Vittoria
attualmente è una città profondamente segnata dalla crisi. Il
mercato immobiliare, da sempre cartina di tornasole di un territorio,
è pressoché fermo. Domanda e offerta di alloggi faticano sempre
più ad incontrarsi (altro che nuove case). Gli ingranaggi della
filiera agricola si muovono molto lentamente, la sua velocità
economica è solo un piacevole ricordo. Rileggendo uno studio
presentato dallo SVIMEZ qualche mese fa pensiamo che il futuro
economico di questo territorio possa passare anche dalla capacità
di saper smistare traffico e merci. Dalla pubblicazione infatti
risulta come nel Sud siano state individuate sette zone che
presentano questa potenzialità di sviluppo e sono state definite
Filiere territoriali logistiche (Ftl). Sono aree che dispongono di
porti anche minori e poco congestionati (porto di Pozzallo), di aree
logistiche (costruendo autoporto di Vittoria), di filiere produttive
di eccellenza orientate all’esportazione (prodotti ortofrutticoli,
marmi, etc.) e possibilità di fruire di agevolazioni speciali ed
incentivi per l’insediamento di nuove attività (Zone franche
urbane). Guarda caso l’area della Sicilia Sud orientale, la nostra
zona, è una delle sette aree individuate dallo studio dello Svimez.
Vittoria ha tutte le carte in regola per ri-diventare motore dello
sviluppo di questa parte della Sicilia. Affinché
tutto questo possa diventare realtà servono però politiche
specifiche. Il finanziamento della Zona franca urbana, con le
relative agevolazioni fiscali anche per la nascita e l’insediamento
di imprese legate anche alla logistica, è oramai una realtà.
L'aeroporto di Comiso e il porto di Pozzallo sono ancora in fase
embrionale, l'autoporto di Vittoria è soltanto un grande cantiere dove
i lavori vanno a rilento e pare che alla ditta non vengono liquidate le somme relative agli stati d'avanzamento. Abbiamo le potenzialità e gli strumenti
che permettono il rilancio ma serve una classe politica attenta, che
sappia leggere, capire e studiare i bisogni reali del territorio. La
questione non è più rinviabile. Noi pensiamo che il sindaco di
Vittoria abbia l'obbligo di intestarsi quest'onere (che poi è un
onore) e senza voler avviare nessuna disputa lo invitiamo ad
attivarsi, a spronare a guidare il territorio verso un nuovo modello
di sviluppo che veda come attori principali le nostre piccole e medie
imprese. La CNA su questi temi lo sosterrà. Lo sviluppo e il
rilancio delle nostre imprese, la creazione di nuovi posti di lavoro
viene prima di ogni cosa.
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