La
crisi finanziaria sta colpendo duramente il Mezzogiorno d'Italia. A
quattro anni dall’avvio della crisi le imprese più piccole, quelle
artigianali e commerciali, la spina d'orsale del lavoro legale e produttivo, principalmente orientate alla domanda
interna, hanno duramente sofferto sul piano del fatturato,
mantenendo, come di consueto, livelli di redditività nettamente
inferiori a quelli del resto del Paese. L'unica
a non soffrire? La criminalità economica. Basta vedere il numero di
persone arrestate per spaccio di droga nella nostra provincia nel
primo semestre 2013 per capire che oramai l'impresa criminale è
diventata uno sbocco imprenditoriale/occupazionale di primo livello.
Serve una nuova antimafia, meno "movimentista" è più
attenta alle evoluzioni economiche, capace di leggere, con maggiore
attenzione cosa sta succedendo nel territorio e in grado di
contrastare con metodi nuovi. L'antimafia melodrammatica, quella dei
tecnici della legalità, ha fatto il suo tempo.
http://www.ilsole24ore.com/art/notizie/2013-07-26/lezionesulla-questione-industriale-172630.shtml?uuid=AbK1kmHI
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