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sabato 15 dicembre 2012

Aumenta la disoccupazione, l’economia locale è quasi al palo. Serve trovare una rapida via d’uscita da questa fase di stallo.


L'economia locale è quasi al palo. La recessione è netta e non si intravvedono segnali di inversione del ciclo. Il rallentamento si è accentuato molto nei mesi estivi quando, cioè, sono entrate a regime le norme sul risanamento dei conti pubblici e quindi maggiore carico fiscale, credito ancora più razionato e costoso, crisi del settore immobiliare, aumento dell'incertezza e alta e persistente disoccupazione. In un anno le domande di disoccupazione ordinaria nel nostro comprensorio (Acate, Comiso e Vittoria) sono crescite oltre il 50%. In sintesi, un mercato (commercio, servizi, terziario) quasi piatto ed economia più debole. Questa strana coppia si è rafforzata via via dall'inizio del 2012, e ora è diventata solida.
Se nel 2013 prevarranno le ragioni della minore avversione al rischio, allora la ripresa ci potrà essere anche se molti aggiustamenti vanno portati a termine.
Se invece avrà il sopravvento limpasse nel prendere le misure necessarie a sostenere la crescita la matassa si aggroviglierà di più e la recessione durerà più a lungo e si estenderà.
Lo scenario che noi riteniamo più concreto è fondato sulla prima ipotesi, quella più ottimistica, però servono scelte chiare, precise, definite e determinate. Ciò conferma che il mercato, l'economia non sono onnipotenti e che è la credibilità della politica a orientarli, nel bene e nel male. Spetta alla stessa politica, quindi, guadagnare il tempo perso e introdurre il corretto mix di incentivi per pilotare i cambiamenti. A livello comunale vanno riviste Tarsu, IMU, canoni di pubblicità (INPA) ect. Lo ribadiamo: la politica fiscale dell'ente deve essere basata sulla capacità e di reperire fondi regionali, nazionali e comunitari progettando iniziative che servono realmente al rilancio del territorio. Non si può continuare a far cassa tassando le imprese e le famiglie già da tempo in difficoltà. Così come la regione deve avere un ruolo diverso rispetto al passato più attenzione verso il territorio e alle sue specificità. Come organizzazione siamo sempre disponibili al confronto ma il tempo delle riviste è finito. Adesso serve concretezza. 

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