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giovedì 13 giugno 2013

IL FISCO SI MANGIA I REDDITI

Il 29/09/2012 pubblicammo questo breve articolo dal titolo:
IL CARICO FISCALE UCCIDE LE IMPRESE. LA CNA DI VITTORIA LO PROVA
A quanto ammonta il carico fiscale nei confronti di un’impresa artigiana locale? Una domanda che molti dovrebbero porsi per capire in quale contesto e con quale spirito operano le nostre imprese. Ed è la stessa domanda che si è fatta il presidente di Cna Vittoria, Giuseppe Santocono, il quale ha effettuato un piccolo esperimento. Con l’obiettivo di uscire fuori di metafora. “Abbiamo analizzato – spiega Santocono – i dati di una società con 2 dipendenti, che esercita l'attività in un locale di sua proprietà. Abbiamo preso come periodo di riferimento l’anno solare (quindi da gennaio a dicembre), facendo il raffronto tra acconti e saldi. Il reddito complessivo dell’attività è di 58.000 euro. Sommando e shakerando tra Irap, Irpef, addizionale Irpef regionale e comunale, contributi previdenziali dei soci (Inps e Inail) a cui vanno sommati quelli dei dipendenti, e ancora Imu/Ici, Tarsu, canone idrico, diritti camerali, alla nostra attività vengono aspirati da Stato, Regione e Comune circa 47.000 euro. Visto che la matematica non è un’opinione rimangono 11.000 euro. Assurdo ma vero. Un carico fiscale che supera il 75%”. Santocono si chiede: “Di fronte a questa evidenza, come si può parlare di rilancio, rinascita, sviluppo, occupazione? E' da tempo che sentiamo dire che la microimpresa è la spina dorsale dell’economia locale, che il settore manifatturiero è una delle risorse su cui contare per battere la crisi. Belle parole, ottimi slogan. Nella realtà queste imprese, tra un equilibrismo e l’altro, cercano di sopravvivere nell’indifferenza più assoluta di una classe politica che pensa esclusivamente a soddisfare le proprie esigenze. Al netto di una voluta esagerazione si può affermare che il carico fiscale è cresciuto insieme con le indennità di una classe politica (locale, regionale e nazionale) forgiata per favorire la decadenza economica del territorio. Dobbiamo essere noi a sollecitarla sempre e per qualsiasi cosa: Serit, infrastrutture, moratorie, qualità delle zone artigianali. Non hanno tempo per pensare a queste cose? Pensano a cose più importanti? Quali? Il nostro territorio ha bisogno di politici capaci (non solo facce nuove) ed efficienti in grado di spiegare, in modo preciso, cosa intendono fare, con quali fondi e in grado di prevedere le conseguenze visti i tanti vincoli che l’attuale realtà impone. Prima che il nostro tessuto imprenditoriale collassi è fondamentale che si recuperi il senso del fare politica mettendo in campo idee su come capovolgere la tendenza attuale”.
OGGI SU MOLTI QUOTIDIANI NAZIONALI CAMPEGGIANO TITOLI DI QUESTO TIPO:

PURTROPPO AVEVAMO RAGIONE 


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