La
crisi economica determina un altro passo indietro: non si chiedono
più neanche i prestiti, almeno al sistema creditizio legale. Una
rinuncia che, per molti, rappresenta la drammatica anticamera
dell'usura. Nel 2012, stando agli ultimi dati del Crif (il database
del credito), la domanda di mutui è crollata del 42% e nel 2013 le
flessioni sono del 14, 10 e 9% rispettivamente a gennaio, febbraio e
marzo. Dall'inizio della crisi a oggi il calo complessivo è del 53%.
Diminuisce anche la richiesta di prestiti che dal 2009 è scesa del
18%. Stessa Caporetto sul fronte delle imprese: a marzo, per la prima
volta negli ultimi 12 mesi, c'è un meno nella domanda di prestiti,
una flessione del 3,08%. Da una parte, quindi, contrazione
dell'offerta di credito da parte delle banche, dall'altra famiglie e
imprese non hanno più fiducia nelle proprie capacità di onorare il
debito e di superare l'"esame" di credibilità davanti alla
banca o alla finanziaria. Senza contare l'effetto dei tassi elevati,
denunciato nei giorni scorsi dal presidente Bce, Mario Draghi, e
ribadito dall'Fmi nell'ennesimo allarme credit crunch. Così, gli
italiani stanno precipitando nel baratro dell'indebitamento e del
fallimento: sulle famiglie, secondo Bankitalia, grava un debito medio
di 30mila euro (+28,7% dal 2008) e oltre il 38% non sarebbe in grado
di sostenere una spesa imprevista di 800 euro. I dati delle Camere di
Commercio ci dicono che nei primi quattro mesi 2012 i protesti
bancari sono aumentati del 3%. Tra il 2010 e il 2012oltre 200 mila
aziende hanno chiuso i battenti per indebitamento o perché vittime
degli strozzini. Nel 2012, sottolinea uno studio di Contribuenti. it,
il fenomeno dei "prestiti illegali" è cresciuto mediamente
del 155,2% e sarebbero a rischio usura oltre tre milioni di famiglie
e 2,5 milioni di piccoli imprenditori. La cifra iniziale richiesta è
piuttosto modesta, mediamente dai 5 ai 20mila, ma gli interessi
lievitano fino al 20% mensile (240% annuo) soffocando la vittima.
Tassi a livelli esorbitanti anche nel caso dell'usura mordi e fuggi:
si chiedono soldi al mattino per restituirli la sera con un ricarico
del 10%. Purtroppo l'aumento del fenomeno è inversamente
proporzionale al numero delle denunce: nel 2009 erano 369 i casi di
usura, nel 2011 solo 230, inoltre cresce il numero degli arresti (da
736 a 1.223), il che indica che il giro dello strozzo sta diventando
sempre più organizzato. Le denunce continuano a calare, oltre che
per le comprensibili paure delle vittime, a causa dell'inadeguatezza
della legge contro l'usura, la 108 del 1996. Ci vogliono anni prima
che la vittima venga risarcita. Ma in tanti casi arriva prima il
suicidio.
Riadattamento
articolo comparso su www.repubblica.it
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