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venerdì 31 agosto 2012

AUTOPORTO DI VITTORIA. RISPOSTA ALLE DICHIARAZIONI DELL'ASS. AVOLA



Sicuramente l'ass. Avola non ha compreso bene i quesiti che abbiamo posto all'amministrazione. Li rimoduliamo in modo più chiaro.
  1. L'autoporto di Vittoria, struttura inserita nell'Accordo di programma quadro per la logistica e il trasporto merci in Sicilia, dovrebbe costare oltre i 30 milioni di euro. I lavori attualmente appaltati riguardano il primo stralcio dell'opera (costo quasi15 milioni di euro). La domanda che noi abbiamo posto all'amministrazione è: L'iter progettuale e burocratico per il secondo stralcio utile a completare l'opera (altri 18 milioni di euro circa) a che punto è?
  2. L'autoporto deve essere collegato alla rete stradale principale, SS 115 e SS 514, una parte delle somme per realizzare queste bretelle di collegamento sono già disponibili grazie ai fondi ex INSICEM (€ 16.978638,70). La provincia doveva essere il soggetto attuatore di queste opere. La soppressione di questo ente sicuramente potrà rimetter in gioco progettazione e somme già stanziate. L'amministrazione cosa intende fare: “supporre che le somme vengano stanziate al Comune” oppure sorvolare sulle “intuizioni” e attivarsi velocemente per appropriarsi completamente dell'opera prima che tutto si perda nei vari meandri?
Domande semplici, non polemiche, che attendono una risposta. La CNA cercherà come sempre di essere propositiva vigilando, sollecitando, proponendo e dando disponibilità per eventuali chiarimenti.  

giovedì 30 agosto 2012

AUTOPORTO, A CHE PUNTO E' L'ITER PER IL SECONDO STRALCIO?



A che punto è l'iter che porta all’approvazione del secondo stralcio dell'autoporto di Vittoria? E’ questo l’interrogativo lanciato dalla Cna di Vittoria. “A contrada Crivello – dice il presidente Giuseppe Santocono assieme al responsabile organizzativo Giorgio Stracquadanio – i lavori relativi al primo stralcio dell’infrastruttura stanno procedendo ma non si sa nulla per quanto riguarda il resto dell'opera. E' calato nuovamente il silenzio? Si sa poco anche della realizzazione della bretella stradale che dovrebbe collegare la struttura con la Ss 115 e la Ss 514. Per quest'ultima opera, nei rapporti di attuazione dell'Accordo di programma per l’utilizzo dei fondi ex Insicem, redatti dall’assessorato provinciale Territorio ambiente, è stata già stanziata una somma pari a 16.978.638,70 euro. Il soggetto attuatore della bretella di collegamento doveva essere la Provincia di Ragusa, ma con la soppressione dell’ente (la Cna è favorevole all'abolizione delle Province) chi dovrà gestire somme e progetto? Il Comune di Vittoria? La Regione? Sarebbe interessante saperlo”. La Cna di Vittoria prosegue: “Noi pensiamo che il Comune debba farsi avanti senza perdere troppo tempo. Non possiamo permettere che l'autoporto, struttura strategica per l'economia del territorio, diventi inutile prima ancora che venga completato (si veda ciò che sta accadendo per l'aeroporto di Comiso). Per questo motivo torneremo a sollecitare le istituzioni, prima fra tutte l'Amministrazione comunale. Vogliamo ricordare che realizzare e rendere pienamente funzionale l’autoporto è una delle priorità essenziali per la crescita del nostro territorio”.

sabato 25 agosto 2012

Microimprese in ebollizione a Vittoria



Agitazione al momento anestetizzata dal caldo.
Ma fra qualche giorno tutto ripartirà come prima
e riaffioreranno i problemi accantonati

Le microimprese del nostro territorio sono in ebollizione. L’agitazione è stata momentaneamente anestetizzata dal caldo e dalle brevi ma forzate ferie. Fra qualche giorno tutto ripartirà come prima e riaffioreranno i problemi momentaneamente accantonati”.
Lo dicono il presidente di Cna Vittoria, Giuseppe Santocono, e il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio, che avvertono la difficoltà, nella città ipparina come nel resto del comprensorio, di fare ripartire la macchina produttiva. “La mancanza di liquidità ha fatto crollare  le commesse di lavoro soprattutto nel settore principale: l'edilizia, vero motore dell'economia vittoriese. Per un lungo periodo – continuano i vertici Cna – le banche hanno sostenuto le imprese erogando mutui per la prima casa e facilitando l’accesso al credito. Tutto questo ha creato un esagerato e disordinato sviluppo urbanistico. La crisi finanziaria globale nei territori si è materializzata come crisi di accesso al credito. A Vittoria sono state stoppate e messe in mora più di 500 imprese che operano nel comparto delle costruzioni (edili, impiantisti, rivenditori di materiali, etc.). La cosa grave è che si sono bloccate le manutenzioni. Mentre tutto questo prende forma ogni giorno che passa, la politica locale rimane immobile, paralizzata, come se avesse perso la cognizione del reale, si diletta in questioni lontane dai problemi concreti delle imprese locali e della probabile tempesta economica e sociale che rischia di abbattersi nella nostra zona”.
La Cna di Vittoria, inoltre, chiarisce: “La classe politica è distratta dalle manovre delle prossime elezioni regionali e nazionali, pensa esclusivamente al proprio personalissimo futuro. Ma se nel recente passato i professionisti, vecchi e nuovi, della politica pur facendo poco ottenevano lo stesso i voti, ora questo modo di agire risulta eccessivamente fastidioso. Che sia lo scoppio della bolla politica? A Vittoria, forse più che in altre aree, la diseguaglianza sta crescendo. Se non si pone un freno a questa crescita si rischia di non riavviare lo sviluppo. La diseguaglianza è nemica dello sviluppo”.
La Cna – concludono Santocono e Stracquadanio – nel cogliere queste effervescenze è pronta a fare la sua parte e pensa che queste non siano le fibrillazioni di un mondo (quello delle microimprese) destinato a sparire ma segnali di una trasformazione economica e sociale in atto ancora molto acerba. Di tutto ciò deve tener conto anche la politica la quale senza attenzione al territorio apparirà sempre più volatile e lontana”.


martedì 7 agosto 2012

Seconda rata Imu, l’appello della Cna ai Comuni iblei


“Serve dare un segnale alle piccole e medie imprese.
Venga abbassata l’aliquota di base per i laboratori artigianali
e i capannoni che ospitano attività produttive”

“E’ indispensabile dare un segnale alle piccole e medie imprese presenti sul nostro territorio. E i Comuni possono farlo al momento di definire le aliquote della seconda rata dell’Imu”. E’ la Cna provinciale di Ragusa ad intervenire su un argomento di scottante attualità visto il carico fiscale crescente che opprime sempre di più le imprese. In una lettera aperta inviata alle Amministrazioni comunali dell’area iblea, il presidente provinciale Cna Ragusa, Giuseppe Massari, invita gli “enti locali ad abbassare l’aliquota di base del 7,6 per mille per i laboratori artigianali, gli opifici e i capannoni che ospitano attività produttive”. I vertici Cna chiariscono anche il perché di una tale proposta. “I dati pressoché definitivi del versamento della prima rata dell’Imu – sostiene infatti Massari – hanno fornito risultati che, a sentire il Governo e, in particolare, il ministero dell’Economia e delle Finanze, hanno rispettato le attese dal punto di vista del gettito. Con la seconda rata, addirittura, il risultato potrebbe essere migliore rispetto alle previsioni iniziali. Lo Stato, quindi, ha recuperato la prevista somma che ha dato una grossa mano d’aiuto nella complessa operazione di pareggio dei conti, mentre i Comuni hanno potuto rimpinguare le proprie casse, equilibrando gli introiti che, sino allo scorso anno, erano determinati dal pagamento dell’Ici. Un risultato che, a quanto pare, potrebbe essere raggiunto anche abbassando alcune aliquote”. Da questa riflessione la precisa richiesta della Cna. “Siamo d’accordo – prosegue Massari – sul fatto che l’aliquota sulla prima casa debba rimanere la più bassa possibile; concordiamo sul fatto che sono stati svincolati i fabbricati rurali dall’eccessiva tassazione; è opportuno, altresì, che sulle seconde case si possa registrare un maggiore aggravio. Ma non è possibile che gli edifici adibiti ad attività di produzione, gli opifici, i laboratori artigianali siano considerati alla stessa stregua delle seconde case e che, quindi, per quanto riguarda la tassazione in questione, seguano la stessa sorte”. “Stiamo parlando, nello specifico – aggiunge il segretario provinciale Cna Ragusa, Giovanni Brancati – di strumenti di produzione di lavoro. Ed è per questo motivo che chiediamo una opportuna differenziazione. I sindaci dell’area iblea accolgano le esigenze delle piccole e medie imprese, strangolate da un carico fiscale eccessivo, e facciano in modo di mantenere i fabbricati in questione al livello minimo sul fronte della seconda rata dell’Imu. Se possibile, considerato che le somme introitate dovrebbero essere superiori addirittura a quanto stimato inizialmente, chiediamo che le aliquote siano abbassate se non al livello della prima casa quantomeno ad una percentuale che garantisca di fornire un chiaro ed univoco segnale alle imprese. In tal senso con apposite circolari si sono chiaramente pronunciati sia il Ministero dell’Economia e delle Finanze sia la stessa Anci. I Comuni hanno tempo sino al 30 settembre per decidere in proposito. Ci faremo portavoce di questa necessità presso le singole Amministrazioni anche attraverso incontri specifici che terremo di qui a breve. Nel caso in cui troveremo orecchie sorde alle predette richieste, non esiteremo a far valere le nostre ragioni nelle sedi dovute”.