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martedì 25 ottobre 2016

Le Cna territoriali di Comiso, Santa Croce e Vittoria decidono di proclamare lo stato di agitazione contro l’abusivismo imperante.


Adesso basta. Proclamato lo stato di agitazione contro l'abusivismo imperante. Questa la decisione presa dai direttivi delle Cna territoriali di Comiso, Santa Croce Camerina e Vittoria, alla presenza del presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Santocono, che si sono riuniti venerdì scorso nella sede casmenea dell’associazione di categoria. Ogni giorno le piccole imprese di differenti settori economici, che operano nella legalità, competono a viso aperto investendo e sopportando un carico fiscale che supera il 60% annuo. Di contro si trovano come concorrenti attività invisibili al fisco e ad ogni tipo di controllo. Una competizione assurda che vede sempre e solo l’affermazione economica delle seconde sulle prime. Si è affermato un principio illogico: rispettare le regole è da cretini. La cosa ancora più fastidiosa è l'eccessiva tolleranza delle istituzioni verso queste attività. Tutti conoscono la situazione, ma nessuno prende uno straccio di iniziativa a contrasto. “Viceversa – spiegano dai direttivi delle Cna territoriali che hanno animato l’incontro in questione – registriamo un'intolleranza eccessiva nelle piccole infrazioni di chi opera nella legalità, anche in un momento così complicato della nostra economia. Perché tutta questa indulgenza verso la totale illegalità? Come mai tanto accanimento verso le piccole infrazioni di chi fa impresa legalmente? La misura è colma. Inizieremo a spronare le strutture istituzionali più vicine: i comuni. Chi opera nel sommerso spesso non paga neanche le imposte comunali. Le amministrazioni vogliono continuare a coprire queste "forme d'impresa"? E' arrivato il momento di affrontare questo problema trovando più soluzioni: dalle misure per l’emersione, alle denunce verso gli organi preposti. Rinunciare significa ammettere che l'abusivismo nei fatti viene elevato a nuovo modello di sviluppo di questo territorio”. 

giovedì 20 ottobre 2016

Crisi in agricoltura, la Cna territoriale di Vittoria: “Gli operatori del settore degli imballaggi e dell’impiantistica in grave difficoltà. La crisi del prezzo prevede indennizzi solo per le imprese agricole”




“La caduta dei prezzi di diversi prodotti agricoli rispetto allo scorso anno, in particolare pomodoro e zucchina, due articoli che dovrebbero avere in questo periodo un prezzo alla produzione molto più elevato (si veda la differenza tra la mercuriale 2015 e 2016), tiene in allarme alcuni settori a servizio della serricoltura. In particolare gli operatori del settore degli imballaggi e dell'impiantistica risultano essere fortemente preoccupati”. A sottolinearlo il presidente della Cna territoriale di Vittoria, Giuseppe La Terra, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. I quali aggiungono: “Molte imprese agricole hanno ordinato e ritirato imballaggi sia in legno che in cartone ma gli incassi ottenuti dalla vendita dell'ortofrutta non permettono di regolarizzare o saldare le commesse. Stessa cosa per gli impiantisti che hanno effettuato manutenzioni agli impianti idrici/elettrici di molte aziende agricole e attendono di essere pagati. Come sempre l'ennesima crisi del prezzo si scarica anche sulle imprese al servizio della produzione agricola. Molte attività di produzione imballaggi, proprio per i mancati incassi, sono in procinto di avviare un ridimensionamento del personale. E' venuto il momento di dirlo forte e chiaro: la filiera agricola va guardata nella sua interezza. La crisi del prezzo spesso prevede forme di indennizzo solo per le imprese agricole. Non sarebbe il caso di cominciare a guardare anche le altre forme di impresa che da sempre rimangono al palo?”.


giovedì 6 ottobre 2016

Autoporto di Vittoria, struttura non del tutto collaudata. Serve programmare un modello di società di gestione.


La Cna territoriale di Vittoria ha tenuto un primo incontro con l'amministrazione Moscato sul futuro dell'autoporto di Vittoria. “Abbiamo appreso dall'assessore Paolo Nicastro e dal dirigente Angelo Piccione – dicono il presidente, a livello territoriale, dell’associazione di categoria, Giuseppe La Terra, assieme con il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio – che la struttura ancora non è stata collaudata integralmente e che le verifiche termineranno orientativamente tra un paio di mesi. Esiste una delibera del 20 aprile scorso, fatta quindi dalla Giunta precedente, che dava un indirizzo per come gestire il primo stralcio dell'opera. Nell'atto si legge che l'opera “venga affidata con procedura ad evidenza pubblica … nelle more dell'espletamento della procedura … di affidare la gestione provvisoria, senza oneri né canoni ma con l'accollo delle spese di gestione ordinaria per un periodo minimo di mesi dodici (eventualmente prorogabili di ulteriori sei mesi) a soggetti da individuare con una forma di procedura semplificata ...”. Quest'atto in parte è superato perché nel frattempo è intervenuta la nuova normativa, decreto legislativo n.50 del 18/04/2016, che cambia nella sostanza il bando e l'affidamento”.
“La Cna – continuano La Terra e Stracquadanio – ha sempre sostenuto che l'opera, essendo stata realizzata con fondi pubblici, dovrebbe rimanere in parte sotto controllo pubblico. Naturalmente non abbiamo alcuna pregiudiziale e siamo aperti al confronto. Agli amministratori è stato evidenziato come la Società Interporti Siciliana (Sis), società ad intero capitale pubblico, gestisce e programma alcune importanti infrastrutture logistiche regionali. Abbiamo inoltre invitato l'amministrazione, nelle more che i collaudi dell'opera siano completati, a verificare sia con la Sis ma anche con le altre istituzioni (Comuni vicini) se esiste la volontà di avviare un soggetto che guardi alla gestione dell'opera che servirà un’area che ricade in uno dei due assi logistici siciliani: Gela, Caltagirone, Catania; un’area che sta avendo un particolare sviluppo nella movimentazione delle merci e ha bisogno di potere contare su piattaforme ampie e funzionali”.
Per quando riguarda il secondo stralcio dell'opera, l'assessore Nicastro ha fatto presente che è stata avviata una interlocuzione positiva con la Regione. “Abbiamo evidenziato – dicono ancora La Terra e Stracquadanio – che l'autoporto di Vittoria e l'interporto di Catania sono le uniche due opere realizzate, delle nove previste dall'accordo di programma sui trasporti e la logistica, quindi se le somme delle altre strutture non si sono volatilizzate potrebbero essere utilizzate per completare definitivamente l'opera. Eravamo e siamo coscienti che realizzare e far partire quest'opera era ed è un'impresa complicata, ma questo territorio non può permettersi che una struttura così strategica diventi una cattedrale nel deserto delle incompiute siciliane. Non abbassiamo la guardia e stimoleremo positivamente l'amministrazione affinché l'autoporto diventi una realtà”.



lunedì 3 ottobre 2016

Che fine ha fatto il Paes di Vittoria? Il sindaco verifichi che cosa sta accadendo. Il rischio è di perdere i fondi


Che fine ha fatto il Paes (Piano d'azione d'energia sostenibile) di Vittoria? E’ l’interrogativo che si pongono il presidente della Cna territoriale, Giuseppe La Terra, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. “Abbiamo controllato nel sito dove tutti i piani presentati vengono classificati (http://www.pattodeisindaci.eu/actions/sustainable-energy-action-plans_it.html) - dicono i due – e abbiamo scoperto che dal 29 gennaio 2015 - data in cui il consiglio comunale approvò lo strumento - è ancora in corso di valutazione. Eppure i tempi previsti per l'analisi dovevano essere tra i sei e nove mesi. Inoltre, i piani dei Comuni vicini approvati nello stesso periodo sono stati già valutati positivamente e sono in via di finanziamento. Cosa è successo? Domanda che giriamo con una certa preoccupazione ai neo amministratori. Il Paes potrebbe essere un ottimo strumento in grado di rimettere in movimento la filiera del settore costruzioni a Vittoria. Da più parti si sottolinea con forza che per far ripartire questo comparto si dovrebbe puntare su politiche che mirano alla riqualificazione del tessuto edilizio facilitando il riuso e la ristrutturazione. La città costruita dovrebbe diventare più sostenibile ed energeticamente più attiva. A Vittoria serve una spinta che modifichi radicalmente il modo di operare sia dei professionisti che delle imprese del comparto. I fondi del Paes, anche se insufficienti, potrebbero stimolare il settore il quale, pur vivendo una crisi profonda, rimane fortemente ancorato a vecchie logiche costruttive che gli impediscono di evolversi, progredire e modernizzarsi. Come Cna non nascondiamo una certa preoccupazione per questa mancata valutazione. Invitiamo il neo sindaco a sollecitare urgentemente il Centro Comune di Ricerca (Ccr) della Commissione europea responsabile dell’analisi dei Paes. Verifichi come mai il Piano d'azione di Vittoria non è stato ancora valutato dopo quasi due anni e se c'è la possibilità di sbloccarlo. Recuperare questa opportunità sarebbe qualificante per l'amministrazione, per le imprese del settore e per il territorio tutto”.