Sig.
Sindaco,
le
sue dichiarazioni rilasciate ad una tv locale in merito alle bollette
“rimodulate” del canone idrico, ci impongono, purtroppo, alcune
precisazioni. Come organizzazione di categoria ci siamo opposti a
questo ingente ampliamento della tassazione (voluto e votato
all’unanimità da tutti gli amministratori) perché si
colpiscono, in modo chiaro, evidente e inequivocabile le famiglie
numerose e le imprese della nostra città, in un momento in cui le
stesse sono soggette agli effetti di una crisi economica che non ha
precedenti. Questo è
ciò che chiunque può dedurre leggendo la delibera di Giunta n.159
del 23/03/2012 che regolamenta i proventi per l'acquedotto comunale
per l'anno 2012. Questi “strafalcioni
amministrativi” (così
lei li ha definiti) non possono essere nascosti con dichiarazioni che
hanno l'effetto di alimentare frizioni tra i cittadini. Dire:
“Un’impresa non può pagare quanto un pensionato” cosa
significa? Che all'impresa piace eludere? Oppure cerca di non
rispettare le regole? Insinuare in modo sottile queste considerazioni
nel tessuto sociale non aiuta, anzi si rischia di innescare piccoli
conflitti fra le varie forme di disperazione. A noi, come lei ben sa,
piace stare ai fatti. I dati dell'ultimo censimento Istat su Vittoria
e i dati sulle imprese locali della Camera di Commercio di Ragusa
potrebbero aiutarci a trovare soluzioni. Dal censimento Istat 2011
sappiamo che in città ci sono 31.656 persone coniugate, quindi oltre
15mila famiglie. Più della metà di queste è composta da nuclei di
oltre tre unità. Su questi nuclei familiari grava quella
“rimodulazione” che non ha assolutamente considerato un fatto:
molte di queste famiglie vivono l'abitazione solo per poche ore al
giorno (si esce la mattina per andare a lavoro e a scuola, oppure
università, e si rientra nel tardo pomeriggio). Quindi i consumi
medi d'acqua, che “l'ente Comune ha “rimodulato”
forfettariamente per questa fascia, 221 mc (221.000 litri, pari a 600
litri di consumo giornaliero), ci sembrano “presuntivamente”
eccessivi. Stessa cosa vale per quelle attività economiche che la
delibera classifica come categoria C. Le 1.228 attività di commercio
al dettaglio (l’esempio può essere il negozio di via Cavour), le
125 imprese del settore autoriparazione (officine di meccanico,
carrozziere, elettrauto e gommista) secondo quale logica possono
consumare 85 mc (85.000 litri) d'acqua l'anno? Può un negozio o una
officina, non considerando ferie, festivi e domeniche, consumare
oltre 300 litri d'acqua al giorno? Alle 187 attività operanti nei
settori pasticceria, pizzeria e bar; alle 138 imprese operanti nel
settore acconciatura ed estetica, ai 12 autolavaggi e alle
tintolavanderie (dati Camera di Commercio aggiornati al 2 febbraio
2013) sono stati assegnati, sempre in modo “presuntivo” e
forfettario, 510 mc di consumo annuo. Una
assegnazione che per alcune delle attività inserite nella categoria
è vistosamente fuori misura.
Il caso degli acconciatori e delle estetiste è tra quelli più
emblematici. Intanto non è stata fatta la distinzione tra
acconciatori ed estetiste. E' risaputo che l'attività di estetista
consuma volumi d'acqua notevolmente più bassi di un acconciatore.
A
questo primo errore se ne aggiunge un secondo: non è stata
considerata la differenza tra chi opera nel settore acconciatura
maschile e chi, invece, nel settore femminile. Abbiamo verificato il
consumo d'acqua di acconciatori femminili che operano in comuni a noi
vicini (Comiso e Ragusa) dove il canone idrico si paga a consumo. E'
emerso che solo le attività più floride del settore femminile
possono raggiungere i volumi d'acqua che la delibera
“presuntivamente” indica. Alla pressione fiscale, già fuori
linea dello Stato, si sommano quindi gli aumenti evidenti delle
imposte comunali. Colpendo
famiglie e imprese non si fa altro che favorire le condizioni per
ulteriori effetti recessivi.
Possiamo affermare come, sia con l'Imu prima che con il canone idrico
ora, l'Amministrazione non
ha previsto quelle
“misure a sostegno
delle situazioni di difficoltà”, né
ha previsto “una
pressione fiscale ridottissima” (dichiarazione
del sindaco all'indomani dell'approvazione del bilancio di
previsione, comunicato stampa 338 del 24/05/2012). Infine ci corre
l'obbligo di sottolineare come nel suo programma amministrativo, a
pag. 7 punto 9, sotto la voce “Bilancio e tributi”, ci sia
scritto: “Il bilancio
di previsione del Comune verrà sottoposto al vaglio delle
associazioni di categoria e dei cittadini tutti ... Pagamento canone
idrico a consumo e superamento del sistema forfettario...
Agevolazioni per le fasce sociali più deboli e in difficoltà...
Riduzione tasse per le famiglie numerose con più di due figli a
carico... Politiche di riduzione ed agevolazione dei tributi”. Noi
(secondo lei) non saremo forse molto “rappresentativi” oppure
utilizziamo argomenti “assolutamente pretestuosi” ma le sue
parole non sempre trovano riscontro. Smettiamola e troviamo
soluzioni.
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