La
crisi in cui versa il settore edile ha spinto la Cna di Comiso ad
organizzare un’assemblea sulle problematiche del settore in città.
Negli ultimi anni le imprese edili di Comiso hanno risentito
pesantemente dell’impatto della crisi economica e più duramente
rispetto al resto dell’economia. L’incidenza del numero di
imprese artigiane sul sistema imprenditoriale ha subito un vero e
proprio stop. Oggi a Comiso operano attivamente 735 imprese
artigiane (dato Camera di Commercio al 10 aprile 2013). Oltre
il 40% di queste appartiene al settore delle costruzioni.
All’interno di questo contesto di blocco dell’economia, c'è la
necessità di individuare nuovi modelli e strumenti innovativi di
sviluppo e trasformazione del territorio. Il settore delle
costruzioni fa registrare importanti potenzialità per quanto
riguarda le occasioni di ripresa, se si considera la rilevante cifra
d’affari che è in grado di attivare.
Questa
la cornice nel contesto della quale si è mossa la discussione con i
rappresentanti delle imprese. C’erano il presidente Cna Comiso,
Giovanni Calogero, con il responsabile organizzativo Giovanni Sallemi
e il responsabile organizzativo della Cna di Vittoria, Giorgio
Stracquadanio. C’era anche il presidente provinciale Cna Ragusa,
Giuseppe Massari, e i presidenti delle Unioni Cna Costruzioni e
Installazioni e impianti, rispettivamente Bartolo Alecci e Maurizio
Scalone, con il responsabile provinciale di entrambe le Unioni,
Vittorio Schininà. In evidenza il fatto che tutta la politica sembra
vivere in una dimensione diversa dalla realtà. La revisione del Prg
è diventata solo terreno di scontro politico ma si ignorano
letteralmente i problemi economici e sociali.
“Attualmente
Comiso – chiarisce Calogero – dispone di un Piano regolatore
generale per molti versi superato. I mutamenti economici e
territoriali intervenuti negli ultimi anni abbisognano di una nuova
ed innovativa pianificazione del territorio che guardi meno
all'espansione e molto di più alla riqualificazione dell'attuale
patrimonio edilizio sia del centro storico come delle periferie, ed
in particolare delle aree da destinare ad attività produttive ed ai
servizi (zona Pip su tutte). I dati ci dicono come dal 2005 al
2011 la popolazione di Comiso sia cresciuta di 1.000 unità: da
29.500 del 2005 a 30.500 del 2011. Non sappiamo quanto sviluppo
porterà l'aeroporto ma non si può puntare esclusivamente a
consumare nuovo territorio. A tutta la classe politica diciamo che
serve una scossa. Bisogna smetterla con la politica del rimandare
sempre per non risolvere mai. Le Pmi del comparto costruzioni
meritano rispetto e attenzione. L’ampio
patrimonio urbano ed edilizio della città, soprattutto del centro
storico, va valorizzato, va posto un freno al dissesto e al degrado
ambientale del paesaggio, va qualificata la viabilità”.
Che
senso ha oggi, si chiede la Cna, costruire case ecologiche, in classe
A, o a consumi quasi zero, se il quartiere, la città, l’ambiente
circostante sono poco qualificati? Per fare questo serve, intanto,
uno strumento urbanistico idoneo che sappia esaltare questi concetti,
ma anche una visione politica diversa. Solo così, secondo la Cna, si
può rilanciare la filiera dell’edilizia. Riqualificare il
patrimonio immobiliare esistente, migliorare la qualità e la
sicurezza dell’abitare, migliorare la qualità sociale e ambientale
delle periferie, non è altro che la grande occasione per promuovere
il rilancio, l’occupazione e l’impiego dell’imprenditoria edile
di Comiso e di tutto ciò che essa sa muovere. La Cna, inoltre, pur
conoscendo le difficoltà economiche dell’ente locale, non può non
affermare che a Comiso serva un piano di manutenzione delle strade e
delle strutture pubbliche. Il rilancio del settore dipende anche da
una politica attenta e non sprecona delle manutenzioni urbane. Buona
parte della rete viaria va rinnovata e con essa gli impianti idrici e
fognari. La Cna solleciterà positivamente la classe politica della
città affinché questo avvenga e vigilerà affinché le somme
urgenze, gli affidamenti diretti, non vengano assegnati sempre
alle solite ditte ma sia avviato finalmente un processo di rotazione
che dia la possibilità anche alle giovani imprese di poter ottenere
qualche lavoro. In primo piano anche la questione dei pagamenti da
parte dell’ente locale alle imprese.
“Conosciamo
tutti le condizioni del Comune – aggiunge Sallemi – ma questo non
significa che bisogna rassegnarsi. Abbiamo chiesto un incontro e
torneremo alla carica con più forza di prima. Le imprese che hanno
effettuato servizi al comune non possono essere dimenticate”.