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lunedì 24 giugno 2013

GIUSEPPE SANTOCONO: RICONQUISTIAMO IL NOSTRO RUOLO.

Siamo al tramonto e continuando cosi, a furia di vessazioni fiscali arriverà notte fonda per le imprese artigiane commerciali del nostro territorio. E' di questi giorni su molti quotidiani regionali e nazionali la notizia che la pressione fiscale e' al 75%. Si lavora 280 giorni l'anno per il fisco. Noi lo avevamo detto 9 mesi fa'. E tutto questo nonostante abbiamo fatto i compiti che l'Europa ci ha imposto (leggasi Germania) Sembra non interessare a nessuno che più tasse portano più recessione e depressione, più si costringono le imprese e le famiglie a risparmiare per pagare IMU, TARSU/TARES e canoni vari più i consumi interni calano. Le famiglie non consumano, non riparano l'auto, non sistemano l'impianto elettrico o idrico, non effettuano le piccole riparazioni edili e le imprese - quelle piccole - chiudo. E' cosi che si è si innescano i fallimenti, le crisi aziendali, la disoccupazione, il calo del Pil., etc. Il Paese sta divorando se stesso. E mentre le imprese affondano c'è chi galleggia sempre anche di fronte a momenti di crisi drammatica come quelli che stiamo vivendo. Mentre le imprese sono costrette a navigare a vista c'è sempre chi trova un salvagente. Le imprese chiudono ma lo Stato, le Regioni, i Comuni, continuano ad alimentare il clientelismo. Molti colleghi dopo aver rischiato per decenni in proprio, mi dicono che sono stanchi di pagare per poi essere considerati evasori e quindi perseguitati dalla Guardia di Finanza, dall'Agenzia delle Entrate o dall'ente di riscossione. Tutti pronti ad attaccarsi a quel poco che si e' riusciti a mettere da parte o a realizzarlo lavorando onestamente, senza guardare l'orologio. Si preferiscono sempre le strade più brevi.La cosa più facile è colpire chi ha il coraggio di vivere allo scoperto. Viceversa ci vuole coraggio per stanare i veri evasori (rendite finanziarie, economia criminale) o chi dissipa il denaro pubblico. E' venuto il momento di trovarlo questo coraggio. Serve diminuire gli sprechi pubblici perseguendo tutti coloro che li alimentano (leggasi dirigenti grandi e piccoli). Bisogna colpire le rendite finanziarie e l'economia criminale. Sarebbero 300 miliardi da potere recuperare. Cosa si aspetta. Chi pone dei freni ? Oggi si deve tornare ad investire, a seminare e per farlo servono soldi. Non si può più continuare a raccogliere indiscriminatamente, strappando pure le radici alle famiglie e alle poche imprese sane rimaste ancorate nel territorio. Continuando di questo passo il risultato sarà la più grande desertificazione economica e sociale a favore dell'illegalità e delle mafie. La colpa di tutto questo non può, però, essere attribuita solo alla casta dei politici o dei dirigenti ma anche al sindacato e alle associazioni di categoria perché fino ad ora non hanno individuato qui percorsi o quelle proposte capaci di imprimere una sterzata. Bisogna uscire da questo incubo. Serve trattare, ma serve anche creare conflitto per riprendersi il proprio ruolo. Se non ora, quando?  
Giuseppe Santocono Presidente della CNA di Vittoria.

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