L’introduzione della moneta unica ha sicuramente
contribuito a far impennare i debiti, non tanto per aver spinto
all’insù il costo della vita, ma per aver contribuito a far
scendere i tassi
di interesse praticati
dalle banche nella prima parte del decennio scorso a livelli mai
toccati nella storia recente del nostro Paese. Infatti, se tra il
1991 ed il 2001 i tassi medi applicati dagli istituti di credito al
settore privato si attestavano all’11,2%, tra il 2002 ed il 2012
sono scesi al 5,5%. Questa opportunità ha spinto moltissime famiglie
ad indebitarsi attraverso l’ accensione di un mutuo per l’acquisto
della prima o della seconda casa, almeno fino all’inizio della
crisi. Se nel 2002 gli impieghi bancari per ciascuna famiglia
italiana ammontavano mediamente a 8.312 euro, 10 anni dopo
l’esposizione bancaria ha raggiunto la soglia dei 20.000 euro
(precisamente 19.916 euro). In questo decennio la variazione
percentuale è stata del +139,6%, mentre l’incremento in termini
assoluti è stato pari a +11.604. Tra il 2002 ed il 2012
ll'inflazione è aumentata del +25,4%. Al
31 ottobre 2012, le famiglie della provincia di Ragusa, nella
classifica stilata dalla CGIA di Mestre, sono risultate all'81°
posizione, con un debito bancario medio pari a 14.190 euro (+98,60%
rispetto a 10 anni prima).
Al
di là dei risultati emersi da questa analisi la dimensione e
l’andamento del debito privato è molto importante in economia. Per
molti studiosi le oscillazioni dello spread risentono maggiormente
della quantità e del trend del debito privato e di quello estero che
non dall’andamento del debito pubblico.
articolo tratto da: http://www.cgiamestre.com/wpcontent/uploads/2013/01/famiglieinrosso.pdf
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