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mercoledì 29 maggio 2013

Riflessioni a freddo sulla manifestazione del 24 maggio.

La manifestazione contro il sistema sanzionatorio di Riscossione Sicilia è solo l'inizio. Come sempre, quando si avvia un percorso non tutto va bene, non tutto è perfetto, non sempre la partecipazione e al massimo. Ma bisognava iniziare. Il problema della riscossione, in particolare della normativa che regola la riscossione, è complesso e crea diverse preoccupazioni sia ai cittadini sia alle imprese perché si sentono attaccati da queste leggi vessatorie messe in atto da Riscossione Sicilia. Questa aggressione viene vissuta in modo solitario oppure viene condivisa con pochissime persone. Una cosa è raccontare nel chiuso di una stanza al proprio consulente, al proprio avvocato o alla propria organizzazione di categoria il problema, altra cosa è manifestarlo pubblicamente, magari partecipando. I tanti suicidi che giornalmente, purtroppo, vengono elencati ci dicono come queste vicende siano vissute all'interno di una sfera tutta personale. In molti casi neanche i familiari più prossimi conoscono il livello di indebitamento che il piccolo imprenditore ha con l'ente di riscossione, anzi spesso ne vengono a conoscenza subito dopo aver saputo che il proprio caro ha compiuto un gesto insano. Quindi la prima cosa da far superare è il senso di vergogna.
L'altro elemento è che questo tipo di problema chiede soluzioni urgenti, ma nessuno però è in grado di darle. I parlamentari nazionali e regionali da tempo (per quanto ci riguarda dal 2007) a parole si sono detti e si dicono sensibili, conoscono bene quanto sia vasta la questione però nei fatti hanno lasciato tutto com'è. In questi anni molti rappresentati hanno solo cercato di cavalcare la protesta e la disperazione per capitalizzare visibilità e consenso, organizzando tavoli regionali o nazionali dove tutti sono attenti, tutti mostrano sensibilità, tutti ciondolano la testa dall'alto in basso come per dare ragione, ma tutto è rimasto immobile. Il fenomeno ormai è vasto e la crisi lo sta amplificando ulteriormente. Molti territori sono in ebollizione. Le imprese e i cittadini si ostinano a cercare soluzioni personali, oppure a delegare. Purtroppo non è così che si possono risolvere questi problemi. Si deve tornare alla partecipazione, si deve uscire dall'isolamento e si devono incalzare le istituzioni. I parlamentari, la politica devono recuperare il troppo tempo perduto. Noi vogliamo continuare ad offrire una possibilità senza rinunciare minimamente al nostro ruolo. Lo sforzo però deve essere condiviso e molto più partecipato.

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