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domenica 19 maggio 2013

APPELLO DELLA CARITAS DI MODICA CONTRO LA CRISI CHE INVESTE COMMERCIANTI E ARTIGIANI

PUBBLICHIAMO  L'APPELLO CHE MAURILIO ASSENZA, RESPONSABILE DELLA CARITAS DI MODICA, A RIVOLTO ALLA COMUNITA'. LO RINGRAZIAMO PER QUANTO HA SCRITTO.


FERMIAMO LA DISPERAZIONE E RICOSTRUIAMO LA SPERANZA



Per amore di Gerusalemme non mi darò pace,
finché non sorga come stella la tua giustizia!
Isaia 62,1



Il grave episodio di Vittoria, con un disoccupato che si dà fuoco mettendo a rischio la vita di familiari e soccorritori, si può ripetere nei nostri territori. Questa preoccupazione è emersa negli incontri ecclesiali di questi giorni, ad iniziare dagli incontri del Vescovo per la Visita pastorale, in particolare quello con i piccoli imprenditori e i commercianti colpiti da un iniquo sistema di tasse e imposte che non concede tempi umani per i pagamenti e spinge ad aumenti esorbitanti, impossibili da sostenere soprattutto in tempi di crisi. Si arriva a pignoramenti di beni essenziali come la casa in cui si vive, senza alcuna forma di pietà umana, creando tensioni nelle famiglie e il rischio di gesti esasperati. A ciò si aggiungono tante altre povertà che interessano persone e famiglie fragili che non riescono a trovare e gestire risorse per sopravvivere, colpendo anche il ceto medio, e politiche bancarie che non sembrano certo essere a servizio delle imprese bisognose di prestiti. L’unico obiettivo delle banche non può rimanere quello di massimizzare il profitto. Come ha detto in questi giorni papa Francesco «una delle cause di questa situazione sta nel rapporto che abbiamo con il denaro, nell'accettare il suo dominio su di noi e sulle nostre società: abbiamo creato nuovi idoli e l’adorazione dell'antico vitello d'oro ha trovato una nuova e spietata immagine del feticismo del denaro e nella dittatura dell'economia senza volto né scopo realmente umano». 
L’urgenza e i fondamenti di un comune impegno
Le Comunità di parrocchie di Modica avvertono per questo urgente il bisogno di un concreto e diffuso impegno per fermare la disperazione e costruire la speranza. Per i credenti si tratta di corrispondere al desiderio di Dio che ci vuole come unica famiglia, attenti gli uni agli altri, e che gradisce come vero culto l’amore e la giustizia da non separare mai. Per tutti si tratta di pensare ai vincoli umani che non ci possono lasciare indifferenti alla sorte degli altri, che comunque per molti versi diventa la nostra, e alla responsabilità per le nuove generazioni.
La politica troppo lenta, noi cittadini troppo individualisti 
Le attuali povertà sono generate da problemi strutturali che interpellano in primo luogo la politica, la mentalità, l’impegno educativo. La politica appare, con le sue liti e con le sue astratte dichiarazioni, troppo distante e lenta rispetto ai problemi gravi e alle attese della gente. La mentalità resta troppo individualistica per poter uscire con successo dalla crisi e generare quel sussulto di solidarietà che solo può creare condizioni per una ripresa e permettere alle nuove generazioni di pensare con fiducia al futuro. Per questo resta essenziale l’impegno educativo, accompagnato da una cittadinanza attiva e da quell’attenzione gratuita agli altri che trova espressioni significative in esperienze di volontariato. Con esse nella nostra città si mostra che è possibile superare difficoltà e, grazie alla condivisione, costruire pezzi di città e di mondo diversi, perfino belli e gioiosi. 
Una rete che si offre e che richiede il sostegno di tutti 
La cultura della solidarietà e l’impegno delle parrocchie e della Caritas hanno permesso durante quest’anno di attivare nella nostra città una rete di aiuto che si articola a più livelli, che ora possiamo offrire al territorio come un possibile riferimento. Per l’aiuto immediato si sono attivati Centri di aiuto nelle parrocchie che danno quello che possono con fondi di solidarietà e con raccolte di generi alimentari nelle messe, espressione di una condivisione generata dalla fede in Gesù. Per le situazioni più complesse, in cui è necessario costruire una rete di sostegno che coinvolge i servizi sociali e sanitari, si è costituito un gruppo di volontari che permette di aprire il “Centro di ascolto” ogni giorno (il lunedì, mercoledì, venerdì dalle 16,30 alle 19,00; il martedì, giovedì e sabato dalle 9,30 alle 12,00, nella “Casa Giurdanella”, sulla scalinata laterale della chiesa di San Pietro dalla parte di via Grimaldi). Il mercoledì pomeriggio al Centro di ascolto si offre anche un servizio di accesso al microcredito, mentre da ottobre 2012 è attivo il servizio di pronta accoglienza “Il portico di Betsaida”, che ha permesso ospitalità temporanea già a 20 persone. Certo, questo non basta, ma intanto diventa importante sostenere il Portico per le spese che ci sono (dalla luce al vitto) e i fondi di solidarietà delle parrocchie per pagare bollette, affitti, cibo (soprattutto per bambini).
Si rinnova per questo l’invito alla sobrietà e ad avere sempre una voce per i poveri nel bilancio familiare, nelle feste religiose, nelle feste personali e familiari, nel suffragio per i propri cari defunti, nei momenti di svago e nelle gite.
Chi ha di più dia, ma tutti possiamo fare qualcosa ed esigere una politica diversa 
Come diceva don Pino Puglisi – che dal 25 maggio onoreremo come beato e martire, e quindi esempio autentico di felicità e di amore – «l’azione dei volontari è soltanto un segno per cercare di muovere l’ambiente, per cercare di dare un modello di comportamento, per  spingere le autorità a fare il loro dovere, perché tutti a poco a poco si sentano coinvolti. Se ognuno di noi fa qualcosa, allora si può fare molto». Impegniamoci allora, tutti e ognuno, e chi ha di più, dia di più. Soprattutto si evitino atteggiamenti poco umani, che concretamente poi diventano salari bassi, molto peggio lavoro in nero, rispetto ai profitti che si ricavano, o affitti troppo alti delle case o dei locali commerciali.Sono atteggiamenti che dobbiamo evitare e contrastare restando umani e testimoniando, specialmente i credenti in Cristo, le effettive conseguenze della fede in Dio nostro Padre. Insieme, poi, dobbiamo esigere una politica diversa, con un continuo controllo delle scelte amministrative e attenzione alla priorità che si dà ai poveri nei bilanci pubblici e al funzionamento dei servizi, soprattutto sociali e sanitari.
Confidiamo in un riscontro presso le donne e gli uomini di buona volontà e le istituzioni locali e regionali. Ci spinge l’amore per la città che pensiamo come Gerusalemme, città della pace con Dio e tra gli uomini. Ricercando per questo la vera pace, che non è la quiete egoistica, ma la bellezza di una comunità fraterna e giusta!
di Maurilio Assenza

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