale, a pag 105 si legge: Il nuovo Piano Regolatore Generale deve necessariamente fare i conti con questa realtà e con il costruito precario che si è diffusamente impiantato sul territorio. Necessita, in altri termini, un nuovo e dinamico strumento urbanistico che più che non si limiti alla mera previsione di nuovi spazi di edificabilità, ma che sia introduttore di nuove vie gestionali per il recupero dell’esistente, per l’eliminazione di cubatura inutile ed improduttiva anche attraverso forme di incentivazione e per ridisegnare la forma urbana di Vittoria anche a partire dalle sue eccellenze”. Nelle pag 109, 110 e 111 viene illustrata e analizzata l'indagine del patrimonio edilizio esistente, qui si evidenzia come a Vittoria vi siano 34.793 abitazioni. Di queste soltanto 22.192 sono occupate. Siamo, quindi, di fronte ad una elevata componente di abitazioni, 12.601, “… non utilizzate o non occupate da residenti. Questo dato rappresenta un indicatore molto significativo del potenziale riuso del patrimonio fisso esistente nel comune”. A pag. 112 l'idea di recupero manifestata poco prima subisce una rilevante quanto anomala mutazione, infatti si legge: “... il piano regolatore generale non può considerarsi come uno strumento rigido e non può solo limitarsi a valutare l'offerta esistente o residuale rispetto al precedente strumento urbanistico generale, per il nuovo P.R.G. di Vittoria, anche a fronte dell’andamento demografico rassegnato, sono stati tenuti nel dovuto rilievo gli incrementi dimensionali indotti dagli interventi infrastrutturali ed economici programmati, primi fra tutti l’intervento di riconversione dell’ex base militare di Comiso trasformata in aeroporto civile, l‘autoporto, il porto di Scoglitti, ovvero infrastrutture ad alto valore di attrattore che rendono oggi il territorio di Vittoria espressione dell’incrocio di crescenti interessi e interventi di trasformazione. In pochi capoversi, si passa dall'idea di “recupero”, al concetto del “non limitarsi all'esistente residuale” (12.601 abitazioni non occupate sono residuali?). Poche pagine dopo, esattamente a pag. 122, la nuova tesi trova conferma: E’ possibile, pertanto, valutare in circa 18.000 gli abitanti da insediare (presenti e futuri) nelle aree di espansione che definiremo “aree risorsa” in applicazione del sistema perequativo posto a base del presente Piano. Secondo i tecnici che hanno redatto lo schema, Vittoria, grazie al valore attrattivo dall'asse infrastrutturale aeroporto di Comiso, autoporto di Vittoria e porto di Scoglitti, potrebbe crescere in modo consistente. Vogliamo subito evidenziare che lo sviluppo e la relativa ricaduta nel territorio di queste tre strutture risulta essere ancora in uno stato ricco di ipotesi ma privo di certezze. Da tempo, e per tutta una serie di motivi, queste tre opere sono poco funzionali e non si intravede nel medio luogo termine un loro espansione (approfondiremo più avanti, punto sulla viabilità). Pertanto, le valutazioni dei progettisti ci sembrano un po' contraddittorie e un tantino sovradimensionate. Secondo noi quest'analisi, per alcuni versi discordante, serve, forse, a giustificare un'esigenza sia delle vecchia amministrazione che dall'attuale: reperire, grazie alla perequazione, aree che servono per servizi o per realizzare opere d'urbanizzazione e infrastrutture. Questa esigenza viene soddisfatta solo consumando altro suolo. Infatti, se si guarda la tabella delle aree risorsa (pag 126) e si sommano le superfici territoriali di Vittoria e Scoglitti, viene fuori un utilizzo complessivo di nuova superficie pari a circa 7,5 milioni di mq, di cui 3,4 a milioni di mq sono aree da cedere per servizi, il resto è superficie fondiaria. E' una scelta in netta controtendenza rispetto alle direttive della Commissione Europea che indicano un consumo di suolo pari a zero (si vedano le “strategie tematiche del suolo 2006” e il rapporto sull'attuazione del 2012 su http://www.isprambiente.gov.it).Come CNA non siamo contro le nuove costruzioni ma pensiamo che l'ulteriore crescita della città sia poco sostenibile economicamente e socialmente. E' già difficile governare l'esistente (rifiuti, acqua, servizi vari). Il costruito di Vittoria, che è tanto ed è pure datato, chiede una forte riqualificazione. Facciamo inoltre notare come ci sia molto invenduto nelle nuove realizzazioni. Le banche, da tempo, non concedano più mutui per acquisto casa perché né hanno in carico già parecchi, alcuni in sofferenza. Inoltre, il valore degli immobili si è ridotto non solo per la crisi ma anche per l'aumento della tassazione sulla casa (Imu, Tari, etc.). Per essere chiari la nostra posizione si basa su un concetto semplice: c'è tanto da edificare sull'edificato. La crisi in questi anni ha divorato solo le microimprese del settore costruzioni. Gli artigiani attivi del comparto hanno intuito come questo momento di difficoltà durerà ancora e gli unici segnali di ripresa del settore arrivano dalle ristrutturazioni dell'esistente. Serve quindi un piano che punti di più a migliorare l'edificato consolidato, sia esteticamente (piano colore) sia in modo ambientale/energetico (cappotto/energie alternative). Uno strumento che guardi con attenzione alla riqualificazione urbanistica e sociale delle nostre periferie, luoghi dove oggi abita la maggioranza dei cittadini di Vittoria. Nella relazione Il concetto di “piani di recupero” dei “sistemi urbani marginali” è appena accennato (pag 142). Non si può più sottovalutare lo stato di degrado dei nostri quartieri periferici. Negli anni sono diventati le zone dove la qualità della vita si è abbassata tantissimo perché chi ha amministrato non ha investito né tempo né denaro per la loro manutenzione. Sulle periferie serve un cambio di rotta significativo. Alla città serve quindi uno strumento che rimetta in moto l'economia locale e la qualifichi. Accanto a questo va anche affiancato un nuovo modo di costruire orientato verso immobili serviti da fonti energetiche rinnovabili, sicurezza sismica e bioedilizia, prevedendo per questo regolamenti e agevolazioni (vedi riduzione oneri di costruzione). 

  • Altro tema che merita un'attenta valutazione è quello della mobilità. A Vittoria movimentare persone e merci è un fattore di alta criticità. A nostro avviso, guardando la tavola 5C, ci sembra che la viabilità, soprattutto quelle delle merci, venga soffocata ulteriormente. Nella relazione dello schema di massima, a pag. 135, si suggerisce una intermodalità gomma/treno, treno/aereo, gomma/aereo. Il settore treno riveste secondo gli autori un ruolo di primo piano. Facciamo notare che lo stato delle strutture ferroviarie del nostro territorio (Siracusa Gela) va oltre il concetto dell'abbandono. Ferrovie dello Stato non ha nessuna intenzione di investire in questo territorio (la vicenda dei passaggi a livello che ciclicamente solleviamo è emblematica). FS, negli ultimi anni ha soppresso le linee del trasposto cargo (2008/2011) e ha chiuso alcune stazioni ferroviarie della nostra provincia. I dirigenti del gruppo FS hanno manifestato apertamente la volontà di non investire in questa zona nella conferenza di servizi fatta alla Provincia il 16/05/2012. Per quanto riguarda l'aeroporto di Comiso, è un ottimo investimento che rende pochissimo (bilanci in forte perdita). Il vicesindaco La Rosa ha espresso dubbi sul futuro di questa struttura (si veda articolo del 31/05/2017) e la Commissione Europea lo ha escluso dagli aiuti di Stato utili a farlo funzionare meglio (corrierediragusa.it del 04/06/2017) Sulla viabilità stradale ci sono diversi progetti in campo e Vittoria, grazie anche all'autoporto, in futuro potrà essere servita dignitosamente. E' fin troppo evidente che il suggerimento gomma/treno, treno/aereo, gomma/aereo sia poco attuabile. Mentre è molto più fattibile l'intermodalità con il mare: porto di Pozzallo, porto di Augusta e porto di Catania. Tre strutture in pieno sviluppo a cui l'economia della città deve collegarsi. In questo modo l'autoporto diventerebbe la struttura di riferimento. Serve una programmazione diversa per evitare che lo stesso diventi l'ennesima cattedrale nel deserto.

  • Nella relazione vengono citati gli strumenti di pianificazione sovracomunale, tra questi c'è il PRG del Terzo polo industriale. A pag 93 si legge: “ ... il progetto consiste in un'area di mq. 146.108,84 per gli insediamenti, perimetrata da strade di previsione del P.R.G. vigente o esistenti, suddivisa in 31 lotti accessibili dalla viabilità del piano che si innesta nella S.S. n. 115... “ Il destino di questa area industriale, finanziata con 2,5 milioni di euro dai fondi ex Insicem, è stato caratterizzato sin dall'inizio da problemi e difficoltà di ogni tipo. La nostra organizzazione ha vigilato e difeso i fondi per questa infrastruttura che rischiavano di approdare verso altri lidi. Nel 2016 queste somme sono state prese in carico dal comune di Vittoria il quale ha ritenuto il progetto dell'area industriale non più “fattibile”. I fondi (difesi dalla CNA) verranno utilizzati per altre infrastrutture. Vista la scelta fatta: che senso ha considerare nello schema di massima il PRG del fu Terzo polo industriale di Vittoria?
  • Un motivo ricorrente nella relazione è il concetto di qualità ambientale che diventa qualità attrattiva. I progettisti citano più volte e in diversi modi questa frase perché vedono nel turismo l'elemento economico su cui avviare un rilancio del territorio. A pag 70, mettono in evidenza lo “... squilibrio fra il potenziale di attrazione turistica costituito dal rilevante patrimonio di risorse naturali, paesistiche, culturali, artistiche, ecc. e il tasso di loro utilizzo e fruizione da parte dei turisti. Andando ad approfondire il tema servizi si osservano chiari elementi di criticità sui quali dover lavorare.” Effettivamente qui di lavoro da fare c'è n'é tanto. Intanto bisognerebbe avviare la riqualificazione funzionale della zona portuale di Scoglitti e delle aree ad essa collegate. Nella relazione si parla molto di questa struttura ma non si capisce come nella futura pianificazione possa avere un ruolo visto che è ancora fortemente incompleta e priva di quei servizi essenziali che la rendono, agli occhi dei diportisti fruibile e interessante. Turismo significa anche strutture ricettive soprattutto nella frazione di Scoglitti. Attualmente nella nostra area vi sono pochissime strutture alberghiere, di contro, invece, abbiamo una buona offerta extralberghiera (B&B) cosa che viene evidenziata nella relazione (si veda pag 81). Noi pensiamo che bisogna guardare con attenzione a questo modello è puntare al suo miglioramento e al suo sviluppo. Servono misure che guardino all'ampliamento delle strutture attuali. Va incentivato chi vuole investire nell'acquisto di immobili da ristrutturare e adibire ad attività turistiche. In sintesi la CNA auspica una pianificazione basata su un modello soft, cioè che non guardi solo agli insediamenti dei grossi gruppi del settore turistico (utili ma non esclusivi). Le strutture extralberghiere o i piccoli alberghi sono fortemente legati al territorio e riescono a far conoscere e diffondere con maggiore facilità e con più continuità la specificità della zona e la ricchezza dei suoi prodotti enogastronomici. Coniugare quindi coesione sociale e competitività, trarre forza dalla comunità e dal territorio. Il successo della riviera romagnola sta tutto li, perché non provare a fare come loro?
In conclusione, Vittoria e Scoglitti devono riscoprire la sobrietà, diventare luoghi a misura delle loro imprese, in cui il tessuto economico locale trovi le condizioni per svilupparsi e radicarsi con dignità, dove le ragioni del fare impresa non vengano schiacciate dagli interessi dei grossi gruppi imprenditoriali e in particolare le imprese artigiane abbiano pieno diritto di cittadinanza. Serve pertanto uno strumento di pianificazione nuovo e diverso che sappia guardare al miglioramento della qualità della vita, che sappia riqualificare e rigenerare Vittoria. E' questa l'idea di città che esigono le tante microimprese che la CNA vuole rappresentare.


Vittoria, 06/06/2017


CNA Sede Comunale di Vittoria