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mercoledì 23 luglio 2014

A settembre chiude l'ufficio Riscossione Sicilia di Vittoria. Cittadini e imprese del territorio costretti a pagare sulla propria pelle le scelte sbagliate dell'Ex SERIT.


La riduzione della spesa si sta abbattendo esclusivamente su Vittoria. A metà settembre l'ufficio Riscossione Sicilia (ex Serit) di Vittoria sarà chiuso e trasferito a Ragusa. “La rigorosa politica di contenimento delle spese – dice il presidente territoriale della Cna di Vittoria, Giuseppe Santocono, con il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio – si abbatte solo sull’utente finale, su chi vuole  regolarizzare la propria posizione contributiva o tributaria, complicandogli la vita, facendogli perdere mezza giornata di lavoro per recarsi a Ragusa. Vogliamo sottolineare come le difficoltà economiche di Montepaschi Serit – Serit – Riscossione Sicilia non dipendono dagli utenti (imprese e cittadini) ma da una gestione caratterizzata da onerosissime consulenze esterne, auto blu, rinnovo di contratti particolarmente onerosi per le manutenzioni hardware e software, rinnovo di una serie di contratti a progetto, affidamento di servizi generali a società Consip, buoni pasto per dirigenti, contributi forniture e alloggio, affitti, nonché da tutta una serie di privilegi assolutamente incompatibili con la gestione di una società pubblica, per di più in grande crisi economico-finanziaria (queste cose non le diciamo noi ma la Corte dei Conti). Una gestione che negli anni ha scialacquato da un lato e ha perseguitato dall'altro. Adesso, per ridarsi tono, mira a produrre difficoltà e disservizi solo sui cittadini di un ampio territorio (la sede di Vittoria serve anche i cittadini e le imprese di Comiso e Acate)”.
A Vittoria operano tre unità in un locale che ne potrebbe ospitare almeno il doppio. Basterebbe affittare un locale più piccolo per mantenere il servizio e non creare difficoltà. “Facciamo notare – continuano Santocono e Stracquadanio – che l'ufficio di Vittoria è quello più operoso sia come incassi diretti che come rateizzazioni. Trasferendolo a Ragusa, quanti non sarebbero più motivati a regolarizzare le proprie posizioni? Basta solo questo interrogativo per comprendere come si tratta di una scelta che procede verso una direzione che non ha nulla a che vedere con la volontà di agevolare davvero i contribuenti”.

sabato 19 luglio 2014

Lavoratore autonomo o piccola impresa, cercasi tutele?


Costretta a lavorare da anni da con un cancro che ha ridotto la sua capacità operativa. I Titolari di  partita Iva senza sostegno e l’Inps continua a chiedere i soldi per la pensione.

http://www.corriere.it/economia/14_luglio_18/non-pago-piu-contributi-all-inps-storia-dell-ammalata-daniela-bd18633a-0e89-11e4-8e00-77601a7cdd75.shtml

Le imprese chiudono per colpa della crisi. il messaggio che sta passando è che rispettare le regole è da deficienti


E così che viene snervata la resistenza alla crisi delle nostre imprese artigiane. Alcuni nostri associati hanno ricevuto un invito a comparire dall'Agenzia delle Entrate per verificare i redditi relativi ad un periodo d'imposta. Proventi che secondo l'Ente sono troppo bassi rispetto ai beni e ai mezzi che l'impresa possiede”. E’ quanto rilevano il presidente della Cna territoriale Giuseppe Santocono e il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio che mettono in rilievo una vicenda che assume contorni paradossali. “Nella comunicazione infatti – dicono ancora i due – l'Agenzia scrive che "nel periodo d'imposta oggetto del controllo, Lei è stata proprietaria di immobili, … di veicoli, ... la cui gestione ... uso ... manutenzione ... ha comportato il sostenimento di spese”. Apparentemente nulla da eccepire, la comunicazione e le considerazioni, formalmente, sono perfette. Ma la domanda che noi giriamo alle istituzioni è: si sa come l'impresa ha cercato di mantenere questi beni? Si sa, per esempio, che molte attività per pagare le tasse sugli immobili (capannoni e non le ville) e le assicurazioni dei veicoli da lavoro hanno intaccato la scopertura bancaria? Si sa che la banca a fronte dello sforamento ha chiesto all'impresa di rientrare immediatamente? Come sempre ci si ferma in superficie. Solo sulle piccole attività si è abbattuta con forza l'austerità e il rigore secondo il vecchio adagio latino: “dura lex sed lex”. Infatti, mentre il governo con il D.L. 91/2014, pubblicato in Gazzetta ufficiale il 24 giugno 2014, viene incontro alle esigenze delle banche reintroducendo l'anatocismo (cioè far pagare a cittadini e imprese interessi su interessi), molti imprenditori artigiani, che hanno fatto grande questo territorio, vengono “accompagnati” a chiudere le loro attività perché presi a cazzotti da un declino fatto di spese generali in continuo aumento (interessi passivi, luce e tanti tipi di tasse, compresa quella più punitiva che si chiama Irap) e di controlli asfissianti”. La Cna territoriale prosegue: “Dal primo gennaio al 30 giugno di quest'anno si sono aperte a Vittoria 19 posizioni presso l'Albo artigiani ma se ne sono chiuse 39 (dati Camera di Commercio). Per la prima volta il saldo è fortemente negativo. Complessivamente in città operano attivamente poco più di 650 imprese artigiane (alla fine del 1996 erano quasi il doppio). Chi chiude non ha nessuna copertura sociale (cassa integrazione, disoccupazione), non esiste per nessuno, però continuerà la propria attività in nero, ciò che guadagnerà sarà reddito netto. Invece su chi rimane aperto si abbatte l'austerità, i controlli, la burocrazia, la mancanza di credito e la concorrenza sleale di chi - sulla carta - non esiste. Sta passando un concetto tanto semplice quanto disastroso: rispettare le regole è da deficienti. Su questo il silenzio delle istituzioni è troppo fragoroso”.
Questo smottamento – concludono Santocono e Stracquadanio – va arginato, bisogna dare gambe alla speranza, che come si sa cammina su quelle dei giovani che vorrebbero rimanere in questa città, fare una loro impresa, ma vengono bloccati per le troppe complicazioni. Va rimossa l'idea che l'unico pezzo di carta che abbia un valore è il biglietto aereo solo andata. Il destino di Vittoria, con tutte le sue potenzialità, è ancora aperto. Politica e istituzioni devono rendersi conto che questo territorio non è un disastro, è di più: è un tesoro che non può più essere infangato”.

martedì 15 luglio 2014

Terzo polo industriale a Vittoria, non ci sono più alibi. La copertura finanziaria c'è.



Il destino del terzo polo industriale di Vittoria, con le sue potenzialità, è ancora aperto. Il parere favorevole, espresso dall’assemblea generale del partenariato socio-economico dei fondi ex Insicem, sull'anticipazione di 250mila euro della quota di ribasso d'asta in favore dell'Irsap (ex consozio Asi), consentirà l'aggiornamento dei prezzi relativi al progetto esecutivo del terzo polo di Vittoria”. Lo dicono il presidente della Cna territoriale di Vittoria, Giuseppe Santocono, con il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio, che dipingono l’accaduto come “un successo per il nostro territorio inseguito con determinazione dalla nostra organizzazione che da tempo sollecita sia il Comune sia l'Irsap. Già nell'aprile scorso – aggiungono Santocono e Stracquadanio – durante una nostra visita all'Irsap, avevamo avuto assicurazione da parte del presidente regionale dell’ente, Alfonso Cicero, e dal direttore generale, Giuseppe Barbera, sul fatto che l’opera era stata inserita nel piano triennale dell'ente anche se le lungaggini legate all’esproprio delle aree avevano inciso sul costo. Infatti, con il nuovo prezziario, le somme previste erano passate da 1,3 a circa 1,5 milioni di euro. Abbiamo immediatamente incalzato l’Amministrazione comunale affinché si attivasse per trovare la possibilità di reperire somme utili nei fondi dei ribassi d'asta delle opere da realizzare con le risorse economiche ex Insicem e su questo va sottolineato l'impegno dell'esperto allo sviluppo economico, Angelo Fraschilla. Adesso, la copertura finanziaria c'è, non ci sono più alibi”. Santocono e Stracquadanio aggiungono: “Il Comune, tramite gli uffici preposti, segua con attenzione l’iter che porta alla realizzazione di questa infrastruttura raccordandosi con l'Irsap. Il destino del terzo polo sta nelle mani di chi amministra la città, invitiamo l’ente locale a non perdere più tempo (se ne è perso tanto), altrimenti verrebbe sprecata anche questa occasione”.

venerdì 4 luglio 2014

No alla chiusura del C.O. INPS di Vittoria


La preoccupazione delle nostre organizzazioni, in merito alla paventata chiusura del centro operativo INPS di Vittoria, rimane tutta. Registriamo positivamente che tale timore sia diventato patrimonio condiviso del territorio, così come è positiva la presa di posizione del Presidente del Consiglio Comunale di Comiso, Bellassai, e del Sindaco di Vittoria, Nicosia. Il problema però rimane intatto. Infatti a pagina 65 del “Piano Industriale” 2014/2016 dell'INPS si legge:

In particolare, nell'individuazione degli interventi di razionalizzazione, sono stati confermati i principi ispiratori che avevano già precedentemente guidato le iniziative di ottimizzazione degli spazi dell'INPS (e più specificatamente al punto due):
  • la restituzione di immobili in locazione passiva o la riduzione delle superfici locate con la relativa ricontrattazione del contratto di affitto e del canone. “

E' pertanto evidente come il C. O. INPS di Vittoria (insieme a quello di Sciacca, Patti, Barcellona Pozzo di Gotto, Noto …), dove i locali sono in affitto, SIA A RISCHIO.

Il bacino della zona Ipparina non può permettersi il lusso di questa ulteriore penalizzazione. Risulta quindi chiaro come alle parole devono seguire fatti concreti. La realtà, piaccio o no, è quella indicata nel piano industriale dell'INPS e purtroppo non può essere variata semplicemente con le dichiarazioni.

Ribadiamo la nostra proposta, che ci pare concreta e fattibile (il comune metta a disposizione l'ex plesso Cappellini da tempo inutilizzato, a condizione che le spese di ristrutturazione, manutenzione e gestione siano a totale carico dell'INPS). Rimaniamo disponibili per ogni eventuale confronto su altre proposte che non gravino comunque sulle casse comunali.

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