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sabato 12 dicembre 2020

Microimprese di Vittoria: la situazione è critica. La CNA comunale scrive alla deputazione iblea.



Il coordinamento comunale della CNA di Vittoria ha inviato una lettera aperta ai deputati regionali dell'area iblea avente ad oggetto la grave situazione che riguarda la gestione delle microimprese presenti nel territorio cittadino e l'invito a un confronto pubblico, su piattaforma telematica naturalmente, per parlare delle eventuali soluzioni da adottare. Qui di seguito, il testo della lettera aperta firmata dal coordinamento comunale CNA Vittoria.




All’on. Giorgio Assenza

All’on. Stefania Campo

All’on. Nello Dipasquale

All’on. Orazio Ragusa


Per un mese esatto Vittoria è stata zona rossa, con tutte le attività artigianali e commerciali chiuse o parzialmente operanti. Per far capire di cosa stiamo parlando ci affidiamo ai numeri: Le imprese attive a Vittoria sono circa 7300, quasi 2500 sono attività agricole. Tutto il resto, 4800 circa, sono microimprese artigianali, commerciali e piccola industria, cioè il 66% della nostra economia. Queste attività o non hanno lavorato oppure erano aperte ma poteva esercitare limitatamente la loro attività; bisognava, giustamente salvaguardare la nostra salute. Ristoratori, titolari di bar e di pub, pasticcerie, alberghi, b&b, agenzie di viaggi, acconciatori, estetiste, autoriparatori, buona parte del comparto costruzioni; tutti fermi o parzialmente attivi. Secondo una prima stima, tra il confinamento (lockdown) di marzo-aprile-maggio e la zona rossa di novembre, il calo di fatturato medio di molte di queste attività si aggira intorno al 50%. Come ristoro hanno ricevuto le 1.200 euro dell’INPS, il contributo a fondo perduto dell’Agenzia delle Entrate (1.000 euro per le ditte individuali, che sono oltre il 60%, e 2000 per le società), una piccola parte ha percepito il secondo contributo previsto dal “ristori bis” e poi c’è stato anche il “famigerato” Bonus Sicilia. Facendo una media, ogni attività ha percepito circa 4000 euro. Ma le scadenze INPS, IVA, INAIL (16 maggio, 20 agosto, 16 novembre), la dichiarazione dei redditi, oltre alle normali spese di gestione sono state bene o male rispettate, perché le tasse, le bollette energetiche, i mutui non sono come i contributi, che prima o poi quando arrivano. No! Le tasse, le bollette e i mutui hanno scadenze precise, o le paghi o si trasformano in ruoli esattoriali, sanzioni e pignoramenti. Quindi questi “ristori” così come sono arrivati sono nuovamente rientrati nelle casse dello Stato. In parole povere si è tratta di una partita di giro. Tante di queste attività, per onorare scadenze fiscali e previdenziali, si sono anche indebitate, perché hanno utilizzando i fondi delle loro scoperture bancarie.

Come CNA pensiamo che sia venuto il momento di venire incontro seriamente a queste imprese soprattutto per evitare che molte di queste possano chiudere definitivamente. Non vogliamo che si scopra il valore economico e sociale di tante microimprese quando queste non ci saranno più. E’ necessario porsi il problema di come difenderle e tutelarle. Queste attività oltre a creare occupazione, reddito e risparmio per i titolari, producono posti di lavoro, quindi altro reddito e risparmio. Un posto di lavoro è o no prezioso, specie nel momento in cui si rischia di perderlo definitivamente? Se è cosi - ed è così - allora servono atti concreti e incentivi veri. Comprendiamo e rispettiamo le misure adottate dalla Regione Siciliana per frenare il contagio, ma ora, vi diciamo che bisogna essere accorti e solerti nell’individuare e sollecitare misure che possano dare indennizzi veri all'economia sana del nostro territorio. Questi però, per essere tali, non devono essere legati ai codici Ateco delle attività, ma alla perdita dei fatturati. I fondi ci sono, vorremmo capire se c'è la volontà politica di utilizzarli per le nostre attività e quindi sapere se siete interessati a partecipare ad un confronto pubblico da tenersi naturalmente su una piattaforma telematica. E’ su questi temi che si misura la sensibilità e l’autorevolezza di una classe dirigente.


Infine, invitiamo il sistema bancario, soprattutto quello locale, ad abbassare solo per l’anno 2020, i costi di gestione dei conti correnti e gli interessi dei conti con scoperture. Sarebbe un gesto di vera attenzione verso i propri clienti.


Il Coordinamento Comunale



mercoledì 9 dicembre 2020

Decreto Semplificazioni: La CNA chiede di rinnovare l’elenco delle imprese di fiducia del Comune



Per ripartire, le microimprese di Vittoria hanno bisogno di interventi tempestivi e vigorosi. Le misure di contenimento del Covid hanno provocato ferite ampie e profonde nel corpo economico della città. Per rimettere in cammino le microimprese, c’è bisogno quindi di una condizione fatta di fiducia e collaborazione tra istituzioni e imprese, ma per fare questo serve chiarezza sin da subito. E’ quanto affermano il presidente comunale Cna Rocco Candiano e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio, in uno al presidente territoriale Cna Ragusa Giuseppe Santocono. “Per esempio – è spiegato – se prendiamo il settore delle Costruzioni, e in particolarequella parte del comparto che lavora molto con la Pubblica amministrazione, nell’ultimo periodo è stato penalizzato dalle nuove regole introdotte dal Decreto Semplificazioni (n.76/2020). Questa norma prevede, per i lavori pubblici, affidamento diretto per servizi e forniture fino a 150mila euro e la procedura negoziata per i lavori superiori a 150mila euro. Cosa significa? Nel primo caso, cioècon l’affidamento diretto, la Stazione appaltante affida direttamente ad un’impresa, cioè senza gara, la fornitura di beni o servizi. Nel secondo caso, cioè la procedura negoziata, la Stazione appaltante consulta un numero limitato di operatori economici con cui negozia le condizioni dell’appalto che viene aggiudicato all’impresa che ha offerto le condizioni più vantaggiose in base al criterio di aggiudicazione scelto (minor prezzo, minor costo o miglior rapporto qualità/prezzo). Tutto questo avviene senza pubblicazione di bandi, ma con lettera d’invito per lavori che hanno importi che vanno dai 150 ai 350mila euro. Sia nel primo che nel secondo caso, l’ente seleziona le attività da un elenco costituito e aggiornato dalla Stazione appaltante; è evidente che se questo elenco non viene ciclicamente rinnovato saranno scelte o invitate sempre le solite imprese”. “Sicuramente – sottolinea ancora la Cna – la norma semplifica le procedure burocratiche, ma non essendoci un bando - perché l’appalto verrà concesso in modo diretto a un'impresa (affidamento diretto) o per lettera inviata a poche imprese (procedura negoziata) - si può dire che vengono meno alcuni principi di trasparenza? Tutto questo per lavori fino a 350 mila euro. La Cna ha già chiesto alla Commissione straordinaria il rinnovo dell’elenco delle imprese di fiducia del Comune perché molte attività registrate hanno cambiato ragione sociale oppure si sono cancellate dalla Camera di Commercio. Quindi, attualmente, l’albo vede la presenza di pochissime attività. In questo caso verrebbe meno il criterio di rotazione degli inviti sia diretti che negoziati. Secondo la nostra organizzazione, è opportuno aggiornare direttamente oppure prevedere un nuovo bando che rinnovi complessivamente l’albo. Infine, si vuole sottolineare come il Decreto semplificazioni preveda troppa discrezionalità da parte degli enti appaltanti. Questo potrebbe causare una conseguente assenza di controlli e limitare la libera di concorrenza. Tutto ciò, oltre a vanificare la norma, rischierebbe di tenere lontane tante microimprese del settore interessate a lavorare con gli enti pubblici”.