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sabato 3 maggio 2014

L’autostrada e il rischio di emarginazione di una parte dell’area iblea. Le Cna territoriali di Ragusa, Vittoria e Comiso inviano una lettera aperta ai rispettivi sindaci per esprimere le proprie preoccupazioni.

La Sicilia del 12 Maggio 1968

Le Cna territoriali di Ragusa, Vittoria e Comiso hanno inviato una lettera aperta ai sindaci dei rispettivi comuni avente ad oggetto la questione infrastrutturale con particolare riferimento ai lotti dell’autostrada Siracusa-Ragusa-Gela che ricadono nell’area iblea. “A metà maggio – è scritto nel documento – è previsto l’inizio dei lavori di tre lotti della Siracusa-Gela, quelli che vanno da Rosolini a Modica. Il cantiere dei primi 20 km d'autostrada che solcheranno il suolo della provincia di Ragusa dovrebbe chiudere, se tutto va bene, entro il 31 dicembre 2015. Certo, esprimiamo grande soddisfazione perché per la prima volta si realizza un’opera del genere nel nostro territorio provinciale. E vorremmo poter dire lo stesso, il prima possibile, anche per quanto riguarda il progetto di raddoppio della Ragusa-Catania. Ma per tornare all’autostrada, tutta la parte rimanente, e cioè il tratto che va da Ragusa ad Acate ed oltre, è ancora “in progettazione”, da quel che ci fa sapere l’Anas. Se si riguarda poi il ritaglio del quotidiano “La Sicilia” del 12 maggio 1968 dal titolo “Già pronto il progetto di massima per l'autostrada - La Siracusa-Gela dovrebbe essere pronta nel 1973”, viene da pensare: ma cosa stanno progettando? Così la provincia di Ragusa, o quel che sarà, verrà tagliata in due. Da un lato, un territorio ben collegato con Catania e le infrastrutture di quell'area: aeroporto, ferrovia, porti. Dall'altro, infrastrutture potenzialmente molto funzionali all'economia del Sud Est (aeroporto di Comiso, mercato ortofrutticolo di Vittoria, costruendo autoporto di Vittoria, area industriale di Ragusa, porto di Marina di Ragusa), che continueranno ad essere prive di un collegamento con Catania che possa definirsi al passo con i tempi. Per quanto tempo ancora l'economia di questo pezzo di territorio dovrà scontare questa schermatura? Le precondizioni per il rilancio dello sviluppo economico della nostra zona sono le infrastrutture e i loro collegamenti”.
Cari sindaci – continua la lettera aperta – se credete che l'aeroporto, l'autoporto, il porto di Marina da soli possano risollevare l'economia fate un errore madornale. Se pensate che si possano impiantare attività o si possano rilanciare, alla luce della crisi, le imprese che già operano, mantenendo l'attuale isolamento, è francamente illogico. Sappiate che una comunità scopre il valore sociale di un'impresa quando questa lascia il territorio, ma è raro che si ponga il problema di come attrarla, con le infrastrutture per esempio. Come organizzazione che rappresenta le piccole e medie imprese di quest'area non possiamo accettare in silenzio questa segregazione. Le nostre infrastrutture produttive con tutto l'indotto che creano (edilizia, impiantistica, commercio, autotrasporto, turismo, logistica), se non opportunamente collegate ad un asse stradale moderno ed efficiente, rischiano di rimanere delle strutture nane. All’abbandono e alla fragilità politica del nostro territorio bisogna contrapporre la volontà di rivendicazione ferma, ferrea, decisa di chi lo amministra. È necessario intervenire. Non ci rassegniamo a questa “filosofia dell’emarginazione”, lotteremo perché l’autostrada arrivi fino a noi. Desideriamo capire se voi sindaci sarete al nostro fianco”.

Schema ANAS

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