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sabato 30 marzo 2013
Vittoria: è in atto la desertificazione economica.
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lunedì 25 marzo 2013
L’allagamento stradale in contrada Serra Rovetto (via dell’Euro) Nessun segnale da parte dell’Amministrazione comunale di Vittoria La Cna: “Perché queste sollecitazioni continuano a cadere nel vuoto?”
“Poco più
di una settimana fa segnalavamo all’Amministrazione comunale, in
modo simpaticamente provocatorio, con foto e video, l’impraticabilità
per allagamento - ogni qualvolta piove - di contrada Serra Rovetto
(via dell'Euro). Non c'è stata nessuna risposta, come se chi sta a
palazzo Iacono avesse perso di colpo la parola”. E’ quanto
sottolinea il presidente di Cna Vittoria, Giuseppe Santocono, con il
responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. I quali
aggiungono: “Cosa è successo? Come mai le sollecitazioni per
qualificare una zona cadono nel vuoto? Chi chiede di migliorare le
condizioni della propria terra, evidenziandone i problemi, viene
ignorato? Lo vogliamo sottolineare ancora una volta: questa porzione
d’asfalto è fondamentale per la viabilità del nostro territorio.
Questa strada è molto praticata perché collega il mercato
ortofrutticolo con la Ss 115, congiunge le due aree artigianali e ai
lati della stessa hanno sede diverse attività. Cosa ancora più
importante, in questa zona c'è l'unico viadotto che permette ad
autotrasportatori, produttori, artigiani, commercianti,
rappresentanti di bypassare la linea ferrata che circonda Vittoria.
Le imprese non possono essere munte con l’Imu, il canone idrico,
la Tarsu e in futuro la Tares, senza che i loro sforzi, la loro
resistenza e gli investimenti effettuati non siano valorizzati o
siano addirittura non considerati. All’abbandono
e alla fragilità del territorio bisogna contrapporre la ferma
volontà politica nell'avviare attività di manutenzione
straordinaria, restauro, valorizzazione e rivitalizzazione
soprattutto delle aree strategiche della città. Serve attenzione.
Sappiamo che non è facile ma è necessaria”.
sabato 16 marzo 2013
C’è anche chi va in canoa in via dell’Euro, alla periferia di Vittoria La Cna: “Situazione critica per le imprese non appena piove. Bisogna trovare subito una soluzione soddisfacente per la rete viaria”
Guarda il video
“A
Vittoria c'è un bacino artificiale in cui poter fare canoa e nessuno
lo sa. In contrada Serra Rovetto, nei pressi di via dell’Euro
(ingresso da Gela all’altezza della Ss 115), ogni qualvolta piove
si forma un lago. Stiamo parlando di una zona strategica per la
viabilità della nostra città sia in entrata che in uscita”. E’
quanto denunciano, in un documento, il presidente della Cna
territoriale, Giuseppe Santocono, e il responsabile organizzativo,
Giorgio Stracquadanio. “Questa strada – specificano i vertici
cittadini della Cna – collega le due aree artigianali (pubblica e
privata) e il mercato ortofrutticolo. Ai lati della stessa operano
diverse attività imprenditoriali. E' un collegamento fondamentale
per l’economia di Vittoria. Infatti, grazie ad un viadotto si
riesce a bypassare la linea ferrata che circonda la città. Più
volte, semplici cittadini, titolari delle imprese insediate,
autotrasportatori hanno sollecitato l'Amministrazione comunale a
risolvere il problema. Di recente sono state pure raccolte delle
firme proprio per sensibilizzare il Comune. Ma non si è mosso
nulla”. La Cna sottolinea che “pochi giorni fa, il sindaco,
annunciando la presentazione di un progetto di miglioramento della
viabilità dal titolo fascinoso: “Street”, in cui il Comune è
partner, dichiarava con enfasi: “Vittoria
si è proposta ed è stata scelta come partner proprio in virtù
della sua realtà agricola, e in particolare per il mercato
ortofrutticolo, la cui produzione implica un massiccio trasporto su
gomma e richiede lo sviluppo di nuovi sistemi e corridoi di
collegamento. A fine maggio, in città sarà organizzato un convegno
di presentazione delle strategie e delle iniziative a supporto del
trasporto sostenibile in Sicilia”. Quindi,
a maggio – proseguono Santocono e Stracquadanio – parleremo dei
massimi sistemi, delle grandi infrastrutture, del trasporto
intermodale, ma nella pratica non si riesce a fare un canale,
un’opera di drenaggio che eviti l'allagamento di un pezzo di strada
non più lunga di cinquanta metri. Ricordiamo al sindaco che quella
porzione d'asfalto è super transitata. Auto di rappresentanti, di
dipendenti, di cittadini, tir e furgoni di produttori che trasportano
ortofrutta al mercato si sono spesso impantanati. A volte hanno
chiamato i vigili del fuoco per essere tirati fuori. Bisogna
risolvere in tempi brevi e in modo definitivo questo problema dopo di
che, a nostro modo di vedere le cose, si potrà parlare di come
“definire
le esigenze e … individuare soluzioni trans-frontaliere in grado di
dare risposte al territorio e alla fortissima domanda di nuove
soluzioni in materia di logistica e trasporto di merce e persone”.
Serve, crediamo, una rete viaria all’altezza della situazione”.
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giovedì 14 marzo 2013
Crisi. Crollo delle vendite immobiliari. -29,6% alla fine del 2012.
La crisi del mattone diventa sempre più profonda. Nel 2012 le abitazioni compravendute in Italia si sono fermate a 444mila unità, il dato più basso degli ultimi 28 anni. E' quanto emerge dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate. Rispetto ai picchi del 2006 si tratta di quasi un dimezzamento.
Guardando a tutto il 2012 le unità immobiliari compravendute in Italia sono state 993.339, quasi 330.000 in meno a confronto con l'anno precedente, registrando una caduta sul 2011 del 24,8%. Scendono i prezzi delle case: secondo l'osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate le quotazioni medie delle abitazioni nelle 12 città più grandi per popolazione nel II semestre del 2012 segnano, rispetto al semestre precedente, tutte ribassi tranne Verona (+0,2%). Le flessioni maggiori, si registrano per Catania (-4,1%); Genova (-3,5%) e Palermo (-3,4%). Nonostante il crollo delle compravendite di case, il prezzo ha mostrato solo un contenuto calo. Secondo quanto rileva l'Osservatorio, nel secondo semestre 2012 infatti, in termini di valore medio un'abitazione venduta a Roma supera i 312 mila euro (3.356 euro al mq) in diminuzione solo dello 0,9% rispetto al semestre precedente. La capitale risulta tra le città più care d'Italia. Oltre i 300.000 euro risulta anche la quotazione media per le case vendute a Firenze (314.600 euro) e Venezia (303.300 euro). Le compravendite di case con mutuo ipotecario nel 2012 registrano una caduta, rispetto al 2011, pari al 38,6%. In linea con l'aumento dei tassi di interesse - sottolinea l'Osservatorio, che si postano a un livello simile al 2006 - la rata mensile iniziale subisce ancora un aumento nel 2012, superando i 700 euro in termini di valore medio nazionale.
Guardando a tutto il 2012 le unità immobiliari compravendute in Italia sono state 993.339, quasi 330.000 in meno a confronto con l'anno precedente, registrando una caduta sul 2011 del 24,8%. Scendono i prezzi delle case: secondo l'osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate le quotazioni medie delle abitazioni nelle 12 città più grandi per popolazione nel II semestre del 2012 segnano, rispetto al semestre precedente, tutte ribassi tranne Verona (+0,2%). Le flessioni maggiori, si registrano per Catania (-4,1%); Genova (-3,5%) e Palermo (-3,4%). Nonostante il crollo delle compravendite di case, il prezzo ha mostrato solo un contenuto calo. Secondo quanto rileva l'Osservatorio, nel secondo semestre 2012 infatti, in termini di valore medio un'abitazione venduta a Roma supera i 312 mila euro (3.356 euro al mq) in diminuzione solo dello 0,9% rispetto al semestre precedente. La capitale risulta tra le città più care d'Italia. Oltre i 300.000 euro risulta anche la quotazione media per le case vendute a Firenze (314.600 euro) e Venezia (303.300 euro). Le compravendite di case con mutuo ipotecario nel 2012 registrano una caduta, rispetto al 2011, pari al 38,6%. In linea con l'aumento dei tassi di interesse - sottolinea l'Osservatorio, che si postano a un livello simile al 2006 - la rata mensile iniziale subisce ancora un aumento nel 2012, superando i 700 euro in termini di valore medio nazionale.
domenica 10 marzo 2013
SERVONO SOLUZIONI VERE. URGE DARE CREDITO ALLE MICROIMPRESE
Nel
confronto con i dati del 2011, gli indicatori economici del 2012 sono
da brivido:
-6,2%
per la produzione industriale;
-4,3%
il fatturato;
-9,8%
gli ordinativi nell’industria;
-14%
la produzione nelle costruzioni;
-32,7
miliardi di euro di prestiti bancari alle aziende;
+
14,4 miliardi di euro di sofferenze bancarie
in
capo alle imprese.
La
tragedia che si è consumata a Perugia è figlia anche del drammatico
quadro economico generale in cui versano le aziende, soprattutto
quelle di piccola dimensione. Molti titolari di microimprese stanno
perdendo il lume della ragione. Lo
sconforto e l’esasperazione sta spingendo alcuni di loro a gesti
sconsiderati che non sono per nulla giustificabili.
Per
prevenire tutto ciò non c’è che una soluzione: auspicare che la
politica ritorni a fare il suo mestiere, dando risposte credibili
alle esigenze di liquidità che i piccoli imprenditori vanno
invocando inutilmente da più di un anno.
Qualche settimana fa, fortunatamente senza che alla fine ci sia stata
nessuna vittima, è accaduta la stessa cosa in provincia di Padova.
Un piccolo imprenditore, dopo la mancata erogazione di un prestito,
ferì con un colpo di pistola il direttore della Banca di Credito
Cooperativo di Campodarsego (Pd). Un gesto che sembrava isolato.
Ora, dopo quello di Perugia, è il secondo caso che avviene nel giro
di pochissimo tempo e ripropone il paradosso che stiamo vivendo in
questi mesi. Moltissimi piccoli imprenditori (anche a Vittoria)
stanno chiedendo soldi per pagare le tasse ed i contributi perché i
committenti non li pagano o lo fanno con ritardi spaventosi. Una
situazione che sta degenerando di settimana in settimana, spingendo
moltissime imprese verso il fallimento, non per debiti, ma per
crediti.
Articolo tratto da www.cgiamestre.com e riadattato
venerdì 8 marzo 2013
Il presidente regionale della CNA, Giuseppe Cascone, scrive a Crocetta
Lettera
aperta al Presidente Crocetta
Sig
Presidente
attirare
la sua attenzione nei confronti dei problemi che vivono le
microimprese siciliane è veramente complicato. Lei ci evita, ci
dribbla. E' veramente abile, manco fosse Messi. Noi però non ci
rassegniamo, confidiamo sempre
nel cercare un confronto vero con Lei. Chi come noi si
sforza di rappresentare imprese non può mai rassegnarsi. Per i
nostri associati la rassegnazione è la filosofia dei soddisfatti, di
chi vive bene, di chi non ha problemi di lavoro o di accesso al
credito. Le abbiamo detto
precedentemente di volerla incontrare per parlare dell'ex SERIT, oggi
Riscossione Sicilia SpA, (ma anche di accesso al credito, di rilancio
dell'economia, di infrastrutture).
L'atteggiamento vessatorio di questo “ente”, stabilito
da norme ben precise, è diventato una
questione centrale non più rinviabile. E' grave il fatto
che ad alimentare preoccupazione nel tessuto economico sano - oltre
alla crisi attuale e alla criminalità - sia una struttura
societaria (Riscossione Sicilia spa) composta per il 90% dalle azioni
di proprietà della Regione Sicilia.
Leggendo
il Rendiconto Generale della Regione Siciliana per l'Esercizio 2011,
si scopre a pag 62 che tra il 2009, 2010 e il 2011, la ex SERIT,
nelle nove province, ha notificato cartelle per una somma pari a
circa 10 miliardi Euro:
2.miliardi 657 milioni nel 2009, 3 miliardi 446 milioni nel 2010, 3
miliardi 245 ,milioni nel 2011. Dietro questi numeri ci sono persone
in carne e ossa, aziende in difficoltà, drammi umani. Non stiamo
parlando di evasori, di attività che operano nel sommerso, ma di
famiglie e imprese che in poco tempo sono state travolte dalla crisi,
incapaci a pagare regolarmente tasse e contributi, a cui vengono
notificate cartelle esattoriali caricate di sanzioni, interessi e
aggi. La ex SERIT però, in questi tre anni, ha riscosso
meno del 10% delle somme messe a ruolo
(si vedano le
tabelle allegate), non riuscendo ha centrare gli obbiettivi
della propria mission. Sempre
a pag 62 della relazione, si legge: “la
società di riscossione negli anni 2009, 2010 e 2011 ha fatto
registrare consistenti perdite di esercizio. Il mancato incremento
delle riscossioni ha impedito infatti che l’aggio trattenuto
raggiungesse valori prossimi all’indennità precedentemente
percepita, facendo mancare alla società parte delle risorse
necessarie ad un’autonoma gestione finanziaria. Quindi,
la ex SERIT, oggi Riscossione Sicilia, malgrado stressi famiglie e
imprese non è riuscita a riscuotere neanche il dovuto per sostenersi
economicamente. Riscossione Sicilia, nata il 1° settembre 2012, è
già in difficoltà finanziaria. Chi copre le perdite? La Regione?
Presidente Crocetta
bisogna prendere atto che una buona parte dei ruoli è oramai
inesigibile. Non si può continuare a tormentare famiglie e imprese
con nuove notifiche, ingiunzioni, fermi amministrativi, ipoteche, o
altro. Queste cose riescono solo a bloccare l'accesso al credito o la
regolarità contributiva. Questo comportamento sta soffocando
definitivamente
sia l'economia sana della Sicilia, sia il bilancio della Regione. Le
imprese vogliono pagare, ma non possono sopportare un carico
opprimente di sanzioni, interessi e aggi. Percentuali
significative di queste somme si possono recuperare solo rivedendo
con urgenza tutte le norme
che regolano la riscossione. Lei, grazie alla sua posizione, ha
l'obbligo, non di dire, ma di fare qualcosa.
Pochi mesi fa su
questo tema è intervenuta la Chiesa. I vescovi di alcune diocesi
siciliane hanno percepito il profondo disagio economico e sociale e
sono “disponibili
a collaborare pur di mettere al centro la dignità dell'uomo”.
La
nostra preoccupazione più grande è che l'economia criminale, la
mafia, diventi la padrona della crisi.
Gli attentati
dinamitardi di questi ultimi giorni ci dicono con chiarezza come la
criminalità cerchi di controllare le imprese sane che vogliono
resistere. Le imprese siciliane stanno resistendo malgrado non hanno
adeguati programmi d'investimento in innovazione, servizi,
formazione, infrastrutture e difficoltà di accedere al credito a
costi sostenibili. Se a questo aggiungiamo anche le “opprimenti
molestie” di una società di riscossione, poco capace a riscuote ma
capace a vessare e bloccare le imprese, risulta evidente come la
praticità gestionale della mafia, con alcuni dei suoi “servizi”:
usura, controllo del territorio e disponibilità economica, è in
grado di rilevare, con le buone o con le cattive, il meglio
dell'economia legale attualmente indebolita dalle difficoltà. Quando
il lavoro i sacrifici per mettere su un'attività, servono solo a
galleggiare, a sopravvivere, allora è la peggiore delle solitudini.
La mafia non cerca altro. Se
Lei ritiene che non ci sia nulla da fare (per
capirci: munnu ha statu
e munnu è)
continui pure ad evitarci.
Altrimenti,
compia un atto veramente rivoluzionario, provi a far uscire dalla
solitudine il lavoro legale e produttivo.
Cordialmente
Giuseppe
Cascone
mercoledì 6 marzo 2013
Allarme Bankitalia. Giovani, inquilini e famiglie sempre più in difficoltà
Il 65% delle famiglie italiane valuta che il proprio reddito sia inferiore al necessario ed è aumentata la quota di coloro che hanno un reddito insufficiente a coprire i consumi. E' quanto emerge da due studi effettuati da via Nazionale. In crisi sono soprattutto i giovani e gli affittuari. Vi sono "chiari segnali di difficoltà delle famiglie nel riuscire a risparmiare la quantità di risorse desiderata - si legge - la quota di quelle che ritengono di avere effettive possibilità di risparmio si è collocata su livelli storicamente bassi, intorno al 30% dalla metà dello scorso decennio (contro il 50% degli inizi degli anni '90).
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lunedì 4 marzo 2013
Gli istituti finanziari rimettano da subito in circolo le somme necessarie per evitare la desertificazione economica
La sindrome
di Fort Apache. E' questa la metafora che forse descrive al meglio
l’atteggiamento degli istituti bancari della città di Vittoria. E’
quanto denunciano il presidente della Cna territoriale, Giuseppe
Santocono, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio.
“Al di qua
della palizzata – dicono in un documento – “i buoni”, gli
investimenti finanziari. Fuori i cattivi, i nemici, le imprese che
cercano credito per fare investimenti, per pagare le tasse o per
pagare i dipendenti. Le banche si sono chiuse a riccio, non concedono
credito e a chi è in difficoltà viene chiesto senza tanti scrupoli
di rientrare immediatamente. Questo atteggiamento sta costringendo
molte imprese locali alla chiusura o peggio al fallimento. L'accesso
al credito in questa città è diventato un sogno (o forse sarebbe
meglio dire un incubo). Viene negato anche davanti alla garanzia di
un consorzio fidi. In quei pochi casi, quando viene erogato il
rating, quel giudizio insindacabile sulla capacità di far fronte
agli impegni, impone quasi sempre tassi d’interesse sostanziosi. Un
atteggiamento che riesce a fiaccare anche quelle imprese determinate
a resistere”.
Santocono e
Stracquadanio chiariscono: “L’economia di Vittoria rallenta
giornalmente. Quel tessuto di micro e piccole imprese che ha
caratterizzato e reso forte economicamente la nostra realtà, si sta
via via affievolendo. In dieci anni le imprese attive del settore
artigianato sono passate da oltre 1.000 a meno di 700 (685 al 2
febbraio 2013). La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, in
provincia di Ragusa (e quindi anche a Vittoria) è schizzata passando
dal 23,3% del 2010 al 41,45% del 2011, quella complessiva (forza
lavoro di età compresa fra 15-64 anni) è di poco oltre il 40%. La
criminalità, in tutte le sue forme, si è riaffacciata gestendo nei
fatti la crisi con i suoi metodi. Davanti a questo scenario gli
istituti bancari, oltre a gestire i risparmi raccolti nel territorio,
sono le uniche imprese che hanno ricevuto prestiti a tassi bassissimi
dalla Bce e aiuti di Stato, ma queste somme, in buona parte, sono
utilizzate nei giochi finanziari. Ferisce
e indigna vedere come questi soldi non siano impiegati per rimettere
in moto l'economia locale. L’autoritarismo gestionale di capitali
non propri, ma di cui però si dispone a proprio grado e piacimento,
è diventato inconcepibile e fastidioso.
E' venuto il momento di
dirlo forte e chiaro: gli istituti finanziari devono rimettere nel
circuito economico sano le somme che hanno ricevuto altrimenti su di
essi ricadranno le responsabilità della desertificazione economica”.
domenica 3 marzo 2013
A gennaio 3 milioni di disoccupati. Quasi il 40% dei giovani è senza lavoro
A gennaio il numero di disoccupati ha sfiorato i 3 milioni. Lo rileva l'Istat, secondo il quale la disoccupazione nel primo mese dell'anno e' salita all'11,7%. Si tratta del tasso più alto dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e dall'avvio di quelle trimestrali, ovvero dal quarto trimestre 1992. Su base annua la crescita è di oltre mezzo milione di disoccupati (+22,7%, +554 mila unità). La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salita a gennaio al 38,7%, il massimo dall'inizio delle serie storiche dell'Istat sia mensili (gennaio 2004) che trimestrali, ovvero dal quarto trimestre del 1992. Nella media del 2012 il tasso di disoccupazione è risultato pari al 10,7%, in aumento rispetto all'8,4% del 2011. Si tratta del livello più alto dal 1993, primo anno confrontabile delle serie storiche. Al Sud il tasso arriva al 17,2%. Nel 2012 il numero di disoccupati è aumentato di 636.000 unità (+30,2%), arrivando così a 2 milioni 744 mila, dai 2 milioni 108 mila del 2011. L'istat aggiunge che anche in questo caso si tratta di cifre mai raggiunte in precedenza, ovvero dall'inizio delle serie storiche, nel 1993. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) supera il 50%. Lo si evince dalla rilevazione dell'Istat sul quarto trimestre 2012. In totale il tasso è del 50,5%, suddiviso nel 46,7% per i maschi e 56,1% per le donne. Al Nord la disoccupazione giovanile é invece del 29,7% e al Centro del 39,3%. In Italia, calcola l'Istat, il dato trimestrale segna un tasso di disoccupazione giovanile pari al 39,0%.
Da www.cna.it
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