Lo
sviluppo che verrà non sarà certo lo stesso che ci ha portato
nell’abisso della recessione economica più grave dopo la Seconda
guerra mondiale. La
breve parentesi estiva ha
momentaneamente assolato e assopito le cose.
Tutto
si ripropone come era stato lasciato qualche settimana fa, la calura
non ha sciolto la crisi malgrado qualcuno si affanna nel dire che è
già in atto la ripresa, anzi, la “ripresina”. Siamo nel pieno di
una metamorfosi, di un
mutamento sospeso tra ciò che non è più e ciò che non è ancora.
La crisi ha prima attaccato e ora prova a demolire ciò che di più
intimo il territorio ha prodotto: le sue microimprese. I
dati di Movimpresa Unioncamere (Unione italiana delle Camere di
commercio) relativi alla graduatoria per tassi di crescita nel II
trimestre 2013 vedono la provincia di Ragusa all’ultimo posto, -194
imprese rispetto all’anno precedente. L’ISTAT ha certificato come
in provincia di Ragusa la disoccupazione giovanile (15/29 anni)
superi il 40%. Nell’insieme, la nostra regione economicamente non è
per nulla competitiva. Infatti, secondo l’annuale Indice di
competitività redatto dalla Commissione Europea la Sicilia è al
235° posto su 262. All’interno di questo quadro Vittoria cerca di
resistere come può.
Agricoltura
ed edilizia da sempre motori della nostra economia arrancano. Il mito
e la retorica della fascia trasformata è un lontano ricordo, questa
crisi ha sgretolato una vita da benestanti e svuota le case. I
giovani diplomati e laureati provano a fuggire perché qui non vedono
il loro futuro. Solo a Vittoria negli ultimi due anni sono scomparse
circa 100 imprese che operavano nel settore delle costruzioni (edili,
impiantisti). Attività che avevano in media 2 dipendenti e ognuna di
esse muoveva un piccolo indotto (tecnici, rivendite di materiale,
consulenti) Non considerando i redditi maturati dai titolari ma solo
gli stipendi dei dipendenti pari a 1000 euro ciascuno e facendo un
calcolo semplice (1000 x 2 x 100), è facile dedurre come in città,
mensilmente, mancano 200 mila euro, soldi che non vengono più spesi
per consumi. Questo spiega perché molti negozi e piccole attività
artigianali chiudono. Se non si trovano soluzioni per far ripartire i
consumi interni ci avvieremo velocemente verso la desertificazione
economica. Se la ripresina non produce occupazione è una falso
risveglio. Se non si rimette in moto l’accesso la credito stiamo
parlando di aria fritta. Se non si riduce il carico fiscale si
raccontano solo fanfaluche. Questa crisi non attende i tempi della
politica, avanza travolgendo, sta sbaragliando anche il sistema di
rappresentanza. Se qualcuno non l’avesse ancora capito ci troviamo
di fronte ad uno tsunami: come vogliamo affrontarlo con il salvagente
a mutandina? Con qualcosa di molto più consistente? Oppure
cavalcando l’onda come fanno i surfisti? Le responsabilità non
possiamo cercarle solo dentro i confini di questa città. Chi governa
a Palermo e a Roma dovrebbe avere il coraggio di spiegare cosa sta
facendo per l'economa reale, quella che crea lavoro e sviluppo nella
legalità. Questi saranno i temi dell’assemblea elettiva
quadriennale della sede territoriale CNA di Vittoria che si terrà il
20/09/2013 presso la sala congressi dell’Emaia. Temi che porremo
all’attenzione dei nostri amministratori, della nostra classe
politica e ai deputati del nostro territorio.
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