È
stato firmato finalmente il decreto che istituisce due Zone
economiche speciali in Sicilia, una nella parte occidentale
dell’isola e l’altra nella parte orientale. “Come al solito –
sottolinea il presidente della Cna territoriale di Ragusa, Giuseppe
Santocono – si tratta di un provvedimento che in Sicilia arriva in
ritardo grazie alla pachidermica lentezza della Regione. Le Zes
riconosciute sono ampie fasce del territorio siciliano nelle quali,
sulla base di un Decreto risalente a gennaio 2018, scattano alcuni
incentivi fiscali e crediti d'imposta per gli investimenti fino a 50
milioni di euro. A tutto ciò va aggiunto un consistente regime di
semplificazioni”. Le aree della provincia di Ragusa che sono
rientrate in questa misura sono: il porto di Pozzallo e la zona
retroportuale, l’aeroporto di Comiso, la zona artigianale di
Ragusa, l’area del mercato ortofrutticolo e l’area artigianale di
Vittoria. “Anche la Cna – continua Santocono – ha avuto un
ruolo attivo nel riconoscimento delle Zes, sollecitando le varie
istituzioni affinché il territorio e le sue infrastrutture più
importanti non venissero ulteriormente marginalizzate.
Particolarmente importante è stato il ruolo della confederazione a
Vittoria dove, “tra meri errori materiali” e dimenticanze varie
da parte degli uffici regionali, le due aree individuate dell’ambito
ipparino rischiavano di perdere il riconoscimento”.
“Si
apre, adesso – sottolinea, dal canto suo, il segretario
territoriale della Cna di Ragusa, Giovanni Brancati – una grande
opportunità per il territorio ibleo che non può essere bruciata o
diventare una misura per pochi. L'obiettivo deve essere, oltre a
quello di attrarre investimenti (in particolar modo nell'ambito
dell’economia portuale e nei settori come la logistica, i trasporti
e il commercio), anche quello di accompagnare il mutamento degli
insediamenti produttivi in chiave ambientale ed ecosostenibile
attraverso una drastica semplificazione amministrativa, accedendo a
forti sgravi fiscali. La Cna, insieme ad altri soggetti istituzionali
e non, ha vinto una prima sfida: adesso bisogna recuperare i troppi
ritardi che si verificano sul territorio. Ci sono meno alibi e
qualche risorsa in più che va utilizzata bene per rilanciare ad
esempio uno dei settori che in questa fase ha maggiormente sofferto:
l’agroalimentare ed i servizi ad esso legati. Riteniamo che la
Regione non debba perdere altro tempo, facendo la propria parte per
rendere il più possibile concreta questa opportunità”.