Un danno alle “imprese reali”, un rischio per i cittadini consumatori,
un problema per lo Stato e le amministrazioni locali. Sono gli effetti dell’abusivismo.
Un fenomeno che sta assumendo dimensioni preoccupanti, mai raggiunte prima
d’ora, e che sta colpendo con forza anche l’area ipparina. Questo il senso
della forte denuncia delle Cna territoriali della zona in questione i cui
vertici hanno tenuto stamane una conferenza stampa nella sede di Comiso. Erano
presenti Carmelo Basile e Roberto Bordonaro per la Cna di Santa Croce, Giuseppe
La Terra e Giorgio Stracquadanio per la Cna di Vittoria, Giovanni Calogero e
Salvatore La Rosa per la Cna di Comiso. Ma chi è l’“abusivo” che fa concorrenza
sleale alle “imprese vere”? “In genere – hanno sottolineato i rappresentanti
dell’associazione di categoria – sono persone che non hanno la qualifica
richiesta ed esercitano senza osservare le precauzioni di igiene e di sicurezza
previste dalle norme o ex titolari d'imprese che travolti da debiti esattoriali
hanno chiuso l'attività e la continuano in nero. Questi soggetti sono dei veri
latitanti per il fisco, per l'Inps, per la Camera di Commercio, per il Comune.
Tutti sanno dove si trovano ma nessuno li blocca”. Sono stati forniti anche
alcuni dati specifici. Sono 1.780 le imprese artigiane attive nel comprensorio
Acate, Comiso, Santa Croce e Vittoria (950 a Vittoria, 610 a Comiso, 110 ad Acate, 110 a Santa Croce). Dall’1
gennaio 2015 ad oggi sono state presentate in tutta la provincia oltre 680 domande
di cessazione all'Albo artigiani. Circa 220 solo nel comprensorio in questione.
Esclusi i pochi che hanno chiuso perché sono andati, legge Fornero permettendo,
in pensione, molte sono le attività che continuano in nero. “A gennaio – hanno
spiegato i vertici delle Cna territoriali – organizzeremo una prima manifestazione
per coinvolgere e sensibilizzare i Comuni, le principali istituzioni presenti
sul territorio. E’ opportuno che si registri una inversione di tendenza per
frenare il fenomeno in questione”.
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