La
manifestazione contro il sistema sanzionatorio di Riscossione Sicilia
è solo l'inizio. Come sempre, quando si avvia un percorso non tutto
va bene, non tutto è perfetto, non sempre la partecipazione e al
massimo. Ma bisognava iniziare. Il problema della riscossione, in
particolare della normativa che regola la riscossione, è complesso e
crea diverse preoccupazioni sia ai cittadini sia alle imprese perché si
sentono attaccati da queste leggi vessatorie messe in atto da
Riscossione Sicilia. Questa aggressione viene vissuta in modo
solitario oppure viene condivisa con pochissime persone. Una cosa è
raccontare nel chiuso di una stanza al proprio consulente, al proprio
avvocato o alla propria organizzazione di categoria il problema,
altra cosa è manifestarlo pubblicamente, magari partecipando. I
tanti suicidi che giornalmente, purtroppo, vengono elencati ci dicono
come queste vicende siano vissute all'interno di una sfera tutta
personale. In molti casi neanche i familiari più prossimi conoscono
il livello di indebitamento che il piccolo imprenditore ha con l'ente
di riscossione, anzi spesso ne vengono a conoscenza subito dopo aver
saputo che il proprio caro ha compiuto un gesto insano. Quindi
la prima cosa da far superare è il senso di vergogna.
L'altro
elemento è che questo tipo di problema chiede soluzioni urgenti, ma
nessuno però è in grado di darle. I parlamentari nazionali e
regionali da tempo (per quanto ci riguarda dal 2007) a parole si sono
detti e si dicono sensibili, conoscono bene quanto sia vasta la
questione però nei fatti hanno lasciato tutto com'è. In questi anni
molti rappresentati hanno solo cercato di cavalcare la protesta e la
disperazione per capitalizzare visibilità e consenso, organizzando
tavoli regionali o nazionali dove tutti sono attenti, tutti mostrano
sensibilità, tutti ciondolano la testa dall'alto in basso come per
dare ragione, ma tutto è rimasto immobile. Il fenomeno ormai è vasto
e la crisi lo sta amplificando ulteriormente. Molti territori sono
in ebollizione. Le imprese e i cittadini si ostinano a cercare
soluzioni personali, oppure a delegare. Purtroppo non è così che si
possono risolvere questi problemi. Si deve tornare alla
partecipazione, si deve uscire dall'isolamento e si devono incalzare
le istituzioni. I parlamentari, la politica devono recuperare il
troppo tempo perduto. Noi
vogliamo continuare ad offrire una possibilità senza rinunciare
minimamente al nostro ruolo.
Lo sforzo però deve essere condiviso e molto più partecipato.
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