Ripartire
dal territorio è l'evidente necessità dei nostri giorni. Questa
crisi economica ha destrutturato il lavoro in tutte le sue forme,
messo in ginocchio migliaia di piccole imprese polverizzando così
il nostro tessuto sociale e quindi anche la democrazia. Il territorio
rappresenta la dimensione ideale da cui ripartire e da cui lanciare
una nuova sfida, politica economica e culturale, all'individualismo
sfrenato che gruppi e lobby d'interesse, vogliono continuare a
perseguire. Il Piano Regolatore, dovrebbe servire per riqualificare
la città e quindi diventare opportunità per le tante imprese e non
per pochi addetti ai lavori. La nostra non è un'accusa o un
pregiudizio ideologico ma una costatazione avvalorata dalla stessa
relazione che accompagna le tavole dello schema di massima:
“Il
nuovo Prg deve necessariamente fare i conti con l’abusivismo e con
il costruito precario che si è diffusamente impiantato nel
territorio. Necessita in altri termini, un nuovo e dinamico strumento
urbanistico che più che non si limiti alla mera previsione di nuovi
spazi di edificabilità, ma che sia introduttore di nuove vie
gestionali per il recupero dell’esistente, per l’eliminazione di
cubatura inutile ed improduttiva anche attraverso forme di
incentivazione e per ridisegnare la forma urbana di Vittoria anche a
partire dalla sue eccellenze”.
Se si è conseguentemente coerenti con quanto scritto, il PRG deve
quindi essere la cornice entro cui costruire un nuovo modello di
sviluppo la cui parole d'ordine siano riqualificazione urbana,
rigenerazione economia e sociale e meno consumo di territorio. Se
dobbiamo puntare al turismo bisogna migliorare la qualità urbana di
Vittoria, di Scoglitti e la loro viabilità. C'è tanto da costruire
sul costruito (parecchio è da qualificare). C'è così tanto lavoro
che le nostre imprese non avrebbero tempo di riposarsi (le foto che
alleghiamo lo dimostrano inequivocabilmente). I soldi per fare
questo? I fondi strutturali relativi alla riqualificazione. Una
quantità significativa di somme che però rimane inutilizzata,
perché i comuni non presentano i progetti. Il direttore generale
della Regione, Vincenzo
Falgares,
qualche giorno fa, in merito ai FERS (fondi
europei per lo sviluppo regionale)
, ha dichiarato: “Occorre
duplicare il livello di spesa.
La Sicilia potrebbe perdere nel 2013 una quota che va dai 350 ai 702
milioni di euro” (6
luglio su blogsicilia.it)
Lo
diciamo al sindaco e all'ass. all'urbanistica Cavallo: le imprese che
rappresentiamo la scelta l'hanno fatta, serve capire qual'è la
vostra. Guardate agli interessi complessivi, attivando un ciclo
virtuoso di crescita economica e sviluppo locale, oppure rimanete
insensibili e indifferenti alle sollecitazioni e lascerete allargare
il perimetro urbano della città avendo scarsa considerazione
dell'esistente? Noi abbiamo l'obbligo di non rimanere immobili, ci
stiamo anche attivando per organizzare un altro convegno in
collaborazione con l'INU e altri istituti interessati alla materia.
Nessun commento:
Posta un commento