La
riduzione della spesa si sta abbattendo esclusivamente su Vittoria. A
metà settembre l'ufficio Riscossione Sicilia (ex Serit) di Vittoria
sarà chiuso e trasferito a Ragusa. “La rigorosa politica di
contenimento delle spese – dice il presidente territoriale della
Cna di Vittoria, Giuseppe Santocono, con il responsabile
organizzativo Giorgio Stracquadanio – si abbatte solo sull’utente
finale, su chi vuole regolarizzare la propria posizione
contributiva o tributaria, complicandogli la vita, facendogli perdere
mezza giornata di lavoro per recarsi a Ragusa. Vogliamo sottolineare
come le difficoltà economiche di Montepaschi Serit – Serit –
Riscossione Sicilia non dipendono dagli utenti (imprese e cittadini)
ma da una gestione caratterizzata da onerosissime consulenze esterne,
auto blu, rinnovo di contratti particolarmente onerosi per le
manutenzioni hardware e software, rinnovo di una serie di contratti a
progetto, affidamento di servizi generali a società Consip, buoni
pasto per dirigenti, contributi forniture e alloggio, affitti, nonché
da tutta una serie di privilegi assolutamente incompatibili con la
gestione di una società pubblica, per di più in grande crisi
economico-finanziaria (queste cose non le diciamo noi ma la Corte dei
Conti). Una gestione che negli anni ha scialacquato da un lato e ha
perseguitato dall'altro. Adesso, per ridarsi tono, mira a produrre
difficoltà e disservizi solo sui cittadini di un ampio territorio
(la sede di Vittoria serve anche i cittadini e le imprese di Comiso e
Acate)”.
A
Vittoria operano tre unità in un locale che ne potrebbe ospitare
almeno il doppio. Basterebbe affittare un locale più piccolo per
mantenere il servizio e non creare difficoltà. “Facciamo notare –
continuano Santocono e Stracquadanio – che l'ufficio di Vittoria è
quello più operoso sia come incassi diretti che come rateizzazioni.
Trasferendolo a Ragusa, quanti non sarebbero più motivati a
regolarizzare le proprie posizioni? Basta solo questo interrogativo
per comprendere come si tratta di una scelta che procede verso una
direzione che non ha nulla a che vedere con la volontà di agevolare
davvero i contribuenti”.