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venerdì 27 giugno 2014

Banche e imprese, a Vittoria il rapporto è sempre più difficile.

Pubblichiamo l'articolo/intervista a firma Davide La Rosa uscito su La Sicilia del 28/06/2014.



Dietro la chiusura di ogni forma di credito ci sono precise scelte manageriali dettate dalla crisi finanziaria che ha colpito tutto il sistema del credito”. 
Pane al pane e vino al vino. L’allarme sulle problematiche che riguardano l’accesso al credito, lo lancia, ancora una volta la Cna di Vittoria. A fare la voce grossa sono il responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio ed il Presidente Giuseppe Santocono. 
“Come organizzazione – spiega Santocono - abbiamo sempre avuto una particolare attenzione sulle problematiche di accesso al credito”. “La dinamicità economica di Vittoria – fa da eco Stracquadanio - è stata l'humus su cui gli istituti di credito, che operano in città, si sono nutriti. Una vitalità che ha permesso loro di fare ottimi guadagni, in un periodo di vacche grasse e a seguito di servizi non sempre all'altezza delle aspettative del territorio. Oggi questa vitalità economica è stata fortemente indebolita dalla crisi. 
Vittoria, finanziariamente, non è più attraente come una volta. Le banche in poco tempo si sono adeguate e hanno subito dimenticato quanto era redditizio gestire i conti correnti di molti imprenditori locali. Dovrebbero stare al fianco di chi li ha fatti crescere per sostenerne la ripresa e invece pare che pongono diversi ostacoli. 
Il sospetto che stia avvenendo qualcosa di simile ci viene dettato da alcune testimonianze di piccoli imprenditori locali che stanno resistendo alle attuali difficoltà economiche”. 
“Questi – aggiunge Santocono - ci raccontano di essere chiamati dai preposti di banca, sicuramente costretti ad agire in tal modo dalle loro direzioni centrali, e le chiamate hanno un unico comune denominatore: "rientrare". Pare – denuncia Stracquadanio - che i metodi di rientro che vengono proposti siano un po’ bizzarri”. 
Il racconto a firma Stracquadanio si fa più preciso. “Ci raccontano – chiosa - di richieste di firme su documenti predisposti dagli istituti di credito che richiedono un riconoscimento di debito, una rinuncia ad eventuali azioni giudiziarie sul conto corrente o finanziamento e il rilascio di cambiali in bianco a garanzia del corretto adempimento. Sarà vero – si chiede -? Come organizzazione – conclude - invitiamo, chi eventualmente venisse contattato, a non sottoscrivere subito nulla e a rivolgersi immediatamente alla nostra organizzazione per verificare se l'ipotetica procedura che gli istituti, forse, intendono attuare è corretta”.


Davide La Rosa

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