Nel
confronto con i dati del 2011, gli indicatori economici del 2012 sono
da brivido:
-6,2%
per la produzione industriale;
-4,3%
il fatturato;
-9,8%
gli ordinativi nell’industria;
-14%
la produzione nelle costruzioni;
-32,7
miliardi di euro di prestiti bancari alle aziende;
+
14,4 miliardi di euro di sofferenze bancarie
in
capo alle imprese.
La
tragedia che si è consumata a Perugia è figlia anche del drammatico
quadro economico generale in cui versano le aziende, soprattutto
quelle di piccola dimensione. Molti titolari di microimprese stanno
perdendo il lume della ragione. Lo
sconforto e l’esasperazione sta spingendo alcuni di loro a gesti
sconsiderati che non sono per nulla giustificabili.
Per
prevenire tutto ciò non c’è che una soluzione: auspicare che la
politica ritorni a fare il suo mestiere, dando risposte credibili
alle esigenze di liquidità che i piccoli imprenditori vanno
invocando inutilmente da più di un anno.
Qualche settimana fa, fortunatamente senza che alla fine ci sia stata
nessuna vittima, è accaduta la stessa cosa in provincia di Padova.
Un piccolo imprenditore, dopo la mancata erogazione di un prestito,
ferì con un colpo di pistola il direttore della Banca di Credito
Cooperativo di Campodarsego (Pd). Un gesto che sembrava isolato.
Ora, dopo quello di Perugia, è il secondo caso che avviene nel giro
di pochissimo tempo e ripropone il paradosso che stiamo vivendo in
questi mesi. Moltissimi piccoli imprenditori (anche a Vittoria)
stanno chiedendo soldi per pagare le tasse ed i contributi perché i
committenti non li pagano o lo fanno con ritardi spaventosi. Una
situazione che sta degenerando di settimana in settimana, spingendo
moltissime imprese verso il fallimento, non per debiti, ma per
crediti.
Articolo tratto da www.cgiamestre.com e riadattato
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