L'economia
locale è quasi al palo. La recessione è netta e non si intravvedono
segnali di inversione del ciclo. Il rallentamento si è accentuato
molto nei mesi estivi quando, cioè, sono entrate a regime le norme
sul risanamento dei conti pubblici e quindi maggiore carico fiscale,
credito
ancora più razionato e costoso,
crisi del settore immobiliare, aumento dell'incertezza e alta e
persistente disoccupazione. In
un anno le domande di disoccupazione ordinaria nel nostro
comprensorio (Acate, Comiso e Vittoria) sono crescite oltre il 50%.
In sintesi, un mercato (commercio, servizi, terziario) quasi piatto
ed economia più debole. Questa
strana coppia si è rafforzata via via dall'inizio del 2012, e ora è
diventata solida.
Se
nel 2013 prevarranno le ragioni della minore
avversione al rischio,
allora la ripresa ci potrà essere anche se molti aggiustamenti vanno
portati a termine.
Se
invece avrà il sopravvento l’impasse
nel prendere le misure necessarie a sostenere la crescita
la matassa si aggroviglierà di più e la recessione durerà più a
lungo e si estenderà.
Lo
scenario che noi riteniamo più concreto è fondato sulla prima
ipotesi,
quella più ottimistica,
però servono scelte chiare, precise, definite e determinate. Ciò
conferma che il mercato, l'economia non sono onnipotenti e che è la
credibilità
della politica a
orientarli, nel bene e nel male. Spetta alla stessa politica, quindi,
guadagnare il tempo perso e introdurre il corretto mix di incentivi
per pilotare i cambiamenti.
A livello comunale vanno riviste Tarsu, IMU, canoni di pubblicità
(INPA) ect. Lo ribadiamo: la politica fiscale dell'ente deve essere
basata sulla capacità e di reperire fondi regionali, nazionali e
comunitari progettando
iniziative che servono realmente al rilancio del territorio. Non
si può continuare a far cassa tassando le imprese e le famiglie già
da tempo in difficoltà. Così come la regione deve avere un ruolo
diverso rispetto al passato più attenzione verso il territorio e
alle sue specificità. Come organizzazione siamo sempre disponibili
al confronto ma il tempo delle riviste è finito. Adesso serve
concretezza.
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