La Sicilia del 12 Maggio 1968
Le Cna
territoriali di Ragusa, Vittoria e Comiso hanno inviato una lettera
aperta ai sindaci dei rispettivi comuni avente ad oggetto la
questione infrastrutturale con particolare riferimento ai lotti
dell’autostrada Siracusa-Ragusa-Gela che ricadono nell’area
iblea. “A metà maggio – è scritto nel documento – è previsto
l’inizio dei lavori di tre lotti della Siracusa-Gela, quelli che
vanno da Rosolini a Modica. Il cantiere dei primi 20 km d'autostrada
che solcheranno il suolo della provincia di Ragusa dovrebbe chiudere,
se tutto va bene, entro il 31 dicembre 2015. Certo, esprimiamo grande
soddisfazione perché per la prima volta si realizza un’opera del
genere nel nostro territorio provinciale. E vorremmo poter dire lo
stesso, il prima possibile, anche per quanto riguarda il progetto di
raddoppio della Ragusa-Catania. Ma per tornare all’autostrada,
tutta la parte rimanente, e cioè il tratto che va da Ragusa ad Acate
ed oltre, è ancora “in progettazione”, da quel che ci fa sapere
l’Anas. Se si riguarda poi il ritaglio del quotidiano “La
Sicilia” del 12 maggio 1968 dal titolo “Già
pronto il progetto di massima per l'autostrada - La Siracusa-Gela
dovrebbe essere pronta nel 1973”, viene da
pensare: ma cosa stanno progettando? Così la provincia di Ragusa, o
quel che sarà, verrà tagliata in due. Da un lato, un territorio ben
collegato con Catania e le infrastrutture di quell'area: aeroporto,
ferrovia, porti. Dall'altro, infrastrutture potenzialmente molto
funzionali all'economia del Sud Est (aeroporto di Comiso, mercato
ortofrutticolo di Vittoria, costruendo autoporto di Vittoria, area
industriale di Ragusa, porto di Marina di Ragusa), che continueranno
ad essere prive di un collegamento con Catania che possa definirsi
al passo con i tempi. Per quanto tempo ancora l'economia di questo
pezzo di territorio dovrà scontare questa schermatura? Le
precondizioni per il rilancio dello sviluppo economico della nostra
zona sono le infrastrutture e i loro collegamenti”.
“Cari
sindaci – continua la lettera aperta – se credete che
l'aeroporto, l'autoporto, il porto di Marina da soli possano
risollevare l'economia fate un errore madornale. Se pensate che si
possano impiantare attività o si possano rilanciare, alla luce della
crisi, le imprese che già operano, mantenendo l'attuale isolamento,
è francamente illogico. Sappiate che una
comunità scopre il valore sociale di un'impresa
quando questa lascia il territorio, ma è raro che si ponga il
problema di come attrarla, con le infrastrutture per esempio.
Come organizzazione che rappresenta le piccole e medie imprese di
quest'area non possiamo accettare in silenzio questa segregazione. Le
nostre infrastrutture produttive con tutto l'indotto che creano
(edilizia, impiantistica, commercio, autotrasporto, turismo,
logistica), se non opportunamente collegate ad un asse stradale
moderno ed efficiente, rischiano di rimanere delle strutture nane.
All’abbandono e alla fragilità politica del nostro territorio
bisogna contrapporre la volontà di rivendicazione ferma, ferrea,
decisa di chi lo amministra. È necessario intervenire. Non ci
rassegniamo a questa “filosofia dell’emarginazione”, lotteremo
perché l’autostrada arrivi fino a noi. Desideriamo capire se voi
sindaci sarete al nostro fianco”.
Schema ANAS
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