DA LA SICILIA DEL 06/11/2014
E’
una guerra a ritmo di parole e posizioni. Ritmo costante ed
incalzante. Da una parte la piccola e media impresa, dall’ altra la
politica dei grandi numeri. Il sistema, che a quanto pare non
sistema. Non uno scontro tra entità alla pari, purtroppo. La piccola
media impresa, sulla quale un intero paese, l’Italia, si regge,
oramai da tempo lamenta la mancata facilità circa l’accesso al
credito. Già, da tempo! La stranezza sta proprio qui, neanche enti
pubblici come la Crias riescono a garantire prestiti deliberati da
mesi. Attenzione, non si parla di pratiche ancora in corso di
istruzione, ma bensì di documentazioni già esitate, la cui
erogazione viene negata per “mancanza di fondi”. Nel frattempo,
però, accade che cifre importanti siano destinate ai precari della
forestale. Venti milioni di euro che sarebbero stati prelevati dal
fondo Crias per l’agricoltura. Anche i forestali sono lavoratori,
questo è certo, ma risolto un problema, ed il termine risolto
assurge a connotazioni eufemistiche, ne rimangono due senza una
immediata soluzione. Il primo, riguarda le imprese artigiane con
prestiti deliberati e non erogati ed il secondo, le imprese agricole
che al danno per un vissuto momento critico, aggiungono una sorta di
beffa per soldi destinati ad altra funzione, ma non quella di
settore. Per chiarezza si rende chiaro informare come in Sicilia
siano venticinque mila gli operai forestali per una superficie
boscata di cinquecentomila ettari. Un operaio ogni venti ettari. La
Toscana, regione ricca di boschi ben curati, ha un operaio ogni
trecento ettari. Provata a riassumere la vicenda, abbiamo ascoltato
alcuni dei titolari di queste imprese artigiane, che poi in realtà
sono i titolari di ditte individuali. Autoriparatori, carrozzieri,
fornitori di materiali per l’edilizia, ingrosso tessile. Tutti
accomunati dallo stesso problema. Una pratica presentata un anno fa e
che ancora non è stata erogata. Il confronto con loro è sereno, ma
non altrettanto i loro pensieri. Contrariati e delusi. “Ci dicono
che i fondi non ci sono, ma per i forestali ci si premura ad
attingere dal fondo Crias per l’agricoltura. Parliamo di venti
milioni di euro. Come è possibile?”. I forestali – racconta
Giuseppe, titolare di una ditta individuale per la fornitura di
materiale edile - non hanno la stessa pazienza degli artigiani o
degli agricoltori, ma hanno qualche deputato che si avvantaggia
elettoralmente della loro disperazione. Non ci interessa – aggiunge
Grazia, socia di una ditta familiare del comparto tessile – fare la
guerra a dei precari, ma in Sicilia anche i neonati sanno come dietro
i forestali ci sia un sistema fatto di cattiva politica,
clientelismo, assistenzialismo e tanta fantasia approssimativa che
genera consenso”. E’ disgustoso – continua Rocco,
autoriparatore, – vedere come questo scippo, (in riferimento ai
fondi per i forestali ndr), sia stato salutato positivamente dal
Governatore e da diversi parlamentari regionali, quasi fosse una
cosa di cui vantarsi. La piccola impresa siciliana, per il sistema
politica, non merita nessuna considerazione. E’ un peso. Una cosa è
certa – conclude Giuseppe –, con quest’atto hanno fatto
chiarezza. Ci hanno dimostrato come le difficoltà dei seimila
piccoli imprenditori artigiani e dei trentamila piccoli imprenditori
agricoli operanti in provincia di Ragusa, a loro non interessino”.
Fondi di rotazione o capitoli destinati a ciascuna di queste
operazioni, in realtà, cambia poco. Da comprendere c’è una
situazione che riguarda specifiche soluzioni a corredo di un
comparto. Attendere oggi è impossibile. Le ditte questo lo sanno. La
politica deve capirlo. In fretta.
Davide La Rosa
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