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sabato 20 febbraio 2021

Ciao MAESTRO.

Arturo Di Modica (foto tratta da Google Immagini)

Cos'è la genialità? La genialità è Arturo Di Modica che nella notte del 16 dicembre 1989, senza farsi troppi scrupoli, con l’aiuto di una gru e di un camion, nella piazza antistante la Borsa di New York (il tempio della finanza mondiale), in assenza di alcuna autorizzazione, piazza la sua opera, la scultura più provocatoria e geniale del secolo: un enorme toro in bronzo che cerca di rialzarzi e di caricare. In quella scultura c'è tutta l'essenza dell'essere Vittoriese: cadere (per colpa tuo o perchè altri ti hanno fatto cadere), rialzarzi e ripartire con determinazione, facendo tesoro degli errori. La sua scultura, il "Charging Bull ", dopo la Statua della Libertà, è il monumento più visitato a New York. Ha superato persino l’Empire State Building. E' tappa obbligata per i milioni di turisti che prima del Covid affollavano la grande mela.

Stava lavorando ad un progetto per la sua Vittoria. Due cavalli in bronzo alti 40 metri che si uniscono ad arco. Un opera da istallare sopra il fiume Ippari. Li aveva battezzati "Fighting horses", cavalli in combattimento. Anche quest'opera raffigurava con forza tutta l'essenza dell'essere Vittoriese. Era l'ambizioso regalo che voleva lasciare alla sua terra, alla sua Vittoria. Non ce la fatta. Il tumore che da tempo aveva fiaccato il suo fisico, ma non il suo estro, se lo è portato via.

                                                              Foto tratta da Google Immagini

È stato geniale, disubbidiente, ambizioso, come pochi nel mondo; ma prima di tutto è stato generoso, soprattutto con la sua terra che non ha mai, MAI, trascurato. E' quì, a Vittoria, che ha realizzato il suo laboratorio, dove forgiava le sue opere. Qualcuno ha scritto di lui: "Ha visto il mondo come altri non l'hanno visto e ha dato al mondo molto di più di quello che ha avuto e visto." Tutto questo non è più. Anche se le sue opere rimarranno per sempre il mondo è comunque diventato più povero. 

Ciao "ARTIGIANO VISIONARIO", la terra con te ha l'obbligo di essere lieve. 


venerdì 5 febbraio 2021

Alle imprese continuano ad arrivare tasse da pagare ma di ristori neanche l'ombra

 

Il lavoro è un diritto e pagare le tasse è un dovere, ma senza il diritto il dovere non

può essere rispettato. È questo ciò che sta emergendo dall’ascolto delle numerose

attività che operano nell’area ipparina. Autoriparatori, acconciatori, estetiste, piccoli

commercianti, fotografi, titolari di palestra, ristoratori, pasticcerie, piccole attività del

settore turistico, ecc”. E’ quanto fanno emergere in una nota il presidente della Cna

comunale di Vittoria, Rocco Candiano, con il responsabile organizzativo Giorgio

Stracquadanio, e il responsabile organizzativo della Cna comunale di Comiso,

Andrea Distefano. “La lista – dicono i tre – è lunga e le difficoltà sono tutte uguali. Il

lockdown nelle zone rosse ha azzerato i fatturati e annullato i redditi, ma le imposte

comunali (Imu, Tari e canone idrico), l’Iva, l’Inps, l’Inail, ecc., sono puntualmente

arrivate. La cassa integrazione Inps per i dipendenti in diversi casi non si vede e gli

stessi, per sopravvivere, chiedono sostegno ai propri titolari. Siamo nel pieno del

dramma e la politica è incapace di trovare soluzioni. Che fine hanno fatto le somme

individuate dalla commissione Bilancio dell’Ars (dovevano essere pure aumentate)

per il “ristoro economico” dei Comuni siciliani dichiarati Zona rossa? Il bilancio

regionale non è stato ancora approvato e la Regione è in esercizio provvisorio: quei

soldi sono diventati un miraggio?”.

“Ci rivolgiamo – proseguono Candiano, Stracquadanio e Distefano – ai sindaci di

Acate e di Comiso e alla commissione straordinaria di Vittoria: per il 2021 vanno

riviste al ribasso le imposte comunali (Imu, Tari, canone idrico, tassa sulle insegne);

anche le addizionali comunali vanno diminuite. Non farlo significa non venire

incontro alle esigenze reali delle piccole e medie imprese del territorio; non farlo

significa alimentare la giostra infernale delle cartelle esattoriali, delle iscrizioni a

ruolo e dei pignoramenti. Se servono ulteriori stanziamenti, si possono utilizzare

anche i fondi ex Insicem che attualmente sono invece impegnati a sostegno di bandi

che non vengono assolutamente incontro ai bisogni concreti delle imprese. In questa

fase così difficile e complicata chi ha un’impresa non bada a capitalizzarsi ma pensa

piuttosto a come rimettere in carreggiata la propria attività”.