La Cna
provinciale di Ragusa comunica che, nel contesto del piano di
utilizzo dei fondi ex Insicem, è stato pubblicato il bando per
l’accesso al fondo di rotazione per la capitalizzazione o la
ricapitalizzazione delle imprese e per l’assegnazione di contributi
in conto interessi per gli investimenti e il consolidamento delle
passività aziendali. Si tratta di una occasione importante per le
Pmi dell’area iblea a maggior ragione in questa fase delicata di
crisi in cui le opportunità come questa hanno la possibilità di
rendere più sopportabile il momento difficile in attesa del rilancio
e dell’attivazione di nuove fasi di crescita. Potranno beneficiare
degli interventi tutte le imprese operanti nei settori
dell’agricoltura, artigianato, industria, commercio, turismo e
servizi in genere con un massimo di trentacinque dipendenti o le
società cooperative e loro consorzi con un fatturato annuo non
superiore a venti milioni di euro. Le imprese richiedenti devono
avere sede legale e sede operativa nel territorio della provincia di
Ragusa, devono avere già operato da oltre due anni nell’area
iblea, essere iscritte al registro delle imprese della Camera di
commercio ed essere in regola con i relativi versamenti annuali. La
domanda di finanziamento va presentata, utilizzando l’apposito
modello, all’ufficio protocollo della Provincia regionale di Ragusa
a partire dal 22 novembre e sino al 21 dicembre di quest’anno. Per
ulteriori informazioni e per la compilazione delle istanze è
possibile rivolgersi presso gli uffici territoriali della Cna
presenti in provincia.
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lunedì 29 ottobre 2012
sabato 27 ottobre 2012
Crisi. Istat. In rialzo la fiducia delle imprese. Migliorano servizi e commercio, in calo manifattura e costruzioni
L'indice
composito del clima di fiducia delle imprese italiane (Iesi, Istat
economic sentiment indicator)
espresso in base 2005=100, a ottobre sale da 76,0 a 76,6.
L'aumento
dell'indice complessivo è il risultato del miglioramento della
fiducia delle imprese dei servizi di mercato (da 72,3 a 75,8) e del
commercio al dettaglio (da 78,6 a 79,7) e del calo registrato nei
settori dell'industria manifatturiera (da 88,3 a 87,6) e delle
costruzioni (da 86,1 a 81,4).
Le
attese di produzione delle imprese manifatturiere migliorano
lievemente, ma peggiorano i giudizi sugli ordini; i giudizi sulle
scorte di magazzino rimangono invariati.
L'analisi
di dettaglio del clima di fiducia per raggruppamenti principali di
industrie (Rpi) indica un miglioramento delle attese di produzione
nei beni di consumo (da -5 a -2 il saldo) e in quelli intermedi (da
-11 a -7) e un peggioramento nei beni strumentali (da -4 a -7).
Nel
settore delle costruzioni peggiorano sia i giudizi sugli ordini e/o
piani di costruzione (da -47 a -48) sia, in misura più
significativa, le attese sull'occupazione (da -5 a -18).
L'indice
del clima di fiducia delle imprese dei servizi di mercato aumenta da
72,3 di settembre a 75,8; quello delle imprese del commercio al
dettaglio da 78,6 a 79,7.
Nei
servizi di mercato peggiorano i giudizi sugli ordini (da -26 a -28 il
saldo) e rimangono stabili a -17 le attese; aumenta il saldo delle
attese sull'economia in generale (da -49 a -37).
Nel
commercio al dettaglio l'indice del clima di fiducia aumenta nella
grande distribuzione (da 73,4 a 78,2) e diminuisce nella
distribuzione tradizionale (da 86,2 a 85,3).
venerdì 26 ottobre 2012
RIGORE. SOLO RIGORE. E LA CRESCITA?
La
pressione fiscale è aumentata così tanto da diventare confisca.
Gli oneri fiscali sulle imprese saranno superiori al 70%. Ad essere
colpite maggiormente le piccole imprese. Dal licenziamento dei
dipendenti stanno via via meditando di chiudere l'attività. Ogni
giorno si perdono occupati. Bisogna creare nuove occasioni di lavoro,
dare ossigeno alle imprese. E a chi si candida per governare la
Sicilia chiediamo non proclami o slogan ma cosa intenderà fare per
le imprese e per i giovani che non hanno lavoro e non riescono a
rendersi indipendenti.
mercoledì 24 ottobre 2012
Bankitalia. Abbassare le tasse e avviare riforme strutturali per la crescita economica
"Il
fronte principale su cui si giocano oggi la sostenibilità del debito
pubblico e il rapporto con gli investitori finanziari internazionali
è quello delle riforme strutturali e delle politiche per la crescita
economica". Lo ha detto il vice direttore centrale della Banca
d'Italia Salvatore Rossi in audizione alla Camera.
Tasse. "Abbassando
la pressione fiscale sui contribuenti in regola" si può
riavviare la crescita economica. Rossi indica nella lotta
all'evasione una nuova composizione del prelievo e nell'efficienza
dei servizi la strada per la riduzione. "Sappiamo che la maggior
sfida per il futuro sta nel riavviare la crescita economica. Il
bilancio pubblico può favorirla abbassando la pressione fiscale sui
contribuenti in regola, grazie anche a una forte azione di contrasto
all'evasione fiscale, ripensando la composizione del prelievo e la
struttura delle imposte, accrescendo l'efficienza nella produzione
dei servizi pubblici".
Iva.
"L'evasione dell'Iva resta molto ampia: aumentare il peso di
questa imposta sul totale delle entrate richiede un rafforzamento
dell'azione di contrasto all'evasione". "La conferma
dell'aumento permanente di un punto percentuale delle aliquote Iva
riflette l'esigenza di ridurre il disavanzo di bilancio limitando gli
effetti distorsivi sull'economia"
Misure
correttive.
La legge di stabilità "aumenta lievemente il disavanzo del
2013, di poco meno di 3 miliardi, portandolo all'1,8 per cento del
Pil; in termini strutturali, non verrebbe comunque meno l'impegno al
pareggio" preso con l'Ue." Nel biennio successivo la legge
non modifica i saldi del quadro tendenziale: si lasciano emergere
lievi disavanzi strutturali, ancorché nei margini di tolleranza
concessi dalle regole europee". "Ciò restringe gli spazi
di sicurezza che è opportuno avere in un contesto di incertezza
sulle prospettive di crescita e di volatilità dei mercati. Potrebbe
essere prudente prevedere, eventualmente in primavera, quando sarà
riconsiderato il profilo programmatico e qualora la ripresa
dell'economia già si preannunciasse, contenute misure correttive -
auspicabilmente connesse con il processo di revisione della spesa -
tali da assicurare il pareggio in termini strutturali anche dopo il
2013".
Irpef. Le
misure sull'Irpef compensano parte del drenaggio fiscale dell'ultimo
quinquennio e riducono leggermente il cuneo fiscale sul lavoro, ma
non arrecano benefici ai contribuenti con redditi inferiori alla
soglia di esenzione dall'imposta.
Fisco. "Riconsiderare
una a una tutte le agevolazioni fiscali e domandarsi se siano ancora
utili". "Un regime di tassazione con aliquote più basse e
agevolazioni meno numerose e più semplici riduce le distorsioni,
accresce la trasparenza e stimola lo sviluppo economico. Gli
interventi delineati si muovono in questa logica. Occorre proseguire
su questa strada, seguendo un metodo non dissimile da quello della
spending review".
Tobin
tax. "Sarà
opportuno valutare eventuali affinamenti alla luce delle azioni
intraprese dagli altri paesi e dell'esigenza di evitare fenomeni
di disintermediazione del sistema finanziario italiano".
Tasse
locali. "Vi
è il rischio che molti enti decentrati, per compensare gli effetti
sulla quantità e qualità dei servizi forniti, inaspriscano
l'imposizione fiscale locale". "L'evidenza finora
disponibile con riferimento alle aliquote dell'Imu deliberate
dai Comuni suffraga la rilevanza del rischio" che nel
prossimo futuro aumentino le tasse locali”. "In
prospettiva sarebbe opportuno completare il processo di decentramento
dotando gli enti di una sufficiente autonomia impositiva, a fronte
però di entrate trasferite dal centro che siano circoscritte a
finalità perequative e siano definite ex ante. La maggiore autonomia
si dovrebbe accompagnare con adeguate forme di responsabilizzazione e
di trasparenza". E "in questa direzione muove il recente
decreto del Governo in materia di finanza e funzionamento degli enti
territoriali".
Manovra.
"Bisogna che il governo, e sicuramente lo farà, guardi come
vanno le variabili in corso d'anno e prenda le misure opportune".
Nel corso dell'audizione Rossi aveva sollecitato ad avere
"attenzione" sull'andamento dei conti negli ultimi mesi
dell'anno, cosa che ha provocato le domande di alcuni
parlamentari. "Non abbiamo motivi di allarme - ha detto Rossi -
per quanto riguarda il profilo di fabbisogno finanziario e il
profilo delle entrate tributarie, si può rispettare l' impegno (del
deficit) se c'è accelerazione del gettito negli ultimi mesi, che è
nell'ordinario comportamento stagionale. L'obiettivo di non deludere
i partner europei sul nostro impegno al pareggio di bilancio è
talmente importante, che bisogna raddoppiare l'attenzione".
Al
termine dell'audizione il vice direttore generale di Bankitalia ha
affermato "Un primo passo che va nella direzione giusta.
Altri passi devono seguire. Questo è il nostro pensiero".
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martedì 23 ottobre 2012
domenica 21 ottobre 2012
IMPRESE SEMPRE PIU’ IN ROSSO
Dopo
quattro anni di crisi le microimprese continuano a soffrire per la
mancanza di liquidità. Per soddisfare gli ordini e la domanda devono
pagare le forniture, acquistare le materie prime e i servizi, pagare
le utenze, onorare gli impegni economici assunti con i propri
dipendenti, versare le tasse e i contributi ed è chiaro che senza
liquidità molte attività rischiano di chiudere. Dall’inizio della
crisi ad oggi sono quasi 50.000 le imprese italiane che hanno fallito
e circa un terzo di queste hanno chiuso i battenti per mancati
pagamenti.
Nel
dicembre 2011 e nel febbraio di quest’anno gli istituti di credito
italiani hanno ricevuto dalla Banca Centrale Europea 132 miliardi di
liquidità netta, ad un tasso d’interesse dell’1%. Gran parte di
questi soldi sono stati impiegati per l’acquisto di titoli di Stato
al fine di evitare il crac finanziario del nostro Paese (ma facendo
anche aumentare il debito pubblico). Adesso bisogna evitare che a
collassare sia l’economia reale, ovvero le imprese e i propri
dipendenti.
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sabato 20 ottobre 2012
COSI' SI AIUTANO FAMIGLIE E IMPRESE?
Se
un conto corrente costa agli italiani in media 246 euro all’anno –
il costo più alto in Europa – le vere sorprese arrivano quando la
gestione del conto esce dall’ordinario.
Il tutto dipende dalle
commissioni che le banche applicano sull’operatività
anomala: ad esempio andare in rosso anche di un solo euro in assenza
di fido, può portare per il correntista ad un vero salasso sotto
forma di variegate e poco trasparenti commissioni
sullo sconfino.
Basti
pensare che la COMMISSIONE DI MASSIMO SCOPERTO (CSM) poteva essere
applicata senza alcuna parametrizzazione rispetto agli effettivi
importi e giorni di utilizzo dello scoperto
sul conto corrente.
Ad esempio, con uno scoperto per 6 giorni pari a 10 euro e per 1
giorno per 1.000 euro, le banche applicavano la commissione sul
massimo importo per l’intera durata dello scoperto, cioè 1.000
euro per una settimana.
Nonostante,
nel 2007 il Decreto Bersani sulle liberalizzazioni abbia cancellato
la commissione di massimo scoperto (CMS), gli Istituti di Credito
hanno introdotto dalla porta di servizio una serie di variegate
commissioni, dai nomi esotici, quali la Commissione Mancanza Fondi o
la Commissione Disponibilità Immediata Fondi (DIF).
Tra
l’altro, all’intento del decreto sulle liberalizzazioni del
Governo Monti di eliminare definitivamente questo balzello, l’ABI
ha alzato gli scudi con le dimissioni in massa dell’esecutivo,
primo fra tutti il presidente Giuseppe Mussari.
La
ragione è semplice: le CMS, nonostante le diverse denominazioni, è
estremamente lucrosa per le banche.
Secondo
un’indagine dell’Università Bocconi, andare in rosso per 24 ore
porta ad una commissione fino al 10% dello scoperto: sconfinando di
1.000 euro per un giorno si può arrivare a pagare ben 100 euro.
MA E' COSI' CHE SI AIUTANO LE FAMIGLIE E LE IMPRESE?
venerdì 19 ottobre 2012
RAGUSA - Cna “Settore edile a un passo dal tracollo. Predisposta una piattaforma di richieste”
Cinquecento
imprese edili fallite, 80mila lavoratori licenziati, 6 miliardi di
fondi comunitari fermi, quattro miliardi di pagamenti alle imprese
bloccati. E’ il quadro drammatico in cui versa il settore delle
costruzioni in Sicilia. Quadro drammatico che si ripercuote anche in
provincia di Ragusa dove gli artigiani e le piccole e medie imprese
edili e i loro operai sono quelli che stanno pagando pesantemente i
costi di questa tragedia di enorme proporzioni di cui non si vede la
fine.
E’ questo
il senso della denuncia che la Cna costruzioni dell’area iblea fa
con riferimento al fallimento di una Regione che, in questi decenni
passati, non ha mai lavorato per creare uno sviluppo economico e
produttivo e un’occupazione stabile ma ha dilapidato le consistenti
risorse finanziarie in spese improduttive, clientelismo, inefficienza
burocratica e corruzione. “Ecco perché Cna costruzioni chiede,
anche in provincia di Ragusa – dice il presidente provinciale,
Bartolo Alecci – una svolta radicale e scelte immediate a sostegno
degli artigiani e delle piccole e medie imprese. Intanto sul fronte
del lavoro rispetto a cui è necessario sbloccare i fondi comunitari,
destinando una quota di almeno 200 dei 600 milioni arrivati dal
Governo nazionale per il cofinanziamento. Serve, poi, attivare quelle
misure del Por Sicilia che permettano di avviare immediatamente,
negli enti locali, centinaia di progetti esecutivi di piccole opere
immediatamente cantierabili. E’ necessario, altresì, rendere più
flessibile il patto di stabilità per le infrastrutture finanziate
con i fondi europei”.
La Cna
costruzioni chiede all’assessorato regionale alle Attività
produttive di pubblicare immediatamente il bando che finanzia i
consorzi artigiani che si insediano nelle aree attrezzate, dato che i
soldi sono disponibili. “Inoltre – prosegue il responsabile
provinciale Vittorio Schininà – viene chiesto di accelerare al
massimo tutte le procedure per lavori che risultano già finanziati
con finanziamenti regionali o nazionali, o per opere bloccate per
questioni burocratiche. Evidenziamo, però, che al dramma della
mancanza di lavoro si è aggiunta la tragedia delle imprese che hanno
fatto i lavori, pagato i salari, versato i contributi previdenziali e
assistenziali, le tasse e le imposte, con le banche che stanno col
fiato sul collo, le quali imprese non vengono pagate dalle Pubbliche
amministrazioni e rischiano di fallire o falliscono con ripercussioni
personali e familiari pesantissime. Gli enti locali non ritardino e
non blocchino i pagamenti anche quando non esistono motivi ostativi;
oppure non impongano alle imprese l’inizio dei lavori se non hanno
la certezza della copertura finanziaria per i pagamenti”.
E’
necessario, per la Cna, che il Governo regionale e nazionale
intervengano con urgenza attivando tutte le misure necessarie per
obbligare le pubbliche amministrazioni a pagare il dovuto alle
imprese. Rispetto a questa situazione che la Cna costruzioni denuncia
da molto tempo, anche con manifestazioni unitarie pubbliche di tutto
il settore, o c’è un intervento adeguato delle istituzioni
regionali e nazionali perché possa essere avviato un processo di
svolta e di cambiamento per lo sviluppo produttivo della Sicilia o il
rischio della frantumazione della coesione sociale diventa sempre più
un pericolo reale.
Il
responsabile provinciale
dott.
Vittorio Schininà
giovedì 18 ottobre 2012
LA CRISI CONTINUA, LO DICE BANKITALIA
Nel 2013. l’Italia avrà un Pil negativo.Lo afferma il bollettino economico di Banca d’Italia che ricorda le previsioni dei principali analisti: -2,4% nel 2012, in linea con il governo, e -0,7% nel 2013 contro il -0,2% del governo. Anche se le stime sono al ribasso, nel corso del prossimo anno ci sarà comunque l’uscita dalla recessione. Cala in Italia il costo del credito e, secondo la Banca d’Italia, i tassi applicati dalle banche a famiglie e imprese, i quali restano “superiori alla media dell’area” euro. Secondo il documento, “i criteri di concessione” dei prestiti “sono più favorevoli rispetto a quelli assai restrittivi di inizio anno”.
Per approfondire:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2012/bolleco70/bollec70/boleco_70.pdf
Per approfondire:
http://www.bancaditalia.it/pubblicazioni/econo/bollec/2012/bolleco70/bollec70/boleco_70.pdf
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Legge di stabilità - Silvestrini. "Totalmente insufficiente sul fronte dello sviluppo e della crescita
“La Cna apprezza il Governo quando lavora con determinazione alle politiche di rigore, senza rinunciare all’equità sociale e, soprattutto, allo sviluppo e alla crescita. Un equilibrio che oggi non riscontriamo nella legge di stabilita il cui asse centrale pare costruito sul rapporto incrociato fra più IVA e meno Irpef. Uno scambio che non può essere né compreso né tantomeno condiviso”. Lo ha dichiarato Sergio Silvestrini, Segretario Generale della Cna.
“Questa legge di stabilità è deludente. Non manca certamente il rigore, ma l’equità sociale bisogna andare a cercarla con fatica e, soprattutto, è totalmente insufficiente sul fronte dello sviluppo e della crescita. L’effetto congiunto dell’aumento dell’IVA – ha sottolineato Silvestrini - accompagnato da una drastica potatura di detrazioni e deduzioni fiscali, peraltro inopinatamente retroattiva, annulla i benefici della riduzione dell’imposta sui redditi e comprime la domanda interna”.
“Senza la ripresa vigorosa della domanda interna ogni ipotesi di sviluppo è destinata a rimanere sulla carta. L’Italia non può permetterselo. – ha concluso Silvestrini - Serve subito un intervento più incisivo sui livelli di spesa pubblica da utilizzarsi per ridurre ulteriormente la pressione fiscale”.
mercoledì 17 ottobre 2012
Ancora sui passaggi a livello. Ferrovie dello Stato ignora il nostro territorio
Singolare la risposta comparsa sulla
stampa di Ferrovie dello Stato alla nostra comunicazione sul blocco
delle sbarre del passaggio a livello. Come CNA non abbiamo messo
in dubbio la sicurezza degli automobilisti e della circolazione
ferroviaria, ma i lunghi tempi d'attesa e nel caso specifico
allungamento degli stessi per la mancata riapertura delle sbarre.
Tempi che penalizzano la nostra economia. Ogni mattina , da anni,
decine di Tir, di furgoni con operai e titolari di piccole imprese
vengono inchiodati per 10/20 minuti (sperando che tutto non si
blocchi) sull'asfalto. Su questo specifico problema il Gruppo
Ferrovie dello Stato (sollecitato a tutti i livelli dalla nostra
organizzazione e da singoli cittadini) non ha mai fatto nulla. Per
essere più precisi qualcosa l'ha fatto: ha tagliato, ridimensionato,
ridotto il trasporto ferroviario in questo versate della Sicilia
riducendolo al disotto dell'essenziale, ai minimi termini. Un
comportamento che la dice lunga sulla volontà di voler incentivare
il trasporto su rotaia e di conseguenza di investire per migliorare
la rete e i servizi. A questo danno economico, legato a scelte
politiche precise, si aggiunge la presa in giro dei tempi d'attesa
davanti ai passaggi a livello. Questo territorio, per le FS, è insignificante, così insignificante da non
meritare neanche una piccola struttura che permette di bypassare un
passaggio a livello. Se oggi scontiamo l'isolamento strutturale e
l'indifferenza dei gruppi come FS è grazie all'inadeguatezza di
un'intera classe politica brava nel raccontare fanfaluche, totalmente
incapace nel produrre fatti concreti.
Giuseppe Santocono
Giorgio Stracquadanio
martedì 16 ottobre 2012
A Vittoria dilaga l’abusivismo. Il fenomeno ha raggiunto dimensioni non sopportabili
A Vittoria
c’è troppo abusivismo. Le imprese che operano nella legalità sono
stanche di vedersi rubare il lavoro sotto gli occhi da chi non versa
tributi e contributi, non conosce cos'è l'Iva, la Camera di
commercio, l'Inps, l'Inail, la legge sulla privacy, la normativa
sulla sicurezza. E’ quanto denunciano il presidente della Cna di
Vittoria, Giuseppe Santocono, e il responsabile organizzativo,
Giorgio Stracquadanio. “Questo problema – aggiungono i due –
c'è sempre stato e la nostra organizzazione più volte l'ha messo in
piazza pubblicamente. Ora, con la crisi attuale, il fenomeno sta
raggiungendo dimensioni non più sopportabili. Edilizia,
acconciatura, commercio i settori più bersagliati. Ci sono pochi
controlli e questi stessi riguardano, paradossalmente, le attività
che operano in regola. Una duplice beffa: subire la concorrenza
sleale ed essere sottoposti a controlli”. “Pensiamo – dicono
ancora Santocono e Stracquadanio – che la misura sia colma. Il
fenomeno, grazie anche alla crisi, rischia di raggiungere dimensioni
non più “governabili”, minando alla base il tessuto produttivo
sano già schiacciato dalla mancanza di accesso al credito. Stiamo
pensando di avviare iniziative
di concerto con polizia municipale, Guardia di finanza e Agenzia
delle entrate, allo scopo di stanare le irregolarità nel settore
dell’artigianato e tutelare quindi chi lavora onestamente ma viene
percepito come evasore”.
domenica 14 ottobre 2012
La legge di stabilità: una stangate di 2,5 miliardi per le famiglie
da
www. cgiamestre.com
L’effetto
composto della riduzione dell’Irpef, dell’aumento dell’Iva,
dell’introduzione della franchigia e del conseguente taglio delle
deduzioni e detrazioni fiscali costerà
alle famiglie italiane 2,5
miliardi di euro. Questa è la stima fatta dalla CGIA di Mestre sulle
indiscrezioni circolate in questi giorni attorno ai contenuti della
Legge di Stabilità.
A regime, quali saranno
le tipologie familiari più penalizzate da questa manovra
correttiva ?
Innanzitutto gli
8 milioni circa di incapienti – conclude Bortolussi – che
rientrando nella area di esenzione fiscale non godranno dei
vantaggi economici legati della riduzione dell’Irpef e, in secondo
luogo, i nuclei familiari con redditi superiori ai
50.000/60.000 euro”.
per
approfondire:
giovedì 11 ottobre 2012
Strano e immotivato il silenzio degli amministratori di Comiso.
Il silenzio degli amministratori di Comiso sulla zona artigianale è strano e immotivato. Questo quello che è emerso nella riunione tenuta, nei locali cittadini della Cna, dai rappresentanti di alcune ditte insediate nella zona Pip del centro casmeneo. “Comprendiamo – dicono il presidente territoriale Giovanni Calogero e il responsabile organizzativo Giovanni Sallemi – come gli impegni istituzionali legati allo sblocco dell’aeroporto tengano la Giunta particolarmente occupata, ma è anche vero che le imprese che hanno investito centinaia di migliaia di euro nella zona Pip meritano attenzione, rispetto e disponibilità. Facciamo notare, ancora una volta, che quest’area è diventata un cattivo biglietto da visita per le ditte insediate ma soprattutto per Comiso. Clienti, fornitori, rappresentanti arrivano e trovano belle aziende inserite in un contesto che, con un eufemismo, definiamo poco ospitale. Per questo torniamo a chiedere maggiore attenzione nei confronti di chi compie investimenti, crea occupazione e sviluppo vero”.
“Ad onore del vero – aggiungono Calogero e Sallemi – va anche detto che, dopo le nostre segnalazioni, l'Amministrazione si è attivata. Alcune piccole azioni di riqualificazione dell’area sono state effettuate, ma è solo un primo timido passo, ancora molto deve essere fatto e soprattutto mantenuto. Le discariche che abbiamo segnalato non solo non sono state rimosse ma continuano a crescere. Questo, oltre a sottolineare l’inciviltà cronica di qualche cittadino, dimostra che la videosorveglianza non funziona come dovrebbe. Le strade che collegano la zona Pip con il resto del territorio sono più adatte alla circolazione degli animali da soma che a quella di auto, furgoni o tir. Abbiamo appreso dall’Amministrazione che esiste un progetto di riqualificazione della viabilità fermo al Cipe dal 2008. Forse è venuto il momento di sollecitarlo. Quattro anni di silenzio sembrano tanti. Nel frattempo una serie di interrogativi: si potrebbe asfaltare la strada fino alle vicinanze del torrente e poco dopo lo stesso? Il centro direzionale potrebbe essere messo in sicurezza prima che venga definitivamente smontato? In attesa che queste domande trovino una risposta, invitiamo il sindaco ad avere l’audacia (la stessa che hanno le imprese insediate) di trascorrere un paio d’ore insieme con le ditte e con il gruppo dirigente della Cna nella zona Pip per verificarne lo stato e individuare soluzioni possibili e praticabili in tempi brevi”.
lunedì 8 ottobre 2012
Crollo dei prestiti a imprese e famiglie. Silvestrini. “Il rigore estremo non permette al Paese di rialzarsi”
"Il
crollo dei prestiti a imprese e famiglie, misurato dalla Banca
d’Italia, non lascia più dubbi: la cura del rigore estremo non
permette al Paese di rialzarsi.” Lo ha dichiarato Sergio
Silvestrini Segretario Generale della Cna. "Dal 2007 ad oggi, in
termini reali, il credito erogato dalle banche, secondo le stime
della Cna, è rimasto invariato e costantemente al di sotto delle
necessità.Nessun paese industriale può reggere un periodo così
prolungato di asfissia creditizia. “Sappiamo
benissimo che il credito non può garantire la ripresa se la
domanda resta debole. Per questo abbiamo bisogno della riduzione
della pressione fiscale sul lavoro e sulle imprese". “Tagliare
la spesa pubblica si può e si deve. Ogni giorno emerge un quadro
sistematico di sperpero di risorse che impoverisce i
cittadini". “Il
tempo stringe. - ha concluso Silvestrini - La legislatura è alla
fine e le misure per la crescita non hanno ancora prodotto gli
effetti desiderati.”
Episodio assurdo :Le sbarre del passaggio a livello sono rimaste bloccate. Mentre la politica dorme la città rimane isolata.
Foto di stamani. Carabinieri presidiano il passaggio a livello bloccato.
“Lo
abbiamo detto in tutte le lingue, lo abbiamo urlato ai quattro venti,
ma nessuno ha preso posizione. Le sbarre del passaggio a livello
stamani si sono bloccate e il traffico in entrata e in uscita della
città è andato in tilt”. E’ la denuncia del presidente della
Cna di Vittoria, Giuseppe Santocono, e del responsabile
organizzativo, Giorgio Stracquadanio, dopo quanto accaduto in uno
dei principali ingressi alla città, nel tratto all’altezza della
fontana della Pace. “Camion fermi – continuano Santocono e
Stracquadanio – autobus immobilizzati, furgoni stoppati, i
carabinieri a gestire il traffico. Se avessimo avuto una classe
politica e amministrativa più attenta e meno abituata a macerare in
un ambiente saturo di cloroformio tutto questo non sarebbe successo.
Abbiamo anche fatto proposte poco costose (alleghiamo per l’ennesima
volta la foto del progetto di massima), indicando anche dove poter
reperire i fondi (P.o. Fesr
2007/2013 con riferimento all’asse VI sviluppo urbano sostenibile).
Tutto è caduto nel vuoto e oggi si raccolgono i frutti. Ancora una
volta ribadiamo: servono misure urgenti per migliorare la mobilità
delle merci e delle persone di questo territorio. Possiamo produrre
le cose migliori del mondo, possiamo avere le imprese e la
manovalanza più capace del pianeta, ma se non riusciamo a immetterle
nel mercato in tempi celeri e certi rimaniamo fuori da ogni idea di
economia. Gli amministratori e i faccioni di tutte le liste che
campeggiano nei tre per sei abbiano la dignità di pensare a queste
cose e non alle succulenti indennità”.
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sabato 6 ottobre 2012
L’EVASIONE/ELUSIONE DIMORA NELLE GRANDI IMPRESE
Il Nord Italia evade in valore assoluto più del Sud.
Ma nel Sud si concentra la quota più alta di “devianza” cioé di
fenomeni evasivi. Lo conferma il presidente della Corte dei Conti,
Luigi Giampaolino, in audizione in Senato. L’Italia “si colloca ai
primissimi posti nella graduatoria internazionale” per l'evazione.
Luigi Giampaolino, sottolinea che gli ultimi dati Ocse danno il
Belpaese al terzo posto fra i paesi dell’area.
Alle spalle solo di Turchia e Messico.
Tra
Iva ed Irap il minor gettito lordo stimato
ammonta a oltre 46 miliardi l’anno. E’ la cifra è fornita da
Giampaolino. Nell’area che resta fuori (Irpef, Ires, altre imposte
sugli affari e contributi previdenziali) “si collocano forme di
prelievo che lasciano presumere tassi di evasione non molto
dissimili” rispetto a quelli di Iva e Irap. “La
grande società avendo una struttura organizzativa complessa ed
organismi di controllo interno ed esterno, può essere indotta a
pratiche
evasive più sofisticate,
non di rado confinanti con l’elusione fiscale, tra le quali
svariate forme di pianificazione fiscale internazionale”.
venerdì 5 ottobre 2012
Consumi elettrici. Crollo a settembre. -9,6%. Il peggior dato da aprile 2009
Crollano i consumi di elettricità. L'energia elettrica richiesta in Italia a settembre, pari a 26,4 miliardi di kWh, ha fatto registrare una flessione del 9,6% rispetto a settembre 2011. Lo rende noto Terna, spiegando che un calo così marcato non si riscontrava da aprile 2009, quando il fabbisogno elettrico scese del 10,5% rispetto allo stesso mese del 2008. Depurata dagli effetti congiunti del calendario e della temperatura, la variazione della domanda elettrica di settembre 2012 diventa -7,3%. Rispetto al corrispondente mese di settembre del 2011, si è infatti avuto nel settembre 2012 un minor numero di giorni lavorativi (20 vs 22) e una temperatura media mensile inferiore di circa un grado e mezzo. I 26,4 miliardi di kWh richiesti nel mese di settembre 2012 sono distribuiti per il 46% al Nord, per il 29% al Centro e per il 25% al Sud. A livello territoriale, la variazione della domanda si è articolata in maniera differenziata sul territorio nazionale: -9,0% al Nord, -9,5% al Centro e -10,8% al Sud. Nel mese di settembre 2012 la domanda di energia elettrica è stata soddisfatta per l’88,1% con produzione nazionale e per la quota restante (11,9%) dal saldo dell’energia scambiata con l’estero. In dettaglio, la produzione nazionale netta (23,5 miliardi di kWh) è calata dell11,1% rispetto a settembre 2011. Sono in crescita le fonti di produzione geotermica (+1,2%), eolica (+46,8%) e fotovoltaica (+18,7%). Sono in flessione la fonte termoelettrica (-13,9%) e idrica (-17,5%). Nei primi nove mesi del 2012, la domanda di energia elettrica in Italia è risultata complessivamente in calo del 2,3% rispetto ai valori del corrispondente periodo dell’anno precedente; a parità di calendario il valore è -2,7%. In termini congiunturali, la variazione destagionalizzata della domanda elettrica di settembre 2012 rispetto al mese precedente è stata pari a -4,1%. Su base trimestrale, il terzo trimestre 2012 ha fatto registrare un incremento
dell’1,4% rispetto al secondo trimestre. Il profilo del trend si porta su un andamento stazionario.
giovedì 4 ottobre 2012
Assordante silenzio sulla bretella stradale che dovrebbe collegare l’autoporto alla viabilità locale
Continua ad essere assordante il silenzio sulla bretella stradale che dovrebbe collegare il costruendo autoporto di Vittoria con la Ss 115 e la Ss 514. Lo dicono i vertici della Cna di Vittoria, il presidente Giuseppe Santocono e il responsabile organizzativo, Giorgio Stracquadanio. “Eppure, per una parte di quest’opera – aggiungono – sono già pronti 16.978.638,70 euro (fondi ex Insicem). Il soggetto attuatore dell'infrastruttura doveva essere la Provincia regionale di Ragusa, ma con la soppressione dell’ente (ricordiamo che la Cna è favorevole all'abolizione delle Province) chi dovrà gestire somme e progetto? Il Comune di Vittoria? La Regione? Sarebbe interessante saperlo”. “Il rischio concreto – aggiungono Santocono e Stracquadanio – è che questi soldi tornino a Palermo e si perdano nei numerosi rivoli e nei contorti meandri della spesa regionale. Facciamo presente che l’autoporto è una cittadella adibita all’interscambio delle merci che nel nostro territorio viaggiano esclusivamente su gomma (i cargo delle Ferrovie dello Stato purtroppo si fermano a Catania). Se quest'opera, strategica per buona parte del Sud Est siciliano, non viene opportunamente collegata alla rete viaria non sarà per nulla funzionale. Ci sono una parte delle somme, ci sono i progetti e non si riesce a fare partire l'opera? In questo modo l’autoporto rischia seriamente di fare compagnia all'aeroporto di Comiso. La nostra marginalità infrastrutturale non è figlia del destino cinico e baro ma del disinteresse. Se gli amministratori locali e regionali smettessero di respirare cloroformio, capirebbero finalmente che lo sviluppo di un territorio passa dalla qualità e dall’efficienza della spesa pubblica
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lunedì 1 ottobre 2012
La crisi ha provocato quasi un milione di nuovi poveri
Da www.cgiamestre.com
La
causa, segnala la CGIA di Mestre che ha curato l’analisi, è la
crisi economica che, a partire dal 2007, ha aumentato a dismisura la
povertà assoluta, i senza lavoro e i cassa integrati a zero ore.
Risultato ? Oltre a peggiorare le condizioni di vita delle fasce
sociali più deboli del Paese, questa situazione di difficoltà ha
fatto aumentare la spesa pubblica a sostegno di queste persone e
diminuire i consumi. Tra il 2007 e l’anno in corso, i consumi reali
delle famiglie italiane hanno registrato una flessione del 4,4%. Una
contrazione che, chiaramente, ha avuto delle ripercussioni molto
negative sui bilanci economici dei piccoli commercianti e degli
artigiani.
Per approfondire http://www.cgiamestre.com/wp-content/uploads/2012/09/disagiooooo.pdf
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