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giovedì 22 maggio 2014

Il Paes del Comune di Vittoria non sia un libro dei sogni ma opportunità di lavoro per le imprese locali.


Il Raggruppamento Temporaneo dei Professionisti “Caramazza” di Palermo si è aggiudicato l’appalto per la redazione, l’adozione e il monitoraggio del Piano di Attuazione per l’Energia Sostenibile (Paes) del Comune di Vittoria, come previsto dal Patto dei Sindaci promosso dalla Commissione Europea. E' il primo passo verso il PAES, un documento chiave con cui l'amministrazione cittadina in collaborazione con altri soggetti della città, pubblici e privati, intende ridurre le emissioni di CO2 del 20% entro il 2020 e descrive le azioni che si vogliono avviare per aumentare l'efficienza energetica e l'utilizzo di fonti alternative.

Considerato che esiste già chi deve realizzare questo piano, ci permettiamo di avanzare gli ambiti di azione su cui, secondo noi, il Paes di Vittoria dovrebbe puntare.
  • Edifici pubblici e illuminazione pubblica .Il patrimonio pubblico comunale è l'ambito su cui l'Amministrazione ha una diretta possibilità di intervenire e dare il buon esempio ad es. attraverso azioni sugli edifici, sulle attrezzature e sui numerosi impianti di illuminazione pubblica (tra tutti Vittoria Scoglitti).
  • Edifici residenziali. Le case rappresentano uno dei principali obiettivi per il risparmio energetico: si può intervenire per migliorare gli infissi, gli impianti e la struttura degli edifici in termini di isolamento. Buona parte degli edifici di Vittoria sono stati costruiti tra gli anni '70 e '80 e hanno consumi energetici molto elevati.

  • Forestazione urbana. Nuovi alberi piantati assorbono CO2 oltre a migliorare il microclima e riqualificare zone della città con del nuovo verde.

  • Mobilità e trasporti. Meno automobili e più supporto alle diverse forme di mobilità sostenibile: le azioni mirano a favorire l'utilizzo di mezzi diversi dall'auto, si cominci a guardare al del trasporto pubblico e, se si considera la morfologia pianeggiante del nostro territorio, incentivare la mobilità ciclabile e pedonale.

  • Produzione di energia. Migliorare il sistema energetico della città significa anche incentivare la produzione locale di energia con particolare attenzione all'installazione diffusa di impianti fotovoltaici ma, se si considera l'esposizione ventosa, anche di microeolico.

  • Rifiuti. Misure mirate ad avviare e massimizzare la frazione di rifiuti differenziata e a un efficiente recupero energetico della frazione organica e della frazione residua.
  • Settore terziario e produttivo. E' fondamentale sviluppare strategie energetiche per le imprese, le aziende, la grande distribuzione commerciale e per i poli funzionali come Fiera, mercato ortofrutticolo, opifici zone artigianali, autoporto, ecc...Vanno cioè individuati regolamenti, incentivi di promozione, formazione e coinvolgimento delle imprese (ivi inclusi partnership pubblico privato, accordi con le associazioni di categoria, valorizzazione del ruolo delle ESCo – Energy Service Companies) che mirino alla riqualificazione edilizia e a ridurre i consumi (ad es. riscaldamento, elettricità, ecc.) e a rendere più efficiente da un punto di vista energetico la gestione di attività e servizi.
Per attuare questo insieme di azioni è necessaria che il Comune metta in relazione i diversi soggetti. Così come ci sembra utile sottolineare che tutte queste azioni devono vedere come attori principali le imprese locali. Il PAES non può essere il libro dei sogni ma deve dettare le linee guida della riqualificazione energetica. Deve guardare e fornire nuove opportunità di lavoro e sviluppo alle tante imprese locali che operano nel comparto delle costruzioni. Nei prossimi giorni avvieremo un confronto serrato con le categorie dell'edilizia e degli impiantisti per cominciare ad individuare percorsi che rimettano in moto il settore anche sotto quest'aspetto.

martedì 20 maggio 2014

Autostrada Sr-Gela, nessuna notizia sul prolungamento oltre Modica. Non possiamo più continuare a macerarci nell’isolamento.

L’annuncio dell’avvio dei lavori riguardante l’autostrada Rosolini-Modica, la momentanea sospensione delle procedure, ma soprattutto il fatto che non si conosce nulla circa il prosieguo dell'opera (tratto Modica, Ragusa, Comiso, Vittoria e Acate) ci spinge ad essere sempre più preoccupati”. E’ quanto affermano in una nota congiunta i presidenti della Cna territoriali di Ragusa, Comiso e Vittoria, rispettivamente Giorgio Biazzo, Giovanni Calogero e Giuseppe Santocono. “Le piccole e medie imprese del territorio ibleo, ma in particolare quelle dei nostri territori – aggiungono – non possono più continuare a macerarsi nell'isolamento strutturale in cui per anni sono state tenute. Abbiamo scritto una lettera al prefetto chiedendogli di poterlo incontrare per manifestare tutte le nostre preoccupazioni. Rappresentiamo una fetta importante delle imprese che operano a Comiso, Ragusa e Vittoria e pensiamo che bisogna andare oltre il concetto di municipalismo, che da tempo non ha più alcun significato, facendo piuttosto riferimento alle dinamiche economiche e sociali che si sviluppano trasversalmente in questi territori. Lo abbiamo detto anche ai sindaci di queste città e pare che ci sia una seria volontà a fare sistema affinché la provincia iblea non sia divisa in due. L'agroalimentare, l'edilizia, i servizi di questo pezzo di provincia vivono e resistono grazie alla laboriosità dei numerosi piccoli imprenditori esistenti. Per quanto tempo ancora dobbiamo condannare queste attività alla marginalità? Ripartiremo davvero solo se sapremo valorizzare questo modello d'impresa mettendola, però, allo stesso livello di altri territori. Non chiediamo interventi speciali, vogliamo solo che si colmi un divario che dura da troppo tempo”.

sabato 17 maggio 2014

Sistri, escluse le piccole imprese. Accolte dal ministero le richieste della Cna.

Il ministro dell’Ambiente Gianluca Galletti ha firmato il decreto ministeriale che prevede l’obbligo di adesione al Sistri (Sistema di tracciabilità dei rifiuti) solo per le imprese e gli enti produttori iniziali di rifiuti speciali pericolosi che abbiano più di 10 dipendenti. “E’ un risultato importante – dice il presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Massari – raggiunto per la costante azione che la Cna ha portato avanti nei confronti del ministero dell’Ambiente. Un pressing che è servito a garantirci un importante risultato sul fronte della semplificazione burocratica per le piccole imprese. Infatti, il nuovo decreto esclude dall’obbligo di aderire al Sistri le imprese con meno di 10 dipendenti. Pertanto, una parte rilevante delle nostre imprese deisettori autoriparazione, acconciatura ed estetica, costruzioni, non sarà più obbligata all’utilizzo del Sistema di tracciabilità dei rifiuti”. Tuttavia, la Cna esprime la propria contrarietà all’utilizzo del Sistri per i soggetti ancora obbligati, soprattutto con riferimento ai piccoli trasportatori ed ai piccoli gestori. A tal proposito l’associazione di categoria ribadisce la necessità di proseguire l’opera di semplificazione attraverso la condivisione di un nuovo sistema efficiente che superi i pesanti ed onerosi adempimenti per le imprese. Le richieste avanzate dalla Cna  saranno, in tale direzione, oggetto di approfondimento. “Inoltre – precisa ancora Giuseppe Brullo, responsabile “Ambiente e Sicurezza” della Cna provinciale di Ragusa – il decreto stabilisce che il pagamento del contributo annuale 2014 sia effettuato entro il 30 giugno 2014. In ogni caso, con riferimento al pagamento del contributo 2014, restano valide le nostre indicazioni già fornite in precedenza, con le quali evidenziavamo, con riferimento a questo adempimento, la non applicabilità delle sanzioni fino al 31 dicembre 2014”. Per ulteriori informazioni è comunque possibile rivolgersi alla sede provinciale Cna, telefono 0932.686144, e chiedere del responsabile “Ambiente e Sicurezza”.

sabato 3 maggio 2014

Centro studi Cna - L’Italia negli anni della crisi: più povera, più violenta, più vecchia. E inutilmente più istruita

Più povera. Più violenta. Più vecchia. E, inutilmente, più istruita. E’ l’immagine dell’Italia dopo sei anni di crisi economica, politica e sociale nella fotografia scattata dal Centro Studi della CNA.
In questo arco di tempo il nostro Paese ha visto crescere in maniera travolgente le persone a rischio povertà ed esclusione sociale. Ormai sono oltre 18 milioni, quasi tre milioni in più del 2007.
Tra il 2007 e il 2012 il nostro Paese è diventato anche più insicuro. In questi anni i reati sono cresciuti dell’8,7%. In forte aumento risultano soprattutto i reati contro il patrimonio, che principalmente possono essere ricondotti alla caduta delle attività economiche. L’incertezza economica e sociale si riverbera, inevitabilmente, sul dato demografico: non si fanno più figli. Negli anni della crisi il tasso di natalità, già basso, in Italia è calato ulteriormente, da 9,7 a 8,9 nuovi nati ogni mille abitanti. L’età media è salita da meno di 43 a 44 anni. E il peso della popolazione anziana è aumentato. Gli ultra 65enni sono una volta e mezza i ragazzi sotto i 15 anni e quasi un terzo (il 32,7%) della popolazione in età lavorativa. E’ il livello più alto in Europa. E rappresenta un segnale inquietante. Questo indicatore, infatti, misura la capacità potenziale del sistema di provvedere al pagamento delle pensioni. Prima della crisi il diploma assicurava un inserimento sul mercato del lavoro simile, in pratica, a quello della laurea, oggi la probabilità di disoccupazione di un diplomato è prossima a quanti posseggono solo la licenza media. Si spiega anche con questi numeri l’esplosione del fenomeno Neet, i giovani tra i 15 e i 34 anni che non lavorano, non studiano, non svolgono attività di formazione, saliti in sette anni di oltre 750mila unità, arrivando a quasi 3,6 milioni. Il 27,3% dei Neet sono diplomati (erano il 17% nel 2007), il 21,7% laureati, contro il 15,9 per cento all’inizio della crisi.

                                               UN QUADRO NIENTE MALE ... #STIAMOSERENI

http://www.cna.it/Primo-Piano/Centro-studi-Cna-L-Italia-negli-anni-della-crisi-piu-povera-piu-violenta-piu-vecchia.-E-inutilmente-piu-istruita


L’autostrada e il rischio di emarginazione di una parte dell’area iblea. Le Cna territoriali di Ragusa, Vittoria e Comiso inviano una lettera aperta ai rispettivi sindaci per esprimere le proprie preoccupazioni.

La Sicilia del 12 Maggio 1968

Le Cna territoriali di Ragusa, Vittoria e Comiso hanno inviato una lettera aperta ai sindaci dei rispettivi comuni avente ad oggetto la questione infrastrutturale con particolare riferimento ai lotti dell’autostrada Siracusa-Ragusa-Gela che ricadono nell’area iblea. “A metà maggio – è scritto nel documento – è previsto l’inizio dei lavori di tre lotti della Siracusa-Gela, quelli che vanno da Rosolini a Modica. Il cantiere dei primi 20 km d'autostrada che solcheranno il suolo della provincia di Ragusa dovrebbe chiudere, se tutto va bene, entro il 31 dicembre 2015. Certo, esprimiamo grande soddisfazione perché per la prima volta si realizza un’opera del genere nel nostro territorio provinciale. E vorremmo poter dire lo stesso, il prima possibile, anche per quanto riguarda il progetto di raddoppio della Ragusa-Catania. Ma per tornare all’autostrada, tutta la parte rimanente, e cioè il tratto che va da Ragusa ad Acate ed oltre, è ancora “in progettazione”, da quel che ci fa sapere l’Anas. Se si riguarda poi il ritaglio del quotidiano “La Sicilia” del 12 maggio 1968 dal titolo “Già pronto il progetto di massima per l'autostrada - La Siracusa-Gela dovrebbe essere pronta nel 1973”, viene da pensare: ma cosa stanno progettando? Così la provincia di Ragusa, o quel che sarà, verrà tagliata in due. Da un lato, un territorio ben collegato con Catania e le infrastrutture di quell'area: aeroporto, ferrovia, porti. Dall'altro, infrastrutture potenzialmente molto funzionali all'economia del Sud Est (aeroporto di Comiso, mercato ortofrutticolo di Vittoria, costruendo autoporto di Vittoria, area industriale di Ragusa, porto di Marina di Ragusa), che continueranno ad essere prive di un collegamento con Catania che possa definirsi al passo con i tempi. Per quanto tempo ancora l'economia di questo pezzo di territorio dovrà scontare questa schermatura? Le precondizioni per il rilancio dello sviluppo economico della nostra zona sono le infrastrutture e i loro collegamenti”.
Cari sindaci – continua la lettera aperta – se credete che l'aeroporto, l'autoporto, il porto di Marina da soli possano risollevare l'economia fate un errore madornale. Se pensate che si possano impiantare attività o si possano rilanciare, alla luce della crisi, le imprese che già operano, mantenendo l'attuale isolamento, è francamente illogico. Sappiate che una comunità scopre il valore sociale di un'impresa quando questa lascia il territorio, ma è raro che si ponga il problema di come attrarla, con le infrastrutture per esempio. Come organizzazione che rappresenta le piccole e medie imprese di quest'area non possiamo accettare in silenzio questa segregazione. Le nostre infrastrutture produttive con tutto l'indotto che creano (edilizia, impiantistica, commercio, autotrasporto, turismo, logistica), se non opportunamente collegate ad un asse stradale moderno ed efficiente, rischiano di rimanere delle strutture nane. All’abbandono e alla fragilità politica del nostro territorio bisogna contrapporre la volontà di rivendicazione ferma, ferrea, decisa di chi lo amministra. È necessario intervenire. Non ci rassegniamo a questa “filosofia dell’emarginazione”, lotteremo perché l’autostrada arrivi fino a noi. Desideriamo capire se voi sindaci sarete al nostro fianco”.

Schema ANAS