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mercoledì 19 dicembre 2012

La CNA è vicina a chi protesta. La classe politica si muova


La crisi in cui versano le imprese ortofrutticole del nostro territorio non riguarda in modo specifico la serricultura ma l'intero sistema economico della fascia trasformata. Le aziende che producono imballaggi, l'autotrasporto, l'impiantistica specializzata e tutto il terziario vivono, e non da ora, nell'economia dell'incertezza più profonda. Siamo vicini a chi ha manifestato e sta manifestando per non essere travolto dai debiti, dalla pressione fiscale, e dalla mancanza di accesso al credito. La loro lotta è anche la nostra. Pochi giorni fa l'INPS regionale ha presentato il bilancio sociale 2011. Il nostro territorio, che per anni è stato l'espressione più significativa del capitalismo molecolare (migliaia di piccole imprese agricole, artigianali e commerciali effervescenti), ora vive quasi esclusivamente di assistenza e di ammortizzatori sociali. Cassa integrazione e indennità di disoccupazione sono cresciute esponenzialmente (cosa succederà quando il fondo per il sostegno sociale verrà consumato?), così come sono aumentati i pensionati. Ma gli importi di queste prestazioni non sono sufficienti a soddisfare le esigenze delle famiglie (la media delle pensioni e di 700 euro mensili a fronte delle 870 euro del resto d'Italia). Questi dati ci dicono con estrema chiarezza come ogni forma di lavoro legale stia diventato un miraggio, mentre, con forza, si stanno affermando forme di lavoro irregolare con tutte le sue sfaccettature. Questi numeri sono oro per la criminalità organizzata ed in particolare per l'economia criminale. Lo ripetiamo da tempo e non ci stancheremo di ripeterlo: noi abbiamo il compito di sollecitare e proporre soluzioni ma la classe politica di questo territorio deve mettersi in moto, non può continuare a nascondersi, non può rimanere muta. Il loro silenzio indica un malinconica indifferenza. Dobbiamo uscire dalla logica dell'assistenza e rimettere in moto la dinamicità che ci ha distinti.

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