I
prestiti bancari a famiglie e imprese in Italia hanno segnato un calo
dello 0,1% sul mese e del 2% sull'anno. E' quanto risulta dai dati
della Banca centrale europea. Nel complesso dell'Eurozona, i prestiti
alle famiglie segnano su base annua -0,1%, quelli alle imprese -3,8%.
MA LA RIPRESA DOV?E'?
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giovedì 26 settembre 2013
mercoledì 25 settembre 2013
Serve un nuovo New Deal 2.0.
E’ arrivato il momento di voltare pagina, di cambiare le priorità. Serve un New Deal 2.0. La politica non può più mettere soldi in mega lavori pubblici per combattere la crisi? Allora cambi registro: infonda coraggio, ponga obiettivi, disegni piani, scriva regole nuove. Dobbiamo permettere alle tante intelligenze di cui dispone l’Italia di mettersi concretamente al servizio di loro stesse e del Paese. Ma tutto ciò serve oggi, non tra dieci anni. Ci viene detto ogni giorno che il peggio è passato: purtroppo ancora non si vede. E non si vede niente dopo che questa crisi ci ha portato via dieci punti di Pil e un quarto della produzione industriale. E' come se avessimo perso la guerra.
giovedì 19 settembre 2013
LO SVILUPPO CHE VERRA'
Lo
sviluppo che verrà non sarà certo lo stesso che ci ha portato
nell’abisso della recessione economica più grave dopo la Seconda
guerra mondiale. La
breve parentesi estiva ha
momentaneamente assolato e assopito le cose.
Tutto
si ripropone come era stato lasciato qualche settimana fa, la calura
non ha sciolto la crisi malgrado qualcuno si affanna nel dire che è
già in atto la ripresa, anzi, la “ripresina”. Siamo nel pieno di
una metamorfosi, di un
mutamento sospeso tra ciò che non è più e ciò che non è ancora.
La crisi ha prima attaccato e ora prova a demolire ciò che di più
intimo il territorio ha prodotto: le sue microimprese. I
dati di Movimpresa Unioncamere (Unione italiana delle Camere di
commercio) relativi alla graduatoria per tassi di crescita nel II
trimestre 2013 vedono la provincia di Ragusa all’ultimo posto, -194
imprese rispetto all’anno precedente. L’ISTAT ha certificato come
in provincia di Ragusa la disoccupazione giovanile (15/29 anni)
superi il 40%. Nell’insieme, la nostra regione economicamente non è
per nulla competitiva. Infatti, secondo l’annuale Indice di
competitività redatto dalla Commissione Europea la Sicilia è al
235° posto su 262. All’interno di questo quadro Vittoria cerca di
resistere come può.
Agricoltura
ed edilizia da sempre motori della nostra economia arrancano. Il mito
e la retorica della fascia trasformata è un lontano ricordo, questa
crisi ha sgretolato una vita da benestanti e svuota le case. I
giovani diplomati e laureati provano a fuggire perché qui non vedono
il loro futuro. Solo a Vittoria negli ultimi due anni sono scomparse
circa 100 imprese che operavano nel settore delle costruzioni (edili,
impiantisti). Attività che avevano in media 2 dipendenti e ognuna di
esse muoveva un piccolo indotto (tecnici, rivendite di materiale,
consulenti) Non considerando i redditi maturati dai titolari ma solo
gli stipendi dei dipendenti pari a 1000 euro ciascuno e facendo un
calcolo semplice (1000 x 2 x 100), è facile dedurre come in città,
mensilmente, mancano 200 mila euro, soldi che non vengono più spesi
per consumi. Questo spiega perché molti negozi e piccole attività
artigianali chiudono. Se non si trovano soluzioni per far ripartire i
consumi interni ci avvieremo velocemente verso la desertificazione
economica. Se la ripresina non produce occupazione è una falso
risveglio. Se non si rimette in moto l’accesso la credito stiamo
parlando di aria fritta. Se non si riduce il carico fiscale si
raccontano solo fanfaluche. Questa crisi non attende i tempi della
politica, avanza travolgendo, sta sbaragliando anche il sistema di
rappresentanza. Se qualcuno non l’avesse ancora capito ci troviamo
di fronte ad uno tsunami: come vogliamo affrontarlo con il salvagente
a mutandina? Con qualcosa di molto più consistente? Oppure
cavalcando l’onda come fanno i surfisti? Le responsabilità non
possiamo cercarle solo dentro i confini di questa città. Chi governa
a Palermo e a Roma dovrebbe avere il coraggio di spiegare cosa sta
facendo per l'economa reale, quella che crea lavoro e sviluppo nella
legalità. Questi saranno i temi dell’assemblea elettiva
quadriennale della sede territoriale CNA di Vittoria che si terrà il
20/09/2013 presso la sala congressi dell’Emaia. Temi che porremo
all’attenzione dei nostri amministratori, della nostra classe
politica e ai deputati del nostro territorio.
sabato 14 settembre 2013
L'economia
Lo studio dell'economia non sembra richiedere alcuna dote particolare in quantità inusitate. Si tratta dunque di una disciplina molto facile, a confronto delle branche più elevate della filosofia e delle scienze pure?
John Maynard Keynes
lunedì 9 settembre 2013
Basta piangersi addosso, servono idee per ripartire.
Consigliamo la lettura di questo articolo. Bisogna uscire dalla sindrome da declino che ha avvolto e rischia di travolgere la nostra città
.http://www.lib21.org/ripartire-dalla-crisi-e-lartigiano-tecnologico/
.http://www.lib21.org/ripartire-dalla-crisi-e-lartigiano-tecnologico/
Terzo polo. Somme davvero a rischio. Ci appelliamo al sindaco affinché convochi gli attori dell’intricata vicenda.
Il
dibattito che si è innescato tra l’ex Consorzio Asi e
l'amministrazione comunale ci fa capire che la questione terzo polo
industriale è molto più complicata di come si poteva immaginare. Non sarà la nostra associazione a mettere in discussione il valore della
classe dirigente, politica e amministrativa, ma vogliamo far presente
che 2,5 milioni di euro dei fondi ex Insicem, soldi che spettano di
diritto a questa città, se non ci si impone con volontà e
determinazione, sono veramente a rischio. Lo diciamo con riguardo:
certe dichiarazioni di matrice Irsap ci sembrano un tantino
pilatesche. Condividiamo, invece, la determinazione
dell’amministrazione comunale nel fare propria la nostra posizione.
Per questo, ci rivolgiamo al sindaco. Caro
sindaco, lei ha
un'occasione irripetibile, ma deve dimostrare di avere la volontà e
le capacità per coglierla. Ci risulta che l'Irsap abbia archiviato
la pratica terzo polo. Va verificato se è vero e soprattutto come
recuperare le somme che spettano alla nostra città. Non si
accontenti di mettere a frutto tutto ciò che serve a creare stimoli.
Secondo noi, lei, in questa fase, ha l'obbligo di alzare con
determinazione il tiro. Ha la posizione politica per farlo. Si
sporchi le mani in prima persona, cominci subito. E' in gioco la
credibilità del nostro Comune, dell'istituzione che lei rappresenta.
Non possiamo subire l'umiliazione di perdere quelle somme e di vedere
allargare il fossato tra noi e gli altri. Lei avrà sicuramente
capito come la nostra città corre un rischio serio: smarrire somme
per investimenti in infrastrutture che siano da supporto per il
nostro rilancio. Non ce lo possiamo permettere nemmeno per scherzo.
Si rischia di vanificare il riconoscimento della zona franca.
Dobbiamo uscire da questa spirale, Vittoria non può essere
trascinata verso il basso. Per questo serve che la scossa parta
dall'istituzione più alta. Convochi una conferenza dei servizi che
chiarisca come stanno le cose, convochi l'Irsap, parli con
l'assessore regionale al ramo, parli con Crocetta (cittadino
onorario). Su queste posizioni noi le saremo accanto. Il gioco delle
parti rischia di umiliare
Vittoria
e di mortificare le sue istituzioni. I nostri cittadini, le nostre
imprese, non lo meritano.
martedì 3 settembre 2013
Non si hanno più notizie del terzo polo industriale. Siamo fermi all’8 giugno del 2011. Quali sono le intenzioni dell’Irsap? Chi sa chiarisca
“Che
fine ha fatto il terzo polo industriale di Vittoria?”. E’
l’interrogativo sollevato dal presidente della Cna territoriale di
Vittoria, Giuseppe Santocono, con il responsabile organizzativo
Giorgio Stracquadanio. “Siamo fermi all’8 giugno del 2011 –
dicono entrambi – quando, con nota protocollata n. 2979, il
consorzio Asi comunicava al Comune l'avvio del procedimento di
esproprio, per pubblica utilità, dei terreni in cui doveva sorgere
l'area industriale. Da quella data tutto è caduto nell'oblio. Nel
frattempo, l'Asi è stata sciolta e sostituita dall'Irsap (Istituto
regionale per lo sviluppo delle attività produttive). Sono forse
cambiate esigenze e programmi? La cosa che più ci preoccupa sono i
2,5 milioni di euro provenienti dai fondi ex Insicem stanziati per
l'opera. Che fine faranno? Serviranno ancora per iniziare i lavori
del terzo polo o finiranno da qualche altra parte?”. Santocono e
Stracquadanio proseguono: “Da quello che ci risulta pare che
l'ufficio provinciale dell'Irsap abbia archiviato la pratica del
terzo polo e il rischio che i 2,5 milioni si perdano c'è tutto. Va
anche detto che, da tempo, registriamo dichiarazioni sempre più
insistenti che vorrebbero dirottare buona parte dei fondi ex Insicem
(quindi anche quelli che spettano alla nostra città) sull'aeroporto
di Comiso. L'idea, anche se può sembrare interessante, ci pare
troppo sbilanciata, non si può pensare esclusivamente a questa
struttura. Quando si parla di sviluppo si deve guardare l'insieme.
Vittoria ha già fatto parecchio per far partire l'aeroporto. Una
buona parte dell'area di sorvolo ricade proprio sul nostro
territorio, con i relativi danni economici e ambientali che ne
derivano (si legga il decreto Via n. 7902 del 19/11/2002 - ministero
dell'Ambiente). La nostra città non si è opposta perché ciò che
contava e conta era ed è far partire l'aeroporto. Forse questo
altruismo non è stato apprezzato oppure è stato interpretato male.
A Vittoria l'area industriale serve. Tra l'altro, il terzo polo
dovrebbe ricadere in un settore che sarà servito dai benefici
fiscali della zona franca, quindi renderebbe più appetibile il
nostro territorio. Non ci stiamo a perdere i fondi ex Insicem
stanziati per la nostra zona industriale e ci siamo già attivati per
questo. Nel contempo invitiamo l'amministrazione a controllare l'iter
dell'esproprio e a verificare se l'Irsap, nei fatti, ha archiviato
tutto”.
domenica 1 settembre 2013
La crisi avanza, la disoccupazione aumenta e le tasse? Crescono!
In tutti questi anni ci hanno spiegato che le tasse gravano troppo sulle famiglie e sulle imprese e quindi per creare sviluppo, essere competitivi e incentivare i consumi interni si dovevano abbassare. Con lo scoppio della crisi, nel 2008, ci hanno detto che bisognava rivedere la normativa fiscale ritenuta iniqua e persecutoria. Non ci pare che siano stati di parola.
http://www.repubblica.it/economia/2013/09/01/news/quando_le_tasse_cambiano_solo_nome_in_15_anni_imposte_locali_salite_del_114_-65652522/?ref=HREC1-2
http://www.repubblica.it/economia/2013/09/01/news/quando_le_tasse_cambiano_solo_nome_in_15_anni_imposte_locali_salite_del_114_-65652522/?ref=HREC1-2
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