Visualizzazioni totali

martedì 17 dicembre 2013

Banche, salgono i depositi crollano i prestiti.


Da www.repubblica.it
MILANO - Salgono ancora le sofferenze bancarie a causa della recessione e dell'aumento dei fallimenti delle imprese. Secondo il rapporto mensile Abi, l'Associazione che raggruppa gli istituti di credito, quelle lorde hanno toccato ad ottobre quota 147,3 miliardi di euro, 27,5 in più di un anno fa e 100 in più rispetto alla fine del 2007. Il rapporto con gli impieghi è al 7,7%, il massimo da ottobre 1999. Le sofferenze lorde sono quei rapporti con soggetti insolventi a prescindere dalle garanzie che li assistono, al lordo delle svalutazioni e dei passaggi a perdita eventualmente effettuati. Quest'anno, tra gennaio e settembre, sono 9.902 i crack registrati dal Cerved, in crescita del 12% su base annua e del 9% nell'ultimo trimestre rispetto al precedente. L'aumento dei fallimenti, spiega Palazzo Altieri, è un fenomeno diffuso anche dal punto di vista geografico, con tassi di variazione più alti di quelli dello scorso anno. Sempre a ottobre l'ammontare delle sofferenze nette ha raggiunto i 77,5 miliardi con un aumento di quasi 17 miliardi rispetto a ottobre 2012: veleggiano ormai ampiamente sopra il 4 per cento (4,18%) degli impieghi, mentre un anno prima erano al 3,15 per cento.

Come non bastasserp queste cifre monstre per testimoniare l'incidenza della crisi economica, dal documento Abi emerge che la caduta degli Impieghi a famiglie e imprese da parte delle banche italiane tocca a novembre il nuovo minimo storico. Secondo le stime dell'Associazione delle
banche, la flessione su base annua ha raggiunto il 4%, percentuale mai registrata nella serie storica che risale agli anni Novanta. Sul "gelo" degli impieghi influisce la recessione e la mancanza di investimenti, ricorda l'associazione delle banche italiane nonchè la rischiosità del credito con un rapporto sofferenze nette su impieghi al 4,18% (era allo 0,86% prima della crisi, nel 2007).

Tale andamento è confermato anche dai recenti dati pubblicati dall'Istat e relativi al terzo trimestre del 2013. Dalla fine del 2007, prima dell'inizio della crisi, a oggi i prestiti all'economia sono passati da 1.673 a 1.851 miliardi, quelli a famiglie e imprese da 1.279 a 1.42 miliardi. I tassi d'interesse sui prestiti si sono assestati in Italia su livelli storicamente bassi, anche in considerazione del fatto che il costo del denaro imposto dalla Bce è ai minimi di sempre: il tasso medio sulle nuove operazioni di finanziamento alle imprese si è posizionato al 3,48% (dal 3,51% di ottobre 2013; 5,48% a fine 2007), mentre il tasso medio sulle nuove operazioni per acquisto di abitazioni al 3,57% (dal 3,59% del mese precedente; 5,72% a fine 2007), il tasso medio sul totale dei prestiti è risultato pari al 3,80% (2 centesimi al di sotto del mese precedente; 6,18% a fine 2007).

Le difficoltà per le imprese - in un raffronto internazionale - sono poi dimostrate da quanto aumenti ildivario nel costo del credito per le pmi italiane rispetto alle omologhe imprese dell'Eurozona. Il tasso medio per i nuovi prestiti fino a un milione (taglia adatta a una Pmi) è aumentato dal 4,33% di settembre al 4,49% di ottobre. Il divario con l'Eurozona sale così allo 0,66%. Per un nuovo prestito fino a un milione negli altri paesi dell'Eurozona una pmi a ottobre ha pagato in media un tasso del 3,83 per cento con un incremento più contenuto rispetto a settembre rispetto al rincaro dei tassi applicato dalle banche italiane.

Tracciando la dinamica opposta, cioè quella dei denari lasciati "in custodia" agli istituti, si mostra un nuovo rafforzamento dei depositi bancari a novembre: sono saliti del 5,7% a 1.216 miliardi di euro contro il +5,1% di ottobre. Sempre giù le obbligazioni, che sono scese del 9,3% rispetto al -9,6% di ottobre 

Nessun commento:

Posta un commento