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sabato 2 dicembre 2017

Rocco Candiano nuovo presidente della Cna comunale di Vittoria


Rocco Candiano, 37 anni, imprenditore edile, sposato, due figli, è il nuovo presidente della Cna comunale di Vittoria. L’elezione ieri sera a conclusione dei lavori dell’assemblea cittadina degli associati che ha visto, tra l’altro, la significativa partecipazione del presidente nazionale Cna Daniele Vaccarino, del presidente regionale Cna Sicilia, Nello Battiato. A fare gli onori di casa il presidente territoriale Cna Ragusa, Giuseppe Santocono, con il segretario territoriale, Giovanni Brancati, oltre al responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. Quest’ultimo, nella sua articolata relazione, ha messo in luce tutti i punti deboli che interessano da vicino il comparto dei piccoli e medi imprenditori operanti in città che fanno i conti con i problemi determinati da una crisi che ancora stenta ad essere superata oltre che con i lacci e i lacciuoli della burocrazia, condita da una pressione fiscale inverosimile. “Mi darò da fare – ha detto il neopresidente Candiano – per cercare di rispondere a tutte le esigenze dei colleghi. E’ una situazione molto complessa quella che le imprese stanno vivendo oggi. Ed è necessario adottare contromisure adeguate con misure all’altezza della situazione. E per questo motivo chiediamo sostegno anche alle istituzioni”. Ai lavori dell’assemblea comunale della Cna di Vittoria ha partecipato anche il sindaco Giovanni Moscato che, nel suo intervento, ha ricordato quali sono i passi che sta compiendo la propria amministrazione sul fronte dello sviluppo economico. C’era anche il vicesindaco Andrea La Rosa e il consigliere comunale Salvatore Di Falco. Un secondo momento della serata, poi, è stato quello dedicato al dibattito a tre tra Vaccarino, Battiato e Santocono rispetto al fenomeno dell’emersione del lavoro nero e irregolare. “La piaga dell’abusivismo – ha ricordato Vaccarino – è un affare che mina alle fondamenta chi opera con regolarità. A livello nazionale abbiamo chiesto che possa esserci una interazione maggiore, da parte delle forze dell’ordine, con la nostra associazione per arrivare a puntare i riflettori su chi inquina il mercato e aiutarlo a venire fuori da una situazione che danneggia tutti gli altri”. Anche Battiato ha sottolineato che la Cna Sicilia porterà questo, come altri problemi, al tavolo delle trattative con il Governo regionale che si è appena insediato. Il presidente Santocono ha invece rammentato che la Cna chiede da tempo alla Prefettura di Ragusa di sviluppare un apposito percorso proprio per evitare che la situazione sfugga di mano.

mercoledì 29 novembre 2017

Il presidente nazionale Cna Daniele Vaccarino sarà venerdì sera a Vittoria per partecipare all’incontro sul tema “Non c’è ripresa senza economia legale” assieme al presidente regionale Battiato e territoriale Santocono.


E’ un momento di grande spessore quello che, promosso dalla Cna comunale di Vittoria, in collaborazione con la Cna territoriale di Ragusa, si terrà venerdì 1 dicembre, alle 19, presso la sala convegni dell’Emaia. L’associazione di categoria, infatti, in concomitanza con l’assemblea elettiva che dovrà procedere alla nomina del nuovo presidente comunale, ha promosso un confronto che si terrà subito dopo con la partecipazione di ospiti di assoluta caratura. Interverranno, infatti, il presidente nazionale Cna Daniele Vaccarino, il presidente regionale Cna Sicilia Nello Battiato e il presidente territoriale Cna Ragusa Giuseppe Santocono, per confrontarsi sul tema “Non c’è ripresa senza economia legale”. “Una questione – afferma Santocono – particolarmente sentita dalle piccole e medie imprese rispetto alla quale una associazione di categoria come la nostra, sempre attenta alle dinamiche e alla evoluzione delle questioni in campo, deve fare il possibile allo scopo di puntare i riflettori nella maniera più dettagliata possibile. E tutto ciò, tra l’altro, accadrà con la presenza dei massimi vertici nazionale e regionale della Cna. Come dire che la confederazione continua a riservare grande attenzione a questo lembo di Sicilia, portando le proprie esperienze e le proprie conoscenze al fine di contribuire ad avviare dei percorsi risolutivi che tutti auspichiamo possano essere concretizzati nella maniera più rapida possibile”. All’appuntamento saranno presenti le imprese del territorio ipparino e, più in generale, ragusano, oltre ai dirigenti e ai funzionari della Cna territoriale di Ragusa e delle sedi comunali.



Le Testate giornalistiche sono invitate a partecipare

PASTICCERIE ABUSIVE: VERTICE ALLA CNA


L’abusivismo sta diventando sistemico e trasversale, sta attaccando tutte le categorie economiche, le sta indebolendo in maniera significativa. Il fenomeno è così diffuso che sta colpendo addirittura settori impensabili come quello delle pasticcerie. E’ quanto emerso con forza nella riunione richiesta dalla categoria tenutasi lunedì scorso nella sede Cna di Vittoria. Presente anche il sindaco Giovanni Moscato in rappresentanza dell’amministrazione comunale. L’associazione di categoria, invece, era rappresentata dal responsabile territoriale Cna Agroalimentare Carmelo Caccamo, dal responsabile territoriale Cna Turismo e Commercio Alessandro Dimartino e dal responsabile organizzativo della sede comunale Giorgio Stracquadanio. Durante il confronto è venuto fuori che esistono attività illegali ben organizzate che possono contare pure su siti internet che promuovono le loro produzioni a prezzi super competitivi in barba alle norme ambientali, sanitarie, fiscali e previdenziali, senza fornire alcuna informazione sulle materie prime, sui tempi di preparazione e di lavorazione e sulla scadenza del prodotto. Insomma, un confronto impari che le imprese legali non possono assolutamente sostenere perché devono attenersi a normative molto rigide di tutela dell’igiene nella lavorazione e conservazione dei prodotti. E tutto mentre le autorità sanitarie monitorano costantemente il lavoro e gli ambienti di chi opera nella legalità per garantire la salute del consumatore, non intervenendo invece in alcun modo nei confronti di chi esercita in nero. E’ emersa, quindi, la volontà di avviare una serie di denunce presso le istituzioni preposte al controllo e nel contempo è stata sottoposta all'amministrazione comunale la volontà di organizzare una manifestazione di sensibilizzazione tesa a promuovere la salubrità e la professionalità delle pasticcerie artigianali di Vittoria, quelle che, insomma, da sempre operano nella legalità e nel rispetto delle norme.

sabato 25 novembre 2017

Usura Bancaria: incontro in Prefettura. Documento congiunto Cna comunale di Vittoria Sportello criticità bancarie



Incontro proficuo quello che si è tenuto lunedì 20 novembre alla Prefettura di Ragusa tra la CNA (rappresentata dal presidente territoriale Giuseppe Santocono e dal funzionario Giorgio Stracqudanio) e lo Sportello delle criticità bancarie (rappresentato dall’avv. Davide Guastella e dal presidente Giovanni Traina) da un lato, il Vice Prefetto, dott. Sindona, e il funzionario, dott. Vindigni, dall’altro. L’incontro richiesto in merito alle problematiche relative ai problemi di bancabilità di diverse imprese, alle denunce per usura bancaria e alle richieste di accesso al fondo antiusura gestito dal Ministero dell’Interno e di quello dei fondi di prevenzione all’usura. In primo luogo, la Prefettura ha dimostrato particolare attenzione a tutte le pratiche inoltrate dagli imprenditori di accesso al fondo e collegate alle denunce per usura depositate presso la Procura della Repubblica di Ragusa. Il dott. Sindona oltre a ribadire l’importanza delle denunce ha sottolineato come la prefettura verificherà se esistono le condizioni affinché le imprese che hanno fatto per usura bancaria possano comunque accedere ai fondi anti-usura, nonostante le archiviazioni disposte dal Tribunale di Ragusa; in particolar modo in tutti quei procedimenti in cui il Consulente Tecnico D’Ufficio (CTU), nominato dalla Procura, abbia evidenziato nella sua relazione l’esistenza dell’usura stessa. Le due associazioni, inoltre, hanno chiesto l’istituzione di un osservatorio permanente per la prevenzione dell’usura, come già fatto presso altre realtà territoria (vds Prefettura di Sondrio) e questo non solo per avere uno strumento per analizzare le dimensioni del fenomeno, ma soprattutto per attivare uno strumento capace di dare risposte alle imprese e famiglie interessate da questo problema. E’ stato ribadito dalla CNA come le diverse imprese che vivono questo problema, non essendo più bancabili, al momento hanno tre vie d’uscita o dichiarare fallimento e avviare la stessa attività in nero oppure rivolgersi agli usurai o peggio ancora mettersi in società con soggetti che devono riciclare denaro di provenienza illecita. Ed è proprio per evitare fenomeni di grande allarme sociale che lo Sportello ha richiesto che la Prefettura sia parte attiva, attraverso l’osservatorio, all’interno delle procedure attivati dai soggetti che vogliano accedere ai fondi di prevenzione dell’usura. Si tratta, infatti, di fondi rilevanti previsti dalla L. 108/1996 (circa 25 milioni di euro l’anno) che possono garantire a soggetti non bancabili e addirittura protestati un accesso al credito.

Un noto consorzio fidi del territorio ha a disposizione oltre 1 milione di euro, che non riesce ad utilizzare per il rifiuto delle Banche di erogare finanziamenti nonostante la garanzia dello Stato.
Ed è proprio l’osservatorio della Prefettura che potrebbe garantire il rispetto della Legge e l’accesso a detti fondi.

Le nostre associazioni continueranno a sollecitare le Istituzioni per dare risposte al nostro tessuto sociale ed economico.

lunedì 23 ottobre 2017

L'USURA C'E' MA NON SI VEDE? LETTERA APERTA DI UN NOSTRO ARTIGIANO


Abbiamo ricevuto questa testimonianza da parte di un imprenditore vittoriese, che ci ha chiesto di far conoscere la sua storia.
Come associazioni di categoria e osservatorio delle criticità bancarie non possiamo che far nostro questo sfogo e rilanciare il contenuto del nostro precedente comunicato stampa del 6 ottobre. http://www.sportellobancariotributario.it/archives/408
Abbiamo inoltrato quindici giorni fa la pec con la richiesta di incontro a S.E. il Prefetto e siamo fiduciosi che al più presto si possa avviare un dialogo costruttivo con le istituzioni.
Il ruolo delle associazioni è quello di farsi portavoce del disagio del territorio e del suo tessuto sociale e provare a dare risposte concrete. 
CNA comunale di Vittoria
Sportello delle criticità bancarie e tributarie – Vittoria


Sono un piccolo artigiano-imprenditore di Vittoria e lavoro da sempre nel settore edile.
La crisi economica sommata alle difficoltà della serricoltura ha fatto rallentare molto il mio lavoro in questi anni.  Da diverso tempo i pochi lavori che riesco a prendere sono a prezzi troppo bassi, tanti imprenditori infatti hanno deciso di operare totalmente in "nero" e per noi superstiti del lavoro in regola è iniziata una guerra al ribasso.  Questo è stato il motivo principale per cui, in attesa di tempi migliori, ho dovuto mantenere la mia attività utilizzando le scoperture che la banca mi ha da tempo accordato.  Non molto tempo fa il direttore mi chiama al cellulare; non posso dimenticare il suo tono e il suo ordine "deve rientrare immediatamente". Rimango pietrificato.  Non ho quella disponibilità di denaro e devo pagare i fornitori e i miei dipendenti. Mi reco subito in banca per capire come risolvere la situazione.  Dopo una lunga anticamera vengo ricevuto dal direttore, il quale inizia a parlare di rating, valutazioni sullo stato della mia attività e dopo un lungo preambolo di paroloni mi riferisce che i vertici della Banca non mi ritengono più un soggetto affidabile.  Dopo decenni in cui la Banca ha continuato a spremermi trimestre per trimestre ora sono diventato inaffidabile.Io ribadisco con forza che non ho la disponibilità di quelle somme e il direttore, senza battere ciglio, mi propone un finanziamento. A garanzia dello stesso, però, pretende il rilascio di una cambiale in bianco, firmata da mia moglie e da tutti i miei figli e una rinuncia a qualsivoglia contestazione in sede giudiziaria nei loro confronti. 
Insospettito dall'insolita richiesta vado via dicendo che devo pensarci.
Esco dalla banca tramortito e mi reco subito alla CNA di Vittoria, la mia associazione di categoria, la quale, dopo aver ascoltato la mia storia, contatta subito lo Sportello delle Criticità Bancarie con cui la stessa associazione collabora prendendomi un appuntamento.
Sempre alla CNA di Vittoria mi dicono che devo procurarmi tutti gli estratti conto che la banca mi ha inviato negli anni per farli analizzare dai tecnici dello Sportello. Procuro la documentazione richiesta che verrà esaminata da un esperto contabile.  Dalle verifiche viene fuori che dal 2005 al 2016 i tassi d'interesse che mi venivano applicati sul fido, in quasi tutti i trimestri sforavano la soglia di usura.
Avevo pagato molti più soldi i rispetto a quanti oggi la banca me ne chiede indietro, addirittura è la Banca ad essere debitrice nei miei confronti.  Comprendo allora perché la Banca pretendesse una cambiale in bianco e una firma di rinuncia all'esercizio di ogni azione nei loro confronti, erano consapevoli che nei conti ci fossero degli errori.  A quel punto mi rimanevano due strade: accettare l'accordo propostomi dalla banca oppure contestare la richiesta, denunciare l'istituto di credito e avviare l'accesso per il fondo antiusura. Scelgo la seconda.  Seguito dai legali dello sportello presento la denuncia presso la Procura della Repubblica di Ragusa e alla stessa allego i conteggi dove si evidenzia l'usura e nel frattempo faccio richiesta di accesso al fondo antiusura presso la Prefettura di Ragusa. A seguito di ciò la Procura nomina un Consulente Tecnico D'Ufficio (CTU) il quale nella sua relazione evidenzia che effettivamente c'è usura, le somme sono inferiori rispetto al conteggio dello sportello ma l'usura c'è.
Difronte a questa evidenza, il PM richiede l'archiviazione della denuncia e mi risponde che posso far valere le mie doglianze in sede civile, il giudice per le indagini preliminari, nonostante la mia opposizione, cosa fa? DISPONE L'ARCHIVIAZIONE.
Resto pietrificato come quando ho ricevuto la chiamata del direttore di Banca che mi ordinava di rientrare.
Ho avuto la forza e il coraggio di reagire legalmente ad un sopruso subito, avevo voglia e necessità di giustizia di fronte ad un abuso evidente, ma tutto è stato  mortificato e dissolto da un'archiviazione.
La rabbia è tanta e tale che il pianto che ne scaturisce non ha nulla di liberatorio ma è il verdetto peggiore verso le istituzioni di questo paese. 
Non voglio fare generalizzazioni, ed è giusto dire che non tutte le Procure in Italia affrontano il problema nello stesso modo, ma esiste un problema e va affrontato a tutti i livelli.

Oggi la mia impresa è nella condizione peggiore che mi potesse capitare: sono segnalato alla centrale rischi finanziari (CRIF), non posso accedere ai fondi antiusura, pur essendo un usurato.Non sono più bancabile. Non ho liquidità. Non posso più lavorare. Mi sono rimasti accanto la mia associazione di categoria la CNA e lo Sportello delle criticità bancarie, a cui ho affidato la mia storia. Loro mi sono stati vicini sin dal primo momento e quotidianamento sono costretti ad affrontare decine di storie come la mia.

Ho solo interrogativi in testa..... come devo continuare a svolgere l'unica attività che riesco a fare? Chiudo tutto e opero in nero? Oppure devo chiedere “aiuto” ad un usuraio? Oppure mi metto accanto un socio occulto che ha capitali da riciclare?
Lo devo confessare, al momento, non riesco a trovare risposte.



venerdì 6 ottobre 2017

USURA, SERVE MAGGIORE ATTENZIONE


Siamo estremamente preoccupati per quello che accade presso il Tribunale di Ragusa.
Svariati imprenditori hanno denunciato presso la Procura della Repubblica di Ragusa per usura diversi istituti di credito, supportati da perizie di parte e fiduciosi nella giustizia hanno chiesto che venissero accertati i reati di cui si sentivano vittima.
Molto spesso abbiamo assistito agli appelli delle Istituzioni a denunciare i fenomeni estorsivi e usurai, di converso vediamo una risposta non adeguata delle stesse Istituzioni una volta che vengono chiamate in causa.
E’ di ieri l’ennesimo decreto di archiviazione, questa volta a firma del GIP Dott. Andrea Reale, in merito ad una denuncia di un imprenditore vittoriese contro due istituti di credito per usura bancaria.
Nonostante il CTU incaricato dalla Procura (un ex funzionario della Banca d'Italia - Dott. Scattone) abbia accertato rilevanti sforamenti del tasso soglia usura in due conti corrente ed in un mutuo ipotecario di 350.000,00 euro da parte di due noti istituti bancariall’imprenditore viene negata Giustizia.
Ed anzi, oltre al danno anche la beffa.

Questi istituti infatti hanno azzerato la bancabilità di questa impresa iscrivendola nelle centrali di allarme interbancario. Unico canale di finanziamento per l’impresa rimaneva l’accesso alle agevolazioni previste dalla normativa antiusura, cui aveva fatto richiesta.
Nel momento in cui la Procura e i GIP del Tribunale di Ragusa archiviano tutti i procedimenti penali viene impedito nei fatti agli imprenditori di accedere alle agevolazioni previste dalle normativa antiusura e salta l’ultimo canale legale di accesso al credito.
La CNA di Vittoria e lo Sportello delle Criticità Bancarie e Tributarie nei prossimi giorni chiederanno un incontro urgente con il Prefetto di Ragusa, con il Presidente del Tribunale di Ragusa e con il Procuratore della Repubblica di Ragusa.

Documento congiunto, CNA Vittoria e Sportello delle Criticità bancarie e tributarie  

lunedì 2 ottobre 2017

Reagire, denunciare e non piangersi addosso


Ad oltre dieci giorni delle operazioni "Survivors" ed "Exit Poll", coordinate dalla DDA di Catania, dopo lo scompiglio iniziale che queste cose quasi sempre creano, il direttivo della nostra organizzazione sente il dovere di intervenire.
Va subito detto che la magistratura e le forze dell'ordine da tempo sono attente a questa zona. E' dal 1992 che si susseguono operazioni che puntano ad azzerare la forza intimidatoria dei clan, il problema però è che le persone arrestate negli anni, quasi sempre le stesse, dopo poco tempo sono nuovamente libere e ritornano a controllare il territorio e ad imporre le loro regole. Questa sorta di impunità ha rafforzato nel tempo la capacità dei clan creando tra gli operatori economici una paura che per molti versi è anche comoda.
La situazione adesso si è fatta ancora più pesante, oltre all'economia di Vittoria anche le sue istituzioni rischiano di vedersi inciso l'etichetta della mafiosità. Le tante attività sane di questa città non accettano più, giustamente, il marchio che è stato impresso a questo territorio. E' una situazione troppo pesante da reggere e da cui è difficile divincolarsi. Ma non accettare rimanendo immobili non è più possibile. Non vale più essere persone oneste per non sentirsi colpevoli.

Bisogna partire dalle cose più piccole, cominciamo a contrastare l'abusivismo che in questa città è presente e imperversa nelle varie attività. Non si può più pensare che tutti devono campare e che ognuno deve vivere la propria vita. Chi rispetta le regole, chi fa impresa legittimamente deve rifiutare questa logica e deve pretendere tutela dalle istituzioni. Le norme, le tasse, non le deve rispettare e pagare solo chi fa impresa legalmente. L'abusivismo - che è illegalità - non può essere un ammortizzatore sociale, qualcosa da giustificare. Si tollera l'abusivo, poi si tollera lo spaccio sotto casa, poi la richiesta di pizzo, poi l'imposizione della fornitura … e a furia di sopportare in silenzio la città tutta si è abituata ad una realtà di degrado complessivo. Bisogna credere nelle istituzioni preposte al controllo ma le stesse devono essere più attente. Fino ad oggi hanno fatto verifiche e punito le attività regolari. Essere in regola non può continuare ad essere una colpa. E' da qui che deve ripartire la rinascita di questa città. Questo è quello che vogliamo e dobbiamo fare come CNA. In passato lo abbiamo detto con forza ora è il momento di essere conseguenti. Piangersi addosso rimanendo immobili non ci risolleverà.

Direttivo CNA sede Comunale di Vittoria

mercoledì 27 settembre 2017

Riscossione Sicilia: maxi canone di locazione nessun servizio ai pensionati



“Leggere che Riscossione Sicilia paga oltre 30mila euro al mese per la locazione della sede di Ragusa crea un certo fastidio. Non fa che confermare quanto sia stata falsa la tanto sbandierata riduzione della spesa avviata dall'ente che ha prodotto la chiusura dei sportelli territoriali di Vittoria e Modica”. A dirlo il presidente della Cna pensionati Ragusa, Antonino Cavallo, assieme al responsabile Giorgio Stracquadanio. I quali sottolineano che “le locazioni di questi due sportelli pesavano appena 700/800 euro mensili per Vittoria e qualcosa in più per Modica. Cifre che non gravavano così pesantemente sul bilancio groviera dell'ente di riscossione. La scelta politica è stata chiara: si è preferito chiudere gli uffici e abbandonare i territori ipparino (Vittoria, Comiso Acate) e della Contea (Modica, Ispica, Scicli, Pozzallo). Una scelta che ha penalizzato soprattutto molti pensionati anziani, i quali, per regolarizzare le loro esposizioni messe a ruolo dai vari enti (Tares, Imu, Irpef, tasse automobilistiche, ecc.), ormai devono recarsi a Ragusa. La razionalizzazione delle spese è un obiettivo condivisibile nella misura in cui tiene in considerazione l'esigenza delle fasce più deboli del territorio. Con gli oltre 30mila euro al mese del canone per la sede di Ragusa si potrebbero mantenere uffici di riscossione nei 12 comuni della nostra (ex) provincia. Sarebbe opportuno che i candidati all'Ars, che stanno già riempiendo gli spazi pubblicitari con le loro facce e i loro slogan, si pronunciassero su questo problema che presenta una duplice questione: un canone eccessivamente elevato, un disservizio per l'intero territorio provinciale. Mai come in questo caso la tanto strombazzata “spending review” fa rima con spendi di più”.


Ufficio Stampa Giorgio Liuzzo

mercoledì 9 agosto 2017

PRG, rispondiamo senza far fatica all'ass. Nicastro.


La Sicilia del 08/08/2017

Il Prg emargina le imprese, mai titolo fu più azzeccato. Intanto l'ass. ing. Nicastro ha toppato nuovamente. E' una sua prerogativa. Prima sulla vicenda oneri d'urbanizzazione  ora sul PRG  Aveva l'occasione per rifarsi e invece ha voluto mostrare i "muscoli del capitano" (quelli di plastica e di metano), ha serrato la mascella e ha digrignato i denti, ma non ci ha fatto paura. Esordisce puntando il dito sulla Cna, rea di non essersi opposta ai vincoli del Piano paesaggistico. Ci viene da ridere (per non piangere). Assessore, nel settembre del 2010 la nostra organizzazione presentò alla provincia di Ragusa e al comune di Vittoria un documento contro i vincoli posti dal piano paesaggistico proprio nell'area Alcerito - Macconi. Una copia dovrebbe essere li nel suo ufficio, se ha tempo la cerchi. Siamo noi che gli giriamo la domanda:  quando presentammo quel documento lei dov'era? Aveva, per caso, qualche incarico tecnico/politico con la precedente amministrazione? Adesso,  giustamente, questo gioco non le piacerà, ma all'epoca con chi giocava? Ci accusa di difendere gli interessi dei nostri associati. Dove sta il problema? Difendiamo gli interessi, nell'ambito della legalità e del rispetto delle norme, di chi  liberamente, sceglie di associarsi alla nostra organizzazione. Le facciamo notare che la nostra proposta voleva dare regolarità a tante imprese che operano in quella zona da decenni e non cementificare. Lo "sgarbo" non è stato fatto alla Cna ma alle imprese che volevano uscire dal limbo in cui si erano e  sono state ri-cacciate. Sappiamo benissimo che le strada Alcerito è una provinciale servita in ogni suo lato da opere d'urbanizzazione primaria, anche nell'area vincolata paesaggisticamente. Quindi, dare la doppia destinazione d'uso, agricola artigianale/industriale, prima e dopo l'area posta sotto vincolo, era cosa fattibile, è mancata la volontà. Per essere ancora più chiari: avevamo chiesto la doppia destinazione d'uso per una zona di poche migliaia di metri quadri e invece, nello schema di massima approvato da una parte della maggioranza, la doppia destinazione d'uso, agricola/ residenziale-turistica, è stata pensata per un'altre area, di quasi due milioni di metri quadrati - DUE MILIONI -  che va da Baia del Sole a Macconi (riveda La Sicilia del 26/07/2017). Accusa noi di difendere gli interessi delle nostre imprese? Ma lei, che si esalta di fronte a questo schema di massima, chi difende?  Ricorda quando condivideva le tesi di quel partecipato convegno che la CNA organizzò nel giugno del 2012 in collaborazione con l'Istituto Nazionalie d'Urbanistica? Oggi ha cambiato idea? E' legittimo. Ci sta, ma lei cambia idea troppo spesso. Infine, ci risparmi le sue lezioncine ricche di pessimo sarcasmo e banali minimizzazioni, sono sottili cortecce che nascondono grandi insicurezze. Risponda invece ai dubbi che abbiamo sollevato in commissione (dubbi che ponevamo anche all'amministrazione precedente, ricorda?) attendono ancora una risposta. Li ribadiamo: lo schema di massima  mira al consumo di suolo eccessivo, è in netta contrapposizione col Paes,  considera poco il rischio sismico della nostra zona che abbonda di edifici da ristrutturare, non guarda alla riqualificazione delle periferie.  ... Cortesemente, risponda, se ha voglia, con con garbo ed educazione, altrimenti taccia e incassi le critiche.

Alla prossima. Buona Estate.

sabato 5 agosto 2017

PRG: le imprese di strada Alcerito possono attendere

  La zona interessata. La striscia gialla è una porzione della Strada Alcerito 
Si allontana, per ora, l'idea di doppia destinazione d'uso per le imprese della strada Alcerito. Lo schema di massima del Prg, approvato da buona parte della maggioranza, sancisce e ratifica ancora una volta l'emarginazione urbanistica ed economica di queste attività. La disponibilità politica mostrata da alcune forze presenti in Consiglio comunale e le aperture palesate dall'amministrazione si sono liquefatte”. Ad affermarlo, in un documento, è il direttivo della Cna comunale di Vittoria. Che aggiunge: “Voci di corridoio riferiscono che la nostra proposta, pur se apprezzata, non poteva essere tecnicamente percorribile. Il motivo? L'esistenza di un'area vincolata paesaggisticamente posta al centro della zona in questione. Quest'area è composta da un boschetto (indicato con la dicitura E1 nella legenda dello schema di massima). Questa piccola zona verde è circoscritta da un'area naturale per la tutela (indicata con E2), anch'essa sotto vincolo. A denti stretti ci è stato detto che se fosse stata riconosciuta la doppia destinazione anche dopo il vincolo, la Regione avrebbe bocciato lo schema di massima perché l'area vincolata, che taglia in due l'Alcerito, non può essere attraversata da quelle opere di urbanizzazione che sono utili alle tante attività insediate dopo la stessa. Pur fidandoci di ciò che ci è stato detto abbiamo visitato la zona in questione: certe cose non si guardano solo sulle mappe ma vanno conosciute vedendole, ascoltando e toccando con mano. Infatti, mentre il boschetto (l'area E1) non presenta antropizzazione, nell'area naturale per la tutela (E2), ricadono tre attività che producono imballaggi, due attività di commercializzazione d'ortofrutta, un capannone abbandonato, una (o due), aziende serricole e un'impresa di trasformazione della plastica dismessa. Sicuramente queste imprese sono nate prima che il vincolo venisse imposto. Ma, udite udite, queste stesse attività, da tempo, sono servite da opere di urbanizzazione primaria (strada, linea elettrica, linea telefonica, forse metano, realizzate da chi amministra) e presentano pure recenti riqualificazioni. In merito a ciò non ci va di esprimere alcun giudizio, la macroscopica evidenza messa a confronto con ciò che ci è stato detto (a denti stretti) non ha bisogno di aggettivi. Su una cosa però vogliamo essere netti: lo schema di massima approvato è uno strumento di pianificazione politica. Se le cose rimarranno così ci chiediamo quale visione e quale direttrice sarà data alle decine di attività di Alcerito? Perché c'è un ampliamento così grande della zona risorsa d, in particolare della zona Ard-47? Perché la doppia destinazione d’uso vale per alcune zone e non per chi ne ha realmente bisogno? Domande a cui qualcuno dovrà dare una risposta. Noi comunque non ci rassegniamo. Inoltre, le perplessità sullo schema di massima, che abbiamo manifestato alla commissione Assetto territoriale, rimangono ancora oggi senza risposta”.

sabato 22 luglio 2017

PRG, RISCHIO SISMICO E RIQUALIFICAZIONE DEL TERRITORIO



La volontà della nostra organizzazione è quella di alimentare un dibattito costruttivo sulla revisione dello schema di massima del PRG di Vittoria, anche con l'aiuto di ricercatori ed esperti che sono da tempo impegnati tecnicamente e professionalmente sui temi della salvaguardia del territorio e della sua riqualificazione ambientale e sociale. Riceviamo e pubblichiamo ampi stralci dell'analisi storico-scientifica redatta dal dott. Mario Mattia, sulla pericolosità sismica della nostra area. Ringraziamo il dott. Mattia per sua disponibilità.
Il dott. Mario Mattia è primo tecnologo presso Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia (INGV). da molti anni si occupa di ricerca nel campo della geodinamica e della tettonica della Sicilia e della ricostruzione delle modalità di risalita dei magmi nei vulcani attivi siciliani per mezzo di dati geodetici. Ha pubblicato diverse decine di articoli su riviste internazionali e per molti anni ha curato e gestito la rete GPS permanente dell’ Osservatorio Etneo INGV per il monitoraggio delle deformazioni del suolo siciliano sia in ambito vulcanico che simotettonico.

Definire, sia pure a grani linee, gli aspetti che concorrono alla definizione della pericolosità sismica di un’area, come quella della Sicilia sud-orientale, che è stata colpita da terremoti catastrofici è una operazione estremamente difficile, soprattutto se si considera che proprio quell’area è non solo densamente popolata, ma anche sede di alcuni tra i più importanti complessi industriali dell’intera Sicilia ed è, allo stesso tempo, vero e proprio motore economico della sia pur balbettante economia isolana.
Cominciamo col definire quali sono i tre aspetti principali che vanno considerati in questa valutazione:
1 Rappresenta un importante pezzo della zona di collisione tra Europa ed Africa
2 E’ molto vicina al vulcano più grande d’Europa
3 Nel passato è stata colpita da almeno tre grandi terremoti (1169, 1542, 1693)
Solo questi tre aspetti chiariscono che il contesto geodinamico di riferimento dell’area iblea è da considerarsi come estremamente attivo e di grande interesse scientifico. Sorvolo sugli aspetti legati alla geologia dell’altopiano perché, sia pur rilevanti, concorrono solo parzialmente alla valutazione (intesa come parametro “generico”, altrimenti la geologia diventa fattore imprescindibile) della pericolosità dell’area iblea. E’ sufficiente ricordare che parliamo di un altopiano calcareo che appartiene alla placca Africana che si mostra essenzialmente indeformato se non al suo bordo settentrionale e in alcuni settori “tagliati” da importanti sistemi di faglie ed è coinvolto nel processo di convergenza Africa-Eurasia. Che poi rappresenta l’autentico motore di tutte le manifestazioni (vulcani, terremoti) che ci interessano in questa trattazione.
La convergenza Africa-Eurasia si esplica, al confine tra l’area iblea e il resto della Sicilia, attraverso tassi di deformazione per fortuna assai limitati (1-2 mm annui) ed è da considerarsi residuale rispetto a quanto avveniva nel passato, quando la collisione avveniva proprio in quest’area ed i tassi deformativi erano certamente superiori. Allo stato attuale il “fronte” della collisione si è spostato più a Nord, lungo il bordo settentrionale della Sicilia, dove la presenza di terremoti con meccanismo compressivo testimonia una vivace geodinamica collisionale. La sismicità dell’altopiano ibleo è legata ad una complessa situazione strutturale che vede i terremoti di quest’area localizzati in specifiche aree:
  1. lungo la costa Ionica (sia a terra che in mare) e nel settore centro-orientale del Blocco Ibleo,
  2. ad Ovest nel settore settentrionale del sistema di faglie denominato “Scicli-Ragusa”,
  3. nella cosiddetta “avanfossa” Gela-Catania, ovvero nella “cerniera” che separa l’altopiano ibleo dal resto della Sicilia (area in cui ricade Vittoria).

… Dal punto di vista storico, non si può non parlare del grande terremoto che ha colpito la “Val di Noto” nel 1169, quando, Il 4 febbraio, si verificò una scossa dell'XI grado della scala MCS (Mercalli-Cancani-Sieberg), con epicentro in mare, lungo la costa tra Catania e Siracusa. Il numero complessivo di morti nella sola città di Catania oscillò tra i 15 e i 20mila, i villaggi più importanti e le città della Val di Noto, Piana di Catania e Val Demone furono tutti seriamente danneggiati. Catania, Lentini e Modica, furono totalmente distrutte. La città di Messina fu raggiunta da un maremoto prodotto dall'evento sismico e l'onda di marea risalì per 6 km il corso del fiume Simeto, distruggendo il villaggio di Casal Simeto che non venne mai più ricostruito. Modica, come Catania e Lentini, risultò quasi interamente distrutta. Le cronache storiche riferiscono di rilevanti modificazioni alla circolazione delle acque freatiche, con il completo inaridimento di alcune sorgenti e la comparsa di nuove.
Il terremoto del 1542 fu preceduto da una lunga serie di scosse, alcune delle quali molto forti, che ebbero inizio nell’ agosto dello stesso anno. Non disponiamo di molte notizie su questo terremoto, ma le fonti sono concordi nell’affermare che la scossa del 10 dicembre fu preceduta da un altro evento drammatico il 30 novembre alle 2 del mattino. In questa occasione furono ordinate numerose suppliche affinché si placasse l’ira «divina». La scossa del 10 dicembre fu devastante per tutta l’area a sud di Catania e i paesi più colpiti furono Melilli e Occhiolà (oggi Grammichele). Tutta l’area della Sicilia sud-orientale fu sconvolta da questo terremoto, che causò almeno 200 vittime. La risposta del governo spagnolo alle drammatiche condizioni delle migliaia e migliaia di profughi fu l’ordine di persecuzione dei colpevoli di reati di magia ed eresia, certa causa dell’ira «divina». (costruttori, tecnici, e politici dell'epoca che avevano permesso di costruire in modo dissennato erano gli angeli di Dio) ...
… Ma il terremoto che ancora oggi, anche grazie alle numerose testimonianze tramandate, terrorizza la gente della Sicilia sud-orientale è certamente quello (anzi, quelli…) del 1693. Catania, Sortino, Palazzolo Acreide, Scicli, Modica, Melilli, Lentini, Carlentini, Occhiolà, Avola, Noto e Augusta furono totalmente distrutte. A Vizzini e Ragusa crollarono due terzi degli edifici e i rimanenti erano inabilitabili. A Caltagirone crollarono la metà degli edifici. Crolli estesi si ebbero anche a Vittoria e Comiso. L’intera Sicilia Orientale (ma non si possono trascurare i danni subiti da molti edifici a Malta, Palermo, Agrigento e Reggio Calabria) era in ginocchio. Il più forte terremoto (M 7.4) dell’intero catalogo sismico italiano (che è uno dei più completi al mondo con i suoi oltre duemila anni di testimonianze) aveva compiuto la sua devastante opera.
Questa premessa spero abbia chiarito il perché trattare della pericolosità sismica della Sicilia sud-orientale è un vero e proprio problema, da trattare con le pinze che la scienza ci mette a disposizione. Non dimentichiamoci, tra l’altro, che il dibattito sulle “sorgenti” di questi terremoti, ovvero sui sistemi di faglie che li hanno causati è ancora molto vivace e ben lontano dall’ aver raggiunto un generale consenso. Molti questionano la localizzazione in mare delle principali scosse che hanno sconvolto la Sicilia Orientale e mettono invece a terra gli ipocentri. E questo, ovviamente non è un problema da poco nella valutazione del rischio sismico (che nasce dall’incrocio tra la pericolosità insita e geologicamente ereditata di un territorio e ciò che l’uomo vi ha costruito, indicato in termine tecnico come vulnerabilità) che presuppone una conoscenza approfondita e non ambigua delle sorgenti sismiche. “Dove ha tremato, tornerà a tremare” semplificava uno scienziato francese di qualche secolo fa. Ed è, purtroppo, vero.


Ho un ricordo devastante di un convegno sul rischio sismico nel Sud Est, svoltosi quando ero ancora uno studente universitario, e il mio docente di geofisica di allora ripeté queste parole ai tanti amministratori e politici intervenuti. Questi ultimi, quando il mio professore li invitò a considerare che un terremoto come quello del 1693 certamente si ripeterà in Sicilia Orientale prima o poi e dunque di provvedere ad elaborare politiche di uso del suolo e della qualità dell’edificato che considerassero questo aspetto, ricevette per tutta risposta una serie di risate, scatenate da uno di loro, il più importante e pomposamente seduto in prima fila, che, alzandosi, si voltò verso il pubblico e fece un volgare gesto, toccandosi i propri amuleti naturali.
Il professore si voltò a guardare noi studenti sconsolato e provò a replicare. Inutilmente.

Dalle conclusioni del dott. Mario Mattia si evince chiaramente che in tutta l'area della Sicilia Sud Orientale, quindi anche Vittoria, abbiamo costruito troppo e male. Non servono nuove costruzioni, non serve macinare altro suolo, Servono strumenti di pianificazione che guardino alla riqualificazione del territorio e in particolare del nostro patrimonio edilizio. ⁠⁠

I locali e le aree di attività artigianali non sono tassabili con riferimento alla Tari, la Cna comunale di Vittoria a confronto con il vicesindaco Andrea La Rosa


I locali e le aree di attività artigianali, industriali o commerciali, in cui si producono rifiuti speciali, con riferimento alla Tari (Tassa rifiuti), non sono tassabili. Questo è stato il tema dell'incontro avuto a palazzo Iacono tra il vicesindaco e assessore ai tributi del Comune di Vittoria, Andrea La Rosa, e il gruppo di lavoro sui tributi della Cna comunale (Giorgio Stracquadanio, Giuseppe Fatuzzo, Giuseppe Riolo). I commi 3 bis e 4 dell'art. 4.7 del regolamento sulla Iuc approvato dal consiglio comunale il 7 maggio 2015 sono chiari. Così come sono chiare le indicazioni date dalle risoluzioni del ministero dell'Economia e delle Finanze del 09/10/2014, prot. 38997, del 09/12/2014, prot. 47505, e la sentenza della corte di Cassazione, sezione tributaria n. 9858/16 del 13/05/2016. “Di fronte a tanta chiarezza normativa – sottolinea la Cna comunale di Vittoria – riscontriamo però una piccola indisponibilità da parte degli uffici del settore tributi ad applicare le esenzioni previste sia dalle norme che dal regolamento comunale. L'assessore La Rosa si è impegnato a verificare e ha sottolineato l'importanza del confronto con la nostra organizzazione e la valenza del tavolo sui tributi che proprio la Cna ha voluto. Infatti, l'amministratore, anche su nostra sollecitazione, vuole effettuare a breve un report su alcuni impegni assunti e sul condono che scade il 31 ottobre 2017. La Cna, comunque, vigilerà sulla corretta applicazione delle esenzioni che spettano alle imprese. Le norme vanno applicate sempre, anche quando sono poco favorevoli agli enti pubblici”. 

martedì 18 luglio 2017

Doppia destinazione d’uso per le imprese della strada per Alcerito: l'Amministrazione si attivi, per i titolari è impossibile partecipare ai nuovi bandi


Torniamo a ribadire con forza la nostra proposta di doppia destinazione d'uso (industriale o agricola) per i terreni e gli immobili delle diverse attività artigianali e commerciali che si sono sviluppate nel corso degli anni lungo la strada per Alcerito”. Lo dice la Cna comunale di Vittoria che si sofferma ancora una volta sulle previsioni contenute nello schema di massima del Piano regolatore generale che, tra breve, dovrà essere esitato dal civico consesso. “Attualmente – spiega la Cna comunale – ci sono due bandi aperti del Fers Sicilia 2014/2020 a cui alcune di queste attività potrebbero partecipare. Stiamo parlando di contributi per interventi di supporto alle imprese sia attraverso incentivi diretti, sia attraverso l'offerta di servizi, sia attraverso interventi di microfinanza e di aiuti alle imprese in fase di avviamento. Purtroppo, come abbiamo detto in passato, gli immobili e i terreni su cui insistono le diverse attività insediate in questo territorio, non essendo urbanisticamente in linea con l'attività che svolgono, non potranno, quasi sicuramente, partecipare a questi bandi che scadranno a breve. Abbiamo manifestato qualche settimana fa questa nostra preoccupazione ad alcuni capigruppo consiliari, al presidente del Consiglio comunale e al sindaco. Va sottolineato che esiste la volontà politica di affrontare e risolvere una questione oramai annosa per un pezzo importate della nostra economia. Serve però un'accelerazione. Le diverse attività non possono continuare a perdere occasioni di sostegno ai loro investimenti che creano occupazione produttiva e nuove opportunità di rilancio economico. E' urgente portarle fuori dal limbo in cui si sono e sono state cacciate”.

sabato 15 luglio 2017

Piano regolatore generale: per la CNA di Vittoria vanno riviste le previsioni.



Carta consumo di suolo ISPRA 2016

La rinascita economica di Vittoria parte dalla riqualificazione del suo patrimonio edilizio. La Cna comunale di Vittoria torna a ribadire la propria posizione sullo schema di massima del Prg. Secondo la relazione dello schema in questione, a  Vittoria sono state censite 34.793 abitazioni. 17.072 sono state realizzate negli anni del boom dell'abusivismo edilizio, quindi, in buona parte, non rispondono a nessuna norma sismica e/o di risparmio energetico. Alla città serve uno strumento di pianificazione urbana che punti alla rigenerazione e al recupero edilizio del 50% del costruito esistente. Per essere chiari: il nuovo Prg non può e non deve entrare in contrasto con un altro strumento di pianificazione: il Paes. Il Piano d'azione per l'energia sostenibile di Vittoria è stato da poco approvato dalla Commissione europea e si pone come obiettivo globale quello di ridurre entro il 2020 il 33% delle emissioni di Co2 nel territorio. “Facciamo notare – sottolineano dalla Cna comunale di Vittoria – come gli edifici (soprattutto quelli realizzati tra gli anni '70 e '80) siano responsabili del 40% del consumo totale di energia. Sono le principali fonti che generano Co2. Per questo è di fondamentale importanza avviare politiche di riqualificazione del costruito esistente se si vuole ridurre il consumo di energia e le emissioni di Co2 in questo settore. Altro elemento che fa aumentare l'anidride carbonica è il consumo di suolo. Vittoria, nell'ultimo rapporto Ispra (Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale), presentato il 22 giugno scorso alla Camera dei deputati, è la seconda città siciliana dopo Palermo per consumo di suolo (si veda allegato di pag. 150 del rapporto). E' evidente quindi contenere il perimetro della città, non farla crescere ulteriormente. Infine, in una città dove 17.072 edifici su 34.793 rispondono poco alle norme antisismiche, non bisogna dimenticare che Vittoria, nell'ordinanza del presidente del Consiglio dei Ministri n. 3274/2003, aggiornata con la delibera della Giunta Regionale della Sicilia n. 408 del 19.12.2003, è stata classificata come zona sismica di tipo 2, cioè un'area dove possono verificarsi terremoti di forte intensità. C'è moltissimo lavoro da fare sul costruito esistente per le nostre imprese del comparto costruzioni (edili e impiantisti), per questo chiediamo con forza al Comune di rivedere le previsioni di nuove edificazioni indicate nello schema di massima. C'è bisogno di un nuovo approccio, è utile modificare il modo di gestire il territorio. Un consistente contenimento del consumo di suolo, la riqualificazione energetica e statica dell'esistente sono le premesse per garantire una ripresa sostenibile attraverso l’edilizia di qualità, la rigenerazione urbana e il riuso delle aree dismesse”.


mercoledì 12 luglio 2017

Riqualificare le aree artigianali di Vittoria.Confronto tra CNA e il Sindaco Moscato.

“Riqualificare le aree artigianali di Vittoria (sia quella pubblica che quella privata) significa rispettare le imprese insediate nelle due zone”. Lo dicono i due portavoce per le zone artigianali della Cna comunale, Gianluigi Augurale e Salvatore Stracquadaini, dopo la riunione tenutasi ieri sera nella sede cittadina dell’associazione di categoria a cui ha partecipato il sindaco Giovanni Moscato. “Ci stiamo riferendo – spiegano i due – ad attività che hanno effettuato investimenti non indifferenti, che hanno creato posti di lavoro non precario, che hanno qualificato la loro condizione d'impresa e hanno migliorato le condizioni economiche della città. Tutto questo deve meritare attenzione e rispetto”. Erano presenti diversi titolari di imprese che operano nelle due aree di insediamento produttivo che hanno potuto così dialogare con il primo cittadino dando vita a un confronto non polemico, aperto, chiaro, senza fronzoli. Gli artigiani hanno chiesto rispetto per i loro investimenti e quindi una maggiore pulizia delle aree artigianali, la riattivazione dell'illuminazione pubblica, un maggiore controllo delle zone in questione, la sistemazione dell'impianto idrico dei suddetti siti magari prevedendo l'installazione di colonnine antincendio, la risistemazione dell'impianto fognario e quella del manto stradale. E' stata anche evidenziata al sindaco l'esistenza, nell'area artigianale pubblica, di una strada, oggi coperta da una fitta vegetazione spontanea, che permetterebbe di migliorare la viabilità della zona. Il primo cittadino, nel recepire positivamente le legittime richieste provenienti dagli imprenditori, ha assunto l'impegno di verificare ciclicamente la manutenzione delle due aree di insediamento produttivo. La Cna continuerà a pungolare positivamente l'amministrazione comunale. “Il nostro unico interesse – hanno spiegato Augurale e Stracquadaini – è quello di potere contare su zone artigianali presentabili, dignitose, capaci di valorizzare gli investimenti fatti. Il successo e la crescita delle Pmi dipende dal loro sentirsi parte integrante di una società che le rispetta e le valorizza”.

sabato 24 giugno 2017

Schema di massima del PRG: La CNA propone la doppia destinazione d'uso per gli immobili delle attività economiche della zona Alcerito.


Doppia destinazione d'uso (industriale o agricola) per i terreni e gli immobili delle diverse attività artigianali e commerciali che si sono sviluppate nel corso degli anni lungo la Strada Alcerito. Questa la proposta che la CNA ha avanzato ai capigruppo in consiglio comunale presenti all'incontro voluto dalla nostra confederazione. Al presidente del Consiglio comunale , Andrea Nicosia, al capogruppo Alfredo Vinciguerra e Peppe Nicastro (Di Falco del Pd e Barrano di Riavvia Vittoria erano assenti per motivi personali, il resto non è pervenuto) è stato fatto notare che in una striscia di terreno agricolo lunga oltre 10 chilometri, che si estende dal mercato ortofrutticolo in poi, sin dagli anni '70,  accanto ad aziende serricole,  si sono impiantate diverse imprese che operano nel settore degli imballaggi, della logistica e dei servizi all'agricoltura. Ad oggi questi immobili non hanno ancora una giusta destinazione d'uso. Questo ha impedito e impedisce ai titolari di queste attività di poter accedere a contributi comunitari, finanziamenti e agevolazioni varie. Regolarizzare questa condizione, oramai anomala, è un atto quasi doveroso. Pare che finalmente ci sia la volontà politica di farlo. Infatti, l'osservazione della CNA è stata accolta positivamente dall'amministrazione e da tutte le forze politiche. Intanto lo schema di massima del nuovo prg  è stato approvato dalla commissione “assetto territoriale”, questo significa che a breve l'atto verrà portato in consiglio comunale. La CNA è già impegnata in una forte opera di sensibilizzazione tra le imprese di quella zona per portarle fuori dal limbo urbanistico in cui si sono e sono state cacciate. stiamo invitando i titolari di attività della zona Alcerito a sottoscrivere la nostra proposta che invieremo all'amministrazione e ai gruppi politici presenti in consiglio. Il rilancio dell'economia passa per atti e scelte politiche che rimettano ordine e creino nuove possibilità di sviluppo e di progresso per la città e per le sue imprese. 

martedì 13 giugno 2017

Schema di massima del Prg di Vittoria, imprese della zona Alcerito: quale destinazione?

“Ritorniamo a parlare dello schema di massima del Prg di Vittoria per sottoporre all'attenzione dell'Amministrazione comunale e delle forze politiche presenti in città altre considerazioni sullo strumento di pianificazione”. Lo dicono il presidente della Cna comunale di Vittoria, Giuseppe La Terra, e il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio, a proposito dello strumento concernente il Piano regolatore generale prossimo alla discussione in Consiglio comunale. “I terreni e gli immobili delle numerose attività artigianali, commerciali e industriali (tutte a supporto dell'agricoltura) nate e sviluppatesi negli anni ai lati dello stradale per Alcerito, che insistono su suolo agricolo – si chiedono i vertici dell’associazione di categoria – potranno finalmente avere la loro legittima finalità urbanistica? In una lingua di terra lunga circa 10 chilometri, dopo l'area naturale protetta individuata dal piano paesistico, sono stati realizzati, negli ultimi trent'anni, degli opifici su terreni agricoli che non hanno ad oggi una giusta destinazione d'uso. Questo ha impedito e impedisce ai titolari di queste imprese di poter accedere a contributi comunitari, finanziamenti e agevolazioni varie. Come Cna pensiamo che sia arrivato il momento di fare uscire dal limbo queste imprese. Abbiamo già avviato un confronto con alcuni titolari di attività che ricadono in quest'area ed è emersa l'esigenza di interloquire con l'Amministrazione e con le forze politiche presenti in Consiglio comunale per capire se esista la volontà politica di regolarizzare un'anomalia che ha penalizzato e rischia di continuare a penalizzare il nostro territorio”.

lunedì 12 giugno 2017

PRG schema di massima: riceviamo e pubblichiamo le considerazioni dell'arch. Rosario Cilia


Le nostre analisi e le nostre proposte sullo schema di massima del PRG, presentate il 6 giugno alla Commissione consiliare "Assetto Territoriale", hanno suscitato una certa attenzione da parte dei gruppi consiliari. Il tema è ovviamente stimolante, infatti, oltre alle nostre proposte, tra gli addetti ai lavori si sta avviano un dibattito interessante che è importante conoscere.  L'arch. Rosario Cilia ci ha inviato le sue riflessioni che ospitiamo nel nostro blog. Quanti sono interessati all'argomento possono inviarci i loro scritti. Il confronto è importante, è segno di maturità, è crescita personale, è crescita sociale. 

da PensieriParole <http://www.pensieriparole.it/aforismi/vita/frase-146752>
CHI CI SALVERÀ DALL’URBANISTICA PEREQUATA ?
Il processo di formazione di un Piano Regolatore inizia con la formulazione prima e l’approvazione poi, delle “direttive generali” da osservarsi nella stesura dello strumento urbanistico, ed a cui il progettista deve obbligatoriamente uniformarsi.
Tale atto viene definito ed approvato dal Consiglio Comunale, e dunque è per sua natura un documento innanzitutto politico. Anche l’adozione e l’approvazione del PRG avviene in Consiglio Comunale dopo che una maggioranza ne ha condiviso le finalità di politica urbanistica.
Dunque nella formazione di un piano regolatore, si deve fare riferimento non solo a questioni tecniche, ma soprattutto a quelle di natura politica, tanto è vero che gli obiettivi che vengono assunti dal piano fanno parte dell’insieme dei valori che una pubblica amministrazione intende tutelare e promuovere per la propria comunità.
A questo punto appare del tutto evidente che il piano urbanistico non può essere inteso solo come un elaborato tecnico che un Comune è tenuto a redigere per il rispetto di un obbligo di legge, né tantomeno può essere considerato uno strumento politicamente neutro.
Se dunque le cose stanno così, come è mai possibile che il PRG oggi in preparazione, pur essendo passato al vaglio di tre differenti amministrazioni, risulta sempre uguale a se stesso nell’impianto politico-culturale, negli obiettivi strategici, nelle finalità che intende perseguire, nell’idea di futuro che prefigura per la città?
Si può forse sostenere che l’amministrazione Aiello, che ha avviato questa nuova variante generale, fosse politicamente simile a quella Nicosia? Tutti ricorderanno i forti contrasti fra i due ex sindaci. Oppure si può dire che l’attuale amministrazione Moscato non differisca poi molto da quella Nicosia? Niente di più fuorviante.
Allora come spiegare questa uniformità di vedute se non costatando che tutte e tre le amministrazioni hanno delegato al coordinatore della progettazione del PRG sia il ruolo politico, che non gli compete, che quello tecnico? E ciò è accaduto nel momento in cui quasi tutti gli amministratori vittoriesi che si sono succeduti in questi anni hanno condiviso l’idea che l’urbanistica perequata, invece che una tecnica, fosse un principio disciplinare attorno al quale costruire l’intero impianto urbanistico del piano.
Senza voler stare qui a ricordare cosa si intende per urbanistica perequata, si vuole invece sottolineare che tale tecnica orienta i piani verso politiche di forte espansione edilizia piuttosto che di riqualificazione della città costruita, quale oggi è l’orientamento disciplinarmente più accreditato e condiviso.
Dunque nel nostro PRG è diventato fondamentale l’uso degli strumenti e degli apparati metodologici utili a stimare la futura popolazione insediabile nel comune nel periodo di validità del piano (5 anni). Ed è a partire da tali dati che nella relazione generale dello schema di massima della variante al PRG che si costruisce il suo dimensionamento. Infatti a pagina 91 così si legge: ”si ritiene pertanto, in prima approssimazione, di poter riconfermare il valore di 70.412 unità alla base del dimensionamento del nuovo Piano”. E considerato che nel 2016 la popolazione residente era di 63.630 abitanti è stato valutato che nei prossimi 5 anni la popolazione crescerà di circa 6800 abitanti.
Ma anche nella relazione generale dello schema di massima del 2014 a pag. 90 si legge: “si ritiene pertanto, in prima approssimazione, di poter riconfermare il valore di 70.412 unità alla base del dimensionamento del nuovo Piano”. E considerato che nel 2014 la popolazione residente era di 63.092 abitanti nei futuri 5 anni la popolazione sarebbe dunque dovuta crescere di 7.300 abitanti circa.
Ed ancora nelle direttive generali per la redazione della variante generale del PRG del 2008 a pag. 62 così si legge: ”si ritiene pertanto, in prima approssimazione, di poter riconfermare il valore di 70.412 unità alla base del dimensionamento del nuovo Piano”. E considerato che a fine 2007 la popolazione residente era di 61.750 abitanti nei successivi 5 anni la popolazione sarebbe dovuta aumentare di 8.660 abitanti circa.
A questo punto è del tutto evidente che le previsioni di popolazione proposte nelle varie edizioni della medesima relazione non sono per niente credibili, così come risultano stupefacenti le argomentazioni proposte a pag.123, sempre nella relazione del 2017, ed in cui si afferma che: “tenendo conto, inoltre, nella determinazione del numero di vani necessari, della necessità di adeguamento del patrimonio edilizio esistente per esigenze igienico, funzionali e statiche e dell’introduzione dell’iter legislativo che prevede l’istituzione del cosiddetto “fascicolo del fabbricato”, si sono stimati in 52.100 gli abitanti insediabili nella struttura urbana consolidata (zona A e B) rispettivamente a Vittoria centro (circa 47.760 ab.) e a Scoglitti (circa 4.340 ab.). E’ possibile, pertanto, valutare in circa 18.000 gli abitanti da insediare (presenti e futuri) nelle aree di espansione che definiremo “aree risorsa” in applicazione del sistema perequativo posto a base del presente Piano”.
Insomma, con una sorta di gioco di prestigio, si è dunque passati dalla necessità di insediare a Vittoria nei prossimi 5 anni 6.800 abitanti a 18.000. In altre parole bisognerebbe trovare casa ad una popolazione di poco superiore a quella residente in tutto il comune di Ispica e di poco inferiore a quella del comune di Pozzallo.
Ma quanto territorio si prevede di impegnare per dare seguito alle previsioni dichiarate? La tabella a pag. 127 della relazione generale riassume i dati di superficie e di popolazione necessari, che ordinatamente sono pari a 4.670.340 mq (467 ettari circa) ed a 17.281 abitanti, con un taglio netto di circa 280.000 mq (28 ettari) e di 1.000 abitanti circa, rispetto alla medesima tabella della relazione generale del 2014 (giunta Nicosia). Di tale aggiustamento non si trova nella relazione alcun elemento giustificativo.
Ma l’impegno di 467 ettari di terreno, che è una risorsa non rinnovabile, è una quantità enorme considerato che oggi si ragiona per i PRG di un consumo di suolo pari quasi a zero. Tale principio risulta condiviso in Europa ma anche dalla recente legislazione nazionale (DDL già approvato dalla Camera dei Deputati) e dalle leggi regionali di Toscana e Lombardia, che concordemente si stanno muovendo per il raggiungimento di tale obiettivo in un futuro non lontano.
È poi sbagliata l’idea, del resto non nuova, di predisporre nei PRG aree, ad esempio, per l’insediamento di attività industriali in gran quantità, sicuri che questa scelta possa poi avviare importanti processi di industrializzazione, così come è altrettanto falsa l’asserzione che mettere a disposizione nelle aree costiere una smisurata disponibilità insediativa, possa sviluppare significativamente il turismo, che invece ha bisogno di qualità e bellezza.
Se si formulano previsioni di popolazione numericamente assai importanti, allora anche le aree per attrezzature, visto che sono funzione della popolazione, dovranno essere quantitativamente rilevanti, e per conseguenza anche quelle soggette ai processi perequativi.
Ma l’urbanistica perequata doveva essere, tra l’altro, uno strumento in mano ai Comuni utile, soprattutto, a compensare la carenza delle risorse economiche necessarie ad acquisire le aree per il soddisfacimento degli standard urbanistici. Doveva servire a contribuire ad eliminare il deficit di superfici per attrezzature e spazi collettivi rispetto alla popolazione già insediata, piuttosto che di quella futura, che normalmente è quantitativamente assai modesta.
Del resto nelle direttive generali deliberate nel 2008 così si stabiliva: “Si precisa pertanto che la tecnica di perequazione che si intende attuare nel nostro Comune non è quella che utilizza un meccanismo applicativo generalizzato esteso all’intera città, ..............ma quella che come sopra esplicitato, distingue gli ambiti di trasformazione nei quali il Comune prevede l’attuazione degli interventi ammessi mediante modalità perequative da quelli che non richiedono tali tecniche”. Perché il PRG non si è uniformato a questa direttiva?
A cosa può servire, allora, una così elevata previsione di aree di espansione se non a far crescere il mercato dei suoli ed a farne lievitare i prezzi, e contemporaneamente a liberare quote importanti di rendita fondiaria? E questa è da considerare una “risorsa” per tutti i cittadini vittoriesi, o solo per i proprietari dei suoli?
Assieme allo schema di massima del PRG sarebbe utile conoscere anche i risultati fino ad oggi conseguiti dalla procedura di Valutazione Ambientale Strategica (VAS), considerato che è parte integrante dei processi di formazione del piano. Un tema questo di grande rilevanza poiché tale processo è finalizzato a valutare “in anticipo” le conseguenze ambientali connesse alle decisioni assunte dal PRG.
La VAS ha quindi la funzione di migliorare le scelte di piano attraverso una valutazione comparata di differenti soluzioni di intervento, al fine di verificare il complessivo impatto ambientale, e quindi la diretta incidenza sulla qualità dell’ambiente in cui i cittadini vivranno.
Per Vittoria non serve una politica urbanistica espansiva, ma piuttosto una che si faccia fortemente carico degli interessi collettivi, e tale risulta solo se difende il territorio dalle aggressioni speculative, se bandisce dal piano modalità insediative che comportano eccessivo consumo di suolo, se incentiva la rigenerazione urbana anche attraverso regimi fiscali di vantaggio, se si impegna a realizzare l’edilizia sociale (case popolari), se cura e valorizza i segni che la storia ha tracciato sul territorio, se tutela i sistemi naturali, se favorisce l’edilizia di qualità (per consumo energetico e materiali utilizzati), insomma se persegue l’obiettivo di una pianificazione sostenibile, anche come atto di responsabilità per le generazioni future.
                                                                                                       arch. Rosario Cilia

06-06-2017.

mercoledì 7 giugno 2017

Prg: la Cna comunale ha consegnato un documento alla commissione Territorio e Ambiente


Il Piano Regolatore Generale di un territorio, così come definito dalle norme urbanistiche, è lo strumento di pianificazione che regolamenta l'uso del suolo secondo i principi di razionalità urbanistica. Il fatto che l'amministrazione abbia scelto di avviare un confronto sullo schema di massima della variante del PRG è un atto di democrazia diretta che non può essere sprecato o reso vano. La CNA di Vittoria intende partecipare attivamente a questo confronto dando il suo contributo, provando a coniugare istanze delle imprese e sviluppo armonico del territorio.


La lettura della relazione che accompagna le tavole del nuovo schema di massima (valutato positivamente dalla giunta comunale il 13/04/2017) ha spinto il gruppo di valutazione attivato dalla nostra organizzazione verso alcune considerazioni.
  • Dal rapporto redatto dai tecnici incaricati si evince, in prima battuta, una volontà di recupero del territorio e del costruito esistente. Infatti, nel capitolo delle stime del fabbisogno residenziale, a pag 105 si legge: Il nuovo Piano Regolatore Generale deve necessariamente fare i conti con questa realtà e con il costruito precario che si è diffusamente impiantato sul territorio. Necessita, in altri termini, un nuovo e dinamico strumento urbanistico che più che non si limiti alla mera previsione di nuovi spazi di edificabilità, ma che sia introduttore di nuove vie gestionali per il recupero dell’esistente, per l’eliminazione di cubatura inutile ed improduttiva anche attraverso forme di incentivazione e per ridisegnare la forma urbana di Vittoria anche a partire dalle sue eccellenze”. Nelle pag 109, 110 e 111 viene illustrata e analizzata l'indagine del patrimonio edilizio esistente, qui si evidenzia come a Vittoria vi siano 34.793 abitazioni. Di queste soltanto 22.192 sono occupate. Siamo, quindi, di fronte ad una elevata componente di abitazioni, 12.601, “… non utilizzate o non occupate da residenti. Questo dato rappresenta un indicatore molto significativo del potenziale riuso del patrimonio fisso esistente nel comune”. A pag. 112 l'idea di recupero manifestata poco prima subisce una rilevante quanto anomala mutazione, infatti si legge: “... il piano regolatore generale non può considerarsi come uno strumento rigido e non può solo limitarsi a valutare l'offerta esistente o residuale rispetto al precedente strumento urbanistico generale, per il nuovo P.R.G. di Vittoria, anche a fronte dell’andamento demografico rassegnato, sono stati tenuti nel dovuto rilievo gli incrementi dimensionali indotti dagli interventi infrastrutturali ed economici programmati, primi fra tutti l’intervento di riconversione dell’ex base militare di Comiso trasformata in aeroporto civile, l‘autoporto, il porto di Scoglitti, ovvero infrastrutture ad alto valore di attrattore che rendono oggi il territorio di Vittoria espressione dell’incrocio di crescenti interessi e interventi di trasformazione. In pochi capoversi, si passa dall'idea di “recupero”, al concetto del “non limitarsi all'esistente residuale” (12.601 abitazioni non occupate sono residuali?). Poche pagine dopo, esattamente a pag. 122, la nuova tesi trova conferma: E’ possibile, pertanto, valutare in circa 18.000 gli abitanti da insediare (presenti e futuri) nelle aree di espansione che definiremo “aree risorsa” in applicazione del sistema perequativo posto a base del presente Piano. Secondo i tecnici che hanno redatto lo schema, Vittoria, grazie al valore attrattivo dall'asse infrastrutturale aeroporto di Comiso, autoporto di Vittoria e porto di Scoglitti, potrebbe crescere in modo consistente. Vogliamo subito evidenziare che lo sviluppo e la relativa ricaduta nel territorio di queste tre strutture risulta essere ancora in uno stato ricco di ipotesi ma privo di certezze. Da tempo, e per tutta una serie di motivi, queste tre opere sono poco funzionali e non si intravede nel medio luogo termine un loro espansione (approfondiremo più avanti, punto sulla viabilità). Pertanto, le valutazioni dei progettisti ci sembrano un po' contraddittorie e un tantino sovradimensionate. Secondo noi quest'analisi, per alcuni versi discordante, serve, forse, a giustificare un'esigenza sia delle vecchia amministrazione che dall'attuale: reperire, grazie alla perequazione, aree che servono per servizi o per realizzare opere d'urbanizzazione e infrastrutture. Questa esigenza viene soddisfatta solo consumando altro suolo. Infatti, se si guarda la tabella delle aree risorsa (pag 126) e si sommano le superfici territoriali di Vittoria e Scoglitti, viene fuori un utilizzo complessivo di nuova superficie pari a circa 7,5 milioni di mq, di cui 3,4 a milioni di mq sono aree da cedere per servizi, il resto è superficie fondiaria. E' una scelta in netta controtendenza rispetto alle direttive della Commissione Europea che indicano un consumo di suolo pari a zero (si vedano le “strategie tematiche del suolo 2006” e il rapporto sull'attuazione del 2012 su http://www.isprambiente.gov.it).Come CNA non siamo contro le nuove costruzioni ma pensiamo che l'ulteriore crescita della città sia poco sostenibile economicamente e socialmente. E' già difficile governare l'esistente (rifiuti, acqua, servizi vari). Il costruito di Vittoria, che è tanto ed è pure datato, chiede una forte riqualificazione. Facciamo inoltre notare come ci sia molto invenduto nelle nuove realizzazioni. Le banche, da tempo, non concedano più mutui per acquisto casa perché né hanno in carico già parecchi, alcuni in sofferenza. Inoltre, il valore degli immobili si è ridotto non solo per la crisi ma anche per l'aumento della tassazione sulla casa (Imu, Tari, etc.). Per essere chiari la nostra posizione si basa su un concetto semplice: c'è tanto da edificare sull'edificato. La crisi in questi anni ha divorato solo le microimprese del settore costruzioni. Gli artigiani attivi del comparto hanno intuito come questo momento di difficoltà durerà ancora e gli unici segnali di ripresa del settore arrivano dalle ristrutturazioni dell'esistente. Serve quindi un piano che punti di più a migliorare l'edificato consolidato, sia esteticamente (piano colore) sia in modo ambientale/energetico (cappotto/energie alternative). Uno strumento che guardi con attenzione alla riqualificazione urbanistica e sociale delle nostre periferie, luoghi dove oggi abita la maggioranza dei cittadini di Vittoria. Nella relazione Il concetto di “piani di recupero” dei “sistemi urbani marginali” è appena accennato (pag 142). Non si può più sottovalutare lo stato di degrado dei nostri quartieri periferici. Negli anni sono diventati le zone dove la qualità della vita si è abbassata tantissimo perché chi ha amministrato non ha investito né tempo né denaro per la loro manutenzione. Sulle periferie serve un cambio di rotta significativo. Alla città serve quindi uno strumento che rimetta in moto l'economia locale e la qualifichi. Accanto a questo va anche affiancato un nuovo modo di costruire orientato verso immobili serviti da fonti energetiche rinnovabili, sicurezza sismica e bioedilizia, prevedendo per questo regolamenti e agevolazioni (vedi riduzione oneri di costruzione). 

  • Altro tema che merita un'attenta valutazione è quello della mobilità. A Vittoria movimentare persone e merci è un fattore di alta criticità. A nostro avviso, guardando la tavola 5C, ci sembra che la viabilità, soprattutto quelle delle merci, venga soffocata ulteriormente. Nella relazione dello schema di massima, a pag. 135, si suggerisce una intermodalità gomma/treno, treno/aereo, gomma/aereo. Il settore treno riveste secondo gli autori un ruolo di primo piano. Facciamo notare che lo stato delle strutture ferroviarie del nostro territorio (Siracusa Gela) va oltre il concetto dell'abbandono. Ferrovie dello Stato non ha nessuna intenzione di investire in questo territorio (la vicenda dei passaggi a livello che ciclicamente solleviamo è emblematica). FS, negli ultimi anni ha soppresso le linee del trasposto cargo (2008/2011) e ha chiuso alcune stazioni ferroviarie della nostra provincia. I dirigenti del gruppo FS hanno manifestato apertamente la volontà di non investire in questa zona nella conferenza di servizi fatta alla Provincia il 16/05/2012. Per quanto riguarda l'aeroporto di Comiso, è un ottimo investimento che rende pochissimo (bilanci in forte perdita). Il vicesindaco La Rosa ha espresso dubbi sul futuro di questa struttura (si veda articolo del 31/05/2017) e la Commissione Europea lo ha escluso dagli aiuti di Stato utili a farlo funzionare meglio (corrierediragusa.it del 04/06/2017) Sulla viabilità stradale ci sono diversi progetti in campo e Vittoria, grazie anche all'autoporto, in futuro potrà essere servita dignitosamente. E' fin troppo evidente che il suggerimento gomma/treno, treno/aereo, gomma/aereo sia poco attuabile. Mentre è molto più fattibile l'intermodalità con il mare: porto di Pozzallo, porto di Augusta e porto di Catania. Tre strutture in pieno sviluppo a cui l'economia della città deve collegarsi. In questo modo l'autoporto diventerebbe la struttura di riferimento. Serve una programmazione diversa per evitare che lo stesso diventi l'ennesima cattedrale nel deserto.

  • Nella relazione vengono citati gli strumenti di pianificazione sovracomunale, tra questi c'è il PRG del Terzo polo industriale. A pag 93 si legge: “ ... il progetto consiste in un'area di mq. 146.108,84 per gli insediamenti, perimetrata da strade di previsione del P.R.G. vigente o esistenti, suddivisa in 31 lotti accessibili dalla viabilità del piano che si innesta nella S.S. n. 115... “ Il destino di questa area industriale, finanziata con 2,5 milioni di euro dai fondi ex Insicem, è stato caratterizzato sin dall'inizio da problemi e difficoltà di ogni tipo. La nostra organizzazione ha vigilato e difeso i fondi per questa infrastruttura che rischiavano di approdare verso altri lidi. Nel 2016 queste somme sono state prese in carico dal comune di Vittoria il quale ha ritenuto il progetto dell'area industriale non più “fattibile”. I fondi (difesi dalla CNA) verranno utilizzati per altre infrastrutture. Vista la scelta fatta: che senso ha considerare nello schema di massima il PRG del fu Terzo polo industriale di Vittoria?
  • Un motivo ricorrente nella relazione è il concetto di qualità ambientale che diventa qualità attrattiva. I progettisti citano più volte e in diversi modi questa frase perché vedono nel turismo l'elemento economico su cui avviare un rilancio del territorio. A pag 70, mettono in evidenza lo “... squilibrio fra il potenziale di attrazione turistica costituito dal rilevante patrimonio di risorse naturali, paesistiche, culturali, artistiche, ecc. e il tasso di loro utilizzo e fruizione da parte dei turisti. Andando ad approfondire il tema servizi si osservano chiari elementi di criticità sui quali dover lavorare.” Effettivamente qui di lavoro da fare c'è n'é tanto. Intanto bisognerebbe avviare la riqualificazione funzionale della zona portuale di Scoglitti e delle aree ad essa collegate. Nella relazione si parla molto di questa struttura ma non si capisce come nella futura pianificazione possa avere un ruolo visto che è ancora fortemente incompleta e priva di quei servizi essenziali che la rendono, agli occhi dei diportisti fruibile e interessante. Turismo significa anche strutture ricettive soprattutto nella frazione di Scoglitti. Attualmente nella nostra area vi sono pochissime strutture alberghiere, di contro, invece, abbiamo una buona offerta extralberghiera (B&B) cosa che viene evidenziata nella relazione (si veda pag 81). Noi pensiamo che bisogna guardare con attenzione a questo modello è puntare al suo miglioramento e al suo sviluppo. Servono misure che guardino all'ampliamento delle strutture attuali. Va incentivato chi vuole investire nell'acquisto di immobili da ristrutturare e adibire ad attività turistiche. In sintesi la CNA auspica una pianificazione basata su un modello soft, cioè che non guardi solo agli insediamenti dei grossi gruppi del settore turistico (utili ma non esclusivi). Le strutture extralberghiere o i piccoli alberghi sono fortemente legati al territorio e riescono a far conoscere e diffondere con maggiore facilità e con più continuità la specificità della zona e la ricchezza dei suoi prodotti enogastronomici. Coniugare quindi coesione sociale e competitività, trarre forza dalla comunità e dal territorio. Il successo della riviera romagnola sta tutto li, perché non provare a fare come loro?
In conclusione, Vittoria e Scoglitti devono riscoprire la sobrietà, diventare luoghi a misura delle loro imprese, in cui il tessuto economico locale trovi le condizioni per svilupparsi e radicarsi con dignità, dove le ragioni del fare impresa non vengano schiacciate dagli interessi dei grossi gruppi imprenditoriali e in particolare le imprese artigiane abbiano pieno diritto di cittadinanza. Serve pertanto uno strumento di pianificazione nuovo e diverso che sappia guardare al miglioramento della qualità della vita, che sappia riqualificare e rigenerare Vittoria. E' questa l'idea di città che esigono le tante microimprese che la CNA vuole rappresentare.


Vittoria, 06/06/2017


CNA Sede Comunale di Vittoria