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sabato 9 febbraio 2013

L’attentato dinamitardo di Vittoria, la Cna dice no “Ma come la immaginiamo questa terra? Se ci va bene così siamo tutti colpevoli perché ormai rassegnati”


Esprimiamo tutta la nostra vicinanza e solidarietà all'impresa che ha subito il vile attentato intimidatorio dell’altra notte. Ma aggiungersi al coro di chi esprime solidarietà non basta più”. E’ quanto affermano il presidente della Cna di Vittoria, Giuseppe Santocono, con il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio. “La difficoltà economica che grava sul territorio – dicono entrambi in una nota – rischia di far diventare la criminalità organizzata padrona della crisi. Da anni, con cadenza quasi mensile, si concretizzano operazioni di polizia, coordinate dalla magistratura, che portano in carcere decine di persone. La città però rimane immobile. Come è possibile? Ma questa terra come si vede? Non prova vergogna nel vedere ciclicamente le pagine dei quotidiani con il nome Vittoria in bella evidenza per fatti di cronaca? Come la immaginiamo questa città? Ci basta essere persone oneste per non sentirci anche noi colpevoli? Oppure ci consoliamo con la solita frase: “E’ da tempo che è così”. Qual è il nostro pensiero, che tutti devono campare e che ognuno deve vivere la propria vita? Questa condizione ci rende tranquilli? Siamo al centro di una attenzione mediatica non indifferente. Giornali e televisioni parlano di questa terra non più per la sua capacità economica, non per la voglia di volersi rilanciare per uscire dalla crisi, ma per la sua forza criminale. Ci viene il dubbio che non riusciamo più a pensarci in modo diverso da come veniamo descritti, da come veniamo guardati. Ci siamo rassegnati a questo marchio. E' naturale che questo territorio sia percepito come il luogo della violenza? Se è così che immaginiamo Vittoria siamo colpevoli, tutti, perché rassegnati”.

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