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giovedì 26 dicembre 2013

30 MILIONI NEL FONDO DI ROTAZIONE DELLA CRIAS. ACCOLTA UNA DELLE NOSTRE RICHIESTE.

Recepita una delle nostre richieste che la nostra organizzazione, nell'agosto scorso, avanzò in un convegno dal titolo “Se riparte il credito ripartono le imprese” dove era presente il commissario straordinario della CRIAS, avv. Filippo Nasca. Infatti, pare che sia intenzione della Regione trasferire almeno 30 milioni di euro dei fondi Ue 2007-2013 non spesi nel fondo di rotazione della Crias. Se tutto sarà fatto si sbloccherando le tante domande di prestito d'esercizio e mutui ipotecari per investimenti, che giacciono inevase per mancanza di liquidità in più si accelererà l'iter delle domande in corso.  Una vera boccata d'ossigeno che rimetterebbe in moto migliaia di imprese artigiane anche nel nostro territorio, grazie all'accesso al credito a costi bassissimi. La notizia è stata data da Filippo Ribisi, coordinatore del "Tavolo regionale permanente per la crescita e lo sviluppo" di cui fa parte anche la CNA.

Questo il testo del documento che fu consegnato al Commissario Nasca.

 Riformare la CRIAS secondo le esigenze delle imprese artigiane. Proposte della CNA al Commissario della CRIAS e ai parlamentari regionali della nostra provincia.

In Sicilia utilizzare bene i fondi del Programma Operativo Regionale, stanziati dall'Europa, è il problema. Che si tratti di poche decine di euro o di milioni di euro messi a disposizione poco importa, la prassi prevede intanto almeno 262 passaggi prima di arrivare all’effettiva erogazione delle risorse del Programma operativo europeo. Bandi troppo macchinosi, procedure eccessivamente farragionose, basta vedere gli ultimi due avvisi relativi all'artigianato (il bando di selezione con procedura a graduatoria per investimenti, ricerca e infrastrutture e il bando con procedura a sportello) per trovare conferma. A dire queste cose non siamo noi. Il conto è stato fatto dagli uffici del Ministero dello sviluppo economico i quali hanno certificato che esiste un groviglio burocratico di norme, adempimenti, passaggi e pareri capaci di scoraggiare e fiaccare anche il più determinato degli imprenditori. Questo atteggiamento ha provocato e continua a provocare danni enormi alla nostra economia, soprattutto alle piccole imprese. In Sicilia la spesa delle risorse europee è ferma (sempre secondo l'analisi svolta dal Ministero dello Sviluppo Economico) intorno al 19%. La somme certificate sono di 1,1 miliardi e per evitare il disimpegno di oltre 700 milioni la Regione dovrebbe spendere da qui alla fine dell’anno cento milioni al mese, 3,3 milioni al giorno. Ma come si fa se l’iter di un bando qualsiasi, anche il più semplice, dura come minimo tre anni? Una soluzione potrebbe essere quella di mettere una parte significativa di queste somme nel fondo di rotazione della CRIAS (come anche IRCAC e IRFIS) e cominciare a dare credito alle imprese. I bandi “cervellotici e confusionari” pare che servano più a certi studi di consulenza che alle imprese. Credito per tanti quindi e non contributi per pochi intimi. Rafforzando notevolmente il fondo di rotazione molte domande di prestito d'esercizio e mutui ipotecari per investimenti, che giacciono inevase per mancanza di fondi, verrebbero finalmente soddisfatte. Si rimetterebbero in moto migliaia di imprese attualmente in difficoltà e si avrebbe liquidità a costi bassissimi.Naturalmente, i tassi d'interesse che applica la CRIAS, vanno mantenuti invariati così come va mantenuto il criterio di affidamento che fortunatamente è lontano dalle logiche degli istituti bancari cioè senza garanzie. Però, per quanto riguarda il credito d'esercizio, vanno aumentati gli importi da erogare (attualmente vanno da € 5.000, € 30.500,00). L'ipotesi che avanziamo e di nuovi “prodotti” che prevedano prestiti d'esercizio a partire da € 10.000,00 fino ad un massimo di € 50.000,00. L'attività artigianale è cambiata, da lavoro autonomo si è trasformata in impresa quindi servono prodotti di accesso al credito diversi, più confacenti alle nuove esigenze. Ovviamente vanno anche rivisti i periodi di rimborso, che devono essere sempre commisurati all'importo concesso ma non può più essere minimo 25 - max 29 rate mensili con quattro mesi di preammortamento. La proposta che avanziamo è minimo 36 e max 60 rate mensili senza nessun periodo di preammortamento. Naturalmente l'importo del finanziamento deve essere sempre determinato in base al volume d'affari che si evince dall'ultima denuncia IVA dell'impresa. Alle imprese artigiane serve liquidità a costi bassi e un po più dilazionata nel tempo. La CRIAS se opportunamente riformata e modernizzata può diventare nuovamente protagonista del processo di industrializzazione dell'economia siciliana e del nostro territorio in particolare, sostenendo il rafforzamento e la crescita delle attività artigianali che da sempre creano sviluppo, reddito e occupazione nella legalità. Non favorire accesso al credito a questo modello dimensionale d'impresa, non modernizzare la CRIAS (cda costoso e poco utile così come le consulenze esterne), alla luce di questa crisi, significa non sostenere la crescita dei territori.

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