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sabato 30 marzo 2013

Vittoria: è in atto la desertificazione economica.




La crisi sta divorando il tessuto delle pmi di Vittoria. Dall'inizio dell'anno sono state presentate oltre 100 domande di cancellazione alla CCIAA di Ragusa (tra Registro Imprese e Albo Artigiani). La disoccupazione è cresciuta. l'ISTAT certifica che nel 2012 in provincia di Ragusa il tasso di disoccupazione (riferito a lavoratori di età compresa fra i 15 e 64 anni) è salito al 40,9%. Vittoria è in linea con questo dato. I dati del centro ascolto Caritas di Vittoria ci dicono di una accelerazione dei processi che portano alla povertà con un area del disagio che va dai 20 ai 60 anni. La capacità imprenditoriale, il mercato, l'economia, di questo territorio stanno perdendo spinta, non riescono, più a creare sviluppo, siamo schiacciati sempre più in basso. Ad aumentare ansie e preoccupazioni tra le imprese che resistono contribuiscono anche le future scadenze fiscali del prossimo giugno/luglio a partire dalle imposte comunali, IMU, TARSU/TARES. Cessare l'attività per continuarla in nero sta diventando la norma, è l'unico modo per avere un po di reddito, liquidità ( fino a quando?). All'aridità economica si sta associando la desertificazione demografica. A Vittoria è ricomparso lo spettro dell'emigrazione. Diversi titolari di piccole imprese, dopo aver chiuso l'attività e messo in vendita gli immobili per pagare i debiti si preparano a trovare “fortuna” da qualche altra parte (?). Il lavoro e gli interessi di chi lo crea non sono più un valore. A parole si invoca ottimismo e fiducia ma nei fatti queste parole servono solo come contorno, hanno il sapore di una fastidiosissima pacca sulla spalla. I primi a tradire questi concetti sono le banche le quali chiedono sempre più garanzie anche per un prestito di poche migliaia di euro. Gli istituti di credito, nei fatti hanno legato un masso al collo alle imprese e alle famiglie gli unici soggetti che cercano di nuotare nel mare in tempesta della crisi. Il vortice che rischia di travolgerci sta tutto qui: il lavoro c'è però mancano i soldi, le banche non erogando prestiti, l'economia peggiora, le tasse aumentano e la ripresa si allontana. Bisogna uscire da queste sabbie mobili. Il vedersi sbattere la porta in faccia dalle istituzioni o dalla banca, la disperazione di non poter incassare il dovuto, l'impoverimento repentino, rischiano di avviare processi non facilmente controllabili. Le banche devono ritornare a fare il loro lavoro non possono più temporeggiare. Questa lunga esitazione ha creato prima ansia da ripresa, poi disperazione adesso tutto rischia di diventare rabbia.

lunedì 25 marzo 2013

L’allagamento stradale in contrada Serra Rovetto (via dell’Euro) Nessun segnale da parte dell’Amministrazione comunale di Vittoria La Cna: “Perché queste sollecitazioni continuano a cadere nel vuoto?”


Poco più di una settimana fa segnalavamo all’Amministrazione comunale, in modo simpaticamente provocatorio, con foto e video, l’impraticabilità per allagamento - ogni qualvolta piove - di contrada Serra Rovetto (via dell'Euro). Non c'è stata nessuna risposta, come se chi sta a palazzo Iacono avesse perso di colpo la parola”. E’ quanto sottolinea il presidente di Cna Vittoria, Giuseppe Santocono, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. I quali aggiungono: “Cosa è successo? Come mai le sollecitazioni per qualificare una zona cadono nel vuoto? Chi chiede di migliorare le condizioni della propria terra, evidenziandone i problemi, viene ignorato? Lo vogliamo sottolineare ancora una volta: questa porzione d’asfalto è fondamentale per la viabilità del nostro territorio. Questa strada è molto praticata perché collega il mercato ortofrutticolo con la Ss 115, congiunge le due aree artigianali e ai lati della stessa hanno sede diverse attività. Cosa ancora più importante, in questa zona c'è l'unico viadotto che permette ad autotrasportatori, produttori, artigiani, commercianti, rappresentanti di bypassare la linea ferrata che circonda Vittoria. Le imprese non possono essere munte con l’Imu, il canone idrico, la Tarsu e in futuro la Tares, senza che i loro sforzi, la loro resistenza e gli investimenti effettuati non siano valorizzati o siano addirittura non considerati. All’abbandono e alla fragilità del territorio bisogna contrapporre la ferma volontà politica nell'avviare attività di manutenzione straordinaria, restauro, valorizzazione e rivitalizzazione soprattutto delle aree strategiche della città. Serve attenzione. Sappiamo che non è facile ma è necessaria”.

sabato 16 marzo 2013

C’è anche chi va in canoa in via dell’Euro, alla periferia di Vittoria La Cna: “Situazione critica per le imprese non appena piove. Bisogna trovare subito una soluzione soddisfacente per la rete viaria”

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A Vittoria c'è un bacino artificiale in cui poter fare canoa e nessuno lo sa. In contrada Serra Rovetto, nei pressi di via dell’Euro (ingresso da Gela all’altezza della Ss 115), ogni qualvolta piove si forma un lago. Stiamo parlando di una zona strategica per la viabilità della nostra città sia in entrata che in uscita”. E’ quanto denunciano, in un documento, il presidente della Cna territoriale, Giuseppe Santocono, e il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. “Questa strada – specificano i vertici cittadini della Cna – collega le due aree artigianali (pubblica e privata) e il mercato ortofrutticolo. Ai lati della stessa operano diverse attività imprenditoriali. E' un collegamento fondamentale per l’economia di Vittoria. Infatti, grazie ad un viadotto si riesce a bypassare la linea ferrata che circonda la città. Più volte, semplici cittadini, titolari delle imprese insediate, autotrasportatori hanno sollecitato l'Amministrazione comunale a risolvere il problema. Di recente sono state pure raccolte delle firme proprio per sensibilizzare il Comune. Ma non si è mosso nulla”. La Cna sottolinea che “pochi giorni fa, il sindaco, annunciando la presentazione di un progetto di miglioramento della viabilità dal titolo fascinoso: “Street”, in cui il Comune è partner, dichiarava con enfasi: “Vittoria si è proposta ed è stata scelta come partner proprio in virtù della sua realtà agricola, e in particolare per il mercato ortofrutticolo, la cui produzione implica un massiccio trasporto su gomma e richiede lo sviluppo di nuovi sistemi e corridoi di collegamento. A fine maggio, in città sarà organizzato un convegno di presentazione delle strategie e delle iniziative a supporto del trasporto sostenibile in Sicilia”. Quindi, a maggio – proseguono Santocono e Stracquadanio – parleremo dei massimi sistemi, delle grandi infrastrutture, del trasporto intermodale, ma nella pratica non si riesce a fare un canale, un’opera di drenaggio che eviti l'allagamento di un pezzo di strada non più lunga di cinquanta metri. Ricordiamo al sindaco che quella porzione d'asfalto è super transitata. Auto di rappresentanti, di dipendenti, di cittadini, tir e furgoni di produttori che trasportano ortofrutta al mercato si sono spesso impantanati. A volte hanno chiamato i vigili del fuoco per essere tirati fuori. Bisogna risolvere in tempi brevi e in modo definitivo questo problema dopo di che, a nostro modo di vedere le cose, si potrà parlare di come “definire le esigenze e … individuare soluzioni trans-frontaliere in grado di dare risposte al territorio e alla fortissima domanda di nuove soluzioni in materia di logistica e trasporto di merce e persone”. Serve, crediamo, una rete viaria all’altezza della situazione”.

giovedì 14 marzo 2013

Crisi. Crollo delle vendite immobiliari. -29,6% alla fine del 2012.

La crisi del mattone diventa sempre più profonda. Nel 2012 le abitazioni compravendute in Italia si sono fermate a 444mila unità, il dato più basso degli ultimi 28 anni. E' quanto emerge dall'Osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate. Rispetto ai picchi del 2006 si tratta di quasi un dimezzamento.

Guardando a tutto il 2012 le unità immobiliari compravendute in Italia sono state 993.339, quasi 330.000 in meno a confronto con l'anno precedente, registrando una caduta sul 2011 del 24,8%. Scendono i prezzi delle case: secondo l'osservatorio del mercato immobiliare dell'Agenzia delle Entrate le quotazioni medie delle abitazioni nelle 12 città più grandi per popolazione nel II semestre del 2012 segnano, rispetto al semestre precedente, tutte ribassi tranne Verona (+0,2%). Le flessioni maggiori, si registrano per Catania (-4,1%); Genova (-3,5%) e Palermo (-3,4%). Nonostante il crollo delle compravendite di case, il prezzo ha mostrato solo un contenuto calo. Secondo quanto rileva l'Osservatorio, nel secondo semestre 2012 infatti, in termini di valore medio un'abitazione venduta a Roma supera i 312 mila euro (3.356 euro al mq) in diminuzione solo dello 0,9% rispetto al semestre precedente. La capitale risulta tra le città più care d'Italia. Oltre i 300.000 euro risulta anche la quotazione media per le case vendute a Firenze (314.600 euro) e Venezia (303.300 euro). Le compravendite di case con mutuo ipotecario nel 2012 registrano una caduta, rispetto al 2011, pari al 38,6%. In linea con l'aumento dei tassi di interesse - sottolinea l'Osservatorio, che si postano a un livello simile al 2006 - la rata mensile iniziale subisce ancora un aumento nel 2012, superando i 700 euro in termini di valore medio nazionale.

domenica 10 marzo 2013

SERVONO SOLUZIONI VERE. URGE DARE CREDITO ALLE MICROIMPRESE



Nel confronto con i dati del 2011, gli indicatori economici del 2012 sono da brivido:
-6,2% per la produzione industriale;
-4,3% il fatturato;
-9,8% gli ordinativi nell’industria;
-14% la produzione nelle costruzioni;
-32,7 miliardi di euro di prestiti bancari alle aziende;
+ 14,4 miliardi di euro di sofferenze bancarie in capo alle imprese.
La tragedia che si è consumata a Perugia è figlia anche del drammatico quadro economico generale in cui versano le aziende, soprattutto quelle di piccola dimensione. Molti titolari di microimprese stanno perdendo il lume della ragione. Lo sconforto e l’esasperazione sta spingendo alcuni di loro a gesti sconsiderati che non sono per nulla giustificabili. Per prevenire tutto ciò non c’è che una soluzione: auspicare che la politica ritorni a fare il suo mestiere, dando risposte credibili alle esigenze di liquidità che i piccoli imprenditori vanno invocando inutilmente da più di un anno. Qualche settimana fa, fortunatamente senza che alla fine ci sia stata nessuna vittima, è accaduta la stessa cosa in provincia di Padova. Un piccolo imprenditore, dopo la mancata erogazione di un prestito, ferì con un colpo di pistola il direttore della Banca di Credito Cooperativo di Campodarsego (Pd). Un gesto che sembrava isolato. Ora, dopo quello di Perugia, è il secondo caso che avviene nel giro di pochissimo tempo e ripropone il paradosso che stiamo vivendo in questi mesi. Moltissimi piccoli imprenditori (anche a Vittoria) stanno chiedendo soldi per pagare le tasse ed i contributi perché i committenti non li pagano o lo fanno con ritardi spaventosi. Una situazione che sta degenerando di settimana in settimana, spingendo moltissime imprese verso il fallimento, non per debiti, ma per crediti.

Articolo tratto da www.cgiamestre.com e riadattato

venerdì 8 marzo 2013

Il presidente regionale della CNA, Giuseppe Cascone, scrive a Crocetta


Lettera aperta al Presidente Crocetta
Sig Presidente
attirare la sua attenzione nei confronti dei problemi che vivono le microimprese siciliane è veramente complicato. Lei ci evita, ci dribbla. E' veramente abile, manco fosse Messi. Noi però non ci rassegniamo, confidiamo sempre nel cercare un confronto vero con Lei. Chi come noi si sforza di rappresentare imprese non può mai rassegnarsi. Per i nostri associati la rassegnazione è la filosofia dei soddisfatti, di chi vive bene, di chi non ha problemi di lavoro o di accesso al credito. Le abbiamo detto precedentemente di volerla incontrare per parlare dell'ex SERIT, oggi Riscossione Sicilia SpA, (ma anche di accesso al credito, di rilancio dell'economia, di infrastrutture). L'atteggiamento vessatorio di questo “ente”, stabilito da norme ben precise, è diventato una questione centrale non più rinviabile. E' grave il fatto che ad alimentare preoccupazione nel tessuto economico sano - oltre alla crisi attuale e alla criminalità - sia una struttura societaria (Riscossione Sicilia spa) composta per il 90% dalle azioni di proprietà della Regione Sicilia.
Leggendo il Rendiconto Generale della Regione Siciliana per l'Esercizio 2011, si scopre a pag 62 che tra il 2009, 2010 e il 2011, la ex SERIT, nelle nove province, ha notificato cartelle per una somma pari a circa 10 miliardi Euro: 2.miliardi 657 milioni nel 2009, 3 miliardi 446 milioni nel 2010, 3 miliardi 245 ,milioni nel 2011. Dietro questi numeri ci sono persone in carne e ossa, aziende in difficoltà, drammi umani. Non stiamo parlando di evasori, di attività che operano nel sommerso, ma di famiglie e imprese che in poco tempo sono state travolte dalla crisi, incapaci a pagare regolarmente tasse e contributi, a cui vengono notificate cartelle esattoriali caricate di sanzioni, interessi e aggi. La ex SERIT però, in questi tre anni, ha riscosso meno del 10% delle somme messe a ruolo (si vedano le tabelle allegate), non riuscendo ha centrare gli obbiettivi della propria mission. Sempre a pag 62 della relazione, si legge: “la società di riscossione negli anni 2009, 2010 e 2011 ha fatto registrare consistenti perdite di esercizio. Il mancato incremento delle riscossioni ha impedito infatti che l’aggio trattenuto raggiungesse valori prossimi all’indennità precedentemente percepita, facendo mancare alla società parte delle risorse necessarie ad un’autonoma gestione finanziaria. Quindi, la ex SERIT, oggi Riscossione Sicilia, malgrado stressi famiglie e imprese non è riuscita a riscuotere neanche il dovuto per sostenersi economicamente. Riscossione Sicilia, nata il 1° settembre 2012, è già in difficoltà finanziaria. Chi copre le perdite? La Regione? Presidente Crocetta bisogna prendere atto che una buona parte dei ruoli è oramai inesigibile. Non si può continuare a tormentare famiglie e imprese con nuove notifiche, ingiunzioni, fermi amministrativi, ipoteche, o altro. Queste cose riescono solo a bloccare l'accesso al credito o la regolarità contributiva. Questo comportamento sta soffocando
definitivamente sia l'economia sana della Sicilia, sia il bilancio della Regione. Le imprese vogliono pagare, ma non possono sopportare un carico opprimente di sanzioni, interessi e aggi. Percentuali significative di queste somme si possono recuperare solo rivedendo con urgenza tutte le norme che regolano la riscossione. Lei, grazie alla sua posizione, ha l'obbligo, non di dire, ma di fare qualcosa. Pochi mesi fa su questo tema è intervenuta la Chiesa. I vescovi di alcune diocesi siciliane hanno percepito il profondo disagio economico e sociale e sono “disponibili a collaborare pur di mettere al centro la dignità dell'uomo”.
La nostra preoccupazione più grande è che l'economia criminale, la mafia, diventi la padrona della crisi. Gli attentati dinamitardi di questi ultimi giorni ci dicono con chiarezza come la criminalità cerchi di controllare le imprese sane che vogliono resistere. Le imprese siciliane stanno resistendo malgrado non hanno adeguati programmi d'investimento in innovazione, servizi, formazione, infrastrutture e difficoltà di accedere al credito a costi sostenibili. Se a questo aggiungiamo anche le “opprimenti molestie” di una società di riscossione, poco capace a riscuote ma capace a vessare e bloccare le imprese, risulta evidente come la praticità gestionale della mafia, con alcuni dei suoi “servizi”: usura, controllo del territorio e disponibilità economica, è in grado di rilevare, con le buone o con le cattive, il meglio dell'economia legale attualmente indebolita dalle difficoltà. Quando il lavoro i sacrifici per mettere su un'attività, servono solo a galleggiare, a sopravvivere, allora è la peggiore delle solitudini. La mafia non cerca altro. Se Lei ritiene che non ci sia nulla da fare (per capirci: munnu ha statu e munnu è) continui pure ad evitarci. Altrimenti, compia un atto veramente rivoluzionario, provi a far uscire dalla solitudine il lavoro legale e produttivo.
Cordialmente
Giuseppe Cascone

mercoledì 6 marzo 2013

Allarme Bankitalia. Giovani, inquilini e famiglie sempre più in difficoltà

Il 65% delle famiglie italiane valuta che il proprio reddito sia inferiore al necessario ed è aumentata la quota di coloro che hanno un reddito insufficiente a coprire i consumi. E' quanto emerge da due studi effettuati da via Nazionale. In crisi sono soprattutto i giovani e gli affittuari. Vi sono "chiari segnali di difficoltà delle famiglie nel riuscire a risparmiare la quantità di risorse desiderata - si legge - la quota di quelle che ritengono di avere effettive possibilità di risparmio si è collocata su livelli storicamente bassi, intorno al 30% dalla metà dello scorso decennio (contro il 50% degli inizi degli anni '90).

lunedì 4 marzo 2013

Gli istituti finanziari rimettano da subito in circolo le somme necessarie per evitare la desertificazione economica


La sindrome di Fort Apache. E' questa la metafora che forse descrive al meglio l’atteggiamento degli istituti bancari della città di Vittoria. E’ quanto denunciano il presidente della Cna territoriale, Giuseppe Santocono, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio.
Al di qua della palizzata – dicono in un documento – “i buoni”, gli investimenti finanziari. Fuori i cattivi, i nemici, le imprese che cercano credito per fare investimenti, per pagare le tasse o per pagare i dipendenti. Le banche si sono chiuse a riccio, non concedono credito e a chi è in difficoltà viene chiesto senza tanti scrupoli di rientrare immediatamente. Questo atteggiamento sta costringendo molte imprese locali alla chiusura o peggio al fallimento. L'accesso al credito in questa città è diventato un sogno (o forse sarebbe meglio dire un incubo). Viene negato anche davanti alla garanzia di un consorzio fidi. In quei pochi casi, quando viene erogato il rating, quel giudizio insindacabile sulla capacità di far fronte agli impegni, impone quasi sempre tassi d’interesse sostanziosi. Un atteggiamento che riesce a fiaccare anche quelle imprese determinate a resistere”.
Santocono e Stracquadanio chiariscono: “L’economia di Vittoria rallenta giornalmente. Quel tessuto di micro e piccole imprese che ha caratterizzato e reso forte economicamente la nostra realtà, si sta via via affievolendo. In dieci anni le imprese attive del settore artigianato sono passate da oltre 1.000 a meno di 700 (685 al 2 febbraio 2013). La disoccupazione, soprattutto quella giovanile, in provincia di Ragusa (e quindi anche a Vittoria) è schizzata passando dal 23,3% del 2010 al 41,45% del 2011, quella complessiva (forza lavoro di età compresa fra 15-64 anni) è di poco oltre il 40%. La criminalità, in tutte le sue forme, si è riaffacciata gestendo nei fatti la crisi con i suoi metodi. Davanti a questo scenario gli istituti bancari, oltre a gestire i risparmi raccolti nel territorio, sono le uniche imprese che hanno ricevuto prestiti a tassi bassissimi dalla Bce e aiuti di Stato, ma queste somme, in buona parte, sono utilizzate nei giochi finanziari. Ferisce e indigna vedere come questi soldi non siano impiegati per rimettere in moto l'economia locale. L’autoritarismo gestionale di capitali non propri, ma di cui però si dispone a proprio grado e piacimento, è diventato inconcepibile e fastidioso. 

E' venuto il momento di dirlo forte e chiaro: gli istituti finanziari devono rimettere nel circuito economico sano le somme che hanno ricevuto altrimenti su di essi ricadranno le responsabilità della desertificazione economica”.    

domenica 3 marzo 2013

A gennaio 3 milioni di disoccupati. Quasi il 40% dei giovani è senza lavoro


A gennaio il numero di disoccupati ha sfiorato i 3 milioni. Lo rileva l'Istat, secondo il quale la disoccupazione nel primo mese dell'anno e' salita all'11,7%. Si tratta del tasso più alto dall'inizio delle serie mensili (gennaio 2004) e dall'avvio di quelle trimestrali, ovvero dal quarto trimestre 1992. Su base annua la crescita è di oltre mezzo milione di disoccupati (+22,7%, +554 mila unità). La disoccupazione giovanile (15-24 anni) è salita a gennaio al 38,7%, il massimo dall'inizio delle serie storiche dell'Istat sia mensili (gennaio 2004) che trimestrali, ovvero dal quarto trimestre del 1992. Nella media del 2012 il tasso di disoccupazione è risultato pari al 10,7%, in aumento rispetto all'8,4% del 2011. Si tratta del livello più alto dal 1993, primo anno confrontabile delle serie storiche. Al Sud il tasso arriva al 17,2%. Nel 2012 il numero di disoccupati è aumentato di 636.000 unità (+30,2%), arrivando così a 2 milioni 744 mila, dai 2 milioni 108 mila del 2011. L'istat aggiunge che anche in questo caso si tratta di cifre mai raggiunte in precedenza, ovvero dall'inizio delle serie storiche, nel 1993. Nel Mezzogiorno il tasso di disoccupazione giovanile (15-24 anni) supera il 50%. Lo si evince dalla rilevazione dell'Istat sul quarto trimestre 2012. In totale il tasso è del 50,5%, suddiviso nel 46,7% per i maschi e 56,1% per le donne. Al Nord la disoccupazione giovanile é invece del 29,7% e al Centro del 39,3%. In Italia, calcola l'Istat, il dato trimestrale segna un tasso di disoccupazione giovanile pari al 39,0%.

Da www.cna.it