Se
un conto corrente costa agli italiani in media 246 euro all’anno –
il costo più alto in Europa – le vere sorprese arrivano quando la
gestione del conto esce dall’ordinario.
Il tutto dipende dalle
commissioni che le banche applicano sull’operatività
anomala: ad esempio andare in rosso anche di un solo euro in assenza
di fido, può portare per il correntista ad un vero salasso sotto
forma di variegate e poco trasparenti commissioni
sullo sconfino.
Basti
pensare che la COMMISSIONE DI MASSIMO SCOPERTO (CSM) poteva essere
applicata senza alcuna parametrizzazione rispetto agli effettivi
importi e giorni di utilizzo dello scoperto
sul conto corrente.
Ad esempio, con uno scoperto per 6 giorni pari a 10 euro e per 1
giorno per 1.000 euro, le banche applicavano la commissione sul
massimo importo per l’intera durata dello scoperto, cioè 1.000
euro per una settimana.
Nonostante,
nel 2007 il Decreto Bersani sulle liberalizzazioni abbia cancellato
la commissione di massimo scoperto (CMS), gli Istituti di Credito
hanno introdotto dalla porta di servizio una serie di variegate
commissioni, dai nomi esotici, quali la Commissione Mancanza Fondi o
la Commissione Disponibilità Immediata Fondi (DIF).
Tra
l’altro, all’intento del decreto sulle liberalizzazioni del
Governo Monti di eliminare definitivamente questo balzello, l’ABI
ha alzato gli scudi con le dimissioni in massa dell’esecutivo,
primo fra tutti il presidente Giuseppe Mussari.
La
ragione è semplice: le CMS, nonostante le diverse denominazioni, è
estremamente lucrosa per le banche.
Secondo
un’indagine dell’Università Bocconi, andare in rosso per 24 ore
porta ad una commissione fino al 10% dello scoperto: sconfinando di
1.000 euro per un giorno si può arrivare a pagare ben 100 euro.
MA E' COSI' CHE SI AIUTANO LE FAMIGLIE E LE IMPRESE?
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