Finalmente
l'Assessore regionale all'Economia, Luca Bianchi, ha firmato il
decreto n. 310 del 20/06/2013 che da attuazione alla moratoria della
CRIAS. Un atto che le imprese artigiane, quelle che hanno contratto mutui
ipotecari per investimenti, aspettavano da tempo. Come organizzazione
abbiamo dovuto marcare ad uomo l'assessore, i dirigenti, i funzionari per
arrivare ad ottenere quest'atto. Sembrava una cosa dovuta e invece per ottenere una firma ci siamo trasformati, senza volerlo, in rompiscatole. La nostra attenzione non si ferma
perché adesso la CRIAS non avrà alibi, dovrà applicare la
moratoria e permettere alle nostre imprese che hanno presentato
domanda di ottenere l'agevolazione richiesta.
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venerdì 28 giugno 2013
giovedì 27 giugno 2013
L'AUSTERITA' UCCIDE LE NOSTRE IMPRESE
Gli
speculatori possono essere innocui se sono delle bolle sopra un
flusso regolare di intraprese economiche; ma la situazione è seria
se le imprese diventano una bolla sospesa sopra un vortice di
speculazioni.
John
Maynard Keynes
Siamo
in profonda recessione. Una stagnazione aggravata da politiche di
austerità e rigore di bilancio. Ogni anno si devono trovare circa 80
miliardi di euro per pagare gli interessi sul debito. Per chi lo
avesse dimenticato, dal 2014, secondo il patto fiscale europeo,
dovremmo anche cominciare a diminuire l'ammontare del debito, circa
di 50 miliardi di euro all’anno. Come diceva Totò,: “è la
somma che fa il totale” ; infatti il risultato è 130 miliardi di
euro che vengono tolti all'economia reale, alle famiglie, ai
cittadini per continuare a mantenere banche e finanza
creativa che
hanno generato i disastri che conosciamo. A tutto questo va
aggiunta la ciliegina che completa l'opera: l'impegno obbligatorio
di avere il bilancio pubblico in pareggio. Per rispettare tutti
questi vincoli si dovranno aumentare le tasse, tagliare
ulteriormente la spesa pubblica (pensioni stipendi sono i prossimi
obbiettivi) e forse mettere mano nei conti correnti. Alcune di queste
cose sono già in atto altre sono momentaneamente messe in stand by.
Il Fondo Monetario Internazionale intuendo i pericoli di tenuta
sociale da qualche tempo ammette: “sull'austerità ci siamo
sbagliati”. Intanto i consumi interni continuano a franare,
travolgendo quasi esclusivamente le piccole imprese artigianali e
commerciali e con esse i loro lavoratori. Non facciamo finta di
vederlo, c'è
uno scontro evidente tra il potere finanziario e l'economia reale.
Questo contrasto lo viviamo ogni giorno nei nostri territori. Le
banche pur essendo state aiutate, sostenute e rilanciate non
concedono credito alle pmi, e quando lo concedono, oltre alle
numerose garanzie, dettano condizioni così ricche di capestri che
alle imprese spesso non conviene accettare. Di fronte a questo
atteggiamento ci vorrebbero immobili o peggio a braccia aperte e
ginocchia piegate. Non ci stiamo. Non ci rassegniamo perché siamo
coscienti che dentro questo conflitto si giocano le sorti del futuro
delle nostre piccole medie imprese. Il tempo della discussioni è finito. Se abbiamo ancora un ruolo è venuto il momento di dire basta, di dire no a queste politiche
economiche criminali.
lunedì 24 giugno 2013
GIUSEPPE SANTOCONO: RICONQUISTIAMO IL NOSTRO RUOLO.
Siamo al tramonto e
continuando cosi, a furia di vessazioni fiscali arriverà notte
fonda per le imprese artigiane commerciali del nostro territorio. E'
di questi giorni su molti quotidiani regionali e nazionali la notizia
che la pressione fiscale e' al 75%. Si lavora 280 giorni l'anno per
il fisco. Noi lo avevamo detto 9 mesi fa'. E tutto questo nonostante
abbiamo fatto i compiti che l'Europa ci ha imposto (leggasi Germania)
Sembra non interessare a nessuno che più tasse portano più
recessione e depressione, più si costringono le imprese e le
famiglie a risparmiare per pagare IMU, TARSU/TARES e canoni vari più
i consumi interni calano. Le famiglie non consumano, non riparano
l'auto, non sistemano l'impianto elettrico o idrico, non effettuano
le piccole riparazioni edili e le imprese - quelle piccole - chiudo.
E' cosi che si è si innescano i fallimenti, le crisi aziendali, la
disoccupazione, il calo del Pil., etc. Il Paese sta divorando se
stesso. E mentre le imprese affondano c'è chi galleggia sempre anche
di fronte a momenti di crisi drammatica come quelli che stiamo
vivendo. Mentre le imprese sono costrette a navigare a vista c'è
sempre chi trova un salvagente. Le imprese chiudono ma lo Stato, le
Regioni, i Comuni, continuano ad alimentare il clientelismo. Molti
colleghi dopo aver rischiato per decenni in proprio, mi dicono
che sono stanchi di pagare per poi essere considerati evasori e
quindi perseguitati dalla Guardia di Finanza, dall'Agenzia delle
Entrate o dall'ente di riscossione. Tutti pronti ad attaccarsi a quel
poco che si e' riusciti a mettere da parte o a realizzarlo lavorando
onestamente, senza guardare l'orologio. Si preferiscono sempre le
strade più brevi.La cosa più facile è colpire chi ha il
coraggio di vivere allo scoperto. Viceversa ci vuole coraggio per
stanare i veri evasori (rendite finanziarie, economia criminale) o
chi dissipa il denaro pubblico. E' venuto il momento di trovarlo questo coraggio. Serve diminuire gli sprechi pubblici perseguendo tutti coloro che
li alimentano (leggasi dirigenti grandi e piccoli). Bisogna colpire le
rendite finanziarie e l'economia criminale. Sarebbero 300 miliardi da
potere recuperare. Cosa si aspetta. Chi pone dei freni ? Oggi si deve
tornare ad investire, a seminare e per farlo servono soldi. Non si può più continuare a raccogliere
indiscriminatamente, strappando pure le radici alle famiglie e alle
poche imprese sane rimaste ancorate nel territorio. Continuando di
questo passo il risultato sarà la più grande desertificazione
economica e sociale a favore dell'illegalità e delle mafie. La colpa di tutto
questo non può, però, essere attribuita solo alla casta dei
politici o dei dirigenti ma anche al sindacato e alle associazioni
di categoria perché fino ad ora non hanno individuato qui percorsi o
quelle proposte capaci di imprimere una sterzata. Bisogna uscire da
questo incubo. Serve trattare, ma serve anche creare conflitto per
riprendersi il proprio ruolo. Se non ora, quando?
Giuseppe Santocono Presidente della CNA di Vittoria.
sabato 22 giugno 2013
SOLO 6 MESI
Abbiamo solo sei mesi poi saremo in default. Chi lo dice? Mediobanca, la banca d'affari leader in Italia. In un rapporto citato anche dal Fatto Quotidiano si sottolinea un fenomeno tanto strano quanto preoccupante. Da giorni (anche ieri) il rendimento dei Btp (Buoni del tesoro poliennale con scadeza da 3 a 30 anni) ha superato quello
dei Bot (Buoni ordinari del tesoro con scadenza inferiore o uguale a 12 mesi) che hanno la stessa scadenza. Per essere più chiari, i mercati chiedono un interesse più
basso per un Bot che dovrà essere rimborsato tra sei mesi rispetto a
un btp ventennale emesso 19 anni e sei mesi fa. Come mai questa
differenza di rendimento?Forse i mercati stanno facendo una differenza tra i bond a rischio
ristrutturazione (Btp) e quelli non soggetti a ristrutturazione (Bot)? E' possibile che gli investitori abbiano capito che nei prossimi sei mesi l'Italia possa dichiarare una
parziale bancarotta sul suo debito?
rielaborazione articolo huffingtonpost.it
rielaborazione articolo huffingtonpost.it
venerdì 21 giugno 2013
MORATORIA CRIAS, PER FARLA PARTIRE SI ATTENDE LA TRAGEDIA?
La
giunta regionale su sollecitazione della CNA con delibera del 29
maggio scorso prorogava al 30/06/2013 la moratoria per le imprese
artigiane che avevano contratto mutui per investimento con la CRIAS.
Naturalmente molte imprese del nostro territorio stanno provando ad approfittare di questa agevolazione facendo richiesta alla stessa CRIAS. L'istituto però non può dare seguito alle domande perché, pare, che gli assessorati competenti (Economia e
Attività produttive), a quasi un mese dalla deliberazione, non hanno ancora prodotto i decreti attuativi. Il rischio è che le istanze rimangano inevase e le agevolazione si possano perdere. Sollecitiamo quasi giornalmente i vari dipartimenti regionali, ma tutto sembra bloccato, congelato. Inoltre, la deputazione regionale di questa provincia pare che viva su un
altro pianeta. La loro attenzione è tutta rivolta ai ballottaggi, non
possono distrarsi. Il rischio però è che qualche imprenditore artigiano impossibilitato a pagare la rata del mutuo, contratto con la CRIAS, non ottenendo l'aiuto sperato e trovandosi in forte difficoltà possa compiere qualche gesto insano. Pazienza, qualcuno si indignerà per qualche giorno, altri faranno la faccia di circostanza, infine c'è ne faremo tutti una ragione, tanto oramai "per colpa della crisi" ci siamo
abituati a queste cose.
domenica 16 giugno 2013
Non si può morire così.
Dolore, dispiacere, profonda costernazione. Questi i sentimenti che si sono intrecciati nel corso di queste ore. Così non si può morire. No, non si può spegnere una vita in questo modo. Non ci sono motivazioni, attenuanti o aggravanti a questa pazzia. Una famiglia, una comunità, viene fatta precipitare nello strazio per incuria, superficialità, sottovalutazione, negligenza. Oltre al dolore, grande e incolmabile, di una famiglia che ha subito uno sfregio, il peggiore: lo scippo dei sentimenti, Vittoria, la nostra città, viene riconsegnata a quel copione trito, ritrito e ciclico: Far West. Non è giusto. Non è corretto. Non lo meritiamo.
giorgio stracquadanio
venerdì 14 giugno 2013
Riscossione: una piccola ma significativa Vittoria.
Piano
piano e grazie anche al nostro piccolo impegno qualcosa comincia a
muoversi. La prima casa diventa impignorabile e i capannoni e i macchinari diventano pignarabili per un quinto. E' sempre troppo poco. Vanno ancora sospese e riviste le norme che
regolano le sanzioni, gli aggi, e gli interessi del sistema di
riscossione. A giorni presenteremo un proposta
che punta a modificare la legge regionale sull'aggio da riconoscere a
Riscossione Sicilia.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-14/decreto-fare-bozza-stop-125132.shtml?uuid=AbIpNy4H
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-06-14/decreto-fare-bozza-stop-125132.shtml?uuid=AbIpNy4H
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giovedì 13 giugno 2013
IL FISCO SI MANGIA I REDDITI
Il 29/09/2012 pubblicammo questo breve articolo dal titolo:
IL CARICO FISCALE UCCIDE LE IMPRESE. LA CNA DI VITTORIA LO PROVA
A quanto ammonta il carico fiscale nei confronti di un’impresa artigiana locale? Una domanda che molti dovrebbero porsi per capire in quale contesto e con quale spirito operano le nostre imprese. Ed è la stessa domanda che si è fatta il presidente di Cna Vittoria, Giuseppe Santocono, il quale ha effettuato un piccolo esperimento. Con l’obiettivo di uscire fuori di metafora. “Abbiamo analizzato – spiega Santocono – i dati di una società con 2 dipendenti, che esercita l'attività in un locale di sua proprietà. Abbiamo preso come periodo di riferimento l’anno solare (quindi da gennaio a dicembre), facendo il raffronto tra acconti e saldi. Il reddito complessivo dell’attività è di 58.000 euro. Sommando e shakerando tra Irap, Irpef, addizionale Irpef regionale e comunale, contributi previdenziali dei soci (Inps e Inail) a cui vanno sommati quelli dei dipendenti, e ancora Imu/Ici, Tarsu, canone idrico, diritti camerali, alla nostra attività vengono aspirati da Stato, Regione e Comune circa 47.000 euro. Visto che la matematica non è un’opinione rimangono 11.000 euro. Assurdo ma vero. Un carico fiscale che supera il 75%”. Santocono si chiede: “Di fronte a questa evidenza, come si può parlare di rilancio, rinascita, sviluppo, occupazione? E' da tempo che sentiamo dire che la microimpresa è la spina dorsale dell’economia locale, che il settore manifatturiero è una delle risorse su cui contare per battere la crisi. Belle parole, ottimi slogan. Nella realtà queste imprese, tra un equilibrismo e l’altro, cercano di sopravvivere nell’indifferenza più assoluta di una classe politica che pensa esclusivamente a soddisfare le proprie esigenze. Al netto di una voluta esagerazione si può affermare che il carico fiscale è cresciuto insieme con le indennità di una classe politica (locale, regionale e nazionale) forgiata per favorire la decadenza economica del territorio. Dobbiamo essere noi a sollecitarla sempre e per qualsiasi cosa: Serit, infrastrutture, moratorie, qualità delle zone artigianali. Non hanno tempo per pensare a queste cose? Pensano a cose più importanti? Quali? Il nostro territorio ha bisogno di politici capaci (non solo facce nuove) ed efficienti in grado di spiegare, in modo preciso, cosa intendono fare, con quali fondi e in grado di prevedere le conseguenze visti i tanti vincoli che l’attuale realtà impone. Prima che il nostro tessuto imprenditoriale collassi è fondamentale che si recuperi il senso del fare politica mettendo in campo idee su come capovolgere la tendenza attuale”.
IL CARICO FISCALE UCCIDE LE IMPRESE. LA CNA DI VITTORIA LO PROVA
A quanto ammonta il carico fiscale nei confronti di un’impresa artigiana locale? Una domanda che molti dovrebbero porsi per capire in quale contesto e con quale spirito operano le nostre imprese. Ed è la stessa domanda che si è fatta il presidente di Cna Vittoria, Giuseppe Santocono, il quale ha effettuato un piccolo esperimento. Con l’obiettivo di uscire fuori di metafora. “Abbiamo analizzato – spiega Santocono – i dati di una società con 2 dipendenti, che esercita l'attività in un locale di sua proprietà. Abbiamo preso come periodo di riferimento l’anno solare (quindi da gennaio a dicembre), facendo il raffronto tra acconti e saldi. Il reddito complessivo dell’attività è di 58.000 euro. Sommando e shakerando tra Irap, Irpef, addizionale Irpef regionale e comunale, contributi previdenziali dei soci (Inps e Inail) a cui vanno sommati quelli dei dipendenti, e ancora Imu/Ici, Tarsu, canone idrico, diritti camerali, alla nostra attività vengono aspirati da Stato, Regione e Comune circa 47.000 euro. Visto che la matematica non è un’opinione rimangono 11.000 euro. Assurdo ma vero. Un carico fiscale che supera il 75%”. Santocono si chiede: “Di fronte a questa evidenza, come si può parlare di rilancio, rinascita, sviluppo, occupazione? E' da tempo che sentiamo dire che la microimpresa è la spina dorsale dell’economia locale, che il settore manifatturiero è una delle risorse su cui contare per battere la crisi. Belle parole, ottimi slogan. Nella realtà queste imprese, tra un equilibrismo e l’altro, cercano di sopravvivere nell’indifferenza più assoluta di una classe politica che pensa esclusivamente a soddisfare le proprie esigenze. Al netto di una voluta esagerazione si può affermare che il carico fiscale è cresciuto insieme con le indennità di una classe politica (locale, regionale e nazionale) forgiata per favorire la decadenza economica del territorio. Dobbiamo essere noi a sollecitarla sempre e per qualsiasi cosa: Serit, infrastrutture, moratorie, qualità delle zone artigianali. Non hanno tempo per pensare a queste cose? Pensano a cose più importanti? Quali? Il nostro territorio ha bisogno di politici capaci (non solo facce nuove) ed efficienti in grado di spiegare, in modo preciso, cosa intendono fare, con quali fondi e in grado di prevedere le conseguenze visti i tanti vincoli che l’attuale realtà impone. Prima che il nostro tessuto imprenditoriale collassi è fondamentale che si recuperi il senso del fare politica mettendo in campo idee su come capovolgere la tendenza attuale”.
OGGI SU MOLTI QUOTIDIANI NAZIONALI CAMPEGGIANO TITOLI DI QUESTO TIPO:
PURTROPPO AVEVAMO RAGIONE
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sabato 8 giugno 2013
Installazione contatori idrici, gli uffici accelerano le procedure La Cna di Vittoria: “Dovevamo per forza minacciare un sit-in per ottenere le risposte attese da parte dell’Amministrazione?”
“Dovevamo
per forza minacciare un sit-in di protesta affinché
l’Amministrazione comunale si attivasse per l'acquisto dei
contatori idrici e per avviare le procedure del protocollo d'intesa?
Non doveva essere un fatto rapido e conseguenziale dopo l'accordo
raggiunto nel marzo scorso?”. E’ quanto affermano Sergio
Criscino, responsabile Cna di Vittoria per il settore acconciatori, e
Giorgio Stracquadanio, responsabile organizzativo territoriale.
“Comunque sia – dicono i due – l'importante è che ai
comunicati stampa segua una rapida accelerazione degli uffici
preposti. Troppo tempo è stato perso e soprattutto non è possibile
che ogni volta sia necessario rincorrere amministratori e uffici
competenti o peggio minacciare manifestazioni per attivare procedure
o accordi. Serve maggiore attenzione politica e sociale verso le
piccole imprese e le loro esigenze. Tutti i problemi dell'economia
locale devono trovare veloce considerazione. La crisi sta bruciando
lentamente la pazienza e la voglia di fare impresa. Anche la
tassazione comunale in pochi anni è cresciuta e incide pesantemente
sui magri bilanci delle nostre attività (gli importi delle bollette
acconti Tares che il Comune sta inviando sono la conferma).
L'attenzione, l'ascolto, la disponibilità, devono essere
accompagnate da una certa sveltezza. Nel prendere tempo si rischia,
spesso, di perdere tempo prezioso”.
Le pensioni d'oro? Non possono essere tassate.
Leggete e rimarrete SENZA PAROLE.
http://www.infiltrato.it/notizie/italia/tassare-le-pensioni-d-oro-non-si-puo-secondo-la-consulta-sarebbe-irragionevole-e-discriminatorio
http://www.infiltrato.it/notizie/italia/tassare-le-pensioni-d-oro-non-si-puo-secondo-la-consulta-sarebbe-irragionevole-e-discriminatorio
giovedì 6 giugno 2013
Moratoria Crias, prorogato al 30 giugno il termine per le istanze. La Cna: “Delibera non notificata mentre le imprese sono a secco”
La
moratoria Crias comincia finalmente ad assumere contorni chiari. E’
quanto affermano il presidente della Cna territoriale di Vittoria,
Giuseppe Santocono, e il responsabile organizzativo, Giorgio
Stracquadanio. “Intanto la Giunta regionale, su sollecitazione
della nostra organizzazione – spiegano i due in un documento – ha
deliberato a fine maggio una nuova proroga dei termini. Infatti si
potranno presentare domande di moratoria alla Crias fino al 30 giugno
2013. La delibera, però, non è stata ancora né pubblicata né
notificata ai dipartimenti di competenza e quindi le imprese che
hanno fatto richiesta rimangono in attesa. Mentre il tempo passa,
inesorabilmente le scadenze arrivano e le rate dei mutui vanno
pagate. In provincia di Ragusa, per quanto abbiamo appurato, sono
diverse le imprese che hanno fatto già richiesta di moratoria ma non
hanno ricevuto alcuna notizia. Molte di queste attività non hanno
più la forza economica di rispettare la scadenza e le loro
preoccupazioni aumentano giornalmente. E' opportuno che la Regione,
in particolare i dipartimenti degli assessorati Attività produttive
ed Economia, forniscano in tempi rapidi i relativi decreti attuativi
alla Crias. Non si perda tempo, la crisi sta creando preoccupazione e
disperazione”.
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mercoledì 5 giugno 2013
Riscossione Sicilia: si apre un primo spiraglio. Le nostre proposte trovano ascolto.
Le
nostre piccole sollecitazioni trovano finalmente ascolto (e forse una prima soluzione). La riscossione (Equitalia e Risscossione Sicilia) cambia
vesti. L'on. Daniele
Capezzone,
presidente della Commissione Finanze della Camera, ha annunciato che
è tutto pronto per la riforma del sistema delle riscossioni e che la
Commissione
Finanza della Camera “ha
firmato e votato
all’unanimità una
risoluzione
(il 22/05/2013) che
ha dato al governo indicazioni precise per rendere meno aggressiva
la riscossione. La Commissione ha infatti stabilito che le nuove
norme sono un esempio di “civiltà
fiscale”
e rispetto
per il cittadino – contribuente perché:
“Un conto è la giusta lotta alla vera evasione, altro conto è l’inaccettabile tendenza a mettere in ginocchio famiglie e imprese che non ce la fanno. Il Parlamento ha indicato una strada ragionevole con l’impegno e il coinvolgimento di tutte le forze politiche, senza alcuna eccezione”.
Ecco, in 7 punti (molto simili alle nostre proposte) di riforma di Equitalia e Riscossione Sicilia :
- aumento del numero di rate;
- impignorabilità della prima casa (se è unico bene del debitore);
- pignorabilità non più di 1/5 dei beni produttivi;
- sospensione delle rate per il debitore in difficoltà;
- fine dell’aggio;
- riduzione degli interessi;
- il principio antigarantista (esclusi i casi di frode), per cui è necessario il pagamento anticipato di 1/3 per il ricorso, viene messo in discussione.
domenica 2 giugno 2013
La crisi attacca solo le piccole imprese. Per vivere bisogna lavorare in nero.
La
crisi ha colpito esclusivamente le piccole imprese artigiane e
commerciali. In Italia dal suo inizio (gennaio 2008) ad oggi (l’ultimo dato
disponibile è riferito al 31 marzo 2013) sono scomparse 85.500
unità imprenditoriali. I dati sono stati forniti da
Infocamere-Movimprese. All'inizio della crisi i due settori
contavano complessivamente 2.369.000 aziende. Dopo cinque anni
si attestano intorno a 2.283.000 unità. Tra gli artigiani si è
registrata una vera e propria “strage di massa”. Delle 85.500
imprese che non ci sono più, ben 77.670 (il 90,9%) erano imprese
artigianali. Nell'ultimo trimestre le cessazioni sono continuate ad
aumentare. Tra il 31 dicembre dell’anno scorso e il 31 marzo di
quest’anno ci ritroviamo con 27.800 imprese in meno. I
lavoratori autonomi (artigiani e commercianti) una volta chiusa
l’impresa, diventano orfani e invisibili. A differenza dei
lavoratori dipendenti non possono usufruire di nessun ammortizzatore
sociale. Per chi possiede una partita Iva una volta chiusa
l’attività si apre da subito o il dramma della disoccupazione
oppure, per vivere, l'attività continua ad operare in nero così i
pochi guadagni non vengono tartassati.
La
contrazione del numero delle piccole attività
artigianali/commerciali va ricercata soprattutto nel forte calo dei
consumi delle famiglie. Queste attività imprenditoriali vivono quasi
esclusivamente della domanda interna, se quest’ultima crolla molte
altre attività sono destinate alla chiusura. Il Governo eviti
l’aumento dell’Iva previsto per il prossimo mese di luglio, se
non dovesse essere così altre piccole imprese chiuderanno e
cresceranno le attività che operano in nero.
sabato 1 giugno 2013
L’apertura dell’aeroporto di Comiso un grande passo avanti La Cna: “Ma ora devono arrivare gli aerei. E, per favore, basta con le polemiche da cortile e con gli insulti personali”
La
Cna saluta con grande soddisfazione l’avvenuta apertura ufficiale
dell’aeroporto di Comiso. “Si tratta – dichiarano all’unisono
Giuseppe Massari e Giovanni Brancati, rispettivamente presidente e
segretario provinciale dell’organizzazione – di un grande passo
in avanti verso l’effettiva operatività dello scalo. Bisogna
essere riconoscenti verso tutti coloro, nessuno escluso, che a
partire dall’ormai lontano 1999 si sono adoperati fattivamente per
giungere a questo importante risultato. Ora c’è di fronte la sfida
decisiva: fare in modo che al più presto il maggior numero possibile
di aerei arrivi e parta dall’aeroporto di Comiso, contribuendo al
rilancio economico e sociale dei nostri territori. Sotto questo
aspetto riponiamo grande fiducia nel consiglio di amministrazione
della società di gestione dell’aeroporto che sicuramente ha
soppesato da tutti i punti di vista i pro e i contro delle varie
azioni intraprese, considerando anche i rilievi, in parte fondati,
provenienti da più parti. In tal senso vogliamo anche sottolineare
l’importante ruolo svolto dal presidente regionale della Cna,
Giuseppe Cascone, che è anche il vicepresidente della Soaco Spa”.
A proposito delle polemiche che si sono sollevate dopo la cerimonia
di apertura dell’aeroporto, Massari e Brancati dichiarano:
“Riteniamo che in questa fase ogni polemica vada evitata, da
qualsiasi parte essa provenga, evitando anche il triste copione degli
attacchi (e degli insulti) personali, perché è assolutamente
prioritario ritrovare l’unità di ogni settore dell’intera
provincia nel cercare di invertire la crisi del cosiddetto “modello
Ragusa”. Lasciamo che eventualmente nel futuro siano gli studiosi
di storia a ricostruire i vari momenti e ad assegnare i voti nelle
pagelle”. Per di più, nei giorni scorsi, sono giunte notizie
confortanti sulle principali infrastrutture che interessano la nostra
provincia, a partire dalla bretella di collegamento con lo stesso
aeroporto, per continuare con la Ragusa-Catania, con la Siracusa-Gela
e con la strada di collegamento con il porto di Pozzallo. “E’
vero – concludono Massari e Brancati – che si tratta di opere che
vedranno la luce fra diversi anni, ma sicuramente si stanno ponendo
le basi per un possibile nuovo sviluppo della nostra realtà
socio-economica, con benefici effetti anche dal punto di vista
occupazionale”.
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